mercoledì 10 giugno 2015

Avventura alle Gorges du Verdon: sequenza non voluta di Dalles Grises e Chlorochose

Cosa posso raccontarti delle Gorges du Verdon? Delle lande marroncine, distese indefinitamente verso le Alpi e il mare, che di colpo si interrompono nel baratro... e laggiù, l'oasi sinuosa di verde e di blu dove le acque del fiume Verdon sembrano scorrere da un verso e dall'altro insieme... e nel mezzo roccia, e altra roccia, in tutte le sue facce: bizzarri minareti di un rossastro ruvido e rotto; archi ciechi in rilievo; facciate solenni e luminose, decorate da fessure e cenge geometriche, luccicanti di spit... e ancora corde, cordes, cuerdas, ropes, seile che cadono da tutte le parti o salgono piano piano, trasportate da magliette di alpinisti di tutti i colori e di tutti i paesi. Ce sont les Gorges du Verdon! Se in montagna cerchi l'ascesa, la contemplazione silenziosa e solitaria, queste non saranno le tue pareti preferite; eppure è un'esperienza speciale calarti dentro questa Babele di calcare, Mecca delle vie sportive di più tiri, nel bene o nel male uno dei maggiori poli d'attrazione d'Europa per chi ama arrampicare.

Carlo, the beginning...

Data uscita: 1 e 2 maggio 2015

Punto di partenza: Belvedere de la Carelle

Dislivello in salita: 150

Durata totale: 3-4 ore comprese le calate

Grado di difficoltà: D. Passi fino al V+

Numero di tiri: 5

Chiodatura: A spit, abbastanza vicini; soste attrezzate con catene e anelli per la calata a pochi metri dalle soste della via.

Punti d'appoggio: Vari bar e una boulangerie (panetteria con anche panini preparati) nel paese di La Palud

Periodo consigliato:  Autunno e primavera

Accesso stradale: Da La Palud sul Verdon proseguire verso Castellane fino all'Hotel des Cretes, dove si imbocca la Route des Cretes. Salire per 5 km, dopo 5 tornanti si raggiunge il Belvedere de la Carelle, affacciato sul canyon.

Note: Le Dalles Grises e Chlorochose sono fra poche vie facili del Verdon, e risalgono il settore più grande e frequentato, l'Escales. Già questo è indice di traffico; si aggiunga che le due vie, specialmente Dalles Grises, sono sfruttate come vie preferenziali per le calate in doppia di chi è diretto ad altri itinerari di salita sulla stessa parete. Considerare tutto questo quando si pianificano i tempi di salita, che possono dilatarsi notevolmente!

...Carlo, the unhappy ending

Cornetto Perticara, Basilicata, 30 aprile 2015: mani in tasca, occhiali da cantiere sporchi di polvere, figure di pareti sterminate prendono forma nella testa del nostro Carlo, e idee folli per raggiungerle. Auto fino a Napoli, treno notturno per Parma, e alle 5 di mattina eccolo sonnecchiare su una panchina della stazione, con lo zaino pieno di attrezzatura e le due mezze corde. Mario, vecchio compagno di cordata, lo accoglie poco dopo a casa con una bella colazione, mentre io sono già davanti al PC a scervellarmi in cerca di una possibile destinazione per questo weekend dal meteo poco incoraggiante.

Il panda con la Panda

C'è da andare verso ovest per cercare di cogliere una finestra di bel tempo: Finale Ligure? Troppo vicino per starci due giorni; le falesie di Nizza e dintorni? Carlo non si è fatto 10 ore di viaggio per fare dei monotiri; più in là cosa c'è? Il Verdon! Cosa vuoi che siano altre 5 o 6 ore in auto se si tratta di andare in un posto simile?
Gente su vie più dure!

Sono le 11: con una telefonata schiodo i due dal letto per proporre loro l'idea, e in men che non si dica abbiamo prenotato l'hotel, pianificato i rifornimenti metano, setacciato fra le centinaia di vie del Verdon le poche che saremmo in grado di salire. Dopo pranzo siamo già in marcia, guida Mario: nella radio un CD di De Andrè con la Canzone del Maggio, dedicata proprio al primo maggio francese... ci rendiamo così conto che anche lì oggi è festa, e con ogni probabilità lo sarà anche domani, e tanti la passeranno sulle pareti del Verdon!

Ora però la preoccupazione maggiore è il meteo: entrati in Francia ci accoglie una fitta nebbia, con tanto di incidente poco prima di Nizza e una buona mezzora di coda annessa. Usciamo ad Antibes puntando all'unico distributore di metano della Costa Azzurra: una piccola pompa self service, con tanto di istruzioni stampate in italiano, dato che solo italiani in vacanza verosimilmente vengono a fare metano qui. Peccato che l'attacco sia quello per le auto tedesche, e la Panda di Mario non è compatibile, quindi dobbiamo proseguire a benzina... simpatici cugini francesi!


Superiamo Grasse, città dei profumi, risaliamo la Rue du Napoleon ancora sotto la nebbia, e quando ormai è buio sbuchiamo sopra la coltre in un ambiente brullo. Il cielo però non appare sereno, e poco dopo comincia a piovere, sempre più forte. Castellane ci accoglie così sotto l'acqua scrosciante, e nel buio più totale ci infiliamo fra le strette gole del Verdon; curva dopo curva siamo finalmente all'hotel, dove molto gentilmente ci portano qualcosa per cena nonostante siano le quasi le 22.

