tag:blogger.com,1999:blog-52656075256390309882024-03-14T06:00:06.785+01:00montagnatoreRaccontare una salita è come farla un'altra voltaLucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.comBlogger266125tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-39353144249504069142019-05-28T21:43:00.000+02:002019-05-28T21:43:15.890+02:00Procinto di maggio: Oli Volà e Vento dell'ovestIl Procinto è una montagna simbolo dell'arrampicata in Apuane. Lo avevo già visitato nel 2017, sempre in maggio, insieme ad Alberto, Fede e Pietro: allora salimmo la via Dolfi Melucci e la crestina dei Bimbi, un'ottima giornata dove questo piccolo panettone ci aveva dato un assaggio della sua verticalità.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-L7KJL9Gttx8/XO2GrXOLAWI/AAAAAAAAXus/bBE1IFZDJdUivbbqwgejfb_-GlwI53mNQCEwYBhgL/s1600/Procinto%2Bfoto%2BMisha%2B%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-L7KJL9Gttx8/XO2GrXOLAWI/AAAAAAAAXus/bBE1IFZDJdUivbbqwgejfb_-GlwI53mNQCEwYBhgL/s320/Procinto%2Bfoto%2BMisha%2B%25281%2529.jpg" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Procinto da sud</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Sabato scorso il "maggembre" 2019 sembra concedere una finestra di bel tempo prima dell'abituale tempesta domenicale, così torno insieme a Misha con l'idea di salire la via Dolfi Melucci, o Luisa. Già dal rifugio Forte dei Marmi però notiamo che la parete est, dove sale l'itinerario in questione, è un po' troppo nera… e arrivati alla base, il sospetto diventa realtà: roccia bagnata, specialmente sotto gli strapiombi e nei diedri.<br />
<br />
Superiamo il ponticello e percorriamo la "cintura", sentiero che compie il periplo della montagna. Nella zona dove sale la via GAMMA una cordata sta disgaggiando: passiamo sotto velocemente e doppiato lo spigolo nord est ci troviamo ai piedi della parete nord, dove sale la via Dolfi Melucci. Qui la roccia sembra un po' più asciutta rispetto alla est, ma le vie sono quasi tutte occupate per via di un corso.<br />
<br />
Trovo che non abbia molto senso portare allievi alle loro prime esperienze su via lunga in un posto come il Procinto, con vie sì spittate, ma mediamente difficili… eppure sembra ormai sia una consuetudine: forse per suscitare sensazioni forti da subito, fare percepire la verticalità e l'esposizione su tiri di 5c, 6a o più... ma non è tirando delle fettucce sui rinvii, volando, facendosi appendere e parancare che si impara ad andare in montagna; e non credo ci si diverta nemmeno!<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-UsgG549ai1M/XO2GuVGkVyI/AAAAAAAAXuo/36814ao4RhohziVjf_LK1NsbtDQ2eAFPQCEwYBhgL/s1600/Procinto%2Bfoto%2BMisha%2B%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-UsgG549ai1M/XO2GuVGkVyI/AAAAAAAAXuo/36814ao4RhohziVjf_LK1NsbtDQ2eAFPQCEwYBhgL/s320/Procinto%2Bfoto%2BMisha%2B%25283%2529.jpg" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alla prima sosta di Olì Volà</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il rischio che anche noi si passi la giornata a tirare rinvii è piuttosto alto: una cordata sta attaccando la classica via Capanna - Ceragioli, che era una delle alternative; un'altra è alle prese col primo tiro di Oli Volà, e non sembrano corsisti visto come salgono spediti sul 6b. La via è un po' difficile per noi, ma sale sullo spigolo nord est quindi prende un po' di sole, e a parte i primi metri sembra asciutta e ben protetta a spit ravvicinati… dopo le solite indecisioni, decidiamo di tentare!<br />
<br />
Comincia Misha: il tiro parte violento, con un muretto verticale e due strapiombetti successivi su prese buone ma non certo maniglioni, e piedi molto da cercare… un approccio piuttosto traumatico da freddi! La prima parte fila abbastanza liscia, ma sotto il secondo strapiombo il mio socio preferisce appendersi per sghisare un po' e studiare dove passare. Il tiro prosegue con una placca sul filo dello spigolo, poi bisogna traversare a sinistra con passaggio esposto ad afferrare la prima presa buona di là dallo spigolo. Seguendo una fessura verticale ma ben appigliata Misha raggiunge l'aereo pulpito con la sosta: bene, il tiro più duro è andato, si può fare!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Vc3WvQtNe0U/XO2GuQa27NI/AAAAAAAAXus/I8J-H4Qxcf8kVLP6EIDSwDOLW8wOiiYzACEwYBhgL/s1600/Procinto%2Bfoto%2BMisha%2B%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-Vc3WvQtNe0U/XO2GuQa27NI/AAAAAAAAXus/I8J-H4Qxcf8kVLP6EIDSwDOLW8wOiiYzACEwYBhgL/s400/Procinto%2Bfoto%2BMisha%2B%25282%2529.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il difficile primo tiro di Olì Volà</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Da secondo riesco a fare il tiro pulito (non certo sciolto!), e arrivo in sosta con le braccia già piene… la via prosegue sul lato sinistro (est) dello spigolo, lungo la linea della fessura che prosegue anche oltre la sosta, leggermente strapiombante. Mi riposo un po' in sosta, ma forse non abbastanza… superata una clessidra con cordino ridicolo, arrivo al primo spit cotto e devo appendermi, anche perché le protezioni sono più lontane e preferirei evitare voli! Riprendo l'arrampicata nella fessura, cercando di incastrarmi un po' per riposare, ma l'uscita è strapiombante e impone di spostarsi a destra in piena parete… sento di non avere abbastanza energie, e appena vedo un chiodino ci attacco una fettuccia, e sperando non mi salti nel naso mi ci appendo.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-cwiJmT5wDHM/XO2HK24jtiI/AAAAAAAAXvE/plnSbj3BgD8iDGqWuOHVBU4kJU5L7xIjACEwYBhgL/s1600/Procinto%252C%2B25%2Bmaggio%2B2019%2B%252813%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-cwiJmT5wDHM/XO2HK24jtiI/AAAAAAAAXvE/plnSbj3BgD8iDGqWuOHVBU4kJU5L7xIjACEwYBhgL/s320/Procinto%252C%2B25%2Bmaggio%2B2019%2B%252813%2529.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sempre sull'aerea prima sosta: <br />
sullo sfondo la Pania della Croce</td></tr>
</tbody></table>
Dopo una lunga pausa mi studio il passaggio per bene e riesco a uscire dalla fessura rinviando lo spit sulla placca a destra, da cui con buone prese (ma le braccia ormai non le tirano più!) riesco a levarmi d'impiccio. Il tiro prosegue più facilmente sul filo dello spigolo, ma procedo a rilento… sono esausto, forse dovrei andare un po' più spesso in palestra prima di buttarmi su vie del genere!<br />
<br />
Supero un ultimo muretto e mi ritrovo su una cengia erbosa: a logica dovrei continuare a salire dritto, ma vedo due che si calano da una sosta un po' più a destra, e ricordandomi che la relazione parlava di una sosta in comune con la Capanna - Ceragioli faccio un passo bruttino in traverso e trovo un'ottima sosta con catena a fianco di quella storica con chiodo e anellone arrugginiti.<br />
<br />
Recupero Misha, che riesce a salire in libera la fessura: stavolta ce la prendiamo comoda prima di ripartire, consultando prima di tutto la relazione… ci sono spit di vie ovunque! Sulla parete alla nostra destra salgono le vie Innominata e Antinnominata; la classica Capanna Ceragioli sale un canale erboso a sinistra, ma l'uscita ormai seguita abitualmente è appunto l'ultimo tiro di Olivola, riattrezzato e sulla carta un po' meno difficile dei primi due, ma lungo (la via originale lo spezzava in 2 tiri). <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-UF68md8fnOY/XO2HbGQAxGI/AAAAAAAAXvY/IswjmDxUZc0vLhTJGSZ9rO7Hyty6kFLCwCEwYBhgL/s1600/Procinto%252C%2B25%2Bmaggio%2B2019%2B%252815%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-UF68md8fnOY/XO2HbGQAxGI/AAAAAAAAXvY/IswjmDxUZc0vLhTJGSZ9rO7Hyty6kFLCwCEwYBhgL/s320/Procinto%252C%2B25%2Bmaggio%2B2019%2B%252815%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La seconda sosta: vecchia e nuova</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Misha parte seguendo una rampetta erbosa a sinistra, come da relazione, fin sotto al primo strapiombo dove guarda caso c'era la sosta su 2 spit da collegare… alla fine bastava tirare dritto sull'erba a 60° alla fine del tiro precedente! Il mio socio prende lo strapiombo un po' troppo di petto e si ghisa: poi si accorge di due prese ottime molto a sinistra e riesce a superarlo agevolmente, facendo sosta appena sopra su spit + clessidra. Lo raggiungo rapidamente e riparto subito, siccome la sosta è scomoda… anche stavolta, come non detto, bastava proseguire ancora pochi metri e sul terrazzo soprastante, ben più comodo, c'era la sosta con 2 spit da collegare, anche questa non indicata nella relazione su Gulliver, probabilmente più vecchia.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-lt1W93BMYyI/XO2G2vxSFAI/AAAAAAAAXu8/34uJPTF0cVM_w0Ey-UVrfg4m8wR3nSxaQCEwYBhgL/s1600/Procinto%2Bfoto%2BMisha%2B%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1067" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-lt1W93BMYyI/XO2G2vxSFAI/AAAAAAAAXu8/34uJPTF0cVM_w0Ey-UVrfg4m8wR3nSxaQCEwYBhgL/s320/Procinto%2Bfoto%2BMisha%2B%25284%2529.jpg" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il terzo tiro di Olì Volà</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il tiro è chiodatissimo a confronto di quelli prima, e dopo alcune placche facili raggiunge l'ultimo risalto di parete segnato al centro da una bellissima lama: supero l'ennesimo strapiombino, più facile di quello precedente, e afferrata la lama salgo in scioltezza fino al suo termine. La via esce dalla placca liscia a sinistra, sfruttando un piccolo, provvidenziale buchetto. Supero la sosta di calata e proseguo su terreno più facile ma sempre delicato fino al boschetto sommitale, dove le piante per fare sicura non mancano!<br />
<br />
Per Misha è la prima volta sul Procinto, e calarsi in doppia senza andare in vetta e percorrere la storica ferrata in discesa - peraltro appena risistemata - sarebbe davvero un peccato... Così, corde in spalla, risaliamo il breve ma ripido boschetto sospeso e usciamo in vetta. Ci sono un po' di nuvole, ma la vista rimane suggestiva, con il paretone del Nona in primo piano: qui sembriamo su uno scoglio staccato dalla terraferma, circondati da un mare di bosco più verde che mai dopo questo maggio piovosissimo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-fFb1c6LkOu0/XO2G7TZNpLI/AAAAAAAAXu8/XYffT2qrc_YhX6mkuDAhQ11Vf01D4yUsQCEwYBhgL/s1600/Procinto%2Bfoto%2BMisha%2B%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="1600" height="266" src="https://1.bp.blogspot.com/-fFb1c6LkOu0/XO2G7TZNpLI/AAAAAAAAXu8/XYffT2qrc_YhX6mkuDAhQ11Vf01D4yUsQCEwYBhgL/s400/Procinto%2Bfoto%2BMisha%2B%25285%2529.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto di vetta, alle spalle il monte Nona</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Scesa la ferrata, torniamo agli zaini a mangiare qualcosa: la nord è ancora piuttosto affollata, così decidiamo di andare a vedere la parete ovest, dove non ero mai stato. Percorriamo la cintura fin sotto allo spigolo NO, dove si stacca la traccia segnata che scende verso la cresta dei Bimbi: noi saliamo in direzione opposta, e superato un breve zoccolo siamo alla base della parete, a prima vista meno verticale rispetto alle altre, ma decisamente più asciutta e soprattutto al sole.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-FGvmF2LTCUs/XO2HbgfXLMI/AAAAAAAAXvc/CW653FpEQg0WTXVX86C2H8sNuptd2lcNACEwYBhgL/s1600/Procinto%252C%2B25%2Bmaggio%2B2019%2B%252819%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-FGvmF2LTCUs/XO2HbgfXLMI/AAAAAAAAXvc/CW653FpEQg0WTXVX86C2H8sNuptd2lcNACEwYBhgL/s320/Procinto%252C%2B25%2Bmaggio%2B2019%2B%252819%2529.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'attacco della via Simonetti</td></tr>
</tbody></table>
La via che ci pare più appetibile per oggi è Vento dell'ovest, attrezzata da Roberto Vigiani e Luisa Sillani nel 2005; il percorso passa molto vicino ad altre vie più vecchie - la via Simonetti con la sua variante Aminda-Gery e la storica fessura Ceragioli, probabilmente il V+ di tutte le Apuane. In seguito ad alcune polemiche, il primo tiro è stato "spostato" dagli stessi apritori più a destra, rendendolo di fatto autonomo. <br />
<br />
Lo attacca Misha, che ha ancora all'imbrago tutto il materiale: primi metri piuttosto selettivi, poi si sale per placche più facili fino a un diedro che con ampia spaccata conduce a una grande lama; un bel passaggio in traverso a destra su fessura rovescia permette di uscire alla sosta. Il secondo tiro tocca a me, è un po' più breve, con un traverso a sinistra un po' sporco protetto con cordini in clessidre seguito dal solito strapiombo "procintoso", ben presato ma che richiede la consueta pompa. Riesco a fare il tiro in libera, coi miei tempi dilatati, e avvalendomi persino delle ginocchia per brancare meglio un pilastrino!<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-7IfiqxpVt7g/XO2H4J-dmpI/AAAAAAAAXv4/8q4hM6aVNGc1JHvQG3bXLl89az3lRb7HQCEwYBhgL/s1600/Procinto%252C%2B25%2Bmaggio%2B2019%2B%252833%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-7IfiqxpVt7g/XO2H4J-dmpI/AAAAAAAAXv4/8q4hM6aVNGc1JHvQG3bXLl89az3lRb7HQCEwYBhgL/s320/Procinto%252C%2B25%2Bmaggio%2B2019%2B%252833%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il terzo tiro di Vento dell'Ovest: a destra la Fessura Ceragioli</td></tr>
</tbody></table>
La via prosegue su terreno più facile fino alla base della fessura Ceragioli, salendo pochi metri alla sua sinistra lungo una placca piuttosto liscia che in uscita diventa diedro/camino: difficoltà sul 6a, in linea con i tiri precedenti. Sopra la sosta finale una vegetazione piuttosto intricata scoraggia dal proseguire verso la vetta, ma tanto avevamo già in programma di scendere in doppia: con una calata da 30 metri scarsi raggiungiamo la S2, e da qui con altri 45 metri l'attacco della via.<br />
<br />
Gli zaini agganciati al primo chiodo della Fessura Simonetti sembrano un po' un insulto alla storia dell'alpinismo da queste parti… ce ne rendiamo conto, ma oggi avevamo voglia di arrampicare senza troppi patemi! In futuro torneremo sicuramente a fare visita anche a queste altre storiche vie, magari più facili come grado ma senz'altro più ingaggiose per via della chiodatura e la pulizia della roccia.<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JuR9DnR13Z0/XO2H4fB_BWI/AAAAAAAAXv4/iGLHp2W2XW0nexTLf3MkStgNfi5EDYjMwCEwYBhgL/s1600/Procinto%252C%2B25%2Bmaggio%2B2019%2B%252835%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1200" height="640" src="https://1.bp.blogspot.com/-JuR9DnR13Z0/XO2H4fB_BWI/AAAAAAAAXv4/iGLHp2W2XW0nexTLf3MkStgNfi5EDYjMwCEwYBhgL/s640/Procinto%252C%2B25%2Bmaggio%2B2019%2B%252835%2529.jpg" width="480" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Discesa in doppia da Vento dell'ovest: sullo sfondo la cresta dei Bimbi </td></tr>
</tbody></table>
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Foto di Luca e MishaLucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-52159238458227949212017-02-26T22:05:00.001+01:002017-02-26T22:05:38.435+01:00Un gennaio a caccia di ghiaccio in Appennino: seconda parte<br />
<strong>WEEK 2 E' ARRIVATO IL MARINO?!?</strong><br />
<em></em><br />
<em>10-12 Gennaio</em><br />
Mario e Federico, invidiosi del bel colpo sulla cascata della Parmetta, torneranno dopo due giorni a ripeterla, trovando condizioni leggermente migliori. Il Red climber va anche a visitare insieme a Pietro G. la cascata della Mamma, in val Cedra, e altri budelli dimenticati in val Bratica. Poi come per dispetto verso metà della seconda settimana di gennaio inizia a soffiare in quota il Libeccio, che noi chiamiamo Marino, e sembra rovinare tutto irreparabilmente.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-oj8gzDq0SeM/WLKp08DhTaI/AAAAAAAAWcw/9xlgcHTQfUIRZxAwmKJKx5U4Z00Bx7J2gCLcB/s1600/Val-Parma-Il-Diavolo-e-lacquasanta1-1000x600.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="192" src="https://1.bp.blogspot.com/-oj8gzDq0SeM/WLKp08DhTaI/AAAAAAAAWcw/9xlgcHTQfUIRZxAwmKJKx5U4Z00Bx7J2gCLcB/s320/Val-Parma-Il-Diavolo-e-lacquasanta1-1000x600.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Federico sulla Parmetta (foto di Mario)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
E invece Parma, venerdì 13 giorno del patrono di Sant'Ilario, si risveglia coperta dal vetro-ghiaccio: non so quante macchine volano fuori strada, in città come in periferia... per fortuna nessuno si fa troppo male, ma i carrozzieri devono aver brindato, sempre che non fossero in ferie. Già dal pomeriggio il cielo si rasserena, ripulito da freddi venti settentrionali... all'orizzonte, dietro le nuvole in dissolvimento, ricompaiono le vette appenniniche più alte, e hanno finalmente un colore diverso: il bianco!<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-IArJ6qhUYfg/WLKrLHRTN7I/AAAAAAAAWdA/8Lg9pI3wqyorydbOOBsHpJgbtNk8s4wpgCEw/s1600/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%2528112%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-IArJ6qhUYfg/WLKrLHRTN7I/AAAAAAAAWdA/8Lg9pI3wqyorydbOOBsHpJgbtNk8s4wpgCEw/s320/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%2528112%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alberto e l'Alpe</td></tr>
</tbody></table>
<em>14 Gennaio</em><br />
Le premesse per divertirsi ci sono tutte: però Fede deve andare al mare e Mario sta poco bene, così sabato mattina siamo di nuovo soltanto io e Alberto a ritrovarci di buon ora a Lagrimone, per andare a testare le condizioni sulla nostra montagna preferita: l'<strong>Alpe</strong> <strong>di Succiso</strong>! La giornata è limpida e fredda, già da lontano la parete nord dell'Alpe appare bella incrostata di neve.<br />
<br />
Noi però vogliamo andare a sondare il versante ovest per salire il<a href="http://redclimber.it/relazioni/alpinismo/alpinismo-invernale/appennino-settentrionale/alpe-di-succiso-canale-del-masso/"> Canale del Masso</a>, una delle linee più logiche e lunghe di questa montagna piena di sorprese. La salita ai Ghiaccioni è ricca di <em>suspence</em>... la neve c'è sui versanti a nord, ma gli altri sembrano totalmente puliti. Arrivati ai piedi della parete, invece... meraviglia! Una striscia bianca sinuosa serpeggia fra le rocce, in buona parte scoperte: ecco il canale del Masso, in condizioni a dir poco perfette!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-3k7159spx8U/WLKrT_v4TjI/AAAAAAAAWdM/RQZNMHblhTEXWAT0o7UKJNGkTvnPcT6qACEw/s1600/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-3k7159spx8U/WLKrT_v4TjI/AAAAAAAAWdM/RQZNMHblhTEXWAT0o7UKJNGkTvnPcT6qACEw/s320/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%25284%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La bellissima linea del Canale del Masso</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Saliamo tutto il canale slegati, superando tre brevi ma delicati saltini ghiacciati. Il resto è neve ottima, ben solidale col terreno, almeno fino a 3/4 della salita; poi le cose si fanno più delicate, con zolle d'erba scoperte e sempre più verglassate salendo di quota. L'uscita in cresta (sulla sinistra) è ripida e delicata, e una volta fuori dall'imbuto il vento taglia la faccia. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-IMsELIFDkgU/WLKrO95vGcI/AAAAAAAAWdE/4UxQrHKJfR8XJGEeuuSmUgrGmwrOr7I3wCEw/s1600/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%252816%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-IMsELIFDkgU/WLKrO95vGcI/AAAAAAAAWdE/4UxQrHKJfR8XJGEeuuSmUgrGmwrOr7I3wCEw/s320/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%252816%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il primo salto ghiacciato</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-b_-i0TiwR-4/WLKrVEVLM0I/AAAAAAAAWdQ/f_BYR1_mhiMf2MzM1c91rIQaTUbks9vrACEw/s1600/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%252825%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-b_-i0TiwR-4/WLKrVEVLM0I/AAAAAAAAWdQ/f_BYR1_mhiMf2MzM1c91rIQaTUbks9vrACEw/s320/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%252825%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Altro tratto delicato</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-XUoe-Agda-M/WLKrVq327NI/AAAAAAAAWdU/v3L9zGKGMloimfDswbHU4fEGGTQUx_99QCEw/s1600/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%252841%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-XUoe-Agda-M/WLKrVq327NI/AAAAAAAAWdU/v3L9zGKGMloimfDswbHU4fEGGTQUx_99QCEw/s320/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%252841%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uscita su erba verglassata!</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Decidiamo così di proseguire lungo il canalone nord-ovest, salita (e discesa con gli sci) fra le più classiche e lunghe dell'Appennino, in ambiente grandioso. Mano a mano che saliamo le montagne attorno si fanno sempre più piccole, e all'orizzonte fanno capolino le Alpi di confine. Verso la fine del canalone, Alberto taglia decisamente a sinistra, raggiungendo per un ripido canalino la cresta nord; dopodiché inizia a traversare in parete sotto le placche sommitali.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-B7RBhN9SjRs/WLKrWJIo9GI/AAAAAAAAWdY/2tzu2z-LaaklhiX-JzULdsLzWgpbvyzfQCEw/s1600/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%252852%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-B7RBhN9SjRs/WLKrWJIo9GI/AAAAAAAAWdY/2tzu2z-LaaklhiX-JzULdsLzWgpbvyzfQCEw/s320/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%252852%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nel canalone nord-ovest</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Lo raggiungo ai piedi della prima linea di salita evidente, un bel canalino che si impenna fra le rocce corazzate di ghiaccio. Inizio a sentire la stanchezza, e per non rischiare faccio portare su la corda ad Alberto: la neve è a dir poco fantastica, le picche affondano che è un piacere. Un paio di salti ripidi con erba affiorante e le difficoltà finiscono. Poco più di 60 metri, ma che divertimento!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/--zKZKlKFpDs/WLKrZnigmSI/AAAAAAAAWdg/ZA30RMTkSFsEEvTyFjmUgahbqy-_nhoMwCEw/s1600/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%252875%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/--zKZKlKFpDs/WLKrZnigmSI/AAAAAAAAWdg/ZA30RMTkSFsEEvTyFjmUgahbqy-_nhoMwCEw/s320/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%252875%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sotto la parete nord</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ora resta solo un pendio più facile per raggiungere la cresta principale, a pochi passi dall'antecima: che montagna fantastica e severa l'Alpe di Succiso, quanto si fa desiderare e aspettare la vetta, da qualunque parte si arrivi! Il vento per fortuna si è un po' placato, e nonostante la temperatura percepita sia attorno ai meno 15 ci concediamo una lunga pausa contemplativa. La giornata è limpidissima, scorgiamo bene la Corsica, l'Amiata, il Monviso...<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-alfIl5BHV24/WLKrLNOnlQI/AAAAAAAAWeY/EuL1iP1YoCELaIfNm-80xay5zomTnKzvwCEw/s1600/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%2528105%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-alfIl5BHV24/WLKrLNOnlQI/AAAAAAAAWeY/EuL1iP1YoCELaIfNm-80xay5zomTnKzvwCEw/s320/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%2528105%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Panorama dalla vetta dell'Alpe</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Anche il rientro non è banale, con la normale dal Rio Pascolo liscia come un biliardo e il sentiero, una volta finita la neve sotto i 1400 metri, ricoperto da un insidioso strato di ghiaccio almeno fino ai 1200. A Succiso arriviamo soddisfatti e quasi stanchi, ogni salita all'Alpe somiglia sempre a un'ascensione.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-lmp0_c2HMbE/WLKrHUlJ6ZI/AAAAAAAAWeY/GuzSmi6_PVEAseFGlNTJZvQ2qBvbtJsHgCEw/s1600/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%2528142%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-lmp0_c2HMbE/WLKrHUlJ6ZI/AAAAAAAAWeY/GuzSmi6_PVEAseFGlNTJZvQ2qBvbtJsHgCEw/s320/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%2528142%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sentiero ghiacciato per il Rio Pascolo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<em>15 Gennaio</em><br />
La domenica dopo provo a bissare le belle condizioni, ma stavolta ci va male... con Luca B. e Pietro C. puntiamo a un facile canalino nella zona del Cusna, ma siamo costretti a fare retrofront dopo una lunga ravanata nel bosco sotto la neve... la giornata si conclude ai piedi della Pietra di Bismantova in compagnia di torta fritta e salume!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-OE4Gd8HcqlA/WLM3DRsp1BI/AAAAAAAAWfA/oDHiLxySl9slWjrjNidUj2zLU9zW8qqXACLcB/s1600/Civago-Poiano-BIsmantova%252C%2B15%2Bgennaio%2B2017%2B%25283%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="179" src="https://1.bp.blogspot.com/-OE4Gd8HcqlA/WLM3DRsp1BI/AAAAAAAAWfA/oDHiLxySl9slWjrjNidUj2zLU9zW8qqXACLcB/s320/Civago-Poiano-BIsmantova%252C%2B15%2Bgennaio%2B2017%2B%25283%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'unica nevicata del mese... presa in pieno!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<strong>WEEK 3: ALPE & APUANE</strong><br />
<em></em><br />
<em>20 Gennaio</em><br />
Passa un'altra settimana, meno soleggiata in montagna rispetto alle precedenti, ma sempre fredda. Venerdì Federico va anche lui all'Alpe di Succiso, salendo un canalone al Casarola, una linea sulla nord e un canale sulla sud-est. Le condizioni sembrano essere ancora perfette, specialmente sulla nord, con un poco di neve in più rispetto alla nostra salita.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Q9vLFE9gHaw/WLM3WmWoo7I/AAAAAAAAWfE/oCaynaCGp3sCSA1WHHpQGuQPyGCGYoHWgCLcB/s1600/Canalino%2BNerli%252C%2BGrondilice%252C%2B21%2Bgennaio%2B2017%2B%252823%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-Q9vLFE9gHaw/WLM3WmWoo7I/AAAAAAAAWfE/oCaynaCGp3sCSA1WHHpQGuQPyGCGYoHWgCLcB/s320/Canalino%2BNerli%252C%2BGrondilice%252C%2B21%2Bgennaio%2B2017%2B%252823%2529.jpg" width="179" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Canalino Nerli, secondo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<em>21 Gennaio</em><br />
Il sabato però lo convinco a tornare sulle <strong>Apuane</strong>, dove da altre fonti sappiamo che sopra i 1500 deve esserci parecchio da divertirsi... Ci fissiamo come obiettivo il <a href="http://redclimber.it/relazioni/alpinismo/alpinismo-invernale/alpi-apuane/grondilice-canalino-nerli/">Canalino Nerli</a> al Grondilice, che lo scorso inverno avevamo dovuto interrompere per la neve impresentabile. Oggi la situazione è decisamente diversa: poca neve, tanta roccia e ghiaccio a tratti affiorante.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-v-__QgmTXjk/WLM3X2kNKYI/AAAAAAAAWfI/lj3PwzAKHoEEesYFV01HKOKzO8Qhv8JtwCLcB/s1600/Canalino%2BNerli%252C%2BGrondilice%252C%2B21%2Bgennaio%2B2017%2B%252836%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="179" src="https://1.bp.blogspot.com/-v-__QgmTXjk/WLM3X2kNKYI/AAAAAAAAWfI/lj3PwzAKHoEEesYFV01HKOKzO8Qhv8JtwCLcB/s320/Canalino%2BNerli%252C%2BGrondilice%252C%2B21%2Bgennaio%2B2017%2B%252836%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Canalino Nerli, terzo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il canalino si rivela più impegnativo e ingaggioso in queste condizioni: in vari punti somiglia più a una goulotte. Con 4/5 tiri, su soste da attrezzare, raggiungiamo la cresta poco distanti dalla cima, che ci regala di nuovo un bellissimo panorama non guastato da alcuna nuvola - fatto raro per le Apuane! <br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-t9wKrClosXI/WLM3YJfYnvI/AAAAAAAAWfM/-Qpx7A-tWDEL0-xACEq6Iv44zMG-46pmQCLcB/s1600/Canalino%2BNerli%252C%2BGrondilice%252C%2B21%2Bgennaio%2B2017%2B%252843%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-t9wKrClosXI/WLM3YJfYnvI/AAAAAAAAWfM/-Qpx7A-tWDEL0-xACEq6Iv44zMG-46pmQCLcB/s320/Canalino%2BNerli%252C%2BGrondilice%252C%2B21%2Bgennaio%2B2017%2B%252843%2529.jpg" width="179" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uscita in cresta</td></tr>
</tbody></table>
<strong></strong><br />
<strong></strong><br />
<strong>WEEK 4: </strong><strong>GHIACCIO O NEVE? QUESTO E' IL PROBLEMA!</strong><br />
<em></em><br />
<em>25 Gennaio</em><br />
Inizia una nuova settimana: qualche debolissima nevicata in quota, freddo persistente. Il mercoledì torna bello: puntuali come due orologi, Mario e Federico sono di nuovo sulla nord dell'Alpe, dove salgono una sottile goulotte sulle placconate centrali: le condizioni, dopo le ultime deboli nevicate, sono veramente scozzesi! Le foto pubblicate da Fede riscuotono scalpore, e nel weekend successivo si spingeranno all'Alpe spiccozzatori da Modena e addirittura da Brescia...<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-R3sdLhPHv3g/WLM5btT_LPI/AAAAAAAAWfY/toJpJnfCxZswEzO56r2FqAsoSbXk-8WzgCLcB/s1600/16298648_1050431625068865_1874194562317316081_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="264" src="https://2.bp.blogspot.com/-R3sdLhPHv3g/WLM5btT_LPI/AAAAAAAAWfY/toJpJnfCxZswEzO56r2FqAsoSbXk-8WzgCLcB/s320/16298648_1050431625068865_1874194562317316081_n.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Parete nord del Munro di Succiso: foto di Mario</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<em>26 Gennaio</em><br />
Giovedì altra bella giornata, altra bella salita per Alberto, Pietro G. e l'instancabile Federico: stavolta la location è il vallone dell'Inferno, dove i nostri salgono una nuova linea di 200 m sulla parete nord del monte <strong>Scalocchio</strong>. La neve è di meno rispetto all'Alpe, ma dura e presente dove serve... dove non c'è più i ramponi grattano un po' di roccia: la via è ribattezzata <a href="http://redclimber.it/relazioni/alpinismo/alpinismo-invernale/appennino-settentrionale/scalocchio-misto-inferno/">Misto Inferno</a>, e attende la prima ripetizione!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Q0_1ads7BJw/WLM5f_lf2aI/AAAAAAAAWfc/350JwGqXvvg6g5wE1GFiQKy1NpVwCLUwgCLcB/s1600/16388129_1052409514871076_8895773593181241784_n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-Q0_1ads7BJw/WLM5f_lf2aI/AAAAAAAAWfc/350JwGqXvvg6g5wE1GFiQKy1NpVwCLUwgCLcB/s320/16388129_1052409514871076_8895773593181241784_n.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Monte Scalocchio: Misto Inferno (foto Federico)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<em>28 Gennaio</em><br />
Sabato finalmente torna anche il mio turno... purtroppo il tempo non è sereno come i giorni scorsi, ma per una cascata a bassa quota va benissimo, considerato che fa ancora molto freddo. Siamo io e Fede e decidiamo di cambiare radicalmente zona, addentrandoci nell'Appennino Piacentino per esplorare la zona di<strong> Cattaragna / Rocca dei Borri.</strong><br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-M_bK7OrfEWU/WLM6oCrulNI/AAAAAAAAWfg/I_ZwSCjF2HkC5lp6wrK4RcYjCn794TQ_QCLcB/s1600/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BFantaghir%25C3%25B2%2Be%2BPesantezza%252C%2B28%2Bgennaio%2B2017%2B%252840%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-M_bK7OrfEWU/WLM6oCrulNI/AAAAAAAAWfg/I_ZwSCjF2HkC5lp6wrK4RcYjCn794TQ_QCLcB/s320/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BFantaghir%25C3%25B2%2Be%2BPesantezza%252C%2B28%2Bgennaio%2B2017%2B%252840%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fantasia, grado 4+, la cascata più famosa e difficile della zona</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Sul posto ci attende l'amico borgotarese Paolo, arrivato un po' prima di noi per un'altra strada insieme a Manuel. Saliamo ai piedi della Rocca dei Borri e attacchiamo la stessa cascata, pensando si tratti di Cavolini di Bruxelles: in realtà siamo su Fantaghirò, ma ce ne accorgiamo soltanto quando dopo due lunghezze la colata scompare!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-ahLWCT-M978/WLM61fA3MeI/AAAAAAAAWfk/mEokPSy4zVgn3B2U14Xf00Ne_67uo5G5gCLcB/s1600/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BFantaghir%25C3%25B2%2Be%2BPesantezza%252C%2B28%2Bgennaio%2B2017%2B%252820%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-ahLWCT-M978/WLM61fA3MeI/AAAAAAAAWfk/mEokPSy4zVgn3B2U14Xf00Ne_67uo5G5gCLcB/s320/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BFantaghir%25C3%25B2%2Be%2BPesantezza%252C%2B28%2Bgennaio%2B2017%2B%252820%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Incroci di corde su Fantaghirò</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Con una digressione poco raccomandabile di misto terra ci ritroviamo su un bosco molto ripido, che seguiamo fino alla base della cascata. Ci rendiamo conto della situazione piuttosto magra degli itinerari, molto più difficili di quanto siano classificati sulla guida... solo <strong>Fantasia</strong> sembra ben formata: incanta a guardarla, ma non è ancora pane per le nostre picche!<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-vCf6x1V2UZQ/WLM6_5dmu0I/AAAAAAAAWfs/Lrcqz2qN7koax5DsWF1iswCOcLIaRI-twCLcB/s1600/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BFantaghir%25C3%25B2%2Be%2BPesantezza%252C%2B28%2Bgennaio%2B2017%2B%252844%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-vCf6x1V2UZQ/WLM6_5dmu0I/AAAAAAAAWfs/Lrcqz2qN7koax5DsWF1iswCOcLIaRI-twCLcB/s320/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BFantaghir%25C3%25B2%2Be%2BPesantezza%252C%2B28%2Bgennaio%2B2017%2B%252844%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gente che si cala vista dall'auto...</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Torniamo all'auto che non sono neanche le 15, e incontriamo altri due alpinisti di Genova che hanno salito <em>Il maestro è nell'anima</em>. I borgotaresi devono ripartire, mentre noi abbiamo ancora voglia e tempo di dare due spiccozzate: la comodità estrema delle cascate, che spesso iniziano di fianco alla strada, ci consente di fare un'altra salitina.<br />
<br />
Scegliamo L'insostenibile pesantezza dell'essere, con due divertenti tiri sul 2-, e ghiaccio inaspettatamente migliore di quello trovato la mattina più in quota! Il rientro non è di nuovo dei più comodi, per bosco quasi verticale che diventa verticale appena sopra alla strada. Federico traversa un po', mentre io raggiunto un bell'albero 6 metri sopra la strada decido di usare la corda e calarmi!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-G8fQ8bvplYE/WLM6_W7E8hI/AAAAAAAAWfo/Ukq_8aFE4JIIInX0qVacxyKnXdvPOJ24QCLcB/s1600/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BFantaghir%25C3%25B2%2Be%2BPesantezza%252C%2B28%2Bgennaio%2B2017%2B%252849%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-G8fQ8bvplYE/WLM6_W7E8hI/AAAAAAAAWfo/Ukq_8aFE4JIIInX0qVacxyKnXdvPOJ24QCLcB/s320/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BFantaghir%25C3%25B2%2Be%2BPesantezza%252C%2B28%2Bgennaio%2B2017%2B%252849%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Su L'insostenibile pesantezza dell'essere</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ovviamente Fede ci mette meno, e immortala anche la ridicola calata con machard. Tornati all'auto che ormai fa buio, ci accorgiamo che manca una vite all'appello: cerca qua cerca là, non salta fuori, mentre io non mi rendo conto che non ho caricato qualcosa di ben più importante... partiamo un po' rattristati, ma dopo pochi metri per pura fortuna mi accorgo della vite in mezzo alla strada, proprio dove Fede mi ha aspettato mentre mi calavo!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-j7-ukXJ5ZjE/WLM_JcP9NeI/AAAAAAAAWgE/hYVBUT_7p0QPivWCY1V28mng41ygz36FgCLcB/s1600/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BFantaghir%25C3%25B2%2Be%2BPesantezza%252C%2B28%2Bgennaio%2B2017%2B%252855%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-j7-ukXJ5ZjE/WLM_JcP9NeI/AAAAAAAAWgE/hYVBUT_7p0QPivWCY1V28mng41ygz36FgCLcB/s320/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BFantaghir%25C3%25B2%2Be%2BPesantezza%252C%2B28%2Bgennaio%2B2017%2B%252855%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Federico recupera la BD da 16cm dall'asfalto!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Contentissimo, il Red Climber scende a recuperare il prezioso (e molto pericoloso se in mezzo a una strada!) strumento, e ripartiamo felici verso Parma, senza sapere che ci sono solo tre piccozze nel baule!!! Il sottoscritto se ne rende conto solo a casa. La Jorasses non c'è! Chiedo a Fede se ce l'ha lui, mi viene il dubbio di averla lasciata allo scambiatore dell'autostrada, o al parcheggio sotto la cascata... scandagliamo le foto, la picca non si vede, eppure fino all'ultimo la avevo con me!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-rTRXAmSSi68/WLM8uCFdQpI/AAAAAAAAWf4/PjUAbP-eG9ghz-QyRN0Zo6bxoZeLawxvACLcB/s1600/IMG-20170128-WA0003.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-rTRXAmSSi68/WLM8uCFdQpI/AAAAAAAAWf4/PjUAbP-eG9ghz-QyRN0Zo6bxoZeLawxvACLcB/s320/IMG-20170128-WA0003.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La foto "incriminata"</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Alla fine risolviamo il mistero dalle foto che Fede mi ha scattato mentre mi calavo sopra la strada... avevo soltanto una picca agganciata all'imbrago! La Jorasses, che nel bosco avevo usato come appoggio, è rimasta sotto l'albero attorno a cui avevo fatto girare la corda! La vite da ghiaccio - lasciata lì da Fede quella, però... - era un avvertimento!<br />
<br />
<br />
<em>29 Gennaio</em><br />
Mi tocca svolgere una massiccia opera di convincimento per spingere Federico, Alberto e Pietro a tornare a in zona la domenica, giornata potenzialmente perfetta per salire canali più in quota con sole freddo e neve marmorea... Ma gli amici sono amici, a me guidare non dispiace, e così rieccoci - meno di buon ora rispetto a ieri - sulla strada di Cattaragna, dove le cascate da salire certo non mancano!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-DOY9QULgiVQ/WLM_j9b01AI/AAAAAAAAWgQ/HTUvAnjZ-ckRTiNOz9ICAMrE9vOGg7j3QCEw/s1600/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BMal%2Bd%2527Africa%2Be%2BMaestro%2Bnell%2527Anima%252C%2B29%2Bgennaio%2B2017%2B%25284%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-DOY9QULgiVQ/WLM_j9b01AI/AAAAAAAAWgQ/HTUvAnjZ-ckRTiNOz9ICAMrE9vOGg7j3QCEw/s320/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BMal%2Bd%2527Africa%2Be%2BMaestro%2Bnell%2527Anima%252C%2B29%2Bgennaio%2B2017%2B%25284%2529.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mal d'Africa: primo salto</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Stavolta cominciamo con <strong>Mal d'Africa</strong>, quattro o cinque tiri con partenza direttamente dall'auto, difficoltà 2, ghiaccio ottimo, migliore ancora di ieri; discesa leggermente meno scomoda rispetto alla vicina Insostenibile (che del resto non avevamo salito fino in fondo). Tornati alla strada, mangiamo al sole il nostro panino e alle 14 siamo pronti per ripartire con una nuova cascata: la scelta cade su <strong>Il maestro è nell'anima</strong>, 150 metri, difficoltà 3.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-xh6Opb5YfA8/WLM_iqPbKuI/AAAAAAAAWgM/rozjUy3HOPwcDTM8xzQbStrq-eyCFcoXACEw/s1600/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BMal%2Bd%2527Africa%2Be%2BMaestro%2Bnell%2527Anima%252C%2B29%2Bgennaio%2B2017%2B%252821%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-xh6Opb5YfA8/WLM_iqPbKuI/AAAAAAAAWgM/rozjUy3HOPwcDTM8xzQbStrq-eyCFcoXACEw/s320/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BMal%2Bd%2527Africa%2Be%2BMaestro%2Bnell%2527Anima%252C%2B29%2Bgennaio%2B2017%2B%252821%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mal d'Africa: secondo salto</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Anche qui il primo tiro si può cominciare direttamente dal baule... Troviamo più ghiaccio rispetto alle altre cascate, evidentemente il rio deve avere maggiore portata. I tiri sono belli e vari: dal muro grasso dove sali ovunque, alla goulottina stretta e obbligata, fino all'imponente salto del quarto tiro, con attacco quasi verticale. Federico fa il lavoro sporco, anzi bagnato! C'è da sudare a piazzare le viti su queste pendenze, e anche il ghiaccio sta iniziando a sudare un po'... sono quasi le 16!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-GZ41N4T1bxU/WLM_kIyAUjI/AAAAAAAAWgU/Hk2XE3twUFcYuRqAe2ihGmST91JuBaDcQCEw/s1600/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BMal%2Bd%2527Africa%2Be%2BMaestro%2Bnell%2527Anima%252C%2B29%2Bgennaio%2B2017%2B%252858%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-GZ41N4T1bxU/WLM_kIyAUjI/AAAAAAAAWgU/Hk2XE3twUFcYuRqAe2ihGmST91JuBaDcQCEw/s320/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BMal%2Bd%2527Africa%2Be%2BMaestro%2Bnell%2527Anima%252C%2B29%2Bgennaio%2B2017%2B%252858%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Maestro è nell'anima: Federico sul tiro chiave</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ultimo tiro con breve candelina e anche questa cascata è portata a casa. La quarta in due giorni! Con nostra grande gioia, il ritorno alla macchina stavolta avviene per sentiero comodissimo, e anche oggi ripartiamo che ormai fa buio. Per tornare a Parma, mi invento un itinerario un po' più coinvolgente, con svalicamento in val Nure e strade provinciali fino a Fiorenzuola... incontriamo lepri, caprioli, cinghiali e per puro caso non ne investiamo nemmeno uno!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-sz5S3cjo3Cc/WLM_mUnW3vI/AAAAAAAAWgY/6Ax0OpSoDc4sIZG3ETWxGa0cMCHOFtcMgCEw/s1600/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BMal%2Bd%2527Africa%2Be%2BMaestro%2Bnell%2527Anima%252C%2B29%2Bgennaio%2B2017%2B%252869%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-sz5S3cjo3Cc/WLM_mUnW3vI/AAAAAAAAWgY/6Ax0OpSoDc4sIZG3ETWxGa0cMCHOFtcMgCEw/s320/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BMal%2Bd%2527Africa%2Be%2BMaestro%2Bnell%2527Anima%252C%2B29%2Bgennaio%2B2017%2B%252869%2529.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uscita di Il Maestro dall'alto</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<strong>WEEK 5: E' ARRIVATO IL MARINO: THE END.</strong><br />
<em></em><br />
<em>30-31 Gennaio</em><br />
Purtroppo l'incantesimo delle cascate in Appennino si interrompe bruscamente a cavallo fra gennaio e febbraio con un innalzamento delle temperature dovuto all'arrivo del libeccio, che purtroppo con il ghiaccio non va d'accordo. Mentre scrivo si spera nell'arrivo di un po' di neve, che finora è stata la grande assente dell'inverno appenninico (e non solo...).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-lOP8Zr9E4Nk/WLM_hS0Fs8I/AAAAAAAAWgI/uwUAO1O5LbYvcYatMb6rE2AICXIgM4UpQCEw/s1600/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BMal%2Bd%2527Africa%2Be%2BMaestro%2Bnell%2527Anima%252C%2B29%2Bgennaio%2B2017%2B%252839%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-lOP8Zr9E4Nk/WLM_hS0Fs8I/AAAAAAAAWgI/uwUAO1O5LbYvcYatMb6rE2AICXIgM4UpQCEw/s320/Rocca%2Bdei%2BBorri%252C%2BMal%2Bd%2527Africa%2Be%2BMaestro%2Bnell%2527Anima%252C%2B29%2Bgennaio%2B2017%2B%252839%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alla prossima!</td></tr>
</tbody></table>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-39931258216560387162017-02-14T23:16:00.002+01:002017-02-26T22:06:10.255+01:00Un gennaio a caccia di ghiaccio in Appennino: prima parteUn inizio d'inverno controverso, quello del 2016-2017: chi desiderava la neve nelle città e sulle piste da sci del nord-est è rimasto a bocca asciutta; chi non se l'aspettava proprio al centro-sud è rimasto a bocca aperta; chi invece aveva voglia di ghiaccio e poca neve dura si è solo leccato i baffi!<br />
Una lunga serie di giornate fredde e serene, ci ha spinti in montagna con una frequenza e intensità sorprendenti, specialmente per il mese di gennaio; e quasi sempre - fatto non scontato in <strong>Appennino</strong>! - siamo riusciti a centrare i nostri obiettivi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-QVTeNIBvlrc/WKN533DfeLI/AAAAAAAAWV0/C4lvCoLz1X0ouuxXMItpGtUbIaB3cO1sQCLcB/s1600/Esplorazione%2Bval%2Bd%2527Ozola%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252812%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="360" src="https://2.bp.blogspot.com/-QVTeNIBvlrc/WKN533DfeLI/AAAAAAAAWV0/C4lvCoLz1X0ouuxXMItpGtUbIaB3cO1sQCLcB/s640/Esplorazione%2Bval%2Bd%2527Ozola%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252812%2529.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cascata Lavacchielli: l'unico obiettivo mancato!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Vere protagoniste di questo inizio di stagione sono state le <strong>cascate di ghiaccio</strong>! Finora avevamo praticato questo genere di scalata soltanto sporadicamente; lo consideravamo un ripiego a salite di più ampio respiro, lungo canali o creste di misto che conducessero su una vetta. Ma creste e canali del nostro Appennino, almeno fino a metà gennaio, sono rimasti sgombri di neve; e le uniche salite alpinistiche possibili erano proprio quelle cascate che sulle nostre guide ci sembravano carta morta, miracoli di inverni lontani e irripetibili. Invece, come in un gelido incantesimo, eccole lì luccicare in mezzo al secco dei prati, nell'ombra delle faggete!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-zpVes3N3v8U/WKN6NBT5yZI/AAAAAAAAWV8/HEGYoUo8HhIsKGLAMFjDGmcYWTk8ZflkQCLcB/s1600/Cascata%2BLaghi%2BSillara%252C%2B30%2Bdicembre%2B2016%2B%252824%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-zpVes3N3v8U/WKN6NBT5yZI/AAAAAAAAWV8/HEGYoUo8HhIsKGLAMFjDGmcYWTk8ZflkQCLcB/s320/Cascata%2BLaghi%2BSillara%252C%2B30%2Bdicembre%2B2016%2B%252824%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sulla Cascata dei Laghi Sillara</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Il gusto della scalata su ghiaccio è andato subito di pari passo con quello dell<strong>'esplorazione</strong>: la ricerca della colata nuova, la corsa alla cascata più bella in una tacita competizione con gli amici di altre province e compagnie... un alpinismo leggero, divertente, ma non esente dal rischio di sbagliare: ben lontano dalla tendenza, comune a molti sedicenti <em>ice-climbers,</em> a muoversi soltanto con la sicurezza di centrare il colpo, dopo avere intasato tutti i social network di richieste di info su quell'itinerario quella valle quella regione. Con il risultato di ritrovarsi sotto la cascata in coda! A me questo non piace: nelle mie uscite cerco prima di tutto l'avventura, e so che comunque una giornata passata in montagna non è mai buttata, anche se non si riesce a combinare quello che ci si era prefissati.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-QHy6BsLruD8/WKN62jqRI4I/AAAAAAAAWWA/YLuLN9pe-hUfp9x_w7gon-54-CEOSfx2QCLcB/s1600/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%2528100%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://4.bp.blogspot.com/-QHy6BsLruD8/WKN62jqRI4I/AAAAAAAAWWA/YLuLN9pe-hUfp9x_w7gon-54-CEOSfx2QCLcB/s400/Alpe%2Bdi%2BSucciso%252C%2B14%2Bgennaio%2B2017%2B%2528100%2529.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alpe di Succiso in condizioni perfette dopo la prima nevicata del 2017</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<br />
<strong>2016: WEEK 0: LA SCOPERTA</strong><br />
<br />
<em>26 Dicembre 2016</em><br />
Tutto è cominciato il giorno di Santo Stefano dell'ormai lontano 2016. Per non buttare via la bella giornata di sole, in tarda mattinata parto per fare una passeggiata sopra ai Lagoni. Mi incammino lungo il sentiero a sinistra del lago, e la situazione è desolante: pochissima neve soltanto nel bosco e sul sentiero, dove stranamente noto alcune impronte fresche: chi mai si sarà avventurato su di qui oggi?<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-jlxmdzlR_Gg/WKN7GdBZrZI/AAAAAAAAWWE/zLqTvhcDjKccimghzwgE-9HKIQH1T1nlwCLcB/s1600/Sillara%252C%2B26%2Bdicembre%2B2016%2B%252846%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://2.bp.blogspot.com/-jlxmdzlR_Gg/WKN7GdBZrZI/AAAAAAAAWWE/zLqTvhcDjKccimghzwgE-9HKIQH1T1nlwCLcB/s320/Sillara%252C%2B26%2Bdicembre%2B2016%2B%252846%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Federico sul crinale: l'inverno sembra ancora lontano!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Supero la sella di<strong> Rocca Pumacciolo</strong> e comincio a scendere verso il bel vallone sotto il monte Paitino, su un terreno particolarmente scivoloso. Le impronte proseguono. Poco oltre raggiungo due persone, uno zaino ben noto... è Federico, salito con la madre anche lui per una innocente "passeggiata" su uno dei sentieri più remoti dell'Appennino parmense!<br />
<br />
Presto capisco il secondo fine del Red Climber, figlio apprensivo ma anche approfittatore! Sul fondo del vallone aveva addocchiato alcuni salti d'acqua, che ora spera di trovare ghiacciati: e il ghiaccio in effetti c'è! Mentre lui scende ad esplorare io proseguo per il Sillara: ci incontreremo di nuovo a ritorno, e mi confermerà di avere fatto una bella scoperta!<br />
<br />
<br />
<em>27 Dicembre</em><br />
Mentre io sono al lavoro, 12 piccozze - comprese quelle di Federico! - tornano in zona: nasce così - se di nascita si può parlare! - la <a href="http://redclimber.it/relazioni/alpinismo/alpinismo-invernale/appennino-settentrionale/val-cedra-cascata-del-pumacciolo/">Cascata del Pumacciolo</a>, una lunga cavalcata di 400 metri su ghiaccio, tutta da attrezzare e proteggere, con difficoltà discontinue ma non banali: l'esplorazione del ghiaccio appenninico è cominciata!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-gyNojE6hNro/WKN7x4i7lEI/AAAAAAAAWWI/IqOoopneWcQSNo4RiDAvUF2tf5USc-ZLwCLcB/s1600/Val-Cedra-Cascata-del-Pumacciolo13.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-gyNojE6hNro/WKN7x4i7lEI/AAAAAAAAWWI/IqOoopneWcQSNo4RiDAvUF2tf5USc-ZLwCLcB/s320/Val-Cedra-Cascata-del-Pumacciolo13.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cascata del Pumacciolo (foto Federico)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-0lB6viZ7gUU/WKN8ZCN-4tI/AAAAAAAAWWQ/uLSNlqga908BKRC8MtOH5nXjqQNHqk9jQCLcB/s1600/Cascata%2BLaghi%2BSillara%252C%2B30%2Bdicembre%2B2016%2B%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-0lB6viZ7gUU/WKN8ZCN-4tI/AAAAAAAAWWQ/uLSNlqga908BKRC8MtOH5nXjqQNHqk9jQCLcB/s320/Cascata%2BLaghi%2BSillara%252C%2B30%2Bdicembre%2B2016%2B%25281%2529.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cascata Laghi Sillara: il primo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<em>28-29 Dicembre</em><br />
Federico torna - da solo o accompagnato - in <strong>val Cedra</strong>, a sondare con tanto di binocolo le varie colate. A forza di vedere foto, sale esponenzialmente anche a me la voglia di tornare a pestare il ghiaccio delle nostre montagne. <br />
<br />
<em>30 Dicembre</em><br />
Senza troppo pensarci sopra mi prendo un giorno di ferie, e con Mario e Federico partiamo sotto un bel sole per attaccare il primo pezzo grosso della stagione di ghiaccio appenninica: la <strong>Cascata dei Laghi Sillara!</strong><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-nUt9zweJqTU/WKN8ZpkbzNI/AAAAAAAAWWU/U7C8HznhkcY8fNg0Sg5Pd2eSfQBDQm3igCLcB/s1600/Cascata%2BLaghi%2BSillara%252C%2B30%2Bdicembre%2B2016%2B%252858%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-nUt9zweJqTU/WKN8ZpkbzNI/AAAAAAAAWWU/U7C8HznhkcY8fNg0Sg5Pd2eSfQBDQm3igCLcB/s320/Cascata%2BLaghi%2BSillara%252C%2B30%2Bdicembre%2B2016%2B%252858%2529.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Molto magra, ma si sale!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Mario ci era già stato l'anno scorso insieme ad Alberto e Luca Z, dopo un periodo di freddo intenso, trovando davvero tanto ghiaccio. La situazione che troviamo oggi è decisamente più magra, per via del secco prolungato dei giorni scorsi... ma la cascata è formata, e nonostante il ghiaccio sottile e vetroso, con qualche passaggio un po' psicologico, saliamo sempre sulla linea e ci divertiamo come dei matti! <br />
<br />
Subito dopo di noi, un'altra cordata - fatto quasi incredibile! - attacca la cascata... Seguiamo il ruscello ghiacciato fino alla grande lavagna bianca e luminosissima del lago, dove ci concediamo un po' di meritato cazzeggio. In discesa, dalle parti del Lago Verde, facciamo una nuova scoperta, potenzialmente molto interessante per future stagioni più nevose! Per ora top secret a riguardo...<br />
<br />
<strong></strong><br />
<strong></strong><br />
<strong>2017: WEEK 1: DAL CHIESE ALLA PARMETTA</strong><br />
<em></em><br />
<em>2-4 Gennaio </em><br />
Il nuovo anno inizia con un freddo pungente, e giornate sempre serene. Federico continua l'esplorazione, passando in rassegna quasi tutte le cascate nella media montagna relazionate su <em>Arrampicaparma</em>, guida di riferimento per l'alpinismo nella nostra provincia. Purtroppo quasi tutte risultano brevi e in un ambiente snaturato dalle frane o invaso dalla vegetazione. I calanchi di terra lungo la provinciale per Bosco svelano insospettabili candele, l'invaso artificiale sotto la centrale di Marra sembra un colouir... come si fa a lavorare concentrati con giornate simili, una più serena dell'altra??<br />
<br />
<br />
<em>5 Gennaio</em><br />
Non resisto e il giovedì mi prendo un altro giorno di ferie! Il meteo però in Appennino non è dei migliori, così per una volta indossiamo le vesti degli <em>ice climbers 2.0</em>: e dopo avere spulciato una lunga serie di post su Facebook, mettiamo nel mirino la superclassica<a href="http://redclimber.it/relazioni/alpinismo/alpinismo-invernale/cascate/val-daone-excalibur/"> Excalibur in val Daone</a>. Come già sapevamo, la cascata è praticamente l'unica formata in valle, almeno fra quelle comode. La giornata ventosa e feriale ci permette di salire senza fare coda, anche se non siamo gli unici sulla cascata.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-wLheytpsoOY/WKN84ttAAsI/AAAAAAAAWWY/ezHoY4TJCbQ4S52KzW4nLg2kFk2yd1NRgCLcB/s1600/Val%2BDaone%252C%2BExcalibur%252C%2B5%2Bgennaio%2B2017%2B%252829%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-wLheytpsoOY/WKN84ttAAsI/AAAAAAAAWWY/ezHoY4TJCbQ4S52KzW4nLg2kFk2yd1NRgCLcB/s320/Val%2BDaone%252C%2BExcalibur%252C%2B5%2Bgennaio%2B2017%2B%252829%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'intrusa... Excalibur, Federico sul tiro chiave</td></tr>
</tbody></table>
Nonostante un voletto per fortuna senza conseguenze di Mario, la salita è portata a casa... siamo gasati, il grado 3 non ci sembra nulla di impossibile, possiamo tornare in Appennino forti di questa nuova esperienza! La sera però torniamo a casa tardi dalla trasferta prealpina, e nessuno ha voglia di svegliarsi troppo presto il venerdì dell'Epifania. <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<em>6 Gennaio</em><br />
E invece le 10 però la voglia rimonta, e mando un messaggio a Federico: <br />
- Fai un giro oggi? <br />
- Sono con mia madre ai Lagoni <br />
- Proviamo la <strong>Cascata del Lago Scuro</strong>?<br />
- Aggiudicato!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-sIP9iRxfJTY/WKN9MjTnlBI/AAAAAAAAWWc/tmCzUlUt5iQ6vMaocjQjZDajAO88StyVgCLcB/s1600/Cascata%2BLago%2BScuro%252C%2B06%2Bgennaio%2B2017%2B%252812%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-sIP9iRxfJTY/WKN9MjTnlBI/AAAAAAAAWWc/tmCzUlUt5iQ6vMaocjQjZDajAO88StyVgCLcB/s320/Cascata%2BLago%2BScuro%252C%2B06%2Bgennaio%2B2017%2B%252812%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cascata del Lago Scuro: il primo saltino</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La cascata in questione non è relazionata sulle guide: mi aveva incuriosito quest'estate, poi Fede e Alberto nei giorni scorsi, durante le battute di caccia in val Cedra, avevano notato che si stava formando: proviamo! Dopo pranzo lancio la Panda a tutto gas metano su per la fondovalle, e alle 14,30 sono ai Lagoni. Arriva anche Fede, sua madre ci aspetterà pazientemente al caldo in rifugio leggendo qualcosa.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-73x3crO4lGs/WKN9ON0ZKqI/AAAAAAAAWWg/UXQD1CcdVi8LS8xTq5nz_thj7fSdVwqhgCLcB/s1600/Cascata%2BLago%2BScuro%252C%2B06%2Bgennaio%2B2017%2B%252829%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-73x3crO4lGs/WKN9ON0ZKqI/AAAAAAAAWWg/UXQD1CcdVi8LS8xTq5nz_thj7fSdVwqhgCLcB/s320/Cascata%2BLago%2BScuro%252C%2B06%2Bgennaio%2B2017%2B%252829%2529.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cascata del Lago Scuro, quarto tiro</td></tr>
</tbody></table>
Attraversiamo i laghi ormai ghiacciati, in breve raggiungiamo il rio che scende dal lago Scuro e scopriamo con piacere che è ghiacciato anche lui! Non abbiamo tempo da perdere, e partiamo slegati; al primo salto un po' lungo però tiriamo fuori la corda, e ci alterniamo al comando. Ogni tiro è una sorpresa: la cascata sembra sempre esaurirsi , ma poi dietro l'angolo presenta un nuovo salto!<br />
<br />
L'ambiente è davvero suggestivo: si risale una sorta di canyon fra solidi strati di arenaria macigno, perfette per attrezzare soste a chiodi o friend. Il ghiaccio è un po' bagnato, ma le difficoltà sono contenute e riusciamo a completare la salita in due ore scarse, felicissimi della piacevole scoperta. In breve col vicinissimo sentiero torniamo al rifugio, entrando con tanto di piccozze e corda.<br />
<br />
Non suscitiamo curiosità nei rifugisti, che non sprecano fiato per domandarci dove siamo andati con tutta quell'attrezzatura... sicuramente non avrebbero mai sospettato che la <a href="http://redclimber.it/relazioni/alpinismo/alpinismo-invernale/appennino-settentrionale/cascata-del-lago-scuro/">Cascata del Lago Scuro</a>, nelle due settimane successive, sarebbe diventata una piccola classica, ripetuta da amici e conoscenti di Parma ma anche da forestieri provenienti da Brescia e Firenze, che dei Lagoni non conoscevano nemmeno l'esistenza!<br />
<br />
Già dal pomeriggio Alberto, rimasto a casa per un po' di tempo per un'indisposizione, comincia a scalpitare per il sabato: soliti dubbi amletici, neve o ghiaccio? Alla fine è il secondo ad avere la meglio, e l'obiettivo è una delle cascate più belle e famose del nostro Appennino: il <strong>Lavacchiello</strong>, sopra Ligonchio!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-GgyeEy2HiSw/WKN9kuXPjdI/AAAAAAAAWWk/tcrKav-5alMl2_DlUV6W5AO2sFr_mz3bgCLcB/s1600/Esplorazione%2Bval%2Bd%2527Ozola%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252810%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://3.bp.blogspot.com/-GgyeEy2HiSw/WKN9kuXPjdI/AAAAAAAAWWk/tcrKav-5alMl2_DlUV6W5AO2sFr_mz3bgCLcB/s640/Esplorazione%2Bval%2Bd%2527Ozola%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252810%2529.jpg" width="360" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il salto più evidente del Fosso Lama Cavalli, noto come Cascata del Lavacchiello (in realtà ci sono altri salti sia sotto sia sopra)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<em>7 Gennaio</em><br />
La Panda di Mario (e anche Mario stesso!) non sembra troppo felice di salire strada ghiacciata che risale l'alta <strong>val d'Ozola</strong> verso il lago di Presa Alta, ma alla fine riusciamo ad arrivare incolumi al gelido parcheggio. La selvaggia e ripidissima valle è cosparsa di colate ghiacciate, ancora molto magre ma decisamente attraenti.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-T4LixtCuujk/WKN-d-GBkyI/AAAAAAAAWWw/g4G_rkfXWSwGpzY6h6kzaksuWMm0xFBWACLcB/s1600/Esplorazione%2Bval%2Bd%2527Ozola%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252817%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-T4LixtCuujk/WKN-d-GBkyI/AAAAAAAAWWw/g4G_rkfXWSwGpzY6h6kzaksuWMm0xFBWACLcB/s320/Esplorazione%2Bval%2Bd%2527Ozola%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252817%2529.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cascate ancora troppo magre in Val d'Ozola</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
Percorriamo il sentiero, totalmente pulito, fino alla confluenza del Fosso Lavacchielli con il <strong>Lama Cavalli</strong>: è quest'ultimo a formare il salto più famoso, che ci appare in tutta la sua immobile bellezza. Così immobile in verità non è... l'acqua scorre ancora abbondante sotto il ghiaccio, che si è appena formato. La salita sembra possibile e non troppo difficile, ma il ghiaccio è troppo morbido ed effimero... non ci fidiamo a salire un salto di 20 metri con tali condizioni!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-8pRGhP8dPh8/WKN-dQTJxUI/AAAAAAAAWWs/s2BNPDJ4Bv8pgHH32iuCEhTXEumsQ6J5ACLcB/s1600/Esplorazione%2Bval%2Bd%2527Ozola%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252842%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-8pRGhP8dPh8/WKN-dQTJxUI/AAAAAAAAWWs/s2BNPDJ4Bv8pgHH32iuCEhTXEumsQ6J5ACLcB/s320/Esplorazione%2Bval%2Bd%2527Ozola%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252842%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ma a ben cercare il ghiaccio salta fuori!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La giornata non è comunque buttata: guidati da Alberto, che queste zone per ragioni di studio le conosce come il giardino di casa sua, risaliamo il vicino Fosso Lavacchielli, che sembra ghiacciato e forma un paio di salti poco più su: purtroppo sono troppo magri! Per prati e boschi ripidi ci riportiamo così nell'invaso del Lama Cavalli, per vedere le due cascate superiori: la seconda è anche lei troppo "pisciona" ed effimera, mentre la terza, più semplice, è circondata da un grande <strong>anfiteatro di candele</strong>.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-kbjiwVeLhYU/WKN-gDNRWMI/AAAAAAAAWW4/BBzn4wcPgWovpwtze-NwJ7RWOMQx8GYmwCLcB/s1600/Esplorazione%2Bval%2Bd%2527Ozola%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252858%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-kbjiwVeLhYU/WKN-gDNRWMI/AAAAAAAAWW4/BBzn4wcPgWovpwtze-NwJ7RWOMQx8GYmwCLcB/s320/Esplorazione%2Bval%2Bd%2527Ozola%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252858%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Improvvisata falesia di ghiaccio sul Fosso Lama Cavalli</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Abbiamo portato le piccozze fino qui, perciò tanto vale usarle! Attrezzate due soste sugli alberi sopra le colate, ci caliamo e iniziamo ad andare su e giù in <strong>moulinette</strong> cercando le linee più interessanti. Una piccola falesia di ghiaccio! Peccato che ormai è pomeriggio e riusciamo a fare giusto 3 o 4 tiri a testa...<br />
<br />
<br />
<em>8 Gennaio</em><br />
La domenica Fede e Mario devono dedicarsi alle morose, mentre io e Alberto approfittiamo della nostra condizione e del freddo per una nuova avventura: partiamo comodi alle 11 da Pastorello, diretti alla più <strong>classica</strong> fra le cascate della nostra provincia:<a href="http://redclimber.it/relazioni/alpinismo/alpinismo-invernale/appennino-settentrionale/val-parma-il-diavolo-e-lacquasanta/"> Il diavolo e l'acquasanta, meglio nota come la cascata della Parmetta</a>!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-_1YQbReflUM/WKN_BH0TbLI/AAAAAAAAWW8/avzMj4SwZgsh7KY0DuQsdnhtc0wLSWjBgCLcB/s1600/Cascata%2BParmetta%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%25288%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-_1YQbReflUM/WKN_BH0TbLI/AAAAAAAAWW8/avzMj4SwZgsh7KY0DuQsdnhtc0wLSWjBgCLcB/s320/Cascata%2BParmetta%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%25288%2529.jpg" width="179" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cascata Parmetta: primo salto, placca ghiacciata</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ormai i pantaloni invernali, tenuti addosso per quattro giorni, iniziano a puzzare... così provvedo subito a lavarli, non volontariamente, nelle acque della <strong>Parmetta</strong>, coperte da un infido e sottile strato di ghiaccio! Non proprio il modo migliore per iniziare la salita... La cascata è formata, ma complice la portata non indifferente del torrente, sotto il ghiaccio scorre ancora molta acqua.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-AEXjGmjOGLM/WKN_lNHXPOI/AAAAAAAAWXA/k3AttryE0y4cEdIQyn__VkNf-vU_GcGewCLcB/s1600/Cascata%2BParmetta%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252817%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-AEXjGmjOGLM/WKN_lNHXPOI/AAAAAAAAWXA/k3AttryE0y4cEdIQyn__VkNf-vU_GcGewCLcB/s320/Cascata%2BParmetta%252C%2B8%2Bgennaio%2B2017%2B%252817%2529.jpg" width="179" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Secondo salto</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La salita è varia e divertente, con tre tiri vicini abbastanza lunghi e diversi uno dall'altro, mai difficili, su ghiaccio morbido a cavolfiori con le rocce vicine. Ci sono già i segni di ramponi, sia sulle rocce sia sul ghiaccio: non siamo dunque i primi stavolta! Un altro paio di tiri su <strong>placche ghiacciate</strong> e togliamo i ramponi a un minuto dalla macchina. <br />
<br />
<br />
La prima settimana del 2017 è andata, le feste sono ormai agli sgoccioli, ma non le cascate! Avremo ancora modo di divertirci parecchio...<br />
<br />
Continua <a href="http://montagnatore.blogspot.it/2017/02/un-gennaio-caccia-di-ghiaccio-in_26.html">QUI</a>Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-7215856204258365572017-01-24T22:32:00.002+01:002017-01-24T22:32:36.286+01:00Vagando in autunno fra le cenge del Brenta: tentativo alla Via Kiene<a href="http://montagnatore.blogspot.it/2017/01/tentativo-alla-torre-dei-quattro.html">...Continua da Tentativo alla Torre dei Quattro Cantoni</a><br />
<br />
Alla fine scegliamo di visitare un posto nuovo (alla Corna Rossa avevamo scalato l'anno scorso la <a href="http://montagnatore.blogspot.it/2015/11/via-detassis-al-secondo-torrione-della.html">via Detassis</a>) e optiamo per la Kiene. L'albergo dove siamo però non è un rifugio, e non riusciamo a contrattare la colazione prima delle 7... ma al netto del cambio dell'ora, quindi è come se fosse alle 8! Saliamo spediti verso Vallesinella, fermandoci un attimo in paese a Campiglio dove recupero le scarpette dalla casella della posta del rifugista del Segantini, che ce le ha gentilmente lasciate.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-fWdZ4GkSD5g/WIfBjnBujbI/AAAAAAAAWVU/heCvHGYvz-ssLrU-AjWshxYaQgOBFOlpwCEw/s1600/A___2552.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="92" src="https://3.bp.blogspot.com/-fWdZ4GkSD5g/WIfBjnBujbI/AAAAAAAAWVU/heCvHGYvz-ssLrU-AjWshxYaQgOBFOlpwCEw/s640/A___2552.jpg" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Panorama verso Adamello e Presanella dal rifugio Tuckett</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Al parcheggio ci sono altri arrampicatori, e l'aria è fresca... il Castelletto inferiore si avvita in cielo proprio di fronte a noi, incutendo un certo timore... la vetta è 1100 metri più su e sappiamo che oggi alle 17,30 farà buio. Ci incamminiamo veloci sulla comoda scalinata nel bosco di larici, ancora tutto in ombra: superiamo il rifugio Casinei, raggiungiamo il Tuckett con l'inconfondibile skyline di cime alle sue spalle, forse uno degli scorci più belli e famosi delle Dolomiti di Brenta.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-bSayCeieKN4/WIfBkt41O_I/AAAAAAAAWVU/e4gmfi10nTgG_BF2wYLMFQVLrvdP09EmgCEw/s1600/A___2558.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://3.bp.blogspot.com/-bSayCeieKN4/WIfBkt41O_I/AAAAAAAAWVU/e4gmfi10nTgG_BF2wYLMFQVLrvdP09EmgCEw/s320/A___2558.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il rifugio Tuckett: a sinistra il Castelletto inferiore</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La nostra parete è già al sole, contrapposta al severo e ben più grande versante nord di Cima Brenta, con la famosa cascata ghiacciata che interrompe a metà ciò che resta della vedretta alta. L'avvicinamento è comodissimo: risaliamo per tracce i ghiaioni a sinistra del rifugio, dunque costeggiamo la parete fino all'evidente camino del primo tiro (poco più avanti c'è una grande grotta con il tubo che porta l'acqua al rifugio).<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-QclOrHaYSD8/WIfBm3fZSPI/AAAAAAAAWVU/rTxBRs44eHE-w_s2X6N0IoAP6fx-8DX2ACEw/s1600/A___2564.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://3.bp.blogspot.com/-QclOrHaYSD8/WIfBm3fZSPI/AAAAAAAAWVU/rTxBRs44eHE-w_s2X6N0IoAP6fx-8DX2ACEw/s320/A___2564.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">All'attacco</td></tr>
</tbody></table>
Siamo all'attacco alle 10, e purtroppo il primo tiro è ancora tutto all'ombra. Si tratta anche del tiro più difficile, un camino di 40 metri abbastanza sostenuto sul V grado. Lo attacco io, forte di una lunga esperienza estiva su camini di ogni genere e roccia... dalla Maestri in Apuane alla Oppio a Bismantova, dal camino della Cotoletta al Catinaccio alla via di Paolo alla Rocca del Prete... quasi sempre rigorosamente con lo zaino! Ormai mi sento uno spazzacamino professionista.<br />
<br />
<br />
La roccia è fredda ma per fortuna asciutta, i chiodi buoni e non troppo lontani, piano piano guadagno metri piazzando qualche protezione nei punti più delicati. Dove riesco procedo in spaccata, se vedo che fatico appoggio senza troppi patemi la schiena alla parete sinistra, ben sapendo che sicuramente anche i fratelli Kiene salirono così!<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-rfTZD3cGKxY/WIfCEjGRYkI/AAAAAAAAWVU/jyC_4KxXcvMDYoOpg0I-1ZXoLo0wZTSKQCEw/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252887%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-rfTZD3cGKxY/WIfCEjGRYkI/AAAAAAAAWVU/jyC_4KxXcvMDYoOpg0I-1ZXoLo0wZTSKQCEw/s320/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252887%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sbuca il sole dietro la Cima Brenta</td></tr>
</tbody></table>
Il punto dove faccio più fatica è l'ultima strozzatura strapiombante... un passaggio un po' sbilanciante che supero appunto nello stile degli antenati: peccato che uno dei troppi elastici dello zainetto Dechatlon resti impigliato in una ruga proprio nel punto più delicato, costringendomi ad energiche bestemmie e sforzi per scastrarlo! Alla fine riesco a uscirne, gli ultimi metri sono più facili e arrivo in sosta felice di avere fatto tutto il tiro senza azzerare. <br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-vlzIrV8-Cvk/WIfCJ5_PVdI/AAAAAAAAWVU/cG0O2okXQko2UCcZeaEr54jDN3p3AiE3wCEw/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252894%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-vlzIrV8-Cvk/WIfCJ5_PVdI/AAAAAAAAWVU/cG0O2okXQko2UCcZeaEr54jDN3p3AiE3wCEw/s320/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252894%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Primo tiro</td></tr>
</tbody></table>
Il sole come per magia illumina la roccia appena infilo il moschettone in sosta, poi si nasconde di nuovo dietro la una gobba di cima Brenta. Mario che si è caricato per bene di freddo farà un po' fatica, ma se la cava. Ci abbiamo messo almeno un'ora, ma il tiro duro è andato, ora è quasi tutta un'autostrada di III e IV fino in cima! Così almeno crediamo...<br />
<br />
Il secondo tiro se ne va alla svelta: Mario aggira da destra un masso incastrato, poi riprende la linea del camino per uscire a destra sul comodo terrazzino con la sosta. Nemmeno un chiodo in tutto il tiro... La parete appare qui decisamente più abbattuta e discontinua. Vado con il terzo tiro, raggiungendo dopo 15 metri facili una grande cengia di ghiaia ed erba. Qui si trova una sosta intermedia, ma preferisco proseguire per guadagnare tempo. Salgo a destra della sosta su un vago diedro, fino a una nuova cengia più piccola (cordino in clessidra).<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-c_gNlKqcMt8/WIfBs-7JZXI/AAAAAAAAWVU/IzKh6uahGEEv7Q2QaGWEPbsjgAnk8O7BwCEw/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%2528101%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-c_gNlKqcMt8/WIfBs-7JZXI/AAAAAAAAWVU/IzKh6uahGEEv7Q2QaGWEPbsjgAnk8O7BwCEw/s320/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%2528101%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mario sul secondo tiro</td></tr>
</tbody></table>
Il tiro dovrebbe proseguire a sinistra, ma ho già molto attrito, non vedo la sosta, così decido di recuperare Mario sulla clessidra e un mio friend. La relazione è piuttosto vaga, dice di salire a sinistra verso una placchetta grigia... ma l'intera parete è grigia, e tra noi e lei c'è tutta una serie di cenge sovrapposte dove non è intuitivo trovare la linea di salita giusta.<br />
<br />
Arriva Mario, ma vado ancora io sperando di trovare in fretta la sosta per poi far salire a lui il tiro successivo. Percorro una, due cengie, ma di fittoni resinati neanche l'ombra... vedo soltanto un chiodo con cordino molto più in alto e a sinistra, su un diedro che potrebbe tranquillamente essere quello del quinto tiro. Così opto per puntare direttamente a lassù, sperando di intercettare nel frattempo la via!<br />
<br />
Dopo le facili cenge la parete inizia ad opporre difficoltà: di chiodi neanche l'ombra, ma le possibilità di proteggersi non mancano. Procedo lentamente, puntando a un diedro molto evidente, sulla stessa linea di quello che ho battezzato come il quinto tiro. Spero di trovare chiodi, ma anche qui nulla. Solo qualche antica lattina arrugginita nelle crepe di un terrazzino.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-HtBlWxx669s/WIfB1j1O_DI/AAAAAAAAWVU/KUaI0hy7pDkQsnPX7JYfdVn-M0c4-Og4wCEw/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%2528108%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-HtBlWxx669s/WIfB1j1O_DI/AAAAAAAAWVU/KUaI0hy7pDkQsnPX7JYfdVn-M0c4-Og4wCEw/s320/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%2528108%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Panorama sulla vedretta di Tuckett</td></tr>
</tbody></table>
Infilo un ottimo spuncione e affronto il diedro: sarà un IV+, la roccia per fortuna è buona, ma l'imbrago si sta alleggerendo troppo e ambisco di uscire sul terrazzino sovrastante per fare sosta... quasi alla fine del diedro, prima dell'uscita delicata sul terrazzino, vedo tre chiodi nuovi su una cengetta un poco più a sinistra... non ci penso due volte e faccio sosta lì!<br />
<br />
Mario sale il tiro, si guarda un po' meglio attorno, e individua il diedro da cui saliva il quarto tiro... leggermente più a destra rispetto a dove sono salito io. Quando è ormai arrivato in fondo al diedro, lo invito a non uscire sulla mia sosta ma a controllare sul terrazzino poco più a destra, che avevo puntato all'inizio. L'uscita è in effetti delicata... Mario si affaccia, dubbioso, non vede nulla; lo invito a controllare bene, per me la via deve passare di lì!<br />
<br />
- Se lì dietro c'è un resinato mi ci faccio una sega dentro! - La sentenza riassume bene la giornata. Mario si affaccia e per fortuna il resinato c'è! E' la quarta sosta, sotto il bel diedro grigio del quinto tiro, col chiodo e il cordino svolazzante che avevo visto da giù. Le seghe però ora sono soltanto mentali: ci tocca interrompere il giochino di non guardare l'orologio per indovinare che ora è alla fine della via. Lo guardiamo e sono le 14... non siamo neanche a metà, la discesa è lunga e complessa, non ci pensiamo due volte a calarci.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-fqcxeEP4MMo/WIfB4uS7sAI/AAAAAAAAWVU/Xkm4DntZDZggQXu7xPqSji-0AkqB8VMTwCEw/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%2528125%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-fqcxeEP4MMo/WIfB4uS7sAI/AAAAAAAAWVU/Xkm4DntZDZggQXu7xPqSji-0AkqB8VMTwCEw/s320/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%2528125%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ci si cala di nuovo!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Con una doppia da 60 metri raggiungiamo la grande cengia detritica del terzo tiro: calandoci scopriamo dov'era nascosto il tanto ambito fittone della terza sosta. Dalla terrazza attrezziamo la doppia sulla sosta intermedia (presente maglia rapida) e in neanche 15 metri siamo alla seconda sosta. Altra calata di 30 metri (incastro risolto sul masso sopra la sosta) e siamo sopra al camino.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-JYdyY0st3GU/WIfBpGTuMTI/AAAAAAAAWVU/nhcjazEi9B0U53sWYT9th1zdI7oxLj9MgCEw/s1600/A___2569.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="217" src="https://2.bp.blogspot.com/-JYdyY0st3GU/WIfBpGTuMTI/AAAAAAAAWVU/nhcjazEi9B0U53sWYT9th1zdI7oxLj9MgCEw/s320/A___2569.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Calata dal primo tiro della Kiene</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Questa è la calata più delicata e a rischio incastro... arrivati giù non so perché la corda da tirare risulta quasi subito bloccata... temiamo di dover rifare il tiro, ma alla fine tiriamo l'altra corda con successo: il nodo era passato attraverso il fittone! Mangiamo qualcosa fuori dal rifugio Tuckett, godendoci l'ultimo sole, poi scendiamo a testa bassa a Vallesinella. Arriviamo all'auto col buio, con la magra consolazione che in questo momento avremmo potuto essere ancora essere lassù a cercare la via di discesa!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-B8rEeCvSIts/WIfBqZIPIFI/AAAAAAAAWVU/UeL3xtx38vA0X6snZ_i4fhVof8W9zLHlwCEw/s1600/A___2581.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="263" src="https://4.bp.blogspot.com/-B8rEeCvSIts/WIfBqZIPIFI/AAAAAAAAWVU/UeL3xtx38vA0X6snZ_i4fhVof8W9zLHlwCEw/s400/A___2581.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ultime luci sul rifugio Tuckett</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-77285240672956307952017-01-18T22:59:00.001+01:002017-01-24T22:34:18.415+01:00Tentativo alla Torre dei Quattro Cantoni: un bastone duro come il granito!Investire troppe aspettative in un progetto, spesso è un buon metodo per farlo fallire. Avevo atteso tutta l'estate di andare in Brenta ad arrampicare... ma l'estate è corsa via alla svelta, e con lei buona parte dell'autunno; e alla fine l'occasione buona si presenta soltanto alle porte di novembre. <br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-aT_wiajiZNM/WH_e5fdlq5I/AAAAAAAAWR8/sIZiKT2KoXcxLGhdsrsD2UWHQ5BRuTeogCEw/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252881%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="360" src="https://3.bp.blogspot.com/-aT_wiajiZNM/WH_e5fdlq5I/AAAAAAAAWR8/sIZiKT2KoXcxLGhdsrsD2UWHQ5BRuTeogCEw/s640/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252881%2529.JPG" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cima Tosa Crozzon di Brenta e Cima d'Ambiez al tramonto, dalla val d'Amola</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
Mario ha il weekend a disposizione, il meteo è perfetto, con sole e temperature gradevoli in quota; in più io ho un'ulteriore motivazione per andare in<strong> val Rendena</strong>: le scarpette dimenticate al rifugio Segantini <a href="http://montagnatore.blogspot.it/2016/10/presanella-anello-dal-rifugio-segantini.html">quando ero stato sulla Presanella</a>, custodite dal rifugista a casa sua a Madonna di Campiglio! L'idea è arrampicare un giorno su granito, l'altro su dolomia, sempre over 2000!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-geNSbQmrrSw/WH_emIGrVsI/AAAAAAAAWR0/D9K-_UFB7ZsyCdpCMj8-awgcqPvyIsR_QCEw/s1600/A___2523.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="253" src="https://2.bp.blogspot.com/-geNSbQmrrSw/WH_emIGrVsI/AAAAAAAAWR0/D9K-_UFB7ZsyCdpCMj8-awgcqPvyIsR_QCEw/s320/A___2523.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Torre dei Quattro Cantoni e Brenta</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Partiamo belli carichi sabato mattina verso le 6, e scegliamo di dedicare l'ultimo giorno di ora legale alla Seconda <strong>Torre dei Quattro Cantoni</strong> (2780), chiamata anche Campanile di San Giusto, in alta val d'Amola. Questa montagna, di cui online non si trova nulla, la avevamo scoperta insieme ad Alberto scendendo dalla Presanella: ci aveva meravigliati l'aspetto monolitico delle pareti, di granito chiaro inciso da lunghe fessure, simile a certe zone del Monte Bianco.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-tQ8GHz5vxzo/WH_ey6WL3NI/AAAAAAAAWR8/9KBQTdHHSAswyUFVj-P9_-H9hUTK1sOYgCEw/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252825%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-tQ8GHz5vxzo/WH_ey6WL3NI/AAAAAAAAWR8/9KBQTdHHSAswyUFVj-P9_-H9hUTK1sOYgCEw/s320/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252825%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Torre dei Quattro Cantoni</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Documentandomi poi alla biblioteca del CAI, trovai la relazione dello spigolo sud: circa 150 metri massimo IV grado, con entusiasmanti tiri in fessura... proprio quello che faceva per noi! Alle 10 ci incamminiamo dal parcheggio sotto Malga d'Amola, diretti al<strong> Rifugio Segantini</strong>. L'aria è ancora fresca, Presanella e Monte Nero coperti dalla neve, che comincia circa dai 2500 metri... quindi più in basso rispetto alla montagna verso cui siamo diretti, già ben riconoscibile per le forme squadratissime.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-MRmEOkEWSk4/WH_eWDywbAI/AAAAAAAAWR0/If23a5MtMrgi21DLgQomBDvL3tdE4cEAACEw/s1600/A___2483.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="263" src="https://2.bp.blogspot.com/-MRmEOkEWSk4/WH_eWDywbAI/AAAAAAAAWR0/If23a5MtMrgi21DLgQomBDvL3tdE4cEAACEw/s400/A___2483.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">A sinistra la Torre</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Di buon passo raggiungiamo il rifugio, e iniziamo a risalire il sentiero 219 puntando direttamente alla torre. Presto cominciamo a pestare <strong>neve</strong>, purtroppo non portante: la grande pietraia che si attraversa, rende la progressione particolarmente scomoda e faticosa. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-6mhtEh0TOOE/WH_e9r5GVNI/AAAAAAAAWR8/ErXif3Au3vEYDj6Z0okWKPYqY30KXc4xwCEw/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%25289%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-6mhtEh0TOOE/WH_e9r5GVNI/AAAAAAAAWR8/ErXif3Au3vEYDj6Z0okWKPYqY30KXc4xwCEw/s320/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%25289%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rifugio Segantini</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Abbandoniamo il sentiero seguendo radi ometti che ci portano alla base dello spigolo est della torre. Con un delicato <strong>traverso</strong> arriviamo a imboccare un canaletto di roccia sfasciumosa che ci fa guadagnare il primo spalto alla base della parete sud.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-naW8mixCXeo/WH_eWtsaQtI/AAAAAAAAWR0/8qILBILqYUIK9nfR_y1V6RSu70rcFRtrgCEw/s1600/A___2485.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://4.bp.blogspot.com/-naW8mixCXeo/WH_eWtsaQtI/AAAAAAAAWR0/8qILBILqYUIK9nfR_y1V6RSu70rcFRtrgCEw/s320/A___2485.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Verso l'attacco dello Spigolo... che in realtà era lì a destra!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La via inizierebbe da queste parti, ma lo verremo a scoprire soltanto dopo... un insieme di circostanze ci spinge a proseguire sul traverso, puntando a quello che battezziamo come lo <strong>spigolo sud</strong>. Le pareti alla nostra destra poi sono ancora bagnate e soprattutto non sembrano permettere alcuna linea di salita facile!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-_ygM1t7DLP0/WH_edwePpuI/AAAAAAAAWR0/AGbo_k2DOzMnKij_W4a-9sJPsurol0n1wCEw/s1600/A___2504.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://1.bp.blogspot.com/-_ygM1t7DLP0/WH_edwePpuI/AAAAAAAAWR0/AGbo_k2DOzMnKij_W4a-9sJPsurol0n1wCEw/s320/A___2504.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dubbi!</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
Eccoci dunque sul filo dello spigolo, ancora piuttosto abbattuto; alla nostra sinistra il canale che separa la seconda torre (su cui ci troviamo) dalla prima, di poco più alta. Risaliamo su terreno finalmente senza neve, superando roccette più o meno facili, fino a un nuovo spalto dove lo spigolo si impenna verso il cielo. A sinistra del filo uno <strong>spit nuovissimo</strong> luccica sotto una bellissima fessura. <br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-4OSixbVIUag/WH_eYMSBd2I/AAAAAAAAWR0/39QWRlEVXSg0H6ugQRV6h4IX4zqFZEXSgCEw/s1600/A___2494.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://1.bp.blogspot.com/-4OSixbVIUag/WH_eYMSBd2I/AAAAAAAAWR0/39QWRlEVXSg0H6ugQRV6h4IX4zqFZEXSgCEw/s400/A___2494.JPG" width="263" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sotto la grande lama di granito</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Tutto lascia credere che questo sia l'attacco. La relazione, molto vaga e soprattutto antica, non aiuta a orientarci: in verità siamo sul terrazzo ben oltre metà via, e sopra di noi c'è il blocco sommitale della torre, con il tratto più difficile. Non ci guardiamo troppo attorno: le altre linee di salita sembrano tutte ben più difficili rispetto alla <strong>fessura</strong> con lo spit alla base, quindi decidiamo di provare lei.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-F0IMmk744iM/WH_egeKIK8I/AAAAAAAAWR0/U9RiHsInXCQ_9340b2XHnhdLs0w1HE_lQCEw/s1600/A___2506.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-F0IMmk744iM/WH_egeKIK8I/AAAAAAAAWR0/U9RiHsInXCQ_9340b2XHnhdLs0w1HE_lQCEw/s320/A___2506.JPG" width="211" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Primi passi un po' aleatori</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Mario supera i primi metri, poi si rende conto che non è possibile proteggersi adeguatamente: la fessura è troppo larga, e i nostri due friend gialli ci ballano allegramente dentro... quindi sceglie di tornare giù. Allora provo io: in qualche maniera mi arrangio, salendo in duelfer e poi incastrandomi nella fessura fino a raggiungere il primo <strong>chiodo</strong> a circa 8 metri.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-yjEl5A_YuN4/WH_ekAdhfiI/AAAAAAAAWR0/RhTglTn2lLsMhHSbboDtYaeYLTVU3s_7ACEw/s1600/A___2509.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="196" src="https://4.bp.blogspot.com/-yjEl5A_YuN4/WH_ekAdhfiI/AAAAAAAAWR0/RhTglTn2lLsMhHSbboDtYaeYLTVU3s_7ACEw/s320/A___2509.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sotto il passaggio chiave, rimasto chiuso!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Da qui in poi la fessura si impenna, offrendo qualche possibilità di protezione in più. Le difficoltà sono ora superiori al IV, e il sospetto di non essere sulla via giusta diventa sempre più una certezza... dopo circa 25 metri raggiungo un terrazzino con tre chiodi vicini, di cui uno ballerino: più che una sosta sembra il preambolo a un <strong>passo duro</strong>. Infatti sopra i chiodi la fessura diventa cieca, costringendo a spaccare in diedro senza appigli validi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-Akgs_O_c2Ik/WH_ekjYCS0I/AAAAAAAAWR0/Ppy4FjWmUn0XndT8ikRdbALCwc0fQRdxQCEw/s1600/A___2510.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://3.bp.blogspot.com/-Akgs_O_c2Ik/WH_ekjYCS0I/AAAAAAAAWR0/Ppy4FjWmUn0XndT8ikRdbALCwc0fQRdxQCEw/s320/A___2510.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Veduta d'insieme del tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Assesto qualche colpo al chiodo e provo il passaggio, aiutandomi con il più in alto dei tre chiodi, ma le difficoltà continuano anche dopo e non mi sento di azzardare: l'unica protezione sulla quale mi fiderei di volare è lo spit a cui è legato Mario, 25 metri più giù! Il passaggio potrebbe essere di VI, anche di più senza azzerare... difficoltà sulle quali mi muovo più volentieri con gli spit non troppo sotto il sedere.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-QXMdssI1nP0/WH_kXsnL4QI/AAAAAAAAWSY/JWAwEHTVbZYaMe9KpXxfmYvC8uHyrT-BgCLcB/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252839%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-QXMdssI1nP0/WH_kXsnL4QI/AAAAAAAAWSY/JWAwEHTVbZYaMe9KpXxfmYvC8uHyrT-BgCLcB/s320/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252839%2529.jpg" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lasciati un po' di rifiuti sotto il passo chiave!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Decido così di attrezzare una sosta fissa collegando i tre chiodi e lasciando una <strong>maglia rapida</strong>: mi faccio calare da Mario in moulinette, cercando di scaricare più peso possibile siccome la sosta non è a prova di bomba. Recupero l'abbondante materiale lasciato sul tiro e finalmente rimetto i piedi sull'erba. Ormai sono le 16, la Torre dei Quattro Cantoni ci ha bastonati a sufficienza, meglio andarcene!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-MraCmMsZDRM/WH_e4bLiOLI/AAAAAAAAWR8/ILQVy1cP2B09G2E9tNABg7qyPvP4N99hwCEw/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252848%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-MraCmMsZDRM/WH_e4bLiOLI/AAAAAAAAWR8/ILQVy1cP2B09G2E9tNABg7qyPvP4N99hwCEw/s320/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252848%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ci si cala!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Per scendere seguiamo la cengia a destra, raggiungendo lo strabiliante spigolo est... una <strong>lavagna patagonica</strong> di 100 metri piomba sul versante nord, mentre noi ci caliamo da quello sud, su un solido spit. Quasi 60 metri poco meno che verticali (possibile sosta intermedia - probabilmente quella dello spigolo sud!) e siamo sul traverso innevato percorso prima.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-oC273uVQrt4/WH_e4BcSKOI/AAAAAAAAWR8/3ykOydalWyodmzyV0_w6pbT20UgmaZGKQCEw/s1600/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252855%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://4.bp.blogspot.com/-oC273uVQrt4/WH_e4BcSKOI/AAAAAAAAWR8/3ykOydalWyodmzyV0_w6pbT20UgmaZGKQCEw/s400/Torre%2BQuattro%2BCantoni%2Be%2BTuckett%252C%2B%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252855%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lavagnone liscio a nord - est</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Per scendere tagliamo su una pietraia lasciandoci a sinistra il Segantini, e intercettando il sentiero 211B. Da qui riusciamo a vedere nel suo insieme il versante sud della Torre, e capiamo grosso modo dove saliva la via: al centro della parete! Dove poi ci fosse del IV non saprei dirlo. L'ultima parte era una fessura a destra rispetto a quella da cui abbiamo provato a salire noi, più stretta e verticale... Misteri che spero torneremo a svelare con qualche friend grosso in più!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-0luhNICvMF4/WH_edn7MSwI/AAAAAAAAWR0/v6HXD15eLz4rxSbThxGllN8FLIRG2E10wCEw/s1600/A___2495.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-0luhNICvMF4/WH_edn7MSwI/AAAAAAAAWR0/v6HXD15eLz4rxSbThxGllN8FLIRG2E10wCEw/s320/A___2495.JPG" width="211" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La fessura di IV grado (!?)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Scendiamo a Sant'Antonio di Mavigliola dove abbiamo prenotato un alberghetto comodo. Le alternative per domani sono la Detassis Vidi alla Corna Rossa e la Kiene al Castelletto Inferiore. La prima è un po' più difficile ma più breve e con discesa comoda e veloce... la seconda è globalmente più impegnativa, di fatto un'ascensione su una montagna tutt'altro che banale. <br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-jsGgJFmDWPo/WH_eoYCL4rI/AAAAAAAAWR0/-OBuVS31HfIxTLv3RCNRhqwdXH8q1VkggCEw/s1600/A___2537.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="263" src="https://1.bp.blogspot.com/-jsGgJFmDWPo/WH_eoYCL4rI/AAAAAAAAWR0/-OBuVS31HfIxTLv3RCNRhqwdXH8q1VkggCEw/s400/A___2537.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tramonto sul Brenta con il Sacra d'Amola</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Volete sapere quale sarà stata la scelta dei nostri eroi? Naturalmente quella sbagliata... Lo scoprirete nel prossimo episodio! <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-8bokIPYhYjE/WH_ep153lqI/AAAAAAAAWR8/NBJE2VVfufkrFZ9O4W18OX4f665GE4VUgCEw/s1600/Presanella%2Be%2BBrenta%2Bfoto%2BCell%252C%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252816%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="179" src="https://4.bp.blogspot.com/-8bokIPYhYjE/WH_ep153lqI/AAAAAAAAWR8/NBJE2VVfufkrFZ9O4W18OX4f665GE4VUgCEw/s320/Presanella%2Be%2BBrenta%2Bfoto%2BCell%252C%2B29-30%2Bottobre%2B2016%2B%252816%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alba sul Carè Alto dall'albergo Posta<br />
</td></tr>
</tbody></table>
Continua: <a href="http://montagnatore.blogspot.it/2017/01/vagando-in-autunno-fra-le-cenge-del.html">Vagando in autunno fra le creste del Brenta: tentativo alla via Kiene</a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-44012932942528096932016-12-22T19:15:00.001+01:002016-12-22T19:15:06.615+01:00Una cavalcata sulle Apuane fra mare e nuvole: Cresta del monte CavalloSulla cartina delle Alpi Apuane ci sono molte cime non toccate dalle linee rosse dei sentieri; e spesso si tratta delle più alte e conosciute: Pisanino, Pizzo d'Uccello, Grondilice, Contrario, e tutta la lunga<strong> cresta del monte Cavallo</strong>. Qui non ci sono cartelli, segnavia, ometti... solo tracce pestate da rari escursionisti e <strong>capre</strong>, vere regine di queste montagne.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-YY0q7ZzL0qE/WFwSc1QtQKI/AAAAAAAAWKc/-AdMGoSxFSo36AcPt-JC-zM4rJdEUp3OgCEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%25289%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="https://3.bp.blogspot.com/-YY0q7ZzL0qE/WFwSc1QtQKI/AAAAAAAAWKc/-AdMGoSxFSo36AcPt-JC-zM4rJdEUp3OgCEw/s400/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%25289%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La cresta del monte Cavallo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Sulla cresta l'esposizione è notevole, ma di fatto non ci sono tratti di vera e propria arrampicata. Il panorama verso il mare e la pianura toscana, gli scorci sulle montagne vicine, la forma particolarissima delle <strong>gobbe</strong> che una dopo l'altra si scavalcano, garantiscono un'esperienza di montagna vera e selvaggia, rovinata soltanto dalla presenza delle cave di marmo.<br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-hBf1SvwCK8g/WFwSXGWedSI/AAAAAAAAWKE/jyj0NfnXPmc6-iv8BovQBl_nZ6sZL2-oQCEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252856%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-hBf1SvwCK8g/WFwSXGWedSI/AAAAAAAAWKE/jyj0NfnXPmc6-iv8BovQBl_nZ6sZL2-oQCEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252856%2529.JPG" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giochi di luce e nebbia in cresta</td></tr>
</tbody></table>
<em>Data uscita: </em>26 novembre 2016<br />
<em>Punto di partenza: </em>Val Serenaia (1066)<br />
<em>Punto più elevato: </em>Monte Cavallo (1888)<br />
<em>Dislivello in salita: </em>1000 circa<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: </em>5 ore<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>EE, passaggi di I sulla cresta.<br />
<em>Punti d'appoggio: </em>Rifugi Donegani, Val Serenaia Orto di Donna (aperti tutti solo d'estate), Bivacco K2, Bivacco Aronte<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Tutto l'anno, evitare le giornate troppo calde. D'inverno la cresta è valutata AD+, difficile trovarla in condizioni ottimali.<br />
<em>Note segnaletica: </em>CAI sui sentieri, assente in cresta<br />
<em>Accesso stradale: </em>Salendo dalla Lunigiana, si raggiunge Minucciano, dunque superata l'unica galleria svoltare a destra per la val Serenaia. La strada è asfaltata ma piuttosto esposta alla caduta massi.<br />
<em></em><br />
<br />
Il punto di partenza migliore per la traversata del Cavallo è l'ombrosa <strong>val Serenaia</strong>, raggiungibile da Minucciano. Conviene parcheggiare nei pressi del campeggio (1066), a ridosso del primo e unico tornante dopo il rifugio Serenaia. Qui si sale per un poco lungo la strada verso il Donegani, per poi imboccare a sinistra il sentiero 180 (indicazioni rifugio Orto di Donna).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-Rtv8g7lJGS8/WFwSVt7FJsI/AAAAAAAAWJ4/aFckF2YeBvMyECy6kdZKn9qguznhphQmQCEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%25284%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://4.bp.blogspot.com/-Rtv8g7lJGS8/WFwSVt7FJsI/AAAAAAAAWJ4/aFckF2YeBvMyECy6kdZKn9qguznhphQmQCEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%25284%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Veduta della valle di Orto di Donna col Pizzo d'Uccello</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Si guadagna quota nella faggeta, che ci risparmia fin dove può lo scempio delle cave alla nostra destra. Dopo un tratto pianeggiante in un prato, il sentiero inizia a salire più deciso verso destra, superando una zona scoscesa (prestare attenzione con terreno bagnato); dopo circa un'ora dalla partenza, fa capolino dietro le piante il grande edificio del <strong>rifugio Orto di Donna</strong> (1496).<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-k7zgkZNtQTY/WFwSVKPihxI/AAAAAAAAWJ0/ReYuNjLoMEE5iT0OT0f6hepBktlxf64uACEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252825%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-k7zgkZNtQTY/WFwSVKPihxI/AAAAAAAAWJ0/ReYuNjLoMEE5iT0OT0f6hepBktlxf64uACEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252825%2529.JPG" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La cresta ovest del Cavallo</td></tr>
</tbody></table>
Lo lasciamo alla nostra destra, imboccando il sentiero 179 verso Foce di Cardeto. Rientrati nel bosco, incontriamo anche il giallo <strong>bivacco K2</strong> e superiamo comodamente il versante nord del monte Contrario finché le piante lasciano il posto ai prati. A questo punto guardando verso il crinale individuiamo una stretta forcella, la <strong>Foce di monte Cavallo</strong> (1703), che si raggiunge faticosamente cercando la via migliore sul ripido pendio erboso.<br />
<br />
Un ultimo strappo ci permette di affacciarci sul versante toscano: se è autunno o inverno probabilmente vedremo qui il primo sole della giornata! Sulla sinistra svetta il <strong>monte Contrario</strong>, preceduto da un imponente gendarme; a destra inizia invece la <strong>cresta ovest</strong> del Cavallo, di cui già si vede la cima principale con le caratteristiche squame di roccia oblique.<br />
<br />
<br />
Imbocchiamo dunque il <strong>filo di cresta</strong>, all'inizio facile poi via via più sottile. Una prima lama di roccia si può aggirare dal versante nord, oppure affrontare direttamente (I grado, roccia marcia!); poco dopo se ne incontra un'altra, più affilata ed esposta, che conviene invece superare su debole traccia dalla parte del mare (presente vecchio cordino attorno a una pietra).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-JfJ320Cxm5M/WFwSS878VdI/AAAAAAAAWJo/FueP6GdSwFU5vh9lj9lSuTLQ-p33yGUkACEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252822%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://3.bp.blogspot.com/-JfJ320Cxm5M/WFwSS878VdI/AAAAAAAAWJo/FueP6GdSwFU5vh9lj9lSuTLQ-p33yGUkACEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252822%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La seconda lama di roccia: la si aggira per i pendii a sinistra nella foto</td></tr>
</tbody></table>
<br />
A questo punto siamo ai piedi della <strong>cima settentrionale</strong>, che a prima vista appariva inaccessibile. Prestando attenzione al terreno sfasciumoso, si traversa leggermente a destra in salita, per poi riguadagnare la cresta, a poco a poco meno ripida. Dalla vetta, dirimpetto al Pisanino, scende la cresta nord: solitamente percorsa d'inverno come accesso alla traversata, partendo da Foce di Cardeto, presenta un paio di passaggi di II grado. Senza la neve è meglio salire come qui descritto dalla Foce di Cavallo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-wg3d7aacbAA/WFwSQwpzARI/AAAAAAAAWJg/5GsktyTLBQMOrT2bMjgeiL62dHULFdDlACEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252814%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-wg3d7aacbAA/WFwSQwpzARI/AAAAAAAAWJg/5GsktyTLBQMOrT2bMjgeiL62dHULFdDlACEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252814%2529.JPG" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Monte Contrario</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dalla cima settentrionale si scende facilmente all'intaglio da cui sbuca il <a href="http://montagnatore.blogspot.it/2015/03/salita-del-canale-cambron-al-monte.html">canale Cambron</a>, altra classica salita invernale, e si affronta il tratto più esposto della traversata. La cuspide rocciosa della cima principale va affrontata stando inizialmente sulla destra, dove un piccolo cavo d'acciaio aiuta a superare una placca un po' liscia. Poco dopo conviene portarsi di nuovo sul filo di cresta, molto esposto ma più semplice. Superata l'ultima fascia di roccette si è in vetta (1888, un'ora da Orto di Donna).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-5jTqXdHdsyI/WFwSWiQVZzI/AAAAAAAAWKA/647gd8ezqvkLjKj_s8JqgOUuX3x_nWKQACEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252849%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://1.bp.blogspot.com/-5jTqXdHdsyI/WFwSWiQVZzI/AAAAAAAAWKA/647gd8ezqvkLjKj_s8JqgOUuX3x_nWKQACEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252849%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista dalla cima principale sul proseguo della cresta</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Lo spazio è ridotto, il terreno roccioso, la cresta prosegue aerea verso sud est. Sempre in marcata esposizione ma su traccia più battuta si superano una dopo l'altra le spettacolari<strong> gobbe centrali</strong> del Cavallo. Qualche passaggio di <strong>I grado</strong> consente di guadagnare la quota 1872, da cui si scende ad un'ampia sella erbosa. A questo punto è consigliabile proseguire fino alla <strong>cima meridionale</strong>, che strapiomba letteralmente sul Passo della Focolaccia (circa 10 minuti), ma occorre poi ritornare alla suddetta sella.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-eqawGH5FQAk/WFwSYlLhKzI/AAAAAAAAWK0/hTNB0gEkJKsfIbADegB90tNT4jaqogBQACEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252864%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://3.bp.blogspot.com/-eqawGH5FQAk/WFwSYlLhKzI/AAAAAAAAWK0/hTNB0gEkJKsfIbADegB90tNT4jaqogBQACEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252864%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">A sinistra la cima settentrionale, al centro quella principale</td></tr>
</tbody></table>
<br />
E' da qui infatti che si scende dalla cresta, cercando la linea più comoda sui ripidi prati che digradano verso il mare. Conviene seguire a grandi linee un canale, lasciandosi a sinistra una fascia di rocce, e puntando a una roccia con un caratteristico foro che ricorda vagamente una chitarra (una Gibson Les Paul per la precisione!). Qui passa il<strong> sentiero 167</strong> che unisce la valle degli Alberghi con il Passo della Focolaccia.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-hREFTpVeArk/WFwSer6RtwI/AAAAAAAAWK0/4aryIUloiigjbpSc6hZ-Ms7nZTvgBw2MACEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252899%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://2.bp.blogspot.com/-hREFTpVeArk/WFwSer6RtwI/AAAAAAAAWK0/4aryIUloiigjbpSc6hZ-Ms7nZTvgBw2MACEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%252899%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Verso il sentiero 167: notare il foro-chitarra!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Stando attenti, prima di intercettare il 167 si incontra un'altra traccia, un po' vaga, che traversa un poco più in quota. Imboccarla a sinistra e seguirla con qualche breve saliscendi fino alla <strong>Forcella di Porta</strong> (1747), evidente intaglio lungo la cresta sud-ovest (detta anche coda) del Cavallo. Sulla sinistra dentro la parete si apre una grotta, mentre da destra sale appunto il sentiero 167, che ora seguiamo in discesa raggiungendo brevemente il <strong>Bivacco Aronte</strong> (1650, un'ora e mezzo dalla cima).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-nJwCIrZsLiY/WFwSJQwd-9I/AAAAAAAAWK0/1SJaVZFsVmsdeZPii1ETejnceRRTUrIMwCEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%2528107%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-nJwCIrZsLiY/WFwSJQwd-9I/AAAAAAAAWK0/1SJaVZFsVmsdeZPii1ETejnceRRTUrIMwCEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%2528107%2529.JPG" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Interno del Bivacco Aronte</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ci tocca ora attraversare la grande cava sul <strong>Passo della Focolaccia</strong>, che spacca in due la montagna costringendo a compiere un giro illogico (e molto poco intuitivo con scarsa visibilità!). Seguiamo per un breve tratto la sterrata che sale da Gorfigliano abbandonandola per il sentiero 178, che traversa il versante nord del Cavallo (qualche facile tratto su roccette) conducendoci alla <strong>Foce di Cardeto</strong> (1642, 30 minuti dal Bivacco Aronte), uno dei passi più caratteristici delle Apuane.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-dZerC82uf9w/WFwSKDn17lI/AAAAAAAAWK0/ci4GHW8bLgoxtuuDxZA8e6UJQUqHEFHbwCEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%2528114%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://4.bp.blogspot.com/-dZerC82uf9w/WFwSKDn17lI/AAAAAAAAWK0/ci4GHW8bLgoxtuuDxZA8e6UJQUqHEFHbwCEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%2528114%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Incisioni cavestri al passo della Focolaccia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Da qui si imbocca a destra il sentiero 179 (indicazioni val Serenaia), che passa sotto caratteristici massi di roccia scistosa caduti dalle vicine pareti degli Zucchi di Cardeto. Si procede con attenzione, apprezzando i meravigliosi scorci sul <strong>Pisanino</strong>, e dopo un ultimo tratto di discesa ripido su roccette (presente cavo) si entra una volta per tutte nel bosco, raggiungendo comodamente il parcheggio (un'ora dalla Foce di Cardeto).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-RV8106T79_o/WFwSMJg7eJI/AAAAAAAAWK0/-J0vgTIDYywhfpTV8X5KWOUFxNyKPle0ACEw/s1600/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%2528117%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-RV8106T79_o/WFwSMJg7eJI/AAAAAAAAWK0/-J0vgTIDYywhfpTV8X5KWOUFxNyKPle0ACEw/s320/Cresta%2BCavallo%252C%2B26%2Bnovembre%2B2016%2B%2528117%2529.JPG" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ciò che resta dentro la Buca della neve del Cavallo presso Foce di Cardeto</td></tr>
</tbody></table>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-5027442431217612702016-12-05T23:07:00.003+01:002016-12-05T23:07:20.336+01:00Pizzo Arera, cresta est. Anello invernale su una bella cima orobicaIl <strong>Pizzo Arera</strong> spicca tra le valli Brembana e Seriana, nel cuore delle <strong>Alpi Orobie</strong>. Vicino alla pianura, dalla quale è ben riconoscibile nelle giornate serene, è una cima isolata e panoramica, molto frequentata dai bergamaschi: complice il rifugio Capanna 2000, accogliente e quasi sempre aperto, e una strada asfaltata che sale oltre i 1500 metri: vero lusso per le Orobie, e infatti lo si paga!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-xttgvMsckOE/WEXiPIFMhYI/AAAAAAAAWII/asgGm4bMSuEGFSuQ90Mdss4QuyTSorQ_QCLcB/s1600/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252842%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-xttgvMsckOE/WEXiPIFMhYI/AAAAAAAAWII/asgGm4bMSuEGFSuQ90Mdss4QuyTSorQ_QCLcB/s400/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252842%2529.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La nord del Pizzo Arera e le Orobie</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
L'itinerario suggerito è una breve ma completa <strong>traversata</strong> che permette di affacciarsi sul versante nord dell'Arera, decisamente più aggressivo rispetto a quello sud, da cui si sale; è consigliabile percorrere la cresta quando è totalmente innevata, per godersi lo spettacolo delle grandi cornici sporgenti. La discesa dalla normale richiede un po' d'attenzione nel superamento di un canalino attrezzato, per il resto è abbastanza facile. Con pericolo valanghe alto meglio andare altrove (tutto il versante sud è piuttosto a rischio).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-Ae9m9yUha68/WEXeeYvLNQI/AAAAAAAAWH0/ZZ3W21ZYjCUll2IRLdux8mdAx_4kPUHNACEw/s1600/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252855%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-Ae9m9yUha68/WEXeeYvLNQI/AAAAAAAAWH0/ZZ3W21ZYjCUll2IRLdux8mdAx_4kPUHNACEw/s320/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252855%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Croce di vetta ghiacciata!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<em>Data uscita: </em><em> </em>4 Dicembre 2016<br />
<em>Punto di partenza: </em>Parcheggio Plassa di Zambla, sopra il rifugio Saba (1600)<br />
<em>Punto più elevato: </em>Pizzo Arera (2512)<br />
<em>Dislivello in salita: </em>1000 m scarsi<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: </em>4/5 ore a seconda delle condizioni<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>F<br />
<em>Punti d'appoggio: </em>Rifugio Capanna 2000 (quasi sempre aperto)<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Da inverno a primavera inoltrata<br />
<em>Note segnaletica: </em>Sentieri di avvicinamento stranamente poco battuti e con segnavia molto vecchi. Qualche bollo e ometto sulla cresta; la discesa invece è segnalatissima.<br />
<em>Accesso stradale: </em>Raggiungere Zambla Alta (meglio salire dalla val Seriana, meno trafficata della val Brembana), dunque seguire le indicazioni per il monte Arera. Presso alcuni orribili caseggiati, prendere la strada in ripida salita (via Monte Arera); se si vuole lasciare l'auto al parcheggio a 1600 metri, occorre pagare in anticipo alla sbarra (4 euro giornaliero) e lasciare il biglietto esposto in auto - attenzione, su non c'è un'altra macchinetta e lungo tutta la strada vige il divieto di sosta! In alternativa sono circa 30 minuti a piedi su asfalto.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-RgmAiysCvEE/WEXig1qnzqI/AAAAAAAAWIM/qkzugPmy2GE7vNxx4Nc6q8W7K1H8IbSWwCLcB/s1600/Pizzo%2BArera%2Bmod.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-RgmAiysCvEE/WEXig1qnzqI/AAAAAAAAWIM/qkzugPmy2GE7vNxx4Nc6q8W7K1H8IbSWwCLcB/s400/Pizzo%2BArera%2Bmod.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista del Pizzo Arera da Zambla Alta con schizzo dell'itinerario</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<em>Itinerario: </em><br />
Dal parcheggio seguire la sterrata che passa vicino ai ruderi dei dismessi impianti di risalita; dopo un paio di tornanti, sulla destra si stacca il sentiero 222/237, che compie un lungo traverso sul versante sud dell'Arera. A un primo bivio si prosegue verso <strong>Cima Grem</strong> (sentiero 237) fino a raggiungere il fondo di una valletta (45 minuti dall'auto).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-cx7A8KkvK8Y/WEXebx-RDvI/AAAAAAAAWHs/Kc7kxnltT08MAKCYV5TZUph774pFSwJXgCEw/s1600/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%25284%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-cx7A8KkvK8Y/WEXebx-RDvI/AAAAAAAAWHs/Kc7kxnltT08MAKCYV5TZUph774pFSwJXgCEw/s320/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%25284%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pizzo Arera da sud est</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Qui a seconda dell'innevamento conviene tagliare a sinistra in salita e raggiungere per tracce (segnavia 244, sentiero quasi inesistente) la <strong>Forcola di Valmora</strong> (1996); in alternativa si prosegue sul sentiero principale, che poco oltre sbuca nel piccolo altopiano di Baita Camplano (1826). Da qui si imbocca a sinistra la valletta che sale da Baita Valmora, e per tracce più o meno marcate si raggiunge da destra l'omonima forcella, da cui inizia la cresta est.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-nWhUfzpQL68/WEXeiAVLoJI/AAAAAAAAWH4/uLfUCWEvfGoCkHx552_70gNnckQ5v3d9gCEw/s1600/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%25286%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-nWhUfzpQL68/WEXeiAVLoJI/AAAAAAAAWH4/uLfUCWEvfGoCkHx552_70gNnckQ5v3d9gCEw/s320/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%25286%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sopra Baita Camplano</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La prima parte è semplice, ma offre già scorci vertiginosi sulla parete nord. Appena la cresta si restringe, si incontra un primo salto di rocce, che io ho trovato ancora sgombro dalla neve: affrontato direttamente oppone passaggi di <strong>I grado</strong>, ma si può aggirare da sinistra. Forse è il passaggio più esposto della salita.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-FKXN_t958GY/WEXeVoe25iI/AAAAAAAAWHc/Ng9ZmcvqNpE7BK-wfKvw60ImgmBZ_aPKgCEw/s1600/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252817%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-FKXN_t958GY/WEXeVoe25iI/AAAAAAAAWHc/Ng9ZmcvqNpE7BK-wfKvw60ImgmBZ_aPKgCEw/s320/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252817%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Primo tratto di roccette</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La cresta diventa poi un largo e comodo costone sui 30°, che consente di guadagnare velocemente quota: io ho iniziato a trovare neve continua da qui in poi. Dopo un centinaio di metri la cresta si restringe di nuovo e un tratto un po' più ripido porta in vetta alla<strong> quota 2420</strong>. Finalmente compare la vetta dell'Arera, e inizia il tratto di cresta più spettacolare.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-vXz4FG4yHDQ/WEXeXSapKSI/AAAAAAAAWHk/91C9FXXBW7g0gPXkye8U9hFs1iVEdra5wCPcB/s1600/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252831%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="640" src="https://4.bp.blogspot.com/-vXz4FG4yHDQ/WEXeXSapKSI/AAAAAAAAWHk/91C9FXXBW7g0gPXkye8U9hFs1iVEdra5wCPcB/s640/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252831%2529.JPG" width="360" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cornici in cresta</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Si scende seguendo il filo senza esporsi troppo sulle cornici, per poi risalire su pendenza via via maggiore (uscita sui 40°) fino all'<strong>antecima</strong>, caratterizzata da una brutta antenna. Un ultimo facile tratto accompagna alla croce di vetta, con vista grandiosa sui canali che sprofondano a nord e tutta la catena orobica... anche molto più lontano se siete fortunati e la giornata è tersa!<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-OKnDulg5Rmo/WEXeZiR4aDI/AAAAAAAAWHo/VUegZuqE6Bkw1j90zADSyP_HmdFxZUUfQCPcB/s1600/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252836%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-OKnDulg5Rmo/WEXeZiR4aDI/AAAAAAAAWHo/VUegZuqE6Bkw1j90zADSyP_HmdFxZUUfQCPcB/s320/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252836%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista della quota 2420 dall'anticima</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Per scendere si segue la via normale, solitamente battuta, che all'inizio costeggia la cresta in direzione opposta, poi poco dopo scende decisamente a sinistra (30°), puntando a un <strong>canalino</strong>; una strozzatura ripida si supera con l'ausilio del cavo e qualche piolo di ferro. Poco dopo si risale dalla parte opposta (continuando a scendere si entrerebbe nel canalino sud, salita invernale, PD-) uscendo sul lungo, facile crestone sud-ovest, che con pendenza costante sotto i 30° scende dritto al rifugio <strong>Capanna 2000</strong>.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-sSA-aNaqUoA/WEXejXTovqI/AAAAAAAAWH8/v6BRIhix5eAoPPyK9YlJe3wR4YvD-xtnACPcB/s1600/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252863%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-sSA-aNaqUoA/WEXejXTovqI/AAAAAAAAWH8/v6BRIhix5eAoPPyK9YlJe3wR4YvD-xtnACPcB/s320/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252863%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il passaggio attrezzato della via normale alla fine del canalino sud</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Consigliata la sosta al rifugio, piatti buoni e cameriera graziosa! Seguendo la strada sterrata oppure il sentiero che la taglia per i prati, in 30 minuti si torna al parcheggio. Gita tranquilla, in ambiente un po' antropizzato ma che diventa via via più severo salendo; adatta a inizio stagione e perfetta quando c'è neve soltanto dai 2000 metri in su. Si può tranquillamente affrontare in <strong>mezza giornata</strong>.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-W2o269rxSpk/WEXek91q2yI/AAAAAAAAWIA/eRBzIowBzQcY-PM-ahMW-J8d7eXCRkjWQCPcB/s1600/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252870%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://3.bp.blogspot.com/-W2o269rxSpk/WEXek91q2yI/AAAAAAAAWIA/eRBzIowBzQcY-PM-ahMW-J8d7eXCRkjWQCPcB/s400/Pizzo%2BArera%252C%2B4%2Bdicembre%2B2016%2B%252870%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rifugio Capanna 2000 e Monte Alben</td></tr>
</tbody></table>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-21304951428180178882016-10-27T19:44:00.000+02:002016-10-27T19:44:08.998+02:00Canyoning nel fiume Magra: in doppia di fianco al Piscio di PracchiolaIl Magra è il fiume della <strong>Lunigiana</strong>. Col suo corso divide l'Appennino ligure da quello tosco-emiliano, e allo stesso tempo unisce il nord col centro Italia. Da sempre via privilegiata di comunicazione, ha visto i pellegrini percorrere la via Francigena; le carrozze lungo la strada napoleonica della Cisa; i treni sfrecciare Pontremolese; le auto stracolme di emiliani diretti al mare la domenica lungo l'A15.<br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-SbhRWeErSj0/WAzyRbCrolI/AAAAAAAAWCo/2lx8dVKM6M0x_hYHTrZRGBjn5elTAw4cACEw/s1600/Canyoning%2BMagra%2Bcell%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%25286%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="179" src="https://2.bp.blogspot.com/-SbhRWeErSj0/WAzyRbCrolI/AAAAAAAAWCo/2lx8dVKM6M0x_hYHTrZRGBjn5elTAw4cACEw/s320/Canyoning%2BMagra%2Bcell%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%25286%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Veduta di Pracchiola</td></tr>
</tbody></table>
Ma tutto questo da <strong>Pontremoli</strong> in giù. La parte alta del fiume Magra, la selvaggia Valdantena, si sarebbe subito squassata di dosso tutte quelle infrastrutture! Sopporta a malapena la vertiginosa strada del Passo del Cirone, che la collega con l'alta val Parma. E' da qui, non dalla vicina e più famosa Cisa, che l'Appennino comincia a giocare i suoi pezzi da novanta.<br />
<br />
Il primo è il monte Orsaro, 1832 metri sopra il vicino mar Ligure. Risalendo la <strong>Valdantena</strong> si raggiunge il suo ultimo paese, Pracchiola, da cui l'Orsaro appare davvero incombente: versanti boscosi ripidissimi precipitano per più di 1000 metri nell'ombrosa vallata, e la strada del Cirone li affronta con pazienti serpentine. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-h8Ygq2DVk90/WAzy47xwWKI/AAAAAAAAWCg/d1PyFwXADfcsAL6JpNjAetYL3daolyZ0ACEw/s1600/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%25285%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-h8Ygq2DVk90/WAzy47xwWKI/AAAAAAAAWCg/d1PyFwXADfcsAL6JpNjAetYL3daolyZ0ACEw/s320/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%25285%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gli albori del fiume Magra</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Sul fondo scorre meno paziente il fiume <strong>Magra</strong>, ancora limitato come portata ma già in grado di piombare a valle con una potenza devastante: come accadde nella piena del 2011. La percorrenza di questo tratto di greto è riservata a persone disposte a bagnarsi un po', almeno fino alla pancia, e soprattutto in grado di calarsi in corda doppia. <br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-p5t-a1jFoG8/WAzy6kZgcQI/AAAAAAAAWCk/AeiCXl8eaMUgR-Nf67ZLnr28AtsTsUmjgCEw/s1600/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%25288%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-p5t-a1jFoG8/WAzy6kZgcQI/AAAAAAAAWCk/AeiCXl8eaMUgR-Nf67ZLnr28AtsTsUmjgCEw/s320/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%25288%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il primo salto d'acqua da superare in doppia</td></tr>
</tbody></table>
Non si tratta di un'esaltante esperienza di canyoning: essenzialmente è una ravanata, che però consente di immergersi in ambiente totalmente selvaggio. Le numerose cascate e cascatelle formate dal torrente, fra cui spicca il <strong>Piscio di Pracchiola</strong> (alto più di 20 metri), le polle di acqua limpidissima, le strane formazioni della roccia levigata, ricompensano della fatica e dei rischi di una simile discesa.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-cva2t_vuYy8/WAzyQhKtAqI/AAAAAAAAWCo/uZSJf37PWK4k0PQ3UrcqpRLOCzOCaqfRACEw/s1600/Canyoning%2BMagra%2Bcell%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-cva2t_vuYy8/WAzyQhKtAqI/AAAAAAAAWCo/uZSJf37PWK4k0PQ3UrcqpRLOCzOCaqfRACEw/s320/Canyoning%2BMagra%2Bcell%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%25285%2529.jpg" width="179" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ambiente</td></tr>
</tbody></table>
L'escursione, se così possiamo definirla, inizia <strong>Pracchiola</strong>, che merita una visita veloce: la fontana all'ingresso del borgo è particolarmente apprezzata per la bontà dell'acqua, quasi sempre si incontra qualcuno fermo a riempire le bottiglie. Non si tratta certo delle poche persone che vivono stabilmente qui, magari è gente arrivata apposta in auto da Pontremoli!<br />
<br />
<br />
Appena dopo la chiesa si stacca in salita a destra un vicolo sotto un'arcata; presto si trasforma in sentiero e conduce fuori dal paese, su per ripidi boschi di castagno. Si segue intuitivamente la traccia più battuta, in ripida salita, fino a uscire in un campo. Lo si risale fino a raggiungere il guard-rail della provinciale presso una curva esposta sul paese di Pracchiola. Tutto questo permette di risparmiarsi una buona dose di tornanti e asfalto!<br />
<br />
Si segue per un paio di km la strada, lasciandosi a destra un'abitazione isolata (l'ultima della valle). Poco dopo sulla sinistra scende una strada sterrata, a tratti invasa dalla vegetazione. La si percorre, e tenendo la sinistra a un bivio si raggiunge in ripida discesa il fiume Magra. Voltare dunque a sinistra lungo il greto, che in questa prima parte è abbastanza pianeggiante.<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-i4UGC_8pvYc/WAzygOxwYII/AAAAAAAAWCo/DrXbghF82uobP5Cwhmb9W2tGscjeusqVwCEw/s1600/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%252819%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-i4UGC_8pvYc/WAzygOxwYII/AAAAAAAAWCo/DrXbghF82uobP5Cwhmb9W2tGscjeusqVwCEw/s320/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%252819%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La seconda calata</td></tr>
</tbody></table>
Poco dopo una frana recente (attenzione a un cavo sospeso) si raggiunge il primo salto d'acqua, che ho superato sulla sinistra con una calata di 7-8 metri su pianta. Lanciando con attenzione la corda si riesce a non pocciarla nel fiume! Ora il torrente scende più ripido e presto presenta una nuova strettoia con cascata. Qui sono salito a sinistra su una placchetta raggiungendo un'altra pianta sul bordo del precipizio: altra calata di una decina di metri, dove lanciare la corda senza bagnarla è quasi impossibile... meglio tenerla avvolta ai lati dell'imbrago - se si è capaci e si ha un paio di cordini!<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-253qkgEu8gI/WAzytyg9WYI/AAAAAAAAWCU/xMbCSKWxbQ4xDqAXmmfDkhVvjuY4Z-g8ACEw/s1600/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%252837%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-253qkgEu8gI/WAzytyg9WYI/AAAAAAAAWCU/xMbCSKWxbQ4xDqAXmmfDkhVvjuY4Z-g8ACEw/s320/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%252837%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Piscio di Pracchiola</td></tr>
</tbody></table>
Un tratto abbastanza placido di torrente prelude al punto più caratteristico della discesa: il cosiddetto Piscio di Pracchiola, dove non è poi così raro incontrare persone che fanno il bagno (io le ho trovate, evidentemente spaventandole con la mia apparizione dall'alto!). Non lontano dal bordo della cascata, sempre sulla sinistra orografica, una vecchia corda unisce due alberi... segno che qualcuno in passato già pensò di attrezzare con una minima sicurezza questa discesa. Io mi sono calato sulla pianta più grande per circa 25 metri, atterrando sul bordo della pozza formata dalla cascata.<br />
<br />
A questo punto ci si può levare l'imbrago e magari fare un bel bagno per ripulirsi dal terriccio... attenzione a non andare sotto la cascata, la forza dell'acqua può "schiacciare" nel fondone anche se la portata del getto sembra innocua! Si riprende a discendere il greto, con qualche ometto del sentiero che raggiunge la cascata da Pracchiola; questo a un certo punto sale a mezza costa nel bosco a sinistra, ma consiglio di seguire ancora il fiume, in questo tratto davvero affascinante.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-ygRsk-skBV0/WAzyoXRowmI/AAAAAAAAWCQ/Xnb5oqnjGrIV8ajzhdDsK1L9QdxI5bffwCEw/s1600/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%252829%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-ygRsk-skBV0/WAzyoXRowmI/AAAAAAAAWCQ/Xnb5oqnjGrIV8ajzhdDsK1L9QdxI5bffwCEw/s320/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%252829%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cascatelle</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Una strettoia con un saltino può essere superata tuffandosi, oppure disarrampicando sempre sulla sinistra (forse II grado... ma l'umidità imbroglia!); occorre poi immergersi fino alla vita per passare sotto una grotta, con strane stratificazioni rocciose a mattoncini. Le successive cascatelle si superano facilmente camminando sulla roccia, stando attenti a non scivolare, dopodiché il greto si allarga decisamente, risucchiando buona parte dell'acqua.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-3fpL3j9nngU/WAzyxRur2-I/AAAAAAAAWCc/5yftMsjkEDsZDGG8wgVTTcPWBPZI7pn-ACEw/s1600/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%252843%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-3fpL3j9nngU/WAzyxRur2-I/AAAAAAAAWCc/5yftMsjkEDsZDGG8wgVTTcPWBPZI7pn-ACEw/s320/Canyoning%2BMagra%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%252843%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Formazioni (arenaria o calcare?) nell'ultimo tratto di discesa</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Facendo attenzione, quando il bosco sulla sinistra diventa pianeggiante, si scorge una traccia di sentiero. La si segue salendo nel bosco, raggiungendo in circa 20' Pracchiola, dove si chiude l'anello. In alternativa (non verificato!) si può proseguire la discesa nel fiume, che sicuramente presenterà almeno un nuovo tratto molto stretto, visibile sotto il ponte appena dopo Pracchiola. Qui non garantisco si riesca a passare senza dover nuotare! Comunque presso la confluenza con il torrente che scende dall'Orsaro sarà sicuramente possibile raggiungere dal basso Pracchiola e l'auto.<br />
<br />
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-iuEdVZ1tsKg/WAzyVvmibVI/AAAAAAAAWCo/02fKbcY43Jw-mJuN8MZK-0vueJIaUdgCACEw/s1600/Canyoning%2BMagra%2Bcell%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%25289%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-iuEdVZ1tsKg/WAzyVvmibVI/AAAAAAAAWCo/02fKbcY43Jw-mJuN8MZK-0vueJIaUdgCACEw/s320/Canyoning%2BMagra%2Bcell%252C%2B15%2Bagosto%2B2016%2B%25289%2529.jpg" width="179" /></a><em>Data uscita: </em>15 Agosto 2016<br />
<em>Punto di partenza: </em>Pracchiola (Pontremoli), 672 m<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: </em>3 ore<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>Passaggi in disarrampicata fino al II grado, calate in corda doppia<br />
<em>Materiale necessario: </em>Imbrago, corda mezza o singola da almeno 60 metri, discensore, sandali, eventualmente muta<br />
<em>Punti d'appoggio: </em>Nessuno<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Piena estate quando il fiume ha scarsa portata<em> </em><br />
<em>Note segnaletica: </em>Tracce non segnate<br />
<em>Accesso stradale: </em>Uscire dall'A15 a Pontremoli e seguire le indicazioni per il Passo della Cisa; a un evidente bivio a ridosso di un tornante, tirare dritto verso il Parco dei Cento Laghi (cartelli Corniglio e Lago Santo) e raggiungere Pracchiola.<br />
<em></em><br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-25298553055140071822016-10-19T18:50:00.001+02:002016-10-19T18:50:40.940+02:00Marmolada, via normale. Un ghiacciaio nel cuore delle Dolomiti<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-toMXzSjzQjk/WAUASe__2mI/AAAAAAAAWBg/lvtzxfzpfyQq7489urU5ZQgvgBRS_hmhACEw/s1600/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a> </div>
La "<strong>Regina delle Dolomiti</strong>" è una meta attraente, quasi irrinunciabile, per ogni amante della montagna. A maggior ragione per chi, come il sottoscritto, ne ha calcate ancora poche di cime dei monti Pallidi. Dolomiti famose per la roccia e le ferrate, ma che racchiudono anche qualche brano di neve perenne: e quello che ricopre a nord la <strong>Marmolada</strong> è l'unico che può definirsi ghiacciaio - vedremo per quanto ancora!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-fIfozd5gpAc/WAUATQDHoZI/AAAAAAAAWBg/ZTuj5WWyjc8GpfSbicKVu8zC87g1p4AkgCEw/s1600/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%252822%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-fIfozd5gpAc/WAUATQDHoZI/AAAAAAAAWBg/ZTuj5WWyjc8GpfSbicKVu8zC87g1p4AkgCEw/s400/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%252822%2529.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Marmolada, vista verso il Sella</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
La salita alla Marmolada è breve ma a suo modo completa, ed è da considerare alpinistica. L'attraversamento del <strong>ghiacciaio</strong> va effettuato in conserva, per via dei <strong>crepacci</strong> che stagione dopo stagione si fanno sempre più insidiosi; è probabile inoltre trovare ghiaccio vivo nei primi pendii. Anche il fattore traffico va preso in considerazione: la ferrata della normale funge da perfetto tappo, siccome attacca subito dopo la terminale ed è percorsa in discesa anche da chi è salito per la cresta ovest (ferrata della Marmolada). <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-xylMEBEI1-M/WAUAIakmP8I/AAAAAAAAWBg/VM_fk3ZFm_MYDrWTZM4xg2MEi6fmmazZwCEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252816%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://3.bp.blogspot.com/-xylMEBEI1-M/WAUAIakmP8I/AAAAAAAAWBg/VM_fk3ZFm_MYDrWTZM4xg2MEi6fmmazZwCEw/s320/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252816%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Salita su ghiacciaio</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
Se non si ama fare la fila o cimentarsi in sorpassi azzardati, meglio salire e scendere presto, prima che apra la cestovia del<strong> passo Fedaia</strong>... o meglio ancora, fuori stagione! Non è stato questo il caso nostro... partiti comodamente da Pozza di Fassa in un sabato mattina di inizio agosto, abbiamo preso la cabinovia per risparmiare tempo e fatica.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-5pL2Otz8s34/WAUAN-VmgII/AAAAAAAAWBg/qPsChABImaEFjsQY-uJ21JOtnox2XrbkQCEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%25288%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://4.bp.blogspot.com/-5pL2Otz8s34/WAUAN-VmgII/AAAAAAAAWBg/qPsChABImaEFjsQY-uJ21JOtnox2XrbkQCEw/s320/Ta%2BMont%2BReflex%2B%25288%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Coda all'inizio della neve</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Da <strong>Pian dei Fiacconi</strong> abbiamo subito capito che saremmo saliti in nutrita compagnia. Del resto non c'è fretta: la giornata è stabile, una nevicatina fuori stagione in quota ha ammantato le vette più alte offrendoci uno spettacolo straordinario. E anche noi siamo lenti, almeno a prepararci! Per Fabio è la prima conserva, per Matteo la terza, per me la quinta o poco più.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-toMXzSjzQjk/WAUASe__2mI/AAAAAAAAWBg/lvtzxfzpfyQq7489urU5ZQgvgBRS_hmhACEw/s1600/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-toMXzSjzQjk/WAUASe__2mI/AAAAAAAAWBg/lvtzxfzpfyQq7489urU5ZQgvgBRS_hmhACEw/s320/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%25282%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Matteo e Fabio</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Mentre risaliamo il ghiacciaio, arriva la nebbia a ingrigire un po' il paesaggio, rendendolo più suggestivo e severo. Si aprono sprazzi di sereno ogni tanto, e dopo la ferrata - con annessi intoppi con chi sta già scendendo - abbiamo il piacere di uscire dalle nuvole! Caffè e grappa costano uguali nel rifugio più alto del Trentino Alto Adige, la <strong>Capanna Punta Penia</strong>. E io naturalmente cedo al caffè!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-cZkXI0R6soU/WAUAWAi8NwI/AAAAAAAAWBg/YOvdcfXPO7Idec2i_ZtBWVneH8TYduuZQCEw/s1600/indovina.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://1.bp.blogspot.com/-cZkXI0R6soU/WAUAWAi8NwI/AAAAAAAAWBg/YOvdcfXPO7Idec2i_ZtBWVneH8TYduuZQCEw/s320/indovina.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Capanna Punta Penia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La discesa - stavolta a piedi fino al Passo Fedaia - è un po' guastata da un malore venuto a Matteo, che non ha bevuto nulla durante tutta la salita... recupererà la sera con gli interessi! Una bella giornata con una cordata po' improvvisata ma efficiente.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-bx3hVtk79Xc/WAUAQiNT18I/AAAAAAAAWBg/XXa9OZAmrhQVhWJwOetJ-wFKve_ci06IwCEw/s1600/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%252814%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="179" src="https://4.bp.blogspot.com/-bx3hVtk79Xc/WAUAQiNT18I/AAAAAAAAWBg/XXa9OZAmrhQVhWJwOetJ-wFKve_ci06IwCEw/s320/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%252814%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Crestone nord della via normale</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-toMXzSjzQjk/WAUASe__2mI/AAAAAAAAWBg/lvtzxfzpfyQq7489urU5ZQgvgBRS_hmhACEw/s1600/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%25282%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a> </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-J5qdd6kl088/WAUAML6o_sI/AAAAAAAAWBg/eMYWsRQXL_4a38C0_mxdZmTxIShzm5rNACEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252839%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-J5qdd6kl088/WAUAML6o_sI/AAAAAAAAWBg/eMYWsRQXL_4a38C0_mxdZmTxIShzm5rNACEw/s320/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252839%2529.JPG" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vetta!</td></tr>
</tbody></table>
<em>Data uscita: </em>6 Agosto 2016<br />
<em>Punto di partenza: </em>Pian dei Fiacconi (2633)<br />
<em>Punto più elevato: </em>Marmolada, Punta Penia (3343)<br />
<em>Dislivello in salita: </em>610<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: </em>4 ore<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>PD-<br />
<em>Punti d'appoggio: </em>Rifugio Pian dei Fiacconi, Capanna Punta Penia<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Ufficialmente estate, per evitare il traffico meglio tarda primavera o autunno; valutare le condizioni del ghiacciaio<br />
<em>Note segnaletica: </em>Ometti e traccia su ghiacciaio (ben battuta)<br />
<em>Accesso stradale: </em>Il Passo Fedaia si raggiunge percorrendo tutta la val di Fassa salendo dal Trentino, oppure dalla valle Agordina se si viene dal Veneto.<br />
<em>Note: </em>La cabinovia Fedaia - Pian dei Fiacconi è aperta solitamente da metà Giugno a metà Settembre. Gli orari sono 8.30 - 17, il prezzo di 6 euro sola salita, 10 andata e ritorno.<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-6nII4I8cD9o/WAUATwY0tbI/AAAAAAAAWBg/6JnOcU3MRFMWaoNOY4wPiZNpTzFvjK2hQCEw/s1600/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%252837%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="179" src="https://1.bp.blogspot.com/-6nII4I8cD9o/WAUATwY0tbI/AAAAAAAAWBg/6JnOcU3MRFMWaoNOY4wPiZNpTzFvjK2hQCEw/s320/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%252837%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista verso il Lago Fedaia</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-Y1wHZ8ZZMLc/WAUAVa_Pd-I/AAAAAAAAWBg/VU51lShev4E1V0HwzQHwFaHdTt_74hgSwCEw/s1600/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%252845%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="179" src="https://3.bp.blogspot.com/-Y1wHZ8ZZMLc/WAUAVa_Pd-I/AAAAAAAAWBg/VU51lShev4E1V0HwzQHwFaHdTt_74hgSwCEw/s320/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%252845%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ghiacciaio in sofferenza...</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-T5pNM5HFRuM/WAUAJiKYMCI/AAAAAAAAWBg/9rkg_aXKnlAVU5j-SSJapmQiBVehL6ISgCEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252823%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-T5pNM5HFRuM/WAUAJiKYMCI/AAAAAAAAWBg/9rkg_aXKnlAVU5j-SSJapmQiBVehL6ISgCEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252823%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-UXCg2p_gi7M/WAUAReMfntI/AAAAAAAAWBg/mGJLDVLbUP0pfXzwk6sTm6GVwfCaQ2OKQCEw/s1600/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%252810%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-UXCg2p_gi7M/WAUAReMfntI/AAAAAAAAWBg/mGJLDVLbUP0pfXzwk6sTm6GVwfCaQ2OKQCEw/s320/Ta%2BMont%2BSamsung%2B%252810%2529.jpg" width="179" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'inizio della ferrata con la terminale</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-T5pNM5HFRuM/WAUAJiKYMCI/AAAAAAAAWBg/9rkg_aXKnlAVU5j-SSJapmQiBVehL6ISgCEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252823%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
</a><br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-T5pNM5HFRuM/WAUAJiKYMCI/AAAAAAAAWBg/9rkg_aXKnlAVU5j-SSJapmQiBVehL6ISgCEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252823%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><br />
</a><div style="text-align: left;">
<br /></div>
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-T5pNM5HFRuM/WAUAJiKYMCI/AAAAAAAAWBg/9rkg_aXKnlAVU5j-SSJapmQiBVehL6ISgCEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252823%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
</a><a href="https://3.bp.blogspot.com/-T5pNM5HFRuM/WAUAJiKYMCI/AAAAAAAAWBg/9rkg_aXKnlAVU5j-SSJapmQiBVehL6ISgCEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252823%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><br />
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-T5pNM5HFRuM/WAUAJiKYMCI/AAAAAAAAWBg/9rkg_aXKnlAVU5j-SSJapmQiBVehL6ISgCEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252823%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"></a><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-T5pNM5HFRuM/WAUAJiKYMCI/AAAAAAAAWBg/9rkg_aXKnlAVU5j-SSJapmQiBVehL6ISgCEw/s1600/Ta%2BMont%2BReflex%2B%252823%2529.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
</a><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-48977844163002603322016-10-09T15:34:00.001+02:002016-10-09T15:34:48.657+02:00Presanella, anello dal rifugio Segantini per nuova ferrata e Passo dei Quattro CantoniLo scorso era stato l'anno del Brenta, questo è stato l'anno di <strong>Adamello e Presanella</strong>. Due montagne che tempo fa mi ero prefisso come obiettivi, ma che quest'estate si sono entrambe rivelate... ripieghi, seppur nobilissimi! Il primo per il meteo incerto, la seconda - che puntavamo a salire per la cresta nord-est - per le recenti nevicate.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-IF5uel7RQUA/V_gCRgvJ58I/AAAAAAAAV5A/j4nFdqJlcQEtv9DnSImf5if4RJXcO5GQgCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252851%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-IF5uel7RQUA/V_gCRgvJ58I/AAAAAAAAV5A/j4nFdqJlcQEtv9DnSImf5if4RJXcO5GQgCEw/s400/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252851%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alba sul Brenta dall'alta val d'Amola</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Al<strong> Rifugio Segantini</strong> ci presentiamo gasatissimi, con due piccozze, friends, nuts, mezza corda, viti... ma ci pensa il rifugista a svitare il tappo della bottiglia per farne uscire un po' di anidride granitica: la cresta non è più stata percorsa nelle ultime settimane, per le brutte condizioni dell'ultima parte sotto la vetta, su ghiaccio vivo; negli scorsi giorni oltre tutto ha nevicato in quota, lasciando probabilmente un po' sporche le placche.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-7lj_AO-kNKQ/V_gCLyxR_6I/AAAAAAAAV5A/zacnb72heFQAFl7NAZ5GbPItI0HOJXXkACEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252834%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-7lj_AO-kNKQ/V_gCLyxR_6I/AAAAAAAAV5A/zacnb72heFQAFl7NAZ5GbPItI0HOJXXkACEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252834%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rifugio Segantini</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Dopo un'abbondante cena e un'occhiata all'interessante biblioteca del rifugio, ci ficchiamo a letto ancora intenzionati a provare la cresta, che nel pomeriggio non siamo riusciti a vedere bene perché coperta dalle nuvole. Ora il cielo è limpido e stellato, promette una domenica dal meteo impeccabile, fuori non è così freddo... chissà, magari la neve sulle rocce si è sciolta!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-gmv7arRu9Yk/V_pGLr57jaI/AAAAAAAAV5Y/iVhUW2tpbIcaISvGJ6aiLK4jH6unWts6wCLcB/s1600/WP_20160924_20_24_14_Pro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-gmv7arRu9Yk/V_pGLr57jaI/AAAAAAAAV5Y/iVhUW2tpbIcaISvGJ6aiLK4jH6unWts6wCLcB/s320/WP_20160924_20_24_14_Pro.jpg" width="179" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una perla</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-z30Kv_MJaXE/V_gCOKcMckI/AAAAAAAAV5A/pZ3-UzIY_6kwcjqUMPWjbis__qntAr9eACEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252843%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-z30Kv_MJaXE/V_gCOKcMckI/AAAAAAAAV5A/pZ3-UzIY_6kwcjqUMPWjbis__qntAr9eACEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252843%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le uniche piccozze nel rifugio... quattro per due persone. Troppe!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La mattina siamo i primi a lasciare il rifugio, con gli zaini carichi di tutto l'occorrente per la cresta. Ci portiamo velocemente sul filo della morena sotto ciò che resta della <strong>vedretta d'Amola</strong>: ora la cresta nord est si vede bene, ed è inequivocabilmente innevata. Non ci sentiamo di andare a tribolare su tiri di III grado in quelle condizioni, con l'incognita dell'uscita sulla pala ghiacciata... Né io né Alberto siamo mai stati sulla Presanella, e sarebbe un peccato rischiare non solo la pellaccia, ma anche il piacere della vetta in una giornata tanto limpida!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-Uo4Isn4Hi_A/V_gCPbx4AlI/AAAAAAAAV5A/bfq22nJkfP4GcMu1W8TUtzixjhdOh3VwwCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252847%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-Uo4Isn4Hi_A/V_gCPbx4AlI/AAAAAAAAV5A/bfq22nJkfP4GcMu1W8TUtzixjhdOh3VwwCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252847%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Primo bagliore</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Così oltrepassiamo senza troppi patemi la traccia diretta alla Bocca d'Amola, dove comincia la cresta nord-est, e proseguiamo sulla ben segnata via normale. I primi raggi di sole lambiscono la Presanella e il possente <strong>Monte Nero</strong>; mentre alle nostre spalle si staglia in controluce il profilo seghettato delle Dolomiti di Brenta. Presto tutto il vallone pietroso si colora di rosso caldo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-IQAoVYFTz74/V_gCXYPOXNI/AAAAAAAAV5A/JZEVP0ugJKQqNpZlodCl--49mYrDg931wCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252858%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-IQAoVYFTz74/V_gCXYPOXNI/AAAAAAAAV5A/JZEVP0ugJKQqNpZlodCl--49mYrDg931wCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252858%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alba sul Monte Nero</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-HLMXDFbI12M/V_gCgprBZqI/AAAAAAAAV5A/bNywh-C5RZgVJD-Wxx0YgCWA-vZ6gQ-xACEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252869%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-HLMXDFbI12M/V_gCgprBZqI/AAAAAAAAV5A/bNywh-C5RZgVJD-Wxx0YgCWA-vZ6gQ-xACEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252869%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Monte Nero e Presanella: a destra la cresta nord est</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Un facile nevaio ci porta all'inizio della <strong>nuova via ferrata</strong>, che aggira il passaggio più pericoloso della vecchia via normale, cioè la bocchetta di monte Nero, nota per le numerose scariche di sassi. Con l'aiuto di staffe di ferro e pioli, si guadagna velocemente quota al centro di una parete compatta, raggiungendo l'esposto filo di cresta: da qui compare il Caré Alto, e ai nostri piedi si stende la sassosissima val Nardis.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-i8Nvw4h6Oq4/V_gC1vCaJII/AAAAAAAAV5E/8pi2YJo9eDQr6UpM-z6iSh5TdvXfribzwCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252891%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-i8Nvw4h6Oq4/V_gC1vCaJII/AAAAAAAAV5E/8pi2YJo9eDQr6UpM-z6iSh5TdvXfribzwCEw/s400/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%252891%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nuova ferrata della Presanella presso la Bocchetta di monte Nero</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Ora la ferrata supera una ripida ma breve discesa, per poi costeggiare su sfasciumi medio-piccoli la cresta del monte Nero: una faticaccia! Nuovo tratto di roccette e guadagniamo finalmente il crestone est. La vetta è ormai vicina, ma fra noi e lei si frappone un breve tratto di cresta piuttosto affilato. Sul filo sono presenti fittoni nuovi, ma noi seguiamo la ferrata, che scende a sinistra proseguendo su una comoda cengia.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-eg1Vo6EmHX4/V_gAjyTX0dI/AAAAAAAAV5A/865DcW8tMqk-RZB6JOsnK1CufqH4x9ZrwCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528100%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-eg1Vo6EmHX4/V_gAjyTX0dI/AAAAAAAAV5A/865DcW8tMqk-RZB6JOsnK1CufqH4x9ZrwCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528100%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il paretone est della Presanella</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Una breve risalita ci conduce al <strong>Bivacco Orobica (3382)<em>, </em></strong>dove una famiglia con bambini ha pernottato ed è già di rientro dalla vetta. Qui ci raggiungono altre due coppie partite dal rifugio: ormai la Presanella è trafficata! Poche le piccozze sugli zaini, del resto servono davvero a poco con queste condizioni.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-MRtS4j9wd_0/V_gAmiFkEdI/AAAAAAAAV5A/f15AEPspeZY15a4S8bmrffcvt3LWMCmVgCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528113%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-MRtS4j9wd_0/V_gAmiFkEdI/AAAAAAAAV5A/f15AEPspeZY15a4S8bmrffcvt3LWMCmVgCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528113%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il crestone est</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-vBNqiWzAyCk/V_gAtZem1JI/AAAAAAAAV5A/V39Fao1ssTcDZ4yAIAgSgFQcdflyWptCwCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528115%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-vBNqiWzAyCk/V_gAtZem1JI/AAAAAAAAV5A/V39Fao1ssTcDZ4yAIAgSgFQcdflyWptCwCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528115%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bivacco Orobica</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dopo il bivacco c'è un tratto di cresta sfasciumoso, con qualche elementare passo di arrampicata, poi un facile pendio nevoso che porta alla croce di <strong>vetta (3558).</strong> Ci godiamo con la dovuta calma il panorama grandioso, con gli scivoli innevati della parete nord, la cresta nord est innevata come ci aspettavamo, e tutto il grande campionario delle Alpi Retiche.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-kiRcv4XCmbQ/V_gA-IzlImI/AAAAAAAAV5A/CWHBf8Ij77wl6E37pLBfMX9uGZANDPFxgCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528135%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-kiRcv4XCmbQ/V_gA-IzlImI/AAAAAAAAV5A/CWHBf8Ij77wl6E37pLBfMX9uGZANDPFxgCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528135%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Parete N e cresta NE</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-TLx8o1byc_U/V_gA_ch6i1I/AAAAAAAAV5A/pPyUgBi7jA09Y41fRrccn2x-KQWBLQwSgCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528143%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-TLx8o1byc_U/V_gA_ch6i1I/AAAAAAAAV5A/pPyUgBi7jA09Y41fRrccn2x-KQWBLQwSgCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528143%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto di vetta senza zaini!</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Per la discesa convinco Alberto a cambiare percorso: dopo il bivacco non scenderemo con la nuova ferrata, bensì seguiremo pressappoco la classica - e pochissimo frequentata - via normale da sud, che ha come appoggio il <strong>Bivacco Roberti</strong>. Si tratterebbe della via di salita alla Presanella più facile e sicura; il suo unico problema è che brucia più di 2500 metri di dislivello, dalla Cascata di Nardis in val di Genova fino alla vedretta omonima!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-VpDAw0ifZ_Q/V_gBOt5SGrI/AAAAAAAAV5A/_ISnqK9ZVHk0RePPI7CpE8zyYU-BwBFtQCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528162%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-VpDAw0ifZ_Q/V_gBOt5SGrI/AAAAAAAAV5A/_ISnqK9ZVHk0RePPI7CpE8zyYU-BwBFtQCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528162%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Deboli tracce</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-EhtUIayIkXQ/V_gBVigNwFI/AAAAAAAAV5A/P-X8-ESypx4kO4tuwuHwn4lkLOkqcOCfgCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528163%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-EhtUIayIkXQ/V_gBVigNwFI/AAAAAAAAV5A/P-X8-ESypx4kO4tuwuHwn4lkLOkqcOCfgCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528163%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Val Nardis</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dopo il bivacco Orobica e il saliscendi attrezzato sotto la cresta, abbandoniamo i bolli rossi seguiti all'andata e proseguiamo sul largo crestone che guarda a sud-ovest (qualche ometto). A un certo punto occorre spostarsi in un canalone detritico che scende a sinistra, dove i pochi ometti presto si vanno a confondere dentro un autentico oceano di pietra. Scoprirò soltanto dopo che questa non è la via normale sud, la quale si tiene più vicina alla Vedretta di Nardis e non passa dal Bivacco Orobica.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-CMsHE5IdZ6o/V_gBZLuorEI/AAAAAAAAV5A/v9svm7PjobMeODUPTcVUttgKBvBYYubNACEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528170%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://3.bp.blogspot.com/-CMsHE5IdZ6o/V_gBZLuorEI/AAAAAAAAV5A/v9svm7PjobMeODUPTcVUttgKBvBYYubNACEw/s400/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528170%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Granito e dolomia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Di fronte a noi l'immensa, brulla <strong>val Nardis</strong>, con l'Adamello sempre sullo sfondo. La nostra intenzione è raggiungere il passo dei Quattro Cantoni per tornare in val d'Amola, quindi non dobbiamo scendere troppo. Appena possiamo traversiamo a sinistra su grandi rocce montonate, superando un ruscelletto. Incontriamo anche alcuni ometti e qualche segno rosso che, sempre su terreno scomodo con grandi massi, ci porta a intercettare il sentiero SAT 219.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-n9gyDIp56iM/V_gBnfwWgjI/AAAAAAAAV5A/nKk7Xtx2OtUINBLIj0IxYtY-8do0_94hgCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528190%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-n9gyDIp56iM/V_gBnfwWgjI/AAAAAAAAV5A/nKk7Xtx2OtUINBLIj0IxYtY-8do0_94hgCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528190%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Passo dei Quattro Cantoni</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Un ultimo strappo (breve tratto attrezzato) ci porta al bell'intaglio del <strong>Passo dei Quattro Cantoni</strong> (2781). Nuovo scorcio da brivido sul Brenta, con ai lati le pareti verticali che caratterizzano questo versante della val d'Amola. Costeggiamo la base della Torre dei Quattro Cantoni, o Campanile di san Giusto, su cui salgono interessanti vie di arrampicata, e dopo aver pestato ancora una buona dose di sassi, arriviamo affamati al rifugio Segantini, ancora in tempo per un piatto caldo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-57pGW8M9N-Y/V_gByvxiAWI/AAAAAAAAV5A/J5mV-1CNDnc0E92L3lagVpQbantipdo4ACEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528202%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-57pGW8M9N-Y/V_gByvxiAWI/AAAAAAAAV5A/J5mV-1CNDnc0E92L3lagVpQbantipdo4ACEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528202%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ai piedi della Torre dei Quattro Cantoni</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<em>Data uscita: </em>24-25 settembre 2016<br />
<em>Punto di partenza: </em>Malga val d'Amola (2020)<br />
<em>Punto più elevato: </em>Cima Presanella (3558)<br />
<em>Dislivello in salita: </em>6<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: </em>4<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>EEA/F+. Alcune relazioni parlano di PD, ma probabilmente si riferiscono ancora alla vecchia via normale dal Segantini. La nuova ferrata - seppure esposta e affatto banale - non richiede un impegno propriamente alpinistico... ovviamente con percorso pulito e meteo sicuro.<br />
<em>Punti d'appoggio: </em>Rifugio Segantini, Bivacco Orobica<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Estate/inizio autunno<br />
<em>Note segnaletica: </em>Ottima SAT fino al Rifugio Segantini, abbondanti bolli rossi lungo la via normale, ometti molto radi nella discesa da noi scelta. Di nuovo SAT da sotto il Passo Quattro Cantoni al Segantini<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-jwh_j7ppGx4/V_gCINbGchI/AAAAAAAAV5A/Vd-Y520oW8goXLvLLWYYpiwvDaY02j4ZQCEw/s1600/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528220%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-jwh_j7ppGx4/V_gCINbGchI/AAAAAAAAV5A/Vd-Y520oW8goXLvLLWYYpiwvDaY02j4ZQCEw/s320/Presanella%252C%2B24-25%2Bsettembre%2B2016%2B%2528220%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Parcheggio sotto Malga d'Amola</td></tr>
</tbody></table>
<em>Accesso stradale: </em>Da Pinzolo proseguire verso Madonna di Campiglio; prima di Sant'Antonio di Mavigliola svoltare a sinistra (indicazioni Val Nambrone). Seguire la lunga stradina, stretta ma asfaltata, per una decina di km. Si raggiunge un bivio: a destra la strada prosegue verso il rifugio Laghi Cornisello, a sinistra - sterrata - verso il rifugio Segantini. Tratto di circa 2 km sconsigliato con macchine molto basse per via di qualche buca e pecca di troppo. Parcheggiare appena prima di un ponte, in vista di Malga d'Amola.<br />
<em>Note: </em>Le condizioni della normale alla Presanella possono variare molto a seconda ci sia neve e ghiaccio o meno in quota... contattare preventivamente il rifugio, e considerare che una piccozza e un paio di ramponi - se non proprio la corda! - a 3500 metri non stanno mai male dentro lo zaino.<br />
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-42200883434211187152016-09-19T21:30:00.004+02:002016-09-19T21:30:55.502+02:00Mont Velan, via normale italiana. Un viaggio alle radici dell'alpinismo<strong>31 agosto 1779</strong>: l'abate Murith dell'Ospizio del Gran San Bernardo sale il <strong>Mont Velan</strong>, 3731 metri. Prima di allora erano state raggiunte le vette di montagne anche impegnative, come il Corno Grande o il Rocciamelone: si tratta di imprese avvolte in un alone quasi leggendario, ma sporadiche. Fatta eccezione per i cacciatori più temerari, l'uomo si teneva più al largo possibile dalle montagne: luoghi eletti a dimora di dei o di demoni, o più semplicemente da banditi; ambienti da attraversare il più in fretta possibile, per i valici più bassi e sicuri.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-W_I950CdVsg/V9q5mjvFndI/AAAAAAAAVvY/BrZT579dy7k9ytfW0dkdmgEzgPwPYl22gCPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528133%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://3.bp.blogspot.com/-W_I950CdVsg/V9q5mjvFndI/AAAAAAAAVvY/BrZT579dy7k9ytfW0dkdmgEzgPwPYl22gCPcB/s400/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528133%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Partenza notturna dal Bivacco Savoie</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
La salita al Velan rappresenta un cambio di rotta importante: spinto insieme da curiosità scientifica e slancio devozionale, l'uomo inizia ad avventurarsi sulle grandi distese glaciali. Certo, per <strong>l'abate Murith</strong>, residente a più di 2500 metri, salire la montagna che vedeva tutte le mattine dovette risultare meno faticoso rispetto a un qualsiasi scienziato torinese o ginevrino; ma è il cambio di mentalità che conta. Soltanto otto anni dopo l'impresa dello svizzero, nel 1786, fu la volta del monte Bianco; e nel giro di un secolo, tutte le più importanti vette delle Alpi sarebbero state "conquistate".<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-AWwUDjshpso/V9q53euyaQI/AAAAAAAAVvY/DiF7zPtfnt4VEFSz4xXZR0PD8hVQbL5EgCPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528293%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://3.bp.blogspot.com/-AWwUDjshpso/V9q53euyaQI/AAAAAAAAVvY/DiF7zPtfnt4VEFSz4xXZR0PD8hVQbL5EgCPcB/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528293%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il mont Velan</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
La salita al Velan è quindi prima di tutto un salto nel passato, agli albori dell'alpinismo. A dire il vero la <strong>via normale italiana</strong>, da noi seguita, sale sul versante opposto a quello seguito dal Murith: si tratta di un itinerario completo e di ampio respiro, con più di <strong>2000 metri di dislivello</strong> attivo. Soltanto l'ultima parte di salita è su ghiacciaio, mentre per gran parte del tempo ci si destreggia su erba e roccia - piuttosto marcia!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-fHGP0-4hQTo/V-AX6hW88cI/AAAAAAAAVxk/j2tBbTDiUx8_VkaELqcrDZtzBI04_FJUACLcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528175%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="https://4.bp.blogspot.com/-fHGP0-4hQTo/V-AX6hW88cI/AAAAAAAAVxk/j2tBbTDiUx8_VkaELqcrDZtzBI04_FJUACLcB/s400/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528175%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La cresta est</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Punto di partenza è il grazioso paesino di <strong>Glacier</strong> (1549), l'ultimo della valle di Ollomont, laterale della Valpelline. Ci troviamo ai piedi della<strong> Conca di By</strong>, ampio alpeggio circondato da montagne imponenti, fra le quali spicca il <strong>Gran Combin</strong>. Presso il parcheggio (fontana e bar con spaccio formaggi) inizia la sterrata diretta al bivacco Savoie, che sale dolcemente in direzione di una bella cascata.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-6oLWPuVtWl0/V9q5n_bz0RI/AAAAAAAAVvY/k2tAeM2Rxz4NQNEgo7oDPV0pdo4IebhQACPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%252816%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-6oLWPuVtWl0/V9q5n_bz0RI/AAAAAAAAVvY/k2tAeM2Rxz4NQNEgo7oDPV0pdo4IebhQACPcB/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%252816%2529.JPG" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alberto e la cascata sopra Glacier</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
Fare attenzione dopo un paio di tornanti a un bivio: il sentiero si stacca a sinistra, proprio sotto la cascata, e comincia a guadagnare quota velocemente. Saliamo bersagliati dal primo pomeriggio, senza un alito di vento, con zaini dal peso imbarazzante! Raggiungiamo un primo <strong>alpeggio</strong> dove ci abbeveriamo, dunque la salita prosegue sui <strong>prati spogli</strong>, ma fortunatamente meno ripida di prima.</div>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-q_iZaKaWBtg/V9q55pndJxI/AAAAAAAAVvY/BRTlt7cQv28wCAuoS1s1JzZCkIcMZJ4TQCPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%252843%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://4.bp.blogspot.com/-q_iZaKaWBtg/V9q55pndJxI/AAAAAAAAVvY/BRTlt7cQv28wCAuoS1s1JzZCkIcMZJ4TQCPcB/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%252843%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Breathing!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Eccoci a una grande piana al centro della valle, tagliata da diverse stradine bianche. Seguiamo il sentiero indicato dalle frecce gialle, che sale nuovamente senza tanti complimenti e senza tanta ombra fino al <strong>bivacco Savoie</strong> (possibili varianti). Dopo 1100 metri di dislivello sotto il solleone siamo piuttosto provati, ma il bivacco è quanto di più <strong>accogliente</strong> ci si possa aspettare!<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-rNLfwVusVog/V-ATdOOdNHI/AAAAAAAAVw8/gJVuNyTAc582FBFGV5SH3OePEdXHJf3IwCEw/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%252875%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-rNLfwVusVog/V-ATdOOdNHI/AAAAAAAAVw8/gJVuNyTAc582FBFGV5SH3OePEdXHJf3IwCEw/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%252875%2529.JPG" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ultime fatiche prima del bivacco</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-MyWsgqtgtuI/V-ATe4z8NCI/AAAAAAAAVxE/yTHJwn9DCGINeop3L6hKEbpPjV_uSmygQCEw/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%252880%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-MyWsgqtgtuI/V-ATe4z8NCI/AAAAAAAAVxE/yTHJwn9DCGINeop3L6hKEbpPjV_uSmygQCEw/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%252880%2529.JPG" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Panorama sulla val d'Aosta</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Una bella fontana all'ingresso, tavoli di legno con tanto di vasi di fiori finti all'interno, materassi comodi e coperte a volontà, morbidi prati fioriti attorno alla costruzione sui quali spiaggiarsi godendoci l'ultimo sole. Ci sono pure <strong>fornello e stoviglie</strong>, che ingenuamente (ma nel dubbio...) abbiamo portato pure noi fino su. Un foglio con riportato l'IBAN della <strong>Società Guide Alpine della Valpelline</strong> indica di lasciare una <strong>mancia di 5 euro </strong>a testa per l'utilizzo del <strong>gas</strong> e del bivacco. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-msVbXdKmxxM/V9q5-yQ3x0I/AAAAAAAAVvY/xrlJbDccI4gA906L0H1UwXYxKk0JMni3QCPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%252883%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://4.bp.blogspot.com/-msVbXdKmxxM/V9q5-yQ3x0I/AAAAAAAAVvY/xrlJbDccI4gA906L0H1UwXYxKk0JMni3QCPcB/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%252883%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bi(S)vacco</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ceniamo abbastanza presto per sfruttare la luce e apprezzare il bellissimo <strong>tramonto su Gran Paradiso</strong> e Grivola. Ormai è agosto inoltrato e le giornate si sono fatte più brevi. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-UNxSzJanz1A/V-ATLUzT4bI/AAAAAAAAVwU/LulGA7BjjpU_qiCSEsCUF7ZeZzTFKXkJQCEw/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528114%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-UNxSzJanz1A/V-ATLUzT4bI/AAAAAAAAVwU/LulGA7BjjpU_qiCSEsCUF7ZeZzTFKXkJQCEw/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528114%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tramonto dal bivacco Savoie</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Tempo per qualche foto con lunga esposizione sulle stelle - riguardandole mi sono sorpreso di quante luci ci fossero sparse fra le montagne - e andiamo a testare i <strong>materassi</strong>.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-SFEQmmsnm5k/V-AUQ1SOK9I/AAAAAAAAVxQ/JhmH6zjgKGo8iefvDKMCN7sNhYdgaXOHwCLcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528132%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://2.bp.blogspot.com/-SFEQmmsnm5k/V-AUQ1SOK9I/AAAAAAAAVxQ/JhmH6zjgKGo8iefvDKMCN7sNhYdgaXOHwCLcB/s400/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528132%2529.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-tetf9qxJCIg/V9q5l5ZWVKI/AAAAAAAAVvY/tbUo9fMBGf09YhtaJ33RY2poaQ-zSPCfACPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528128%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="263" src="https://4.bp.blogspot.com/-tetf9qxJCIg/V9q5l5ZWVKI/AAAAAAAAVvY/tbUo9fMBGf09YhtaJ33RY2poaQ-zSPCfACPcB/s400/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528128%2529.JPG" width="400" /></a></div>
<br />
La mattina ovviamente tutto al buio, compresa la partenza a piedi. Conviene al proposito dare un'occhiata alla traccia la sera prima, come ha fatto il saggio Alberto mentre noi eravamo arenati al sole! Dal bivacco si scende un poco lungo il sentiero dell'andata fino a una sorgente; lo si abbandona poco dopo per traversare verso sinistra fino all'immensa <strong>pietraia</strong> che scende dal <strong>Col du Valsorey</strong> (3107). <br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-af58A5t3Ab0/V-ATQVszz8I/AAAAAAAAVwk/HUg5TNlt9ucKsEm0R2VaR-INRBSIV3eyQCEw/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528295%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://4.bp.blogspot.com/-af58A5t3Ab0/V-ATQVszz8I/AAAAAAAAVwk/HUg5TNlt9ucKsEm0R2VaR-INRBSIV3eyQCEw/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528295%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La coda del Ghiacciaio di Valsorey</td></tr>
</tbody></table>
Non la si risale subito, ma si continua a traversare su terreno "pianeggiante" fino a un costone erboso: questo è la traccia di salita più logica e meno faticosa nella parte iniziale. Presto però l'erba lascia inesorabilmente il posto alle pietre, e i 500 metri di dislivello fino al colle si svolgono tutti su questo terreno ripido e infame. Per fortuna ora ci sono diversi <strong>ometti</strong> a segnare la traccia, più battuta di quanto ci aspettassimo.<br />
<br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-578Vcj7DPTM/V9q5oOKOPnI/AAAAAAAAVvY/KyGA0jdouccotwdvrRQb7tD96Z7J7IhmwCPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528163%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://3.bp.blogspot.com/-578Vcj7DPTM/V9q5oOKOPnI/AAAAAAAAVvY/KyGA0jdouccotwdvrRQb7tD96Z7J7IhmwCPcB/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528163%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alba verso il Gran Combin</td></tr>
</tbody></table>
Appena sotto al piccolo nevaio agonizzante che scende sotto il colle, occorre mantenersi a sinistra e affrontare un <strong>traverso un po' delicato</strong>, specialmente nell'ultima parte. Le difficoltà non superano il primo grado ma la roccia è veramente marcia! Si può anche valutare di salire direttamente il nevaio coi ramponi.<br />
<br />
Dal passo la vista si apre sul versante svizzero, con la lingua finale (nera!) del Glacier du Valsorey. Il Velan è ancora nascosto... La traccia sale a sinistra, guadagnando velocemente quota su un fondo sempre piuttosto instabile, e con tratti esposti. La prima vetta che si raggiunge è quella del <strong>mont Cordine</strong> (3323), e qui finalmente possiamo ammirare la grande calotta di ghiaccio del Velan, arrossata dal primo sole. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-l8Hwzx_7bK0/V9q5o-6bLOI/AAAAAAAAVvY/YuoR2KcwNHYUobOn2icGpB758LRpGBDVQCPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528162%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-l8Hwzx_7bK0/V9q5o-6bLOI/AAAAAAAAVvY/YuoR2KcwNHYUobOn2icGpB758LRpGBDVQCPcB/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528162%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mont Velan</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Questione di secondi e la luce del giorno si posa anche su di noi... è un momento magico!<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-fHGP0-4hQTo/V-AX6hW88cI/AAAAAAAAVxk/j2tBbTDiUx8_VkaELqcrDZtzBI04_FJUACLcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528175%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a> </div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-uFKcRFdXLco/V9q5qsbJo8I/AAAAAAAAVvY/m2nEvJKuATgvSpb2C7F7-1Qo0AFe282mQCPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528170%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://4.bp.blogspot.com/-uFKcRFdXLco/V9q5qsbJo8I/AAAAAAAAVvY/m2nEvJKuATgvSpb2C7F7-1Qo0AFe282mQCPcB/s400/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528170%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cresta affacciata sulla val d'Aosta</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ora la progressione è più divertente, lungo una bellissima cresta affilata e panoramica: da una parte il <strong>ghiacciaio di Valsorey</strong>, dall'altra il baratro sulla val d'Aosta, ancora coperta dalla nebbia: il sole radente del primo mattino illumina le montagne tutto attorno, ma la sfilata dei Quattromila deve ancora iniziare. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-921najo02uY/V-ATMRGtyqI/AAAAAAAAVwY/P-S-n3vU4dYRuQzqk638oLKxf2d6hJPqwCEw/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528197%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://3.bp.blogspot.com/-921najo02uY/V-ATMRGtyqI/AAAAAAAAVwY/P-S-n3vU4dYRuQzqk638oLKxf2d6hJPqwCEw/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528197%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Roccia bella e fragile! </td></tr>
</tbody></table>
<br />
Scendiamo su terreno ripido alla nostra destra fino a una <strong>corda fissa</strong>, che ci permette di raggiungere lo stretto intaglio del <strong>col du Chamois</strong>: qui si può scendere sul ghiacciaio intersecando la via normale svizzera, ma visto il gran numero di crepacci aperti oggi non è il caso di farlo. Proseguiamo quindi sulla cresta, ora più sottile, subito sfruttando una seconda corda fissa - meglio non fidarsene ciecamente! - e poi su facile sentiero fino ai piedi del <strong>Mont Capucin</strong> (3395).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-tMi-4IYzYJ0/V-AV_sH4ZNI/AAAAAAAAVxc/NCBbcXG4MjU1tgT-M9-SGlbYqQbKVXSDACLcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528180%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://3.bp.blogspot.com/-tMi-4IYzYJ0/V-AV_sH4ZNI/AAAAAAAAVxc/NCBbcXG4MjU1tgT-M9-SGlbYqQbKVXSDACLcB/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528180%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Passaggi un po' esposti</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Questo si supera mantenendosi sul filo di cresta (<strong>passaggi di II</strong>) oppure seguendo una bella cengia sul lato ghiacciaio (attenzione in questo caso al traverso finale da fare tassativamente coi ramponi). Superato il Capucin ci troviamo finalmente sul ghiacciaio. La prima parte si affronta stando vicini alla cresta e cercando la traccia migliore fra i tanti massi affioranti. Un breve pendio di <strong>massimo 40 gradi</strong> ci dà un po' da pensare per il ghiaccio vivo... a ritorno lo faremo assicurandoci.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-8MaB-1rX6PQ/V-ATNd8gPaI/AAAAAAAAVwc/I73FzscnpoUnmOmhpI0GcY3jsKtKtUGUACEw/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528209%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-8MaB-1rX6PQ/V-ATNd8gPaI/AAAAAAAAVwc/I73FzscnpoUnmOmhpI0GcY3jsKtKtUGUACEw/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528209%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alla fine del tratto ripido. Dietro svetta il Gran Combin</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dopo questo tratto delicato ci resta soltanto da attraversare la parte finale del ghiacciaio, in direzione della cupola sommitale del Velan. Qui alcuni <strong>piccoli</strong> <strong>crepacci</strong> suggeriscono di procedere in cordata. La quota e gli ormai 1000 metri comodi di salita sulle gambe si iniziano a fare sentire, ma sappiamo che la vetta è vicina. Un traverso a destra in salita (35 gradi circa) con la neve ormai marcia ci permette di raggiungere la enorme, piatta calotta che è la <strong>cima del Velan (3735).</strong><br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-8rmajw49ZG0/V9q52fcl-lI/AAAAAAAAVvY/LAExs5ih86Q3x6IpHDGdrLqMzf6gX3JMwCPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528235%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://4.bp.blogspot.com/-8rmajw49ZG0/V9q52fcl-lI/AAAAAAAAVvY/LAExs5ih86Q3x6IpHDGdrLqMzf6gX3JMwCPcB/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528235%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto di vetta, monte Bianco sullo sfondo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Per me è la quota più alta raggiunta finora, e pensare di essere partito ieri da 1500 mi dà una certa soddisfazione! Il fatto di doverci invece tornare tra non molto e poi proseguire in auto fino a Parma è un po' rattristante, ma ora non ci si pensa: ora ci godiamo il meraviglioso scorcio su tutta la catena del <strong>monte Bianco</strong>, così vicino dietro al Gran San Bernardo, al Rosa più lontano tutto bianco, con davanti la schiera di mastodonti di Zermatt e Zinal, "pezzetti" di Mishabel, e l'enorme <strong>Gran Combin</strong> in primissimo piano. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-Mu9-kyyunFc/V9q5uYsMlMI/AAAAAAAAVvY/U8c38MdWFn8nC4ZwZJ9-pBR_fSllq1xbACPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528233%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="425" src="https://2.bp.blogspot.com/-Mu9-kyyunFc/V9q5uYsMlMI/AAAAAAAAVvY/U8c38MdWFn8nC4ZwZJ9-pBR_fSllq1xbACPcB/s640/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528233%2529.JPG" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In ultimo piano da sinistra: Weisshorn, Dent Blanche, Dom, Alphubel, Dent d'Herens, Cervino, Monte Rosa.<br />
In primo piano il ghiacciaio di Otemma</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Guardando verso la Francia sbucano ghiacciai lontani, probabilmente Vanoise ed Écrins, verso la Svizzera si intravvede il blu del <strong>Lago di Ginevra</strong>. Un alpinista solitario ha raggiunto la vetta poco prima di noi, salendo una cresta sul versante Valsorey; altri due, guida e cliente, arriveranno poco dopo. Facciamo una lunga pausa godendoci la giornata perfetta, ma non possiamo tergiversare troppo, sono quasi le 11, bisogna girare i tacchi...<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-zWe18D4kbxc/V9q52bbXL3I/AAAAAAAAVvY/mgdfbvGKaPQv8RNniOjif2Rcv4dNZCbPQCPcB/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528266%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://2.bp.blogspot.com/-zWe18D4kbxc/V9q52bbXL3I/AAAAAAAAVvY/mgdfbvGKaPQv8RNniOjif2Rcv4dNZCbPQCPcB/s400/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528266%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Discesa sulla cupola sommitale</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La discesa si dimostrerà lunga e faticosa, dal Capucin facciamo anche una micro-calata per superare il tratto più ostico. Arriviamo al bivacco quasi alle 15, mangiamo qualcosa, diamo una sistemata e ci ributtiamo sul lungo sentiero di rientro. Stavolta per fortuna il sole decide di rimanere nascosto tutto il tempo dietro una nuvoletta, risparmiandoci il caldo dell'andata.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-BaxICDTAS7c/V-ATONr7QNI/AAAAAAAAVxY/KrU7OO7xy7gw-Pir-bHt-aI3cYZ9JHdTACEw/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528282%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://3.bp.blogspot.com/-BaxICDTAS7c/V-ATONr7QNI/AAAAAAAAVxY/KrU7OO7xy7gw-Pir-bHt-aI3cYZ9JHdTACEw/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%2528282%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cowboys on snow</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Al baretto di Glacier ci meritiamo una freschissima radler prima di ributtarci sul caldo dell'autostrada. Peccato non potere comprare i formaggi degli alpeggi locali siccome al banco non si è presentato nessuno per mezzora... forse sono così buoni che preferiscono tenerseli! Oppure semplicemente hanno meno voglia di vendere le loro montagne, come nella non lontana Valtournanche.<br />
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-dPtFZg_z1Lo/V-ATazA2iCI/AAAAAAAAVxY/TFp0vY-1THIJ7tn6N9Bx7V9kOl3LN3OGgCEw/s1600/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%25287%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-dPtFZg_z1Lo/V-ATazA2iCI/AAAAAAAAVxY/TFp0vY-1THIJ7tn6N9Bx7V9kOl3LN3OGgCEw/s320/Velan%252C%2B25-26%2Bagosto%2B2016%2B%25287%2529.JPG" width="320" /></a></div>
<strong><em>DATI ESCURSIONE</em></strong><br />
<em>Data uscita: </em>25 - 26 agosto 2016<br />
<em>Punto di partenza: </em>Glacier (1550)<br />
<em>Punto più elevato: </em>Mont Velan (3727)<br />
<em>Dislivello in salita: </em>1100 il primo giorno, 1250 il secondo (e 2350 di discesa)<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: </em>3 ore il primo giorno, 10/12 il secondo<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>PD<br />
<em>Punti d'appoggio: </em>Bivacco Rosazza / Savoie (2651). Acqua lungo il sentiero per il bivacco<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Da luglio a ottobre<br />
<em>Note segnaletica: </em>Frecce gialle e segnali CAI fino al bivacco, poi ometti e traccia su ghiacciaio<br />
<em>Accesso stradale: </em>Uscire dall'A5 ad Aosta e seguire per il Gran San Bernardo. Dopo le gallerie svoltare per Valpelline, superare il paese capoluogo dunque girare a sinistra per Ollomont. Proseguire fino al paesino di Glacier, l'ultimo della valle. Parcheggio con fontana.<br />
<em></em><br />Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-43384824268462395652016-08-24T15:54:00.000+02:002016-08-24T15:54:07.031+02:00Adamello, via normale lombarda dal Rifugio PrudenziniIn certe giornate limpide, le stradine della campagna parmense sembravano puntare dritto dritto verso una gigantesca nuvola bianca e grigia; bianca d'inverno, bianca anche d'estate, almeno fintanto che non avremo annichilito le migliaia e migliaia di tonnellate di ghiaccio che la formano: è l'Adamello, un'immensa pianura di neve affacciata sulla pianura padana.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-a63c4h7eMFY/V7wfo67indI/AAAAAAAAVT8/cdUo1ayAtQs4csSCbbWmAYQ0S-yH2sFeQCLcB/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252837%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-a63c4h7eMFY/V7wfo67indI/AAAAAAAAVT8/cdUo1ayAtQs4csSCbbWmAYQ0S-yH2sFeQCLcB/s400/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252837%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pian di Neve, sullo sfondo il monte Fumo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Quando ancora l'alpinismo era per me un concetto sconosciuto, salire l'Adamello era già un piccolo sogno: da bambino, l'immancabile gita col prete in val di Genova: tutte quelle cascate gonfie di potenza dovevano scaturire da una fonte inesauribile, chissà quanto lontana, quanto in alto! Cominciando ad andare in montagna via via più spesso, porzioni di Adamello sempre più grandi e più vicine mi si presentavano, allettanti: salire lassù non sembrava impossibile.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-z-w0PkE_49E/V7wfyX-pDoI/AAAAAAAAVUA/y96TgX7bLZwVgbJ2VUuH_XSM_hIv7rIUACLcB/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252833%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-z-w0PkE_49E/V7wfyX-pDoI/AAAAAAAAVUA/y96TgX7bLZwVgbJ2VUuH_XSM_hIv7rIUACLcB/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252833%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vetta dell'Adamello, 3554 m</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Finché un giorno di metà luglio l'occasione si presenta: dopo tante uscite su roccia, con Mario abbiamo voglia di un po' di alta quota; il meteo sulle Alpi è troppo incerto per affrontare salite impegnative, che pure avremmo in mente; meglio una bella via normale. Subito puntiamo alla Presanella, ma i rifugi sono pieni... così ripieghiamo qualche metro più in basso, a quel tanto a lungo sognato Adamello che si ritrova bellamente declassato a ripiego!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Yc1iqMOAQvs/V7whjdO1SFI/AAAAAAAAVVA/vrIS7-1cp243bWnCl6lqZ2oIOZye4nsTACEw/s1600/Adamello%2Bval%2BSalarno%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%252866%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-Yc1iqMOAQvs/V7whjdO1SFI/AAAAAAAAVVA/vrIS7-1cp243bWnCl6lqZ2oIOZye4nsTACEw/s320/Adamello%2Bval%2BSalarno%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%252866%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alta val Salarno</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Partiamo sabato mattina comodi: all'orizzonte, lungo le stradine della bassa, solo nuvole e pioggerella. L'Adamello sbuca soltanto dopo l'ennesima galleria del Lago d'Iseo, illuminato da un timidissimo sole. Risaliamo la val di Saviore ancora sotto la pioggia; ho la tentazione di acquistare un ombrello da un vucumprà nel mercato del paese, ma il prezzo non mi convince e proseguiamo confidando nella bontà delle nostre giacche a vento.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-NHUaEZdDpkQ/V7whY6g7yEI/AAAAAAAAVVA/4CvWIGQCuDcykBsDw7g4fI5EdxUSoaKJACEw/s1600/Adamello%2Bcell%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%25281%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="179" src="https://1.bp.blogspot.com/-NHUaEZdDpkQ/V7whY6g7yEI/AAAAAAAAVVA/4CvWIGQCuDcykBsDw7g4fI5EdxUSoaKJACEw/s320/Adamello%2Bcell%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%25281%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Adamello dal metano in val Camonica</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La pioggia, per fortuna non fitta, ci accompagna per tutta la prima parte del sentiero 14, che da Fabrezza risale la lunga valle del Poia. Ci fermiamo a mangiare velocemente sotto la tettoia di una baita, occupata da un pastore evidentemente non troppo raffinato né amichevole viste le scritte incise sulla porta: per fortuna non è in zona!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-DBXXwdH4P_M/V7whRXy8lsI/AAAAAAAAVVA/3YhdhUlA0cw4Ql5HT0SzOtlaLBzoQ4ZeQCEw/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%25281%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="239" src="https://4.bp.blogspot.com/-DBXXwdH4P_M/V7whRXy8lsI/AAAAAAAAVVA/3YhdhUlA0cw4Ql5HT0SzOtlaLBzoQ4ZeQCEw/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%25281%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pioggia leggera sul sentiero 14</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Passata la torbiera del lago di Macesso e i laghi artificiali di Salarno e Dosazzo, smette di piovere, e dalla nebbia cominciano a sbucare incombenti prue di granito. La carrozzabile si trasforma in una mulattiera dove è difficile destreggiarsi tra fango e merda: i miei scarponi nuovi di zecca sono piuttosto recalcitranti a lasciarsi pocciare in un tale intruglio biologico, ma li consolo all'idea che domani pesteranno finalmente un po' di neve.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-HDc_PQVe1Ew/V7whflEudaI/AAAAAAAAVVA/DD2nJmS34lQ-J_BNSuJJ0ABzHknGgZnjwCEw/s1600/Adamello%2Bval%2BSalarno%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%252823%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-HDc_PQVe1Ew/V7whflEudaI/AAAAAAAAVVA/DD2nJmS34lQ-J_BNSuJJ0ABzHknGgZnjwCEw/s320/Adamello%2Bval%2BSalarno%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%252823%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sterco pesante sul sentiero 14</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-agEslu38LEw/V7whgXey8HI/AAAAAAAAVVA/DCSZ_Hztih0d89i1NeDFwyRT06fQ9AhGACEw/s1600/Adamello%2Bval%2BSalarno%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%252834%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://2.bp.blogspot.com/-agEslu38LEw/V7whgXey8HI/AAAAAAAAVVA/DCSZ_Hztih0d89i1NeDFwyRT06fQ9AhGACEw/s200/Adamello%2Bval%2BSalarno%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%252834%2529.JPG" width="112" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il tempo migliora</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-qMLT4Dv8anI/V7wkUeOa98I/AAAAAAAAVVI/R8SGRxw-_dEIXF66RDXEdADw_dBS8BbLwCLcB/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%25286%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="150" src="https://3.bp.blogspot.com/-qMLT4Dv8anI/V7wkUeOa98I/AAAAAAAAVVI/R8SGRxw-_dEIXF66RDXEdADw_dBS8BbLwCLcB/s200/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%25286%2529.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Arrivo al rifugio Prudenzini</td></tr>
</tbody></table>
Arriviamo al rifugio Prudenzini nel primo pomeriggio: qualche chiacchiera con il cordialissimo gestore (guida alpina) e gli altri rifugisti, un'occhiata al librone con le tante vie di roccia dei dintorni, poi ecco che dalla finestra comincia ad entrare il sole. Vale la pena andare a giocare un po' in una falesia attrezzata su un gruppo di enormi massi al centro della valle, nei pressi dell'ex rifugio. <br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-v0bKaKo5zY8/V7wk77D8OTI/AAAAAAAAVVQ/cWaJRhxkFnYhQavUQ06-StSXDCXJZvpZACLcB/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252818%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-v0bKaKo5zY8/V7wk77D8OTI/AAAAAAAAVVQ/cWaJRhxkFnYhQavUQ06-StSXDCXJZvpZACLcB/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252818%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Falesietta della val Salarno</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il granito ruvidissimo, con le sue forme grossolane e squadrate, propone linee di grande eleganza; il tutto in un contesto ambientale grandioso, con la lingua di ghiaccio del Pian di Neve che si affaccia 1000 metri più su e grandi cascate che piombano a valle. Peccato non avere le scarpette né i rinvii, ma forse è meglio così: ci siamo risparmiati un po' di bastonate!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-L9J9dbHx89s/V7whS7jP1cI/AAAAAAAAVVA/cRt1RclGa18MN1Z3vxfzZxW-u4UCa77HgCEw/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252815%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="239" src="https://1.bp.blogspot.com/-L9J9dbHx89s/V7whS7jP1cI/AAAAAAAAVVA/cRt1RclGa18MN1Z3vxfzZxW-u4UCa77HgCEw/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252815%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Esteti in azione...</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Rientriamo in rifugio in tempo per la cena, piuttosto affollata: al mattino sveglia per tutti - o quasi - alle 4: l'Adamello è facile ma lungo! Facciamo colazione velocemente, e siamo fra i primi a lasciare il rifugio. Appena iniziamo a salire verso il passo Salarno, nella piana al fondo della valle comincia a dipanarsi un lungo serpente di lampade frontali.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-BRA0xjrOx4w/V7whSJvyIQI/AAAAAAAAVVA/20NFNgf7-1AOaZ6GAL5bOcVQawN9VEv7QCEw/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252821%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a> </div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-fLIhmsVIOJM/V7whZ-pTKyI/AAAAAAAAVVA/swG_Nrb8Va0CFbCFIIbXFBJ2UoaEjtBpQCEw/s1600/Adamello%2Bval%2BSalarno%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%2528107%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-fLIhmsVIOJM/V7whZ-pTKyI/AAAAAAAAVVA/swG_Nrb8Va0CFbCFIIbXFBJ2UoaEjtBpQCEw/s320/Adamello%2Bval%2BSalarno%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%2528107%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Arrivo al passo Salarno</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il sentiero è ripido e faticoso, su sfasciumi, morene, zolle d'erba martoriate dal peso degli elementi. Dopo un po' compare la neve: aspettiamo a metterci i ramponi, e forse sbagliamo, siccome ci sono alcuni pendii un po' a rischio scivolata, anche se mai esposti. Siamo i primi fra quelli partiti dal Prudenzini ad affacciarci sul Pian di Neve dal balcone privilegiato del Passo Salarno.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-aGEpPuUcZAI/V7whbEAlcMI/AAAAAAAAVVA/dyIisVnWAoIw1i6rwUgUkMWcLOBXvE_fgCEw/s1600/Adamello%2Bval%2BSalarno%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%2528117%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-aGEpPuUcZAI/V7whbEAlcMI/AAAAAAAAVVA/dyIisVnWAoIw1i6rwUgUkMWcLOBXvE_fgCEw/s320/Adamello%2Bval%2BSalarno%252C%2B23-24%2Bluglio%2B2016%2B%2528117%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bivacco Giannantonj</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Non avevo mai visto una superficie di neve perenne così ampia, così sfacciatamente piana: il monte Fumo a destra ci si siede sopracon i suoi grandi crepacci, mentre a sinistra l'Adamello si affaccia con una parete rocciosa un po' rotta. Verso sud, quasi alle nostre spalle, il Caré Alto se ne sta in disparte superbo, come un re in esilio: gli fa da contraltare, altissima in fondo alla pianura di neve, la Presanella, con tutto il suo seguito di ancelle di roccia e di ghiaccio. Non un'anima viva in tutto questo spazio.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-1Zilz4SNAQ0/V7whVnGobpI/AAAAAAAAVVA/A_kUNvHqe6Y39YSQDnyaWb7OJ-5VWLpjACEw/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252838%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="239" src="https://4.bp.blogspot.com/-1Zilz4SNAQ0/V7whVnGobpI/AAAAAAAAVVA/A_kUNvHqe6Y39YSQDnyaWb7OJ-5VWLpjACEw/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252838%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pian di Neve e Carè Alto</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Per indossare piccozza e ramponi ci dirigiamo al piccolo bivacco Giannantoni, una goccia di colore giallo finita per caso in mezzo a questo immenso quadro bianco e grigio. Nel frattempo arrivano altre cordate, non c'è fretta, la giornata è grigia ma sembra tenere. Ci leghiamo in conserva per attraversare il ghiacciaio, dove comunque i crepacci sono ancora tutti ben coperti.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-jgkeFml0j_I/V7whUx7l0DI/AAAAAAAAVVA/0ejP5YMJPtYMLqt-M2B5LXnaP1ICDlsCgCEw/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252826%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-jgkeFml0j_I/V7whUx7l0DI/AAAAAAAAVVA/0ejP5YMJPtYMLqt-M2B5LXnaP1ICDlsCgCEw/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252826%2529.JPG" width="239" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Si parte!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Seguiamo una linea diretta verso la parete dell'Ademello, muovendoci prevalentemente su terreno piano e sicuro. Nel frattempo altre cordate, partite dal rifugio Gnutti, sbucano dal Passo Adamello, mentre altri due puntini avanzano da nord, partiti forse dal Garibaldi: il pian di Neve comincia a popolarsi!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-dRpaAJuTeOg/V7wfl1wb7EI/AAAAAAAAVU8/QS_Dqp6BhSQo7RmPcVn-1dwajudOUl8ZwCEw/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252827%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-dRpaAJuTeOg/V7wfl1wb7EI/AAAAAAAAVU8/QS_Dqp6BhSQo7RmPcVn-1dwajudOUl8ZwCEw/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252827%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In conserva verso il Passo Adamello</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Raggiungiamo finalmente le pendici dell'Adamello, più lontane di quanto sembrassero per via delle proporzioni, e con un breve traverso (35 gradi circa) ci portiamo sulla cresta, ricongiungendoci con la via normale dallo Gnutti. Qui, una gran quantità di ramponi appoggiati sulle rocce ci convince che è il caso di proseguire anche noi solo con gli scarponi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-NLWtLGR3uOo/V7wkfbgGRKI/AAAAAAAAVVM/Tu7e6xWAIwgK6_JbguiN5sNZPrWqi3qQQCEw/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252828%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-NLWtLGR3uOo/V7wkfbgGRKI/AAAAAAAAVVM/Tu7e6xWAIwgK6_JbguiN5sNZPrWqi3qQQCEw/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252828%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Crestone sud-ovest dell'Adamello</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La progressione è semplice, non si sfiora il primo grado, ma la fatica e la quota cominciano a farsi sentire... ma ormai la vetta è vicina e il panorama sui ghiacciai che ci circondano da ogni lato ci ripaga del fiatone! Tanta gente sulla vetta, e tanta altra si avvicina... le nuvole non sembrano concedere troppa tregua, così scendiamo, speranzosi di arrivare al rifugio in tempo per il pranzo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-4mJS5YIPer4/V7whTwvjUcI/AAAAAAAAVVA/nWfP-QsCDF4zzz99yQ9egabqO_kc14y7gCEw/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252834%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="191" src="https://3.bp.blogspot.com/-4mJS5YIPer4/V7whTwvjUcI/AAAAAAAAVVA/nWfP-QsCDF4zzz99yQ9egabqO_kc14y7gCEw/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252834%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Traffico sulla via normale</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La discesa, specialmente dopo il passo Salarno, si rivelerà lunga e disagevole... del resto ce lo aspettavamo! Un bel piatto di pasta e polenta al Prudenzini, dove siamo i primi a rientrare dall'Adamello, e via che si riparte verso la pianura. Una sosta alla malga sopra il lago Salarno per comprare una "formaggina" locale, si rivela decisamente azzeccata!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-_gi6oRdUlc0/V7whXww-wLI/AAAAAAAAVVA/If9YrytrpAMnS1BC2dU9L-qgBpLRsabLwCEw/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252841%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="199" src="https://1.bp.blogspot.com/-_gi6oRdUlc0/V7whXww-wLI/AAAAAAAAVVA/If9YrytrpAMnS1BC2dU9L-qgBpLRsabLwCEw/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252841%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">E formaggio sia!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<em>Data uscita: 23-24 Luglio 2016</em><br />
<em>Punto di partenza: </em>Fabrezza, Saviore dell'Adamello (1456)<br />
<em>Punto più elevato: </em>Adamello (3554)<br />
<em>Dislivello: +</em>800 il primo giorno; +1350, -2050 il secondo giorno<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: </em>2,30h il primo giorno, 10 h il secondo giorno<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>F+<br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-BRA0xjrOx4w/V7whSJvyIQI/AAAAAAAAVVA/20NFNgf7-1AOaZ6GAL5bOcVQawN9VEv7QCEw/s1600/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252821%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-BRA0xjrOx4w/V7whSJvyIQI/AAAAAAAAVVA/20NFNgf7-1AOaZ6GAL5bOcVQawN9VEv7QCEw/s320/Adamello%2BMario%252C%2B24-25%2Bluglio%2B2016%2B%252821%2529.JPG" width="320" /></a><em>Punti d'appoggio: </em>Rifugio Prudenzini (2226), Bivacco Giannantonj (3169), recentemente risistemato (presenti coperte)<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Estate<br />
<em>Note segnaletica: </em>Cai fino al rifugio Prudenzini, buona traccia con ometti fino al Passo Salarno, poi traccia su ghiacciaio. Ometti sulla cresta finale<br />
<em>Accesso stradale: </em>Dalla strada statale 42 della val Camonica prendere l'uscita per Barzo / Demo, dopo un lungo tunnel. Da Demo seguire le indicazioni per Saviore dell'Adamello. Fare attenzione una volta entrati nel paese a un bivio sulla sinistra (indicazioni per rifugio Prudenzini), dunque ad un altra svolta secca a destra. Dopo circa 7 km di strada asfaltata (un solo guado verso la fine può risultare disagevole dopo forti piogge o a inizio stagione) si raggiunge il rifugio Stella Alpina in località Fabrezza, dove si parcheggia.Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-29256002740619653382016-06-23T18:26:00.000+02:002016-06-23T18:26:09.691+02:00Per oggi niente via Carlesso: ritirata dal Baffelan!Colorno, ventre della Bassa: sono da poco passate le 18, e nei cortili della Reggia farnesiana soffia un vento pungente, fresco, che sa di montagne lontane... ecco che arriva Mauro Corona, giacca verde e scarponi, appena uscito dal bar in piazza: e chissà cosa non avrà bevuto! Siamo al <em>Festival della Lentezza</em> e lo scrittore di Erto parlerà proprio di questo tema ad un pubblico attento e infreddolito. <br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-qrnPNQCobDI/V2b-e2IKPWI/AAAAAAAAU6M/ZeGpydqF89EDZW47YPkAqlxf8i_8zRk0wCLcB/s1600/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%25286%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-qrnPNQCobDI/V2b-e2IKPWI/AAAAAAAAU6M/ZeGpydqF89EDZW47YPkAqlxf8i_8zRk0wCLcB/s320/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%25286%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Relazioni, sempre relazioni in mano</td></tr>
</tbody></table>
In mezzo ci sono anche io, arrivato in ritardo dopo una settimana di corse forsennate per lavoro: non riesco a sedermi in prima fila insieme agli amici di tante escursioni, e pur avendo un poco di esperienza di montagna, vengo tratto anche io in inganno dal microclima di Colorno: e così seguo buona parte della conferenza con le braccia infilate dentro le maniche (corte) della camicia, come un mutilato - o più semplicemente un idiota.<br />
<br />
Corona parla per un'ora comoda, con calma e chiarezza: il fulcro è "non fare oggi ciò che potresti fare domani", affrontare l'esistenza senza farsi travolgere dalla frenesia della società contemporanea, anche a costo di rimandare i propri obiettivi. Ma io che sono apprendista falegname - e non posso permettermi di andare troppo piano nel lavoro artigianale - ormai da un orecchio non ci sento più, e di conseguenza ascolto poco.<br />
<br />
Esco da Colorno, la serata è ancora limpida: sullo sfondo le sagome dell'Appennino illuminate dagli ultimi raggi del sole di giugno, duro a morire. Telefonata a Mario, ormai bisogna decidere cosa fare domani: sono io a spingere per la via Carlesso al Baffelan, una delle tappe irrinunciabili che mi ero posto per questa stagione. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-UDKsMwjK-lY/V2b9uXgd82I/AAAAAAAAU4s/gGSS_nnaekoyjyLRhUPv348i74xI6-G_QCLcB/s1600/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%25281%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-UDKsMwjK-lY/V2b9uXgd82I/AAAAAAAAU4s/gGSS_nnaekoyjyLRhUPv348i74xI6-G_QCLcB/s400/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%25281%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Baffelan da sud</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Abbiamo controllato entrambi le previsioni: sappiamo che in Appennino e sulle Alpi Apuane le probabilità che il tempo nel pomeriggio si guasti sono meno rispetto alle Piccole Dolomiti... ma sulla logica vince la voglia di cambiare zona, e soprattutto di cimentarci su una via alpinistica di V grado in piena parete.<br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-eiK-J25Vzls/V2b-UFhlFfI/AAAAAAAAU58/RLxbTZNZ6VchLwTpF0WpnGx9Naz_Xp3fQCLcB/s1600/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%25284%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://4.bp.blogspot.com/-eiK-J25Vzls/V2b-UFhlFfI/AAAAAAAAU58/RLxbTZNZ6VchLwTpF0WpnGx9Naz_Xp3fQCLcB/s200/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%25284%2529.JPG" width="112" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La parete est dalla sua base</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-7_qPcTkKpM0/V2b-g_yGQnI/AAAAAAAAU6Y/C0wGhrwv_P0cGRSCHBQwR4sXmi0YyfZ_QCLcB/s1600/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%25289%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://1.bp.blogspot.com/-7_qPcTkKpM0/V2b-g_yGQnI/AAAAAAAAU6Y/C0wGhrwv_P0cGRSCHBQwR4sXmi0YyfZ_QCLcB/s200/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%25289%2529.JPG" width="112" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista verso il Pasubio dal camino<br />
del primo tiro</td></tr>
</tbody></table>
Lasciamo Parma prima dell'alba. La giornata è magnifica: già dall'autostrada, alle porte di Vicenza, fa capolino la parete est del Baffelan illuminata dal sole, che ci sorveglierà per tutta la risalita della lunga valle dell'Agno. Alle 8 ci incamminiamo dalla strada del Re, dove siamo fra i primi a parcheggiare, e dopo breve raggiungiamo la base della parete. Sembra che oggi non faremo la fila!<br />
<br />
Saliamo slegati la facile rampa/canale che conduce all'attacco delle vie principali sulla est, e individuiamo subito quello della Carlesso. Parto io, e i primissimi metri mi mettono subito in difficoltà; sarà la sindrome del primo tiro, o l'approccio sempre problematico con questa roccia infida, o ancora il fatto che ultimamente riesco a scalare solo nei weekend... ma questo IV+ mi dà parecchio da fare!<br />
<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-u52FBDvPLkw/V2b9wMnc5DI/AAAAAAAAU44/APEjOdXujRw2ePsf_vG00XJrNv0kAM-9ACLcB/s1600/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%252811%2529.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-u52FBDvPLkw/V2b9wMnc5DI/AAAAAAAAU44/APEjOdXujRw2ePsf_vG00XJrNv0kAM-9ACLcB/s320/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%252811%2529.JPG" width="179" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Primo tiro, seconda parte</td></tr>
</tbody></table>
Dopo una traversata delicata, entro in un bel camino dove per fortuna le protezioni non mancano; dunque passo sotto a un caratteristico masso incastrato con cordone e mi ritrovo nel fondo di un canale dove la via da seguire non mi è chiara: estraggo dalla tasca le relazioni, informazioni discordanti: perdo un sacco di tempo, alla fine faccio di testa mia, e montato sopra al masso incastrato compio un giro alla tonda sulla sinistra del canale finché non trovo la sosta... alla fine bastava tirare dritto lungo il canale, era anche facile!<br />
<br />
Nel frattempo, molto più svelta di me, è arrivata la nebbia a coprire la parte alta della parete; sono giunte anche diverse cordate, e hanno attaccato le vie vicine alla nostra. Mario mi raggiunge e intraprende il secondo tiro, la cui linea sembra più evidente. Dopo i primi due chiodi, il nulla... la logica porterebbe a seguire il canale/camino, dall'aria poco rassicurante, nessun chiodo in vista; e Mario decide di uscire a destra, procedendo su un pericoloso terreno misto erba con l'ultima protezione ormai lontana. <br />
<br />
Salgo anche io; provo ad attaccare il camino sulla destra, con un passo strapiombante che non sembra proprio IV grado... quindi opto anche io per uscire sui prati a destra poco sopra a dove l'ha fatto Mario. Scendendo in doppia poco dopo vedremo il chiodo nel camino appena più su... eravamo fuori via!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-bIojIqC4uiE/V2b91VV613I/AAAAAAAAU5A/NOs0MzwEFNk0LWS1QKNOtm9oYSX_ZBT8ACLcB/s1600/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%252818%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://2.bp.blogspot.com/-bIojIqC4uiE/V2b91VV613I/AAAAAAAAU5A/NOs0MzwEFNk0LWS1QKNOtm9oYSX_ZBT8ACLcB/s400/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%252818%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Secondo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Mi tocca il terzo tiro; le premesse su come si rivelerà il V grado si fanno grigie come il cielo sopra di noi! Salgo a sinistra della sosta per prati ripidissimi, fino a trovare un chiodo; qui traverso a destra rinviando un cordone su clessidra: sopra di me una placca nera con un chiodo. Con un po' di difficoltà raggiungo il chiodo, ma poi non so più come proseguire... le prese sono sporche di magnesite, ma a naso il passaggio che mi aspetta somiglia più a un VI grado; e più su non vedo chiodi né possibilità di proteggermi!<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-dYpp0AzFUyE/V2riqSDL_aI/AAAAAAAAU60/5vZqLLt5l9o24-l2mteviBzilTKjbrWPwCLcB/s1600/F___1545.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-dYpp0AzFUyE/V2riqSDL_aI/AAAAAAAAU60/5vZqLLt5l9o24-l2mteviBzilTKjbrWPwCLcB/s320/F___1545.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Terzo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il dubbio di essere finito su una variante è insinuato dalle relazioni discordanti: tutte parlano della placca nera di V, ma una dice di traversare a destra dal cordone e stando attenti a non uscire di via. <br />
<br />
Prendendomi non pochi rischi, stacco il rinvio dal chiodo e scendo di nuovo alla cengia. Traverso a destra ma non vedo nulla, e nel frattempo cadono le prime gocce. Mario vorrebbe provare a darmi il cambio, ma l'andamento del meteo ci spinge a optare per una ritirata. <br />
<br />
Il tempo doveva tenere fino al pomeriggio, non sono ancora le 11 e già spioviggina... la via è ancora lunga e la parte difficile ed esposta è appena iniziata... meglio andarsene, e alla svelta! Con un po' di fatica disarrampico fino alla sosta recuperando i due rinvii. Attrezziamo le doppie, la pioggia si fa più insistente, sassi cascano recuperando le mezze... tutte le cordate sulle vie vicine naturalmente hanno compiuto la nostra stessa scelta, e per una buona ora e mezza il Baffelan si trasforma in un galeone da cui la ciurma di pirati alpinisti si cala giù in fretta e furia!<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-3EEkjmqT1k4/V2b9_A8HHQI/AAAAAAAAU5Y/EQvopdo7jaQbCnk3SK55nVh4Dn-TlbGiwCLcB/s1600/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%252821%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-3EEkjmqT1k4/V2b9_A8HHQI/AAAAAAAAU5Y/EQvopdo7jaQbCnk3SK55nVh4Dn-TlbGiwCLcB/s320/Un%2Bpo%2527%2Bdi%2Bvia%2BCarlesso%252C%2B18%2Bgiugno%2B2016%2B%252821%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Prima calata</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Decidiamo di scendere in doppia anche la rampa canale di avvicinamento, che mi immagino insidiosa col bagnato... quest'ultima calata ne ha del ridicolo: tutta la prima parte di fatto è poco più che un sentiero, e le corde naturalmente vi si impicciano; l'unico punto ripido è verso la fine, e proprio qui, davanti alla targhetta, Mario trova un nodo rimanendo appeso come un salame mentre la pioggia diventa grandine!<br />
<br />
Naturalmente il nodo aspetta lì pure me, e slegarlo rimanendo appesi appena sopra l'attacco non sarà esattamente una barzelletta... ce ne andiamo così dal Baffelan a testa bassa, bagnaticci e umiliati, mentre tirano i primi fulmini. Alla fine ci ridiamo su, e beviamo la nostra non meritata birra nel rifugio Campogrosso intasato di fuggiaschi, ognuno con la sua ritirata da raccontare.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dy_qX6ZjdLR90yMDxlc6ZQyWerJP392ESLi6jMHIz3k_wBeh8U3Gp5PONXCwdQUOiglD78XgeVzni2s_Ym3lw' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
Morale della favola: aveva ragione Corona, che è stato pure un forte alpinista. Meglio fare le cose lentamente, gradualmente, senza volersi buttare a tutti i costi sul difficile... a maggior ragione in una giornata dal meteo dubbio. Ma soprattutto, noi "alpinisti" cittadini del XXI secolo abbiamo imparato ad arrampicare seguendo sequenze di prese di resina dello stesso colore, o al più file di spit; quando invece davanti ti si presenta la montagna nuda e cruda, non è facile decidere dove salire.<br />
<br />
Questo almeno vale per me, che pure in montagna ci vado a camminare da quando sono bambino e ho sempre avuto un buon senso dell'orientamento... almeno sulla dimensione orizzontale; quando invece si passa a quella verticale le cose cambiano, e la soluzione per migliorarsi è scalare, scalare tanto, e non certo in palestra.Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-74319566510902111072016-06-14T21:46:00.002+02:002016-06-14T21:46:48.100+02:00Di nuovo in montagna! Pizzo d'Uccello, Diedro sud e via TizianaVinca è per me un luogo speciale: il suo incantesimo ti cattura già da lontano, nel fondo della valle del Lucido. Il Pizzo d'Uccello buca il cielo come il becco di un'aquila, lasciando in ombra ruderi fatiscenti e scheletri enormi di cemento: strade sopraelevate cominciate e mai portate a termine. Un ponticello di sasso ben più modesto e antico scavalca il torrente Lucido di Vinca, ai piedi di Monzone Alto, poco prima della confluenza nel ramo di Equi: è qui che ci addentriamo nel ventre della valle, stretti fra i fianchi ripidi della montagna e le acque cristalline del torrente; saliamo tortuosamente, nell'ansia di ritrovare presto il sole. E dopo l'ennesimo tornante eccola, Vinca, coronata dal profilo bizzarro della cresta di Garnerone<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-xWJwTnol0zI/V1KaMgPg-HI/AAAAAAAAUqM/JDXVHaIfY2sv4iwtalgXUV4bR3koU28QACKgB/s1600/F___1214.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-xWJwTnol0zI/V1KaMgPg-HI/AAAAAAAAUqM/JDXVHaIfY2sv4iwtalgXUV4bR3koU28QACKgB/s400/F___1214.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Finalmente si torna ad arrampicare in montagna!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ma dopo due ore di curve, per noi Vinca significa soprattutto focaccia: la focaccia alta, unta, croccante, calda di forno dell'Andreina; principale (e penso unica) attività del paese. Posate vicino alla cassa, due guide sull'arrampicata sportiva in Toscana testimoniano richieste dei forestieri non limitate al cibo... <br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-JxbAbiSVIIA/V1G9Po6-xrI/AAAAAAAAUi0/VAH3-P0yAwE2sCEHj6kt_a4eDuxaEwX1wCKgB/s1600/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528189%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-JxbAbiSVIIA/V1G9Po6-xrI/AAAAAAAAUi0/VAH3-P0yAwE2sCEHj6kt_a4eDuxaEwX1wCKgB/s320/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528189%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In vetta al Pizzo d'Uccello</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Con la fragranza delle Apuane ancora sparsa sul palato, sfamati ed assetati al punto giusto, ci rimettiamo in auto per affrontare l'ultimo tratto di strada, accidentatissimo, che ci permette di guadagnare un po' di quota. Costruita anni fa con l'intento di collegare Vinca con Campo Cecina, anche questa strada è stata lasciata a metà, e ora nelle buche sempre più profonde crescono cespugli sempre più simili ad alberi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-DXj442DONr0/V1G8d7Q4e5I/AAAAAAAAUiE/JrJflAzx42c08ECI5JuzHySmUEhosGoswCKgB/s1600/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528156%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-DXj442DONr0/V1G8d7Q4e5I/AAAAAAAAUiE/JrJflAzx42c08ECI5JuzHySmUEhosGoswCKgB/s320/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528156%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Penultima sosta della via Tiziana</td></tr>
</tbody></table>
<br />
L'agonia termina nei pressi di un ponticello, dove imbocchiamo il sentiero per la Capanna Garnerone; lo abbandoniamo raggiunti i primi prati, prendendo una traccia a sinistra, in direzione del Pizzo d'Uccello che ora ci mostra la sua faccia meridionale, solare, a tratti erbosa ma comunque imponente. Al centro di un compatto avancorpo di parete sulla destra, distinguiamo subito la linea sinuosa del gran Diedro sud, la via che andremo a percorrere io Mario e Carlo, mentre Alberto (che l'ha già fatta) salirà insieme a Pietro la vicina via Dinko.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-yxFTLikJD_A/V1G6Fg91FhI/AAAAAAAAUgI/fMMXu3hPNZQN8XzozC_RysYSzi7fYUa4gCKgB/s1600/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%252812%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-yxFTLikJD_A/V1G6Fg91FhI/AAAAAAAAUgI/fMMXu3hPNZQN8XzozC_RysYSzi7fYUa4gCKgB/s320/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%252812%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Verso la parete sud del Pizzo d'Uccello</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dopo un'ora e mezza di faticoso avvicinamento, eccoci alla base del diedro: attacco io, e subito devo scendere a compromessi con la natura classica della via: un unico chiodo in 40 metri di tiro! I primi passaggi sono umidi ma facili, e segnano l'inizio di un vero e proprio viaggio nella parete, il cui esito non dovette essere così scontato per i primi salitori... la linea è evidente da lontano, ma molto meno da dentro!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-kjckrGMvkws/V1KYa_JDxuI/AAAAAAAAUqM/ofv2PmgALkg008DIEpzcXMXqLYui4e03gCKgB/s1600/F___1157.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-kjckrGMvkws/V1KYa_JDxuI/AAAAAAAAUqM/ofv2PmgALkg008DIEpzcXMXqLYui4e03gCKgB/s320/F___1157.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'attacco del Gran diedro sud</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il secondo e il terzo tiro sono forse i più belli ed esposti di tutta la via. Prima il traverso sulla grande lama, facile da proteggere ma abbastanza psicologico, poi il fantastico diedro a tratti verticale, pura goduria su roccia ottima e ben appigliata: qui i chiodi non mancano! Superato un profondo camino, la via prosegue piegando decisamente a sinistra, seguendo una cengia ai piedi di imponenti strapiombi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-rnpdVSs7jUo/V1KYXs6WRXI/AAAAAAAAUqM/gBg67cfELoMiANWs28fU221Twa3bcFxTgCKgB/s1600/F___1167.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-rnpdVSs7jUo/V1KYXs6WRXI/AAAAAAAAUqM/gBg67cfELoMiANWs28fU221Twa3bcFxTgCKgB/s400/F___1167.JPG" width="315" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Secondo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-T-EqZJ9azHg/V1KZMgKKErI/AAAAAAAAUqM/k3ImAdFM3MQCFcac1ekRmLfH-thDk6oqgCKgB/s1600/F___1181.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://3.bp.blogspot.com/-T-EqZJ9azHg/V1KZMgKKErI/AAAAAAAAUqM/k3ImAdFM3MQCFcac1ekRmLfH-thDk6oqgCKgB/s400/F___1181.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Terzo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-f1Hv0aVTjjs/V1KZdDW0zEI/AAAAAAAAUqM/LIc-W8nARfQKgUfs9iSLogqRzv7Nk2i5ACKgB/s1600/F___1196.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="295" src="https://2.bp.blogspot.com/-f1Hv0aVTjjs/V1KZdDW0zEI/AAAAAAAAUqM/LIc-W8nARfQKgUfs9iSLogqRzv7Nk2i5ACKgB/s400/F___1196.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quarto tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Raggiunta la comoda quarta sosta, mi faccio dare il cambio da Carlo per gli ultimi due tiri: prevalentemente di placca, su roccia meno buona rispetto ai primi tre. All'uscita troviamo Alberto e Pietro un po' abbattuti... hanno sbagliato via, finendo sulla più difficile Heidi, e si sono dovuti calare per poi salire alla cengia dove ci troviamo lungo un canale.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-c2Yo4a1bcAc/V1G_4BTU-4I/AAAAAAAAUl8/UVIHeUNxbP0YfuloSfVEYQlctyHkK5tbACKgB/s1600/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%252868%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-c2Yo4a1bcAc/V1G_4BTU-4I/AAAAAAAAUl8/UVIHeUNxbP0YfuloSfVEYQlctyHkK5tbACKgB/s400/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%252868%2529.JPG" width="225" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quinto tiro</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Li convinciamo a proseguire arrampicando fino in vetta, il pomeriggio è ancora lungo! Così con un tratto di "sentiero" loro raggiungono i tiri finali di Dinko, mentre noi ci portiamo alla base della via Tiziana, che parte con un evidentissimo camino. Tocca a Mario: l'attacco è bagnato, e nonostante gli appigli ottimi richiede attenzione. Dopo i primi due spit, un chiodo, poi il nulla... gli ultimi 10/15 metri, leggermente strapiombanti e molto esposti, sono totalmente da proteggere. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-CrEDXetzmoc/V1G6L5AO3RI/AAAAAAAAUgI/BnTtmpgsl1MuFtKKbcy_GI62tvFe3HFnACKgB/s1600/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528121%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-CrEDXetzmoc/V1G6L5AO3RI/AAAAAAAAUgI/BnTtmpgsl1MuFtKKbcy_GI62tvFe3HFnACKgB/s320/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528121%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Attacco della via Tiziana</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Gli appigli sono buoni, la roccia asciutta, ma Mario è davvero bravo a superare senza troppi patemi il suo primo V grado sostenuto alpinistico! Sosta scomodissima in mezzo al camino, il secondo tiro è tutt'altro che facile da trovare... Mario ci mette un po', aspettiamo ansiosi il "molla tutto" che ci alleggerisca... e alla fine arriva! Facile canale poi bel traverso a sinistra su roccia ruvidissima.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-uiG0T5i0gbk/V1G6bRtTb2I/AAAAAAAAUgM/j87jT_O8l4E2j4AoXneC1BuSTe1WfWSMACKgB/s1600/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528128%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://2.bp.blogspot.com/-uiG0T5i0gbk/V1G6bRtTb2I/AAAAAAAAUgM/j87jT_O8l4E2j4AoXneC1BuSTe1WfWSMACKgB/s400/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528128%2529.JPG" width="225" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Primo tiro, via Tiziana</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Terzo e quarto tiro sono all'insegna del puro piacere: placche incise da fessure taglienti, concrezioni, canne... il calcare dà spettacolo e lo scenario si fa sempre più aereo; dietro di noi il Cavallo con le ultime chiazze di neve, e dietro la costa della Versilia con le isole dell'arcipelago toscano, dove ormai è estate. Concentrati fino all'ultimo sull'arrampicata, sembra che ci accorgiamo solo ora dello splendido panorama che si fa sempre più ampio attorno a noi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-0R2UCRUCaug/V1G8454W9VI/AAAAAAAAUig/jvfmTC5-WD0e6VU1nxuqkiFNpOZMFvoJwCKgB/s1600/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528177%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-0R2UCRUCaug/V1G8454W9VI/AAAAAAAAUig/jvfmTC5-WD0e6VU1nxuqkiFNpOZMFvoJwCKgB/s320/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528177%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ultimo tiro, Via Tiziana</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dopo il tratto di cresta dell'ultimo tiro, incontriamo di nuovo gli altri due nostri compagni, più allegri di prima anche se un po' annoiati... noi siamo stati molto più lenti! Insieme percorriamo l'ultimo tratto di cresta, per poi confluire sulla via normale ormai vicini alla vetta: e qui la tensione si scarica, come un fulmine sulla croce.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-WpOmi5dOMl8/V1G9Jnvge4I/AAAAAAAAUi0/yOkDbkh2Hwwf8eTBO3L1pqGP1Y-POleQwCKgB/s1600/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528181%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="360" src="https://4.bp.blogspot.com/-WpOmi5dOMl8/V1G9Jnvge4I/AAAAAAAAUi0/yOkDbkh2Hwwf8eTBO3L1pqGP1Y-POleQwCKgB/s640/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528181%2529.JPG" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Verso la vetta del Pizzo d'Uccello</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ci stringiamo la mano, cerchiamo di indovinare i nomi di tutte le cime che si vedono, mandiamo messaggi e qualche foto ad amici e parenti... usciti dalla dimensione della scalata, si sente il bisogno di rimetterci a contatto con il mondo orizzontale. Poi stavolta il mio cellulare stranamente ha campo, così ne approfitto!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-6DUf_zpKYFs/V1KbkW8Yg_I/AAAAAAAAUqM/2efOM4SBjHoOWoT7meG4s4bNMZLIHn6OgCKgB/s1600/F___1245.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-6DUf_zpKYFs/V1KbkW8Yg_I/AAAAAAAAUqM/2efOM4SBjHoOWoT7meG4s4bNMZLIHn6OgCKgB/s320/F___1245.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pietro e Alberto curiosano</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Sono le 18 passate, anche se il sole è ancora alto non vogliamo attardarci; la discesa è lunga e nella prima parte richiede attenzione costante; dopo tanta roccia torniamo a pestare l'erba sull'incantevole Foce di Giovo, il valico tra la val Serenaia - ormai in ombra - e quella di Vinca, i cui tetti rossastri invece sono ancora completamente al sole e spiccano nel verde dei boschi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-5fJIbMLQzVs/V1G9_W4mKkI/AAAAAAAAUjs/4KoEsJx0AYIPwe3F9kjHco22g-Ogf4HIQCKgB/s1600/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528202%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-5fJIbMLQzVs/V1G9_W4mKkI/AAAAAAAAUjs/4KoEsJx0AYIPwe3F9kjHco22g-Ogf4HIQCKgB/s320/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528202%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foce di Giovo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Arriviamo all'auto stanchi ma felici; quel poco che resta dell'asfalto butta fuori un calore quasi insopportabile, anche se sono le 8 di sera e ci troviamo a circa 1000 metri! Dividiamo l'attrezzatura e ci ributtiamo per strada. Ormai a fondovalle, il Pizzo e i suoi vicini ci saluteranno dagli specchietti retrovisori prima accesi dagli ultimi raggi del sole, poi - ormai arrivati in autostrada - coronati da un'incredibile luna piena che purtroppo non abbiamo avuto modo di fermarci a fotografare in modo decente.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-WvQ-ZsBJsbY/V1G-j0rMujI/AAAAAAAAUkU/uKpI5Xsfp40wgawenFjoOZlR6I-qBHhWACKgB/s1600/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528235%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="112" src="https://4.bp.blogspot.com/-WvQ-ZsBJsbY/V1G-j0rMujI/AAAAAAAAUkU/uKpI5Xsfp40wgawenFjoOZlR6I-qBHhWACKgB/s200/Pizzo%2BUccello%252C%2BDiedro%2Bsud%2Be%2Bvia%2BTiziana%252C%2B21%2Bmaggio%2B2016%2B%2528235%2529.JPG" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Plenilunio</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
PS: Le foto in cui ci sono io sono di Mario Brunelli. Per una <a href="http://redclimber.it/relazioni/roccia/arrampicata/arrampicata-alpi-apuane/pizzo-duccello-diedro-sud-e-tiziana/">relazione esaustiva del concatenamento Gran Diedro sud + Via Tiziana</a> rimando al blog Red Climber: potrete stampare anche la versione relazione di viaggio, che noi avevamo in tasca!<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-yVyWg068DXg/V1KZRll0iuI/AAAAAAAAUqM/TgfOhGB6YJ8B4TepvLKSESYMLAOC7f2mACKgB/s1600/F___1194.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://4.bp.blogspot.com/-yVyWg068DXg/V1KZRll0iuI/AAAAAAAAUqM/TgfOhGB6YJ8B4TepvLKSESYMLAOC7f2mACKgB/s400/F___1194.JPG" width="300" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Consultando la relazione del grande assente di oggi...</td></tr>
</tbody></table>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-4166395786530924282016-05-01T16:08:00.000+02:002016-05-01T16:08:01.343+02:00Val Formazza, secondo giorno: traversata del passo di Nefelgiù e discesa a Riale<em>Data uscita: </em>10 Aprile 2016<br />
<em>Punto di partenza: </em>Rifugio Margaroli (2198)<br />
<em>Punto più elevato: </em>Passo di Nefelgiù (2583)<br />
<em>Punto di arrivo: </em>Canza (1418)<br />
<em>Dislivello: </em>400 circa in salita, 1200 in discesa<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: 5/</em>6 ore senza soste<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>F / EEI<br />
<em>Punti d'appoggio: </em>Rifugio Margaroli, Rifugio Bim Se, bar a Riale<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Tardo inverno/primavera<br />
<em>Note segnaletica: </em>Buona<br />
<br />
Domenica mattina sveglia poco prima delle 6: dopo aver fatto colazione e pagato, ci ramponiamo direttamente al rifugio e ci mettiamo in cammino a giorno ormai fatto. La salita che intendiamo percorrere per fortuna è ancora tutta in ombra, e superata la valanga scesa ieri sera e l'imbuto di un canale, affrontiamo direttamente a zig zag il primo pendio (circa 30 gradi).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-f6GF7SZZ8mw/VyYGaOpFibI/AAAAAAAAUQ4/vsqkESolGXskxZ9x_iWPEH2ZSQkS8PsbQCLcB/s1600/Alpinism_IMGP4642.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://4.bp.blogspot.com/-f6GF7SZZ8mw/VyYGaOpFibI/AAAAAAAAUQ4/vsqkESolGXskxZ9x_iWPEH2ZSQkS8PsbQCLcB/s320/Alpinism_IMGP4642.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Distacco poco sopra al rifugio Margaroli (Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La neve è quasi ovunque portante, o per lo meno porta me che sono leggero! Comunque aspettandoci e dandoci sostegno a vicenda superiamo tutti questo inizio faticoso di giornata, e con un traverso un poco più ripido a destra ci riportiamo nell'imbuto del canale. Da entrambi i lati sono scese (ieri) piccole scariche di neve: ora tutto sembra più compatto, ma preferiamo comunque spostarci il prima possibile!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-iT3NjW6dblc/VxuNkcr2IkI/AAAAAAAAUOI/16-6mOjpxBYjQHwdTvJ8tJ6aOrwX6TAUgCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528157%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-iT3NjW6dblc/VxuNkcr2IkI/AAAAAAAAUOI/16-6mOjpxBYjQHwdTvJ8tJ6aOrwX6TAUgCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528157%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Primo pendio sopra il rifugio Margaroli</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Seguiamo il canale fino all'ultima breve impennata, sui 40 gradi, che ci consente di guadagnare la parte superiore del vallone: il Passo di Nefelgiù, la nostra destinazione, è ben visibile e meno lontano di quanto temessimo. Con un breve traverso entriamo nell'ampio canale diretto al passo, dove notiamo le tracce di una volpe.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-6kXEMmBJB40/VyYI2u_NE1I/AAAAAAAAURE/qFV9HZtSXoUeLQXSWyx8-qxWzZiiDMDMwCLcB/s1600/Alpinism_IMGP4743.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="263" src="https://2.bp.blogspot.com/-6kXEMmBJB40/VyYI2u_NE1I/AAAAAAAAURE/qFV9HZtSXoUeLQXSWyx8-qxWzZiiDMDMwCLcB/s400/Alpinism_IMGP4743.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Seconda parte del vallone (Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Le pendenze sono ora più dolci, alle nostre spalle compaiono una dopo l'altra nuove montagne, grandi spazi bianchi; ma ormai desideriamo sapere cosa ci attende di fronte, oltre l'ampia insellatura del passo che tanto vicina alla fine non era... le proporzioni alpine, come spesso capita, ingannano noi piccoli appenninici, abituati al più ai valloni dell'Alpe di Succiso.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-YNgAoeNx4V4/VxuNo74bpJI/AAAAAAAAUOU/CCdG4748MIIGO7HPnamsBKTe0bat5Qk5ACKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528201%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-YNgAoeNx4V4/VxuNo74bpJI/AAAAAAAAUOU/CCdG4748MIIGO7HPnamsBKTe0bat5Qk5ACKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528201%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Passo di Nefelgiu</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Passo dopo passo alla fine la salita finisce, anche se in verità la spartiacque consiste in un enorme accumulo di neve, posto almeno 20 metri più a sud (e 10 metri più in alto) rispetto al masso con il cartello Passo Nefelgiù (2583). Ora possiamo finalmente affacciarci sulle vette dell'alta Formazza e del San Gottardo; purtroppo non si vedono i colossi dell'Oberland Bernese né quelli nostrani, ma ci accontentiamo dello scenario selvaggio che ci circonda, dove non un singolo sprazzo è lasciato alla pianura.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-fmmlQOR1w1I/VyYKFVTTcOI/AAAAAAAAURM/gcUCUieQAhk22-wMWNz7xQto_VgTzddEACLcB/s1600/Alpinism_IMGP4777.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://4.bp.blogspot.com/-fmmlQOR1w1I/VyYKFVTTcOI/AAAAAAAAURM/gcUCUieQAhk22-wMWNz7xQto_VgTzddEACLcB/s320/Alpinism_IMGP4777.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La compagnia in posa pesa</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Siamo ormai arrivati tutti sul passo e - magia della montagna! - il sole comincia ad affacciarsi dietro i Corni del Nefelgiù: la neve brilla di migliaia di cristalli, una sequenza di istanti carichi di emozioni accompagna la cascata di luce. Tutto è cambiato... sono le 9.30: è giorno, è caldo, è già ora di scendere!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-T6HJS2jxuOw/VxuNprH3j8I/AAAAAAAAUOU/9AKz7uRTqXEJJVU2s0czLhX-1x0g6DoLgCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528206%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-T6HJS2jxuOw/VxuNprH3j8I/AAAAAAAAUOU/9AKz7uRTqXEJJVU2s0czLhX-1x0g6DoLgCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528206%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Guardando verso sud</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Scorgiamo soltanto l'inizio del lungo Vallone di Nefelgiù, che ci condurrà fino al Lago di Morasco. La prima parte di discesa ce la godiamo in modo particolare, sotto il sole lungo pendii poco pronunciati in ambiente semplicemente favoloso. Poi vediamo una serie di valanghe enormi scese dalle montagne alla nostra sinistra, una delle quali ha coperto le tracce di due scialpinisti saliti con ogni probabilità ieri mattina.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-cVZ8cjbrXjA/VxuNx8XI6II/AAAAAAAAUOU/aG_QVHbYx_EpmBNy-NVAPr2Df8U8EeTqgCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528255%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-cVZ8cjbrXjA/VxuNx8XI6II/AAAAAAAAUOU/aG_QVHbYx_EpmBNy-NVAPr2Df8U8EeTqgCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528255%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Valanga 1</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Le costeggiamo dalla base, ma a un certo punto il vallone si restringe, e per non passare sotto pendii un po' ripidi e ancora carichi sul versante opposto, ci tocca attraversare la neve rivoltata di una valanga... che con le ciaspole risulta un'interessante esibizione di equilibrismi precari!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-vgzB2kF3GmQ/VxuN4SqJllI/AAAAAAAAUOM/P2V7yfoOxMQX0bZMFZAmhfETNL-dExQFwCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528284%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-vgzB2kF3GmQ/VxuN4SqJllI/AAAAAAAAUOM/P2V7yfoOxMQX0bZMFZAmhfETNL-dExQFwCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528284%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Valanga 2</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Superata la strettoia, il vallone si apre verso destra, dove si distendono sterminati pendii (quasi) vergini. L'ennesima discesa ci conduce a una spianata più grande, la cosiddetta Alpe di Nefelgiù (2048). La vecchia capanna dei pastori è quasi totalmente sommersa dalla neve! La traccia di una carrozzabile prosegue al centro del vallone ormai ampio e pianeggiante. Ormai pensiamo che per arrivare al Lago Morasco sia tutto rose e fiori, invece non sarà così...<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-VBvMydMDQ1w/VxuN_adiJfI/AAAAAAAAUOM/WmAWaysJ4aA6JiERYC7-NQnXbMufan92QCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528314%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-VBvMydMDQ1w/VxuN_adiJfI/AAAAAAAAUOM/WmAWaysJ4aA6JiERYC7-NQnXbMufan92QCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528314%2529.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
Raggiunto un dosso, ci affacciamo sul lago, che però si presenta quasi 200 metri sotto di noi... La comoda carraia si trasforma in un brutto traverso in pieno sole, probabilmente non pericoloso ma senz'altro scomodo con le ciaspole... così preferiamo tagliare in discesa diagonalmente verso sinistra, puntando sul lago attraverso un ripido versante sparpagliato di larici.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-8OrSGvFNKLU/VyYK7J3jg8I/AAAAAAAAURU/NT-P1uw6c0wXPhVLXrX2G4KGBsuc2p_1QCLcB/s1600/Alpinism_IMGP4858.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://2.bp.blogspot.com/-8OrSGvFNKLU/VyYK7J3jg8I/AAAAAAAAURU/NT-P1uw6c0wXPhVLXrX2G4KGBsuc2p_1QCLcB/s320/Alpinism_IMGP4858.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lago di Morasco dall'alto</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Arrivati alle sponde del lago, non del tutto ghiacciato, traversiamo fino a raggiungere la diga; e qui con l'ultimo taglione ripido (ma qualcuno stavolta preferisce seguire la strada...) planiamo letteralmente sul rifugio Bim See / Al Lago (1800), che ci accoglie con sdraio e tavolini al sole. Possiamo finire di mangiare i nostri formaggi accompagnandoli con birra fresca, stringendoci finalmente la mano per la splendida e affatto banale traversata, affrontata in completa solitudine.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://1.bp.blogspot.com/-4dn3bUeS5Io/VyYMU7nlTgI/AAAAAAAAURo/w4mzqJE48OAAT1AhqcgFQ7ldsMGn9FZrQCLcB/s1600/Alpinism_IMGP4840.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="211" src="https://1.bp.blogspot.com/-4dn3bUeS5Io/VyYMU7nlTgI/AAAAAAAAURo/w4mzqJE48OAAT1AhqcgFQ7ldsMGn9FZrQCLcB/s320/Alpinism_IMGP4840.JPG" width="320" /></a></div>
<br />
Dopo la pausa lunga e abbronzante/tendente all'ustionante, ci rimettiamo in cammino sulla comoda traccia della pista da fondo, che brevemente ci conduce all'incantevole borgo di Riale (1718), il più alto della val Formazza: fino al 1940 la palma spettava a Morasco, oggi sommerso dall'omonimo lago artificiale.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-0NefW_7Ej40/VyYLNK7xjcI/AAAAAAAAURY/odzKnTYvwV0kMJHrdlKysAM20KqOHB8tACLcB/s1600/Alpinism_IMGP4892.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://1.bp.blogspot.com/-0NefW_7Ej40/VyYLNK7xjcI/AAAAAAAAURY/odzKnTYvwV0kMJHrdlKysAM20KqOHB8tACLcB/s320/Alpinism_IMGP4892.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Diga di Morasco dal basso e corni di Ban (Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Qui decidiamo di separarci: Fabio e Sarah ci aspettano a un bar insieme ai nostri zaini, mentre in 4 scendiamo alleggeriti a recuperare le auto a Canza. Un po' sulla strada asfaltata un po' sulla vicina pista da fondo, raggiungiamo località Frua, con il grande albergo giallo sotto cui il Toce si lancia nella famosa cascata; oggi si presenta un po' smagrita dai laghi artificiali, ma comunque abbastanza piena per il caldo e la neve in via di scioglimento.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-60cNrzgvo-Q/VyYMAA5hc2I/AAAAAAAAURg/T6mX70Rsl3csWirHnrOi_QD56gMXLZrHACLcB/s1600/Alpinism_IMGP4896.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://4.bp.blogspot.com/-60cNrzgvo-Q/VyYMAA5hc2I/AAAAAAAAURg/T6mX70Rsl3csWirHnrOi_QD56gMXLZrHACLcB/s320/Alpinism_IMGP4896.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Riale (Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Proprio affianco al pulpito panoramico (vertiginosissimo) scende un sentiero non troppo ripido - ma da evitare con ghiaccio - che offre meravigliosi colpi d'occhio laterali sul salto d'acqua. Con qualche tornante scendiamo alla svelta fino alla piana dove sorge Sotto Frua, per poi proseguire alternando di nuovo strada e sentiero in un bellissimo bosco di larici, pieno di blocchi di granito isolati senz'altro noti ai boulderisti.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-8yn5cPEgk50/VyYMbhItpkI/AAAAAAAAURs/WnY_wUPjMy40BuO_TjVU0u-0Tml8zl8EgCLcB/s1600/Formazza%2BNokia%2B%25285%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-8yn5cPEgk50/VyYMbhItpkI/AAAAAAAAURs/WnY_wUPjMy40BuO_TjVU0u-0Tml8zl8EgCLcB/s320/Formazza%2BNokia%2B%25285%2529.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Discesa verso Canza</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Raggiungiamo le auto e la fontana di ieri - ora piuttosto ambita - e senza perdere tempo risaliamo a recuperare i nostri amici. Ci concediamo una sosta a Ponte, alla Latteria Sociale, per comprare un po' di formaggio e yogurt, che però a Parma si riveleranno deludenti... ma è l'unica nota stonata di un weekend perfetto!Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-63421033622556992842016-04-27T21:54:00.000+02:002016-05-01T15:53:51.896+02:00Val Formazza, primo giorno: Domodossola, Baceno e salita da Canza al rifugio Margaroli<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<em>Data uscita: </em>9 Aprile 2016</div>
<em>Punto di partenza: </em>Canza (1418)<br />
<em>Arrivo: </em>Rifugio Margaroli (2197)<br />
<em>Dislivello in salita: </em>800 circa<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: </em>3 ore<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>EI<br />
<em>Punti d'appoggio: </em>Fontana a Canza, possibilità di rifornirsi di cibo nei paesi precedenti (Ponte, Valdo)<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Tardo inverno/inizio primavera se si vuole ciaspolare<br />
<em>Note segnaletica: O</em>ttima<br />
<em>Note: </em>Si consiglia una visita alla chiesa di San Gaudenzio a Baceno!<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-PfQsxidPZ1o/VyEYS_WriwI/AAAAAAAAUQc/v2C2E-reK_wZjiS5y9Tvhqdfwv-mar3HACLcB/s1600/Alpinism_IMGP4560.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://3.bp.blogspot.com/-PfQsxidPZ1o/VyEYS_WriwI/AAAAAAAAUQc/v2C2E-reK_wZjiS5y9Tvhqdfwv-mar3HACLcB/s320/Alpinism_IMGP4560.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Summit in val Vannino (foto di Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Domodossola: nota un po' a tutti gli italiani grazie a Mike Buongiorno, con buona pace di Desenzano del Garda, Duino, Dronero, Dorgali, Deruta, Diamante e pochi altri concorrenti papabili per la Di di. Dove poi sia Domodossola, solo una minoranza lo sa; vaghe idee di valli e montagne lontane, vicine alla Svizzera, forse in Lombardia... <br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-t7GPqE0c8OE/VyEYoP0ZVnI/AAAAAAAAUQk/gjPodQa5C1cnikkmFesKZ3gmvjR2CFnUACLcB/s1600/Alpinism_IMGP4617.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://2.bp.blogspot.com/-t7GPqE0c8OE/VyEYoP0ZVnI/AAAAAAAAUQk/gjPodQa5C1cnikkmFesKZ3gmvjR2CFnUACLcB/s320/Alpinism_IMGP4617.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In notturna dal rifugio Margaroli (Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
E invece siamo in Piemonte, su una delle punte che la cartina politica dell'Italia protende verso nord; vicini alla Svizzera, vero, grazie a uno dei tunnel ferroviari più lunghi d'Europa: il Sempione. E mentre noi da Milano saliamo verso i Laghi, con la smisurata cupola bianca del monte Rosa stampata sul parabrezza, il nostro amico Marco (al momento domiciliato in Svizzera) attraversa le viscere delle Alpi Lepontine per rivedere la luce nello Stato natio.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-MJ38493yxBg/Vxt1f4s0vOI/AAAAAAAAUKM/Pqw97iA1Uu8Mj1K9F95X2HLlswsXEj-LwCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528123%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-MJ38493yxBg/Vxt1f4s0vOI/AAAAAAAAUKM/Pqw97iA1Uu8Mj1K9F95X2HLlswsXEj-LwCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528123%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nuovi contrabbandieri fra Svizzera e Italia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Lo incontriamo dopo tanto tempo proprio a Domodossola, in un trafficato sabato di mercato; la sua figura sospetta, nella nostra attesa, si aggirava per le bancarelle con trolley e zaino enorme, armato di piccozza. Per qualche istante blocchiamo il passaggio di auto di fronte alla stazione, in modo da poterlo caricare in macchina con tutti i suoi ingombranti bagagli.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-2k5By6GWuE0/Vxt1oTH4VmI/AAAAAAAAUJM/IzapluLrMlw_QkdUpA5TrD4QTN4gSHqkQCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%25283%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-2k5By6GWuE0/Vxt1oTH4VmI/AAAAAAAAUJM/IzapluLrMlw_QkdUpA5TrD4QTN4gSHqkQCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%25283%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Domodossola, Piazza del mercato</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dopo una passeggiata nella pittoresca cittadina, con la Piazza del Mercato occupata dal mercato, ripartiamo per la val Formazza carichi di formaggio con cui farcire i nostri panini di oggi e di domani. La giornata è magnifica, tutta la valle Antigorio risplende del verde di primavera: i campanili, le antiche casette in sasso, le elegantissime centrali idroelettriche in stile liberty, le cascate, il granito.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-YUqJ2kw2E6s/Vxt1dxr6dTI/AAAAAAAAUKE/wOHQ-iHRyTEOhSwGKmPgRPhvz9PrUoUOQCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%252811%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-YUqJ2kw2E6s/Vxt1dxr6dTI/AAAAAAAAUKE/wOHQ-iHRyTEOhSwGKmPgRPhvz9PrUoUOQCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%252811%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La chiesa di San Gaudenzio a Baceno</td></tr>
</tbody></table>
<br />
A Baceno ci fermiamo per visitare la chiesa di San Gaudenzio, arroccata su un pulpito roccioso presso la confluenza del torrente Devero con il Toce. L'interno ci lascia a bocca aperta: totalmente rivestito da affreschi, alcuni dei quali risalenti al Trecento, la maggior parte autentiche perle di un rinascimento "montanaro", che comunque risentiva degli echi monumentali fiorentini e milanesi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-JLFlxjUYfbQ/VyEX2rODB3I/AAAAAAAAUQQ/R6ge4JawKqYOiHCB_kiaJMQg74kebnoMwCLcB/s1600/Alpinism_IMGP4454.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://1.bp.blogspot.com/-JLFlxjUYfbQ/VyEX2rODB3I/AAAAAAAAUQQ/R6ge4JawKqYOiHCB_kiaJMQg74kebnoMwCLcB/s320/Alpinism_IMGP4454.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Arcate fra roccia e chiesa (Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-aii7ihPSiV4/VyEX3tv0v2I/AAAAAAAAUQU/zGMxLZT-RgYa2w3Vy_uk1VJ4wKoxBx79wCLcB/s1600/Alpinism_IMGP4462.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://3.bp.blogspot.com/-aii7ihPSiV4/VyEX3tv0v2I/AAAAAAAAUQU/zGMxLZT-RgYa2w3Vy_uk1VJ4wKoxBx79wCLcB/s320/Alpinism_IMGP4462.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Interno (Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-PpaUwncT4h0/Vxt1mwEvOtI/AAAAAAAAUJI/a3GA8fqF2mkst4BzMeb43ANarXtZQDYPwCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%252825%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-PpaUwncT4h0/Vxt1mwEvOtI/AAAAAAAAUJI/a3GA8fqF2mkst4BzMeb43ANarXtZQDYPwCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%252825%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Crocifissione all'interno di san Gaudenzio (opera del Bugnate, 1542)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ci rimettiamo in viaggio, percorriamo tutta la valle Antigorio e una lunga galleria in salita a cavatappi ci fa sbucare in val Formazza: il fiume è sempre lo stesso, il Toce: ma la primavera qui deve ancora arrivare, e nei cartelli delle varie località è riportata la traduzione in lingua Walser: segno che siamo passati in un luogo diverso.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-SBHc28Y7Q08/Vxt1u3xEFlI/AAAAAAAAUKM/ImfTY8R0vaU10ZKD0J0T0so7ksfahAKrwCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%252864%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-SBHc28Y7Q08/Vxt1u3xEFlI/AAAAAAAAUKM/ImfTY8R0vaU10ZKD0J0T0so7ksfahAKrwCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%252864%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lunghissimo piccone uncinato esposto su una casa Walser di Canza, <br />
usato per recuperare i tronchi dal fiume</td></tr>
</tbody></table>
<br />
A Canza/Fruttwaald (1418) parcheggiamo, e trovata una bella fontana optiamo per pranzare al volo qui: tutto peso in meno negli zaini! Il formaggio, comprato al mercato dal banchetto di un'azienda locale, si rivela ottimo, e lo sarà anche domani. Dopo lo spuntino ci cambiamo e ci incamminiamo lungo il Grande Sentiero Walser, una carrozzabile fin da subito innevata (e non battuta) che risale con ampi tornanti il fianco ovest della valle.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-JAhFdiWkNI0/VyEWtExVlmI/AAAAAAAAUP8/b4uJwLb4prQK_iINZNKotIQdEcBZfCARwCLcB/s1600/Alpinism_IMGP4477.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://2.bp.blogspot.com/-JAhFdiWkNI0/VyEWtExVlmI/AAAAAAAAUP8/b4uJwLb4prQK_iINZNKotIQdEcBZfCARwCLcB/s320/Alpinism_IMGP4477.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Partenza da Canza (Foto Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
I larici spogli lasciano intravvedere le montagne sul versante opposto, dove spicca il Basodino (3273); giù dai suoi ripidi canali, sentiamo e avvistiamo imponenti scariche di neve: ieri ha un po' nevicato e oggi le temperature sono alte. Attorno a quota 1800 il sentiero svolta decisamente a destra, infilandosi nella val Vannino. Una leggera discesa ci porta a Sagersboden, dove arriva la seggiovia biposto di Valdo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-VDbYwJACzqI/Vxt1wrIBnEI/AAAAAAAAUKM/jUZLjGTZXu8DgeHO0Tuc0fMnBp1EIxNUwCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%252871%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-VDbYwJACzqI/Vxt1wrIBnEI/AAAAAAAAUKM/jUZLjGTZXu8DgeHO0Tuc0fMnBp1EIxNUwCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%252871%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Scariche di neve sui contrafforti ovest del Basodino</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Da qui in su la traccia per i rifugi è ben battuta, ed è una fortuna siccome la pendenza e la quantità di neve sul terreno si fanno più marcate. Insieme al bosco finisce anche la parte più faticosa, e ci si apre lo scenario fatato dell'alta valle: a destra grandi placconate di granito (attrezzate per lunghi ed entusiasmanti monotiri) fanno da contraltare ai nevosi e ripidi versanti nord dei monti Giove e Clogstafel. <br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-QJ-zjYAjyb8/VyEXR25hzWI/AAAAAAAAUQI/4FskhFRiL4wHLpwBnGUIjL7whdRGSgDAgCLcB/s1600/Alpinism_IMGP4539.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-QJ-zjYAjyb8/VyEXR25hzWI/AAAAAAAAUQI/4FskhFRiL4wHLpwBnGUIjL7whdRGSgDAgCLcB/s320/Alpinism_IMGP4539.JPG" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In cammino verso il rifugio (Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Altre montagne dai profili eleganti chiudono l'orizzonte. In tutto questo i grandi pali che trasportano corrente alle dighe del Vannino appaiono un po' fuori posto, ma siamo nel cuore delle valli elettriche, e stasera in rifugio non ci dispiacerà poter dormire con l'interruttore in camera e in bagno!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-XpxJ3GJryGI/VyEXFLsMkWI/AAAAAAAAUQA/ClA_xBLwz7IehLAVkUqKwTS6uhdP7jw7QCLcB/s1600/Alpinism_IMGP4576.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-XpxJ3GJryGI/VyEXFLsMkWI/AAAAAAAAUQA/ClA_xBLwz7IehLAVkUqKwTS6uhdP7jw7QCLcB/s320/Alpinism_IMGP4576.JPG" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sempre più folgorati (foto Fabio)</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Adesso la traccia prosegue pressoché pianeggiante affianco al torrente, e dopo poco avvistiamo il rifugio Margaroli, posizionato su un dosso vicino agli edifici della diga. Assistiamo al distacco di una piccola slavina di neve marcia, che si ferma pochi metri sopra al sentiero... poco dopo un camoscio arranca in salita su per la neve pesante, non troppo infastidito dalla nostra presenza.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-5DlJShLzkro/Vxt1evtz3bI/AAAAAAAAUKM/KGQ8e69woPwZaludiZoWZ4sduroFhFLBQCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528114%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-5DlJShLzkro/Vxt1evtz3bI/AAAAAAAAUKM/KGQ8e69woPwZaludiZoWZ4sduroFhFLBQCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528114%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Camoscio</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Alle nostre spalle, verso il Basodino, il cielo si è fatto scuro, e contrasta nettamente con l'anfiteatro luminosissimo di neve in cui ci stiamo addentrando. Un'ultima breve salita ci porta al rifugio, con buon anticipo sulla cena (alle 19). Troviamo ad aspettarci una manciata di sdraio affacciate sulla distesa bianca del Lago del Vannino, un connubio perfetto con il boccale di birra.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-LEE8dRqNVc8/Vxt1fZRAASI/AAAAAAAAUKM/c9NfBky4DEIXKgfjdpneq1PnARSn3-KaACKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528112%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-LEE8dRqNVc8/Vxt1fZRAASI/AAAAAAAAUKM/c9NfBky4DEIXKgfjdpneq1PnARSn3-KaACKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528112%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Verso il Lago Vannino</td></tr>
</tbody></table>
<br />
In rifugio ci siamo solo noi e altri 4 scialpinisti con in programma la Cima d'Arbola. La cena è ottima e abbondante, il rifugista disponibile e ben informato. Ci consiglia di partire presto visto il forte caldo, anche perché l'itinerario che abbiamo in mente - seppur non ripido - è esposto al rischio di slavine dai lati. Incassiamo una dovuta ramanzina per la mancanza di APS, prima o poi dovremo procurarceli.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-V8QM29tvERE/Vxt1h0dJQWI/AAAAAAAAUKM/BzbDkYUZtP4OtzHPLz53lxXRtXC2iJytACKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528133%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-V8QM29tvERE/Vxt1h0dJQWI/AAAAAAAAUKM/BzbDkYUZtP4OtzHPLz53lxXRtXC2iJytACKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528133%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rifugio Margaroli</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Proprio mentre ci viene servita la torta, fuori qualcuno poco amante dei dolci assiste a un bel distacco di fondo appena sopra al rifugio e alla traccia che tutti noi ospiti dovremo percorrere domattina... non un buon presagio, decisamente! La luce si affievolisce, rimane il cielo notturno terso e tempestato di stelle, perfetto per risollevare il morale e... abbassare le temperature! Che comunque rimarranno a cavallo dello zero nella notte.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-2EukBcAnzPc/Vxt1kw5NEEI/AAAAAAAAUKM/RmvOmn4GIDoIsQ_4wo5GdIyXIU-svd9ywCKgB/s1600/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528142%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-2EukBcAnzPc/Vxt1kw5NEEI/AAAAAAAAUKM/RmvOmn4GIDoIsQ_4wo5GdIyXIU-svd9ywCKgB/s320/Val%2BFormazza%252C%2B9-10%2Baprile%2B2016%2B%2528142%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Camera della Volpe</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Poco prima delle 22 filiamo a nanna: Fabio rimane fuori con la reflex e il cavalletto a scattare foto in lunga esposizione : temiamo si allontani troppo e venga sommerso da una valanga notturna, ma nonostante questo qualcuno riesce ad addormentarsi. Poco dopo rientra pure lui e possiamo trascorrere negli scomodi sacchi lenzuolo le lunghe ore che ci separano da una giornata grandiosa.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-krDVqaOO0ck/VyEWCOiRI5I/AAAAAAAAUP0/cEQWRjReIvQh8-hRnWTSkQIVDdq9STkqACLcB/s1600/Alpinism_IMGP4623.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="https://3.bp.blogspot.com/-krDVqaOO0ck/VyEWCOiRI5I/AAAAAAAAUP0/cEQWRjReIvQh8-hRnWTSkQIVDdq9STkqACLcB/s320/Alpinism_IMGP4623.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Val Vannino sotto le stelle (foto Fabio Giglio)</td></tr>
</tbody></table>
...Continua!Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-76602229898288386412016-04-20T21:29:00.000+02:002016-04-20T21:29:33.006+02:00Il Verme e Lumaca di Vetro: fuori di zucca per lo Zucco dell'AngeloneIl mio 2016 su roccia (buona!) si riapre proprio dove si era concluso il 2015: allo Zucco dell'Angelone. Lo scorso dicembre giungemmo ai piedi di questo montarozzo affacciato sulla Valsassina, e restammo letteralmente smarriti di fronte alla quantità di vie: ogni angolo di parete sembrava mitragliato di fittoni! Non trovammo l'attacco della via che puntavamo a fare (Condorpass) e dovemmo ripiegare su qualcosa di più breve, testando comunque la bontà di questo calcare ruvidissimo.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Cf-Rm_QTQIk/VxFMrTY9ONI/AAAAAAAAUHs/KoMHdtKkqDMKTKbCakbg-X8bwsVavXthwCLcB/s1600/Zucco%2BAngelona%252C%2B12%2Bdicembre%2B2015%2B%252818%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-Cf-Rm_QTQIk/VxFMrTY9ONI/AAAAAAAAUHs/KoMHdtKkqDMKTKbCakbg-X8bwsVavXthwCLcB/s320/Zucco%2BAngelona%252C%2B12%2Bdicembre%2B2015%2B%252818%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sul Pilastro del Vampiro, 12 dicembre 2015</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Stavolta torno all'Angelone armato di guida, e con le idee decisamente più chiare. Lasciata l'auto nel comodo parcheggio (a pagamento) della funivia, ci dirigiamo spediti al Primo Sperone: una grande placca appoggiata, dove alcuni ragazzi stanno già arrampicando e ci indicano dove trovare l'attacco della via Il Verme, la quarta o quinta linea di fittoni sulla struttura partendo da sinistra.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-GBUMv2JJB6E/VxFLTryoofI/AAAAAAAAUFM/ARqxrmceEZwuqOtINAfe3G7rw1SXOy9BQCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252821%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-GBUMv2JJB6E/VxFLTryoofI/AAAAAAAAUFM/ARqxrmceEZwuqOtINAfe3G7rw1SXOy9BQCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252821%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fessure sul Verme</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il primo tiro è appoggiato, perfetto per far prendere ai piedi confidenza con le rugosità della roccia. I fittoni sono a distanza generosa, ma la fiducia nell'aderenza è fondamentale per procedere anche se siamo su un 4a (gradi lecchesi!). Alla catena proseguo su una cengia che sale a destra (II grado), e faccio sosta su due anelli presso una biforcazione.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-MsS39GLzHnc/VxFLRgc_yKI/AAAAAAAAUE0/44KK0pDzL30d8PYtqPKbnlEsa97yF-LOACKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252813%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-MsS39GLzHnc/VxFLRgc_yKI/AAAAAAAAUE0/44KK0pDzL30d8PYtqPKbnlEsa97yF-LOACKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252813%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alla fine della cengia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La via originale sale a sinistra, superando una bella lama seguita da uno spigolo (4b). Anche il terzo tiro si presenta simile, con uno spostamento iniziale a sinistra ben appigliato e subito dopo uno strapiombino (4c, più difficile al centro); poi si procede su placca appoggiata, lasciandosi a sinistra un alberello e traversando a destra su concrezioni fino alla sosta.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-WbCGH5FBBRY/VxFLUPnUvKI/AAAAAAAAUH0/qzDJLhyT6rI9RpgRHbyL4jHLyEb_AZxawCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252825%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-WbCGH5FBBRY/VxFLUPnUvKI/AAAAAAAAUH0/qzDJLhyT6rI9RpgRHbyL4jHLyEb_AZxawCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252825%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Terzo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La via proseguirebbe in cresta con altri due tiri facili su roccia mediocre, e noi decidiamo di calarci subito. Grazie alle due mezze ci bastano due calate per raggiungere la base dello Sperone, dove nel frattempo si è radunato un bel mucchietto di persone. Mangiamo qualcosa al volo, ormai ci siamo scaldati e possiamo puntare al vero obiettivo della giornata.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-iY6pMk4w4oU/VxFLW5W-VOI/AAAAAAAAUH0/jC3WeTcLaAAlfNFY55JgRrgnpFVTJIHQwCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252833%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-iY6pMk4w4oU/VxFLW5W-VOI/AAAAAAAAUH0/jC3WeTcLaAAlfNFY55JgRrgnpFVTJIHQwCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252833%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ci si cala sulla folla colorita</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Appena a sinistra del Primo Sperone (faccia a monte) risaliamo su sentiero segnato un ripido canale che ci porta alla base del Secondo, chiamato anche Pilastro dell'Essenza. Qui sale la via Lumaca di Vetro, creazione di fine anni 70 di Ivan Guerini e soci; i pionieri della val di Mello consideravano forse il calcare granitico dell'Angelone un ottimo terreno di allenamento, oltre che di scoperta.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-F232x3q5Gz0/VxFLY6MxE-I/AAAAAAAAUH0/VcvImsV_YxgO8aekCfigcaTNfbh1B04hgCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252844%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-F232x3q5Gz0/VxFLY6MxE-I/AAAAAAAAUH0/VcvImsV_YxgO8aekCfigcaTNfbh1B04hgCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252844%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista della seconda parte di Lumaca di Vetro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Oggi Lumaca di Vetro si presenta ben protetta a resinati, ma resta una via di grande fascino, con arrampicata varia ed estetica. Il primo tiro parte con diagonale a sinistra su placca appoggiata, con un delicato passo di aderenza (5b); raggiunto un terrazzino (possibile sosta intermedia) saliamo la linea di fittoni centrale delle tre presenti, superando un muretto verticale con l'aiuto di buchi e concrezioni (5c).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-cwS-a4m7ePI/VxFLZbpTaaI/AAAAAAAAUH0/7FiMlH3Xb_ogdMLucs-jcGGnh5vtItbNQCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252839%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-cwS-a4m7ePI/VxFLZbpTaaI/AAAAAAAAUH0/7FiMlH3Xb_ogdMLucs-jcGGnh5vtItbNQCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252839%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Primo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il secondo tiro ci riporta leggermente a destra, per poi affrontare sulla sinistra un pilastro (ottima lama, 5a) e proseguire su entusiasmanti canne leggermente appoggiate (5b, fittoni un po' più distanti). Al terzo tiro facciamo un po' di confusione: scartata la linea di fittoni subito sopra la sosta - a occhio troppo difficile - Pietro traversa a destra su una cengetta erbosa, senza raggiungere l'albero dove si trova la sosta di un'altra via lunga parallela. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-iDWHa7V-QEc/VxFLdH1ZhTI/AAAAAAAAUH0/F_gnRyyZA8IcLqRUwfG7cWL6xlJFl2b6QCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252847%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-iDWHa7V-QEc/VxFLdH1ZhTI/AAAAAAAAUH0/F_gnRyyZA8IcLqRUwfG7cWL6xlJFl2b6QCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252847%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Secondo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Al centro delle due linee non si vedono fittoni, quindi bisogna arrangiarsi con le protezioni veloci. La parete è appoggiata e lavorata, le difficoltà non superano il IV grado: salire così ha qualcosa di esplorativo, avventuroso, e con un po' di fantasia sembra quasi di tornare nei panni di chi salì queste pareti quando ancora non c'erano altro che roccia e piante.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-vnzwLhzEto8/VxFLgBPioBI/AAAAAAAAUH0/muytnvapvEEnnuL9l8_s2TpLAEa5c4UzwCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252853%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-vnzwLhzEto8/VxFLgBPioBI/AAAAAAAAUH0/muytnvapvEEnnuL9l8_s2TpLAEa5c4UzwCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252853%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Terzo tiro: c'è chi scende e c'è chi sale!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ora ci sono anche i fittoni resinati, e anche se uno se lo dimentica per strada, Pietro rinvia gli ultimi due, piazzati con criterio in prossimità di passaggi più impegnativi. Eccoci alla penultima sosta, ai piedi del pilastro finale: la linea di Lumaca di Vetro si sposta a sinistra per poi salire lungo uno splendido ed esposto diedro, dalla roccia biancastra.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-Y3cgtIh56hg/VxFLhX4My8I/AAAAAAAAUH0/UBqYpPfOenEqR0BSVMXjxgj8-oJ0qrihwCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252870%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-Y3cgtIh56hg/VxFLhX4My8I/AAAAAAAAUH0/UBqYpPfOenEqR0BSVMXjxgj8-oJ0qrihwCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252870%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Quarto tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Salgo io da primo, integrando con un nut più psicologico che altro - i fittoni sono tutto sommato vicini! - e con un traverso a destra, poco prima del termine strapiombante del diedro, raggiungo la sosta finale, in posizione particolarmente aerea. Pietro mi raggiunge velocemente e ci gustiamo un poco il panorama prima di attrezzare una nuova corda doppia.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-CZrVOhNyXvU/VxFLmngbhWI/AAAAAAAAUH0/OPp2LBcpPXk_CIcTUWihdUbfGCs3bO0BwCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252879%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-CZrVOhNyXvU/VxFLmngbhWI/AAAAAAAAUH0/OPp2LBcpPXk_CIcTUWihdUbfGCs3bO0BwCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252879%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ultima sosta</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Alla nostra sinistra sale il Terzo Sperone, dove corrono alcune fra le vie più lunghe dell'Angelone (Foto di gruppo con signorine, sulla quale vediamo impegnate un paio di cordate); sotto di noi la breve pianura della Valsassina, dominata dalle due Grigne ancora in parte innevate. E' ora di calarci in quella direzione!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-c3zEZZXNbW4/VxFLnhzrMTI/AAAAAAAAUH0/yZBEXIapzEsRbVFKJRreBDhTSGy9-Ah5ACKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252884%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-c3zEZZXNbW4/VxFLnhzrMTI/AAAAAAAAUH0/yZBEXIapzEsRbVFKJRreBDhTSGy9-Ah5ACKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252884%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Prima calata lungo Lumaca di Vetro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La prima doppia ovviamente è espostissima, e ci porta sulla cengia alla destra della seconda sosta; qui dubitiamo di raggiungere la base con un'unica calata, ma il terreno poco inclinato e la presenza di un canale ci incoraggiano a scendere finché abbiamo corda... Ci ritroviamo così una decina scarsa di metri sopra la base, e dobbiamo scendere scomodamente un po' per la placca non proprio facile, un po' per il canale sporco di terra. Una pericolosa faticaccia.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-ufIRaD-Z_kk/VxFLorKQgdI/AAAAAAAAUH0/jLk4VVt2lbUAuqHLVdl4vY2BYqxJEdYxwCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252888%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-ufIRaD-Z_kk/VxFLorKQgdI/AAAAAAAAUH0/jLk4VVt2lbUAuqHLVdl4vY2BYqxJEdYxwCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252888%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Taleggio!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Tornati agli zaini addentiamo i panini stracolmi di taleggio che ci siamo fatti preparare a valle; la giornata è ancora lunga e decidiamo di andare a visitare il settore Bastionata. Torniamo indietro fino quasi al primo sperone, poi cominciamo a traversare a destra su sentiero con qualche tratto attrezzato; superiamo le basi del Terzo e del Quarto, e ci ritroviamo sotto una placca enorme con alla base un ghiaione.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-i0stvqygYCU/VxFLphwX7AI/AAAAAAAAUH0/ggPYBQttWlY9MQz8ujzwtd9-0XQHEnCsgCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252895%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-i0stvqygYCU/VxFLphwX7AI/AAAAAAAAUH0/ggPYBQttWlY9MQz8ujzwtd9-0XQHEnCsgCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%252895%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fessure da sbavo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Linee di fittoni salgono ovunque, ma i disegni della guida non sono troppo chiari; e anche il fatto che non ci sia scritto nulla da nessuna parte contribuisce a instillarci il dubbio di non essere nel posto giusto. Proseguiamo la discesa con una scaletta fino a un nuovo settore, probabilmente lo Sperone dell'Astinenza... attacchiamo una bella fessura con fittoni vicini, e raggiunta la sosta su un boschetto proseguiamo con un altro tiro (strapiombino e canne); come difficoltà saremo attorno al 5a; la via dovrebbe chiamarsi Frisco Liberaci... comunque dalla seconda sosta ci caliamo fino alla base.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-XqdT6VSFmDg/VxFLQEY-kgI/AAAAAAAAUH0/wtHXEQ9fBC8fscuniKzoYW0SMBgd_PPQgCKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%2528101%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-XqdT6VSFmDg/VxFLQEY-kgI/AAAAAAAAUH0/wtHXEQ9fBC8fscuniKzoYW0SMBgd_PPQgCKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%2528101%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Secondo tiro (Frisco Liberaci?)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Giusto il tempo di un monotiro sulle affascinanti e difficili canne e il sole si nasconde dietro il Grignone: i piedi cuociono, le mani prudono dopo tutto il ruvido accarezzato... possiamo ritenerci soddisfatti appieno di questa seconda visita all'Angelone! Radler al rifugio della seggiovia, tiriamo le 19 e in un paio d'ore siamo a casa, senza trovare traffico né a Lecco né a Milano.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-p3yaYYF67Dw/VxFLQxX3qAI/AAAAAAAAUH0/xA8m9b4q1r8kpsU7j8CiL4ZADt1scVrmACKgB/s1600/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%2528107%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-p3yaYYF67Dw/VxFLQxX3qAI/AAAAAAAAUH0/xA8m9b4q1r8kpsU7j8CiL4ZADt1scVrmACKgB/s320/Zucco%2BAngelone%252C%2B02%2Baprile%2B2016%2B%2528107%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ultima luce sulle canne</td></tr>
</tbody></table>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-71483385500169808182016-04-17T18:57:00.000+02:002016-04-17T18:58:35.213+02:00Alpe di Vallestrina invernale, variante alla via Fornaciari<em>Data uscita: </em>26 marzo 2016<br />
<br />
<em>Punto di partenza: </em>Rescadore di Febbio (1200)<br />
<i></i><br />
<em>Durata:</em><em> </em>1 ora e mezzo di avvicinamento, 1h e mezzo la via (considerare almeno il doppio procedendo in cordata) 2 ore rientro<br />
<i><br /></i> <em>Dislivello in salita: </em>700 <br />
<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>AD+<br />
<em><br /></em> <em>Chiodatura: </em>Assente. Portare qualche chiodo e friend. Noi abbiamo piantato anche un cuneo di legno (recuperato)<br />
<em><br /></em> <em>Punti d'appoggio: </em>Bivacco Zambonini (1585), con reti e tavola<br />
<em><br /></em> <em>Esposizione della via: </em>Nord/Ovest<br />
<em><br /></em> <em>Periodo consigliato: </em>Vista la posizione molto ombrosa e la quota elevata, la via parete del Vallestrina (specialmente la via Fornaciari che è la più incassata) sono potenzialmente in condizioni fino a primavera.<br />
<br />
Foto con * di Mario Brunelli<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-S2hyIUPvPNg/Vwa8poVpp4I/AAAAAAAAUBI/x9brZhAZ4Ws8AWCzomOE56GUydREqj50gCKgB/s1600/Vallestrina%2BMario%2B%252816%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-S2hyIUPvPNg/Vwa8poVpp4I/AAAAAAAAUBI/x9brZhAZ4Ws8AWCzomOE56GUydREqj50gCKgB/s320/Vallestrina%2BMario%2B%252816%2529.JPG" width="239" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cornici e panorami scendendo dal Vallestrina *</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il Gigante reggiano ci dà il buongiorno tutto luccicante di neve, disteso ad abbronzarsi sotto il potente sole di fine marzo. Sono da poco passate le 7 del mattino, e c'è un solo fazzoletto verticale di Cusna ancora all'ombra: la parete nord ovest dell'Alpe di Vallestrina (1904). A Febbio suscitiamo scompiglio fra i parcheggiatori e la Polizia (hanno deciso di fare pagare la sosta agli sciatori...) per aver lasciato la Panda un po' nei piedi davanti al bar. Ma il caffettino ci vuole sempre, porta bene anche se sono già le 8.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-RuuO7BVtqoA/Vwa8uTJIPWI/AAAAAAAAUBU/JjjOEnrMD7MkS7IhSj5qIxfDHpNCBmGKgCKgB/s1600/Vallestrina%2BMario%2B%252820%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-RuuO7BVtqoA/Vwa8uTJIPWI/AAAAAAAAUBU/JjjOEnrMD7MkS7IhSj5qIxfDHpNCBmGKgCKgB/s320/Vallestrina%2BMario%2B%252820%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ricognizione pomeridiana sotto la via Fornaciari *</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Proseguiamo comunque verso Pian Vallese finché la strada non è sbarrata dalla neve, e ci accodiamo alle auto degli scialpinisti già partiti o in fase di partenza. Somministriamo la solita dose di chilogrammi nei nostri zaini e ci incamminiamo sul sentiero 615, seguendo la traccia già battuta e su neve portante. Maciniamo metri e in meno di un'ora siamo alla fine dei faggi, nella grande conca sotto il Passone.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-lH1WTUtH1EY/Vwa9kKOpgWI/AAAAAAAAUDI/P_Rx8sqmMqEpHG8KIAbj645QCEI4bXB-wCKgB/s1600/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252810%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-lH1WTUtH1EY/Vwa9kKOpgWI/AAAAAAAAUDI/P_Rx8sqmMqEpHG8KIAbj645QCEI4bXB-wCKgB/s320/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252810%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Verso l'Alpe di Vallestrina</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
L'Alpe di Vallestrina però è più lontana di quanto ricordassi <a href="http://montagnatore.blogspot.it/2016/01/monte-cusna-anello-invernale-da-febbio.html">dall'ultima volta,</a> e dobbiamo traversare a sinistra nel bosco per ancora mezzoretta prima di trovarci nel maestoso vallone dominato dalla sua parete, ancora in ombra nonostante siano ormai le 10! Infiliamo imbrago e ramponi, stendiamo le mezze corde e saliamo con gli zaini alleggeriti il primo facile tratto di pendio, puntando al canale al centro della parete: la via Fornaciari.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-vinsFwQr_JQ/Vwa9tDfjS_I/AAAAAAAAUDM/sABJC3ETPdQFqtAwjJa0EgnHHFCGSNM0ACKgB/s1600/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252829%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-vinsFwQr_JQ/Vwa9tDfjS_I/AAAAAAAAUDM/sABJC3ETPdQFqtAwjJa0EgnHHFCGSNM0ACKgB/s320/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252829%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">"Conserva lunga" nel primo tratto facile</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Troviamo un masso adatto a fare da sosta sulla destra del canale, tagliato da un bel fessurone. Propongo a Mario di provare il cuneo di rovere, che mi sembra della misura giusta... tre etti portati fino a qui per qualcosa! Il cuneo si conficca con poche martellate nella fessura, e dà ottime garanzie di tenuta. Per non sbagliare però ci infiliamo di fianco un friend...<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-D8EPqdKEwY4/Vwa9wnBhQII/AAAAAAAAUDM/hdfZ0Nq2DvgI_bRnpPIxNGBhbT4VKZbfQCKgB/s1600/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252842%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-D8EPqdKEwY4/Vwa9wnBhQII/AAAAAAAAUDM/hdfZ0Nq2DvgI_bRnpPIxNGBhbT4VKZbfQCKgB/s320/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252842%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sosta con cuneo di rovere e friend</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Testo io la prima sosta con cuneo di legno, e risalgo la prima parte di canale, ancora appoggiata su pendenze che non superano i 40 gradi. La neve è perfetta, dura al punto giusto perché si infilino le punte delle becche. Non mi rendo conto che sono a metà corda quando raggiungo un nuovo masso nel quale inserire una protezione; la linea principale proseguirebbe a sinistra, meno definita, impennandosi in prossimità di una fascia rocciosa; io punto invece a un canalino più ripido che sale a destra, affrontando lo sbarramento direttamente.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-FhJHZ9BGyPg/Vwa8xtHHNvI/AAAAAAAAUBU/zNw-CaBtFvwnmqoXbl-QOMK52c-iF4I8QCKgB/s1600/Vallestrina%2BMario%2B%25284%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="274" src="https://4.bp.blogspot.com/-FhJHZ9BGyPg/Vwa8xtHHNvI/AAAAAAAAUBU/zNw-CaBtFvwnmqoXbl-QOMK52c-iF4I8QCKgB/s320/Vallestrina%2BMario%2B%25284%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Inizio della via Fornaciari *</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Presto mi rendo conto che la qualità del ghiaccio è inversamente proporzionale alla pendenza. In soldoni, sul ripido lo strato di neve si presenta scollato dal fondo e l'unico modo per salire in sicurezza è spiccozzare zolle d'erba ghiacciata, dopo un faticoso lavoro di pulizia per raggiungerle. Dando fiducia totale ai piedi, si salirebbe anche senza bisogno delle mani; ma avendo soltanto un friend ormai svariati metri sotto il culo preferisco usare quattro zampe.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-9U8Wu0aG72U/Vwa9xp9IvFI/AAAAAAAAUDM/UIv_UleHoboP_5q8H6JOWJjGvBUpGI63gCKgB/s1600/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252846%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-9U8Wu0aG72U/Vwa9xp9IvFI/AAAAAAAAUDM/UIv_UleHoboP_5q8H6JOWJjGvBUpGI63gCKgB/s320/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252846%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mario sale</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Non trovo alcuna fessura o spuncione valido per proteggermi, dunque proseguo piano piano finché scopro da Mario che la corda sta finendo... una brutta notizia, siccome lo stesso non vale per le difficoltà! Non vedo posti validi per sostare attorno, se non un grande spuncione al quale mancano almeno 20 metri.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-AbguP8erpGU/Vwa91mypBPI/AAAAAAAAUDY/gRURZvdYm_c325pIIMiMMgEpugN12XZ5wCKgB/s1600/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252869%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-AbguP8erpGU/Vwa91mypBPI/AAAAAAAAUDY/gRURZvdYm_c325pIIMiMMgEpugN12XZ5wCKgB/s320/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252869%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Esposizione