sabato 27 agosto 2011

Monte Maggiorasca (1804)

Il Maggiorasca visto in inverno dal monte Bue
Massima elevazione dell'Appennino ligure, ha un'ampia cima erbosa purtroppo deturpata da antenne e vecchi impianti di risalita. Non si trova sul crinale principale, ma su una dorsale secondaria fra le valli del Ceno e del Nure, la stessa su cui sfilano nell'ordine i monti Bue, Nero e Ragola.
Offre un panorama amplissimo, specialmente verso la Pianura Padana.

Escursioni:
Monti Maggiorasca, Bue e Prato Grande dal Passo del Tomarlo



Da Prato Grande in autunno

Dal monte Croce Marticano in estate

 

martedì 23 agosto 2011

Anello Lagoni Sillara per sella di Rocca Pianaccia e del Paitino


Punto di partenza: Lagoni (1340)
Punto più elevato: Monte Sillara (1861)
Dislivello in salita: 850
Tempo totale di percorrenza: 5 ore
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Discreta
Punti d'appoggio: Rifugio Lagoni (1340) alla partenza; Bivacco Capanna del Lago scuro (con fontana)
Note: Tagliando sui prati dalla Sella di Rocca Pianaccia ai Laghi del Sillara si risparmia circa un'ora di cammino e 200 metri di dislivello in salita

Itinerario
Meravigliosa camminata che permette di accedere al Monte Sillara gustando prima tutte le emergenze ambientali attorno a lui.
Dal Rifugio Lagoni si sale nel bosco col 711a; ai due bivi si seguono i cartelli per il Lago Verde, e presto si passa sul 711. All'uscita dal bosco ci si scopre ai piedi della parete di Rocca Pumacioletto, mentre alle proprie spalle i due Lagoni si sono fatti ormai piccini e lontani. Raggiunta la sella (1612) si rimane sul 711, che scende nella valle del Cedra (affluente dell'Enza): e qui si comincia a fare sul serio.

Il vallone visto da ovest: a destra il monte Sillara
Rientrati nel bosco, si superano alcuni tratti scoscesi, poi usciti sulla pietraia si apre lo spettacolo: il selvaggio, sterminato vallone nord-ovest del Sillara, percorso da pietre lunghissime, lisce, piene di fori dovuti all'antica azione del ghiacciaio. Dal crinale scendono ruscelli e sorgono un paio di pozze d'acqua senza nome che ospitano i tritoni; verso Valditacca e la carraia del Passo della Colla il vallone sprofonda boschi scoscesi; ai due lati lo delimitano le sagome agili e rocciose di Rocca Pianaccia e Pumacioletto. Occorre stare attenti agli ometti siccome il sentiero, pur essendo il più bello di tutta la provincia, è isolato e poco battuto, e per una volta il Cai ha risparmiato un po' sulla vernice.

Il vallone visto da est, sullo sfondo Marmagna e Orsaro

Superato un rivo, si riprende a salire fino alla Sella di Rocca Pianaccia (1712). Ora, se si vuole accorciare decisamente il giro, si può tagliare a sinistra in salita per i prati fino a sbucare ai Laghi del Sillara: c'è qualche traccia, ma si disperde; bisogna mantenersi vicini alla spartiacque e puntare dritti a sud. Da evitare naturalmente in caso di maltempo! Ma d'altronde col nebbione non è raccomandabile in generale venire da queste parti. Se invece si vuole stare sul sentiero, si perde velocemente quota fino al Rio Frasconi (1500), dove si incrociano vari sentieri e i segnali possono trarre in inganno; si tiene sempre la destra fino a ritrovarsi sul sentiero 709, verso i laghi Compione e del Sillara.

Il Lago Compione
Presto si esce di nuovo sui prati, e dopo la faticosa salita i laghi si presentano all'improvviso, come dei miraggi: il primo è il Compione (1674), dove occorre voltare subito a destra; attenzione sempre all'orientamento, qui è facile perdersi! Il sentiero c'è sulle cartine ma è segnato poco e male. Ancora salita ed ecco il Lago inferiore del Sillara (1730): i due Laghi Gemelli sono i più alti dell'Appennino parmense, oltre ad essere decisamente grandi; non si prosciugano mai in quanto alimentati da sorgenti; nelle stagioni più piovose anzi si uniscono.

I Laghi Gemelli visti dal Sillara
Costeggiato fino in fondo anche il lago superiore, si segue la traccia evidente verso il crinale, che si raggiunge con un ultimo sforzo ormai vicini alla cima del monte Sillara (1861), tanto dolce verso i "suoi" laghi quanto aspro verso il mare! Assaporato come si deve il panorama, si scende sul crinale con lo 00 fino alla Sella del Paitino (1764); sulla nostra destra possiamo ammirare il grande vallone percorso prima col sentiero 711.
Poco dopo la sella (evitare il 737) si volta a destra con il 713, la via più breve per i Lagoni che permette a metà strada di rifocillarsi al fontanone presso le Capanna del Lago Scuro.

lunedì 8 agosto 2011

Monte Aquilotto, anello a otto da Lagdei


Punto di partenza: Lagdei (1265)
Punto più elevato: Monte Aquilotto (1788)
Dislivello in salita: 570
Tempo totale di percorrenza: 3,15 h
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Ottima
Punti d'appoggio:  Rifugio Lagdei (1265) alla partenza; Rifugio Mariotti al Lago Santo (1501); fontana al Lago Santo
Accesso stradale: Vedi mappa
Note: Non arrivare in tarda mattinata a Lagdei nelle giornate di maggiore affluenza, il parcheggio si riempie in fretta

Itinerario
A differenza del giro di Marmagna e Orsaro, che si sviluppa per buona parte lungo il crinale, questo esplora principalmente le zone immediamente sottostanti, con amene vallatine e torbiere spesso all'ombra del bosco.
Da Lagdei si segue il 727, poi il 727a verso la Capanna Schiaffino (o del Braiola, 1600): un bivacco che ci si presenta all'uscita del bosco, in una splendida conca ai piedi del Monte Orsaro.

La Capanna Schiaffino con dietro l'Orsaro

Prima di raggiungere la capanna, si volta a sinistra sul 729, verso il Lago Santo; oltrepassata una forcelletta panoramica, si torna nel bosco costeggiando la torbiera del Lago Padre (antico lago interrato). Al bivio seguente, in una pineta, si segue il 723 salendo alla Sella del Marmagna (1734), dove la vista si apre finalmente sulla Lunigiana; va ora preso lo 00 a sinistra, risalendo velocemente la schiena rocciosa del monte Aquilotto (1789). Dalla piccola vetta si domina il Lago Santo e si ha una bella visuale sul resto del crinale e le Alpi Apuane.

I dirupi dell'Aquilotto sulla Lunigiana
 
Si prosegue sul crinale fino al vicino bivio col 719a: prima attraverso un ambiente severo e roccioso, poi nel bosco, si scende fino al Lago Santo, di cui occorre compiere un ampio periplo passando davanti al Rifugio Mariotti.
Si scende dunque a Lagdei con il 723a, superando facilmente le sassaie panoramiche del monte Sterpara.
Il Lago Santo d'Inverno, sullo sfondo l'Aquilotto