Il meteo sembra averci traditi, e ci infiliamo a letto rassegnati all'idea di un domani di trekking sotto le pareti bagnate! Fuori spira la bufera, fa tremare gli scuri,  i letti a castello scricchiolano per l'ansia, finché il suono della sveglia non pone fine all'attesa. Apro la finestra e il cielo è sereno, le ultime bave di nebbia pronte a diradarsi.




Con Alain Robert
A colazione si presenta un personaggio piuttosto appariscente: stivali leopardati, pantaloni di pelle, giacca blu, capello biondo lungo. Carlo è l'unico a riconoscerlo: si tratta di Alain Robert, soprannominato Spiderman, scalatore dei più alti grattacieli del mondo, più volte arrestato e disabile - relativamente - al 60% a causa di due incidenti gravi. Eccolo qui a mangiare la brioche in un alberghetto da 40 euro a notte!

Non vogliamo disturbare la sua colazione, ma una volta giunti al Belvedere de la Carelle sentiamo rintronare nella valle il rombo di motore... è lui, con la sua Audi TT che sale i tornanti a tutto gas. Si ferma a sua volta al parcheggio, e qui ci sembrano meno fuori luogo due chiacchiere e un paio di foto insieme. Oggi non scalerà grattacieli, ma la roccia grezza di casa sua, seguito dall'immancabile drone che sentiremo ronzare per quasi tutta la mattinata.

Prima doppia

E' ancora presto, ma sappiamo che saremo lunghi e troveremo traffico, quindi ci dirigiamo velocemente all'attacco della nostra via. Un sentierino si stacca dalla curva sotto il parcheggio inoltrandosi nella vegetazione bassa fino all'orlo del canyon. Il settore Dalles Grises, placche grigie, è indicato da una scritta su una grossa pietra con catena e anello di calata, proprio in mezzo al sentiero.

Nel frattempo arrivano altre persone, bisogna fare in fretta! Lanciamo le corde nell'abisso, inizia l'avventura dentro il Verdon... e inizia male! La prima calata è un disastro, con le corde finite troppo a sinistra e impigliatesi in uno dei tanti arbusti. Ci pensa Carlo a districarle, e l'operazione ci fa perdere molto tempo. Le altre tre calate decisamente verticali quando non strapiombanti, vanno meglio, e finalmente siamo al Jardin des Ecureils, un boschetto pensile circa a metà parete dove comincia la nostra via.


Al Jardin gli alberi no sono più un problema!

Siamo in tre, e sale Mario da primo. Si comincia con un diedro un po' unto. Gli spit sono vicini, l'arrampicata tecnica e sostenuta, il senso di verticalità via via crescente. La via presenta soste doppie, tutte a catena (e non tutte comode), per agevolare le calate; siamo gli unici a salire per ora, ma inevitabilmente i molti che scendono creano un po' di disagio.

Mario sul primo tiro di Dalles Grises

Mario tira anche la seconda e la terza lunghezza, sempre su difficoltà sul IV V, con arrampicata prevalentemente su placca e una pancia leggermente strapiombante. La cordata però procede lentamente, Carlo è fuori allenamento e anche noi forse siamo un po' al limite come gradi, per lo meno su una via comunque sostenuta come questa.

Ancora primo tiro

Dopo un tiro più facile di collegamento raggiungiamo un albero dove già eravamo passati scendendo in doppia. A questo punto do il cambio a Mario, e seguo la fila di spit che obliqua a destra, in direzione del diedro seguito dalla via Chlorochose. Diverse cordate la stanno risalendo, e di fatto vado a tagliare la strada a un francese che si lamenta... Carlo gli spiega che in quel tratto le due vie procedono sulla stessa linea (e infatti non abbiamo trovato spit a sinistra), io sono un po' innervosito e mi mantengo sul diedro fino alla sosta, dove recupero gli altri.

Carlo sul terzo tiro di Dalles Grises prima di un passaggio duro

Vengo a sapere solo qui che ho sbagliato strada: a un certo punto avrei dovuto tenere la sinistra sulle placche... poco male, ormai rimarremo sugli ultimi tiri di Chlorochose, che sono anche un poco più facili rispetto a quelli di Dalles Grises. L'arrampicata è prevalentemente su diedro, con buone prese, i passaggi difficili abbastanza isolati.

Mario sul penultimo tiro di Chlorochose

Non senza un poco di sollievo, intravvedo la fine della parete ormai vicina. Forse ho concatenato due tiri brevi, o forse abbiamo fatto una gran confusione e basta! L'uscita sul pianoro è rasserenante, un po' in stile Bismantova, e la sosta per recuperare Mario e Carlo comodissima. Ci abbiamo messo un'eternità di tempo, più di 6 ore, ma siamo soddisfatti!

Mario in uscita da Chlorochose

Il pomeriggio è ancora lungo, e decidiamo di fare un tour automobilistico attorno al Verdon. Non siamo certo gli unici, c'è addirittura un raduno di Renault Kangoo... soltanto i francesi possono organizzare qualcosa del genere.

Nostalgia!

Ripercorriamo la Rue Napoleon, ci ributtiamo sull'Autostrada dei Fiori dove mangiamo qualcosa al volo a un'area parcheggio vicino a Imperia. Saremo a casa all'una di notte!

Midnight Imperia!

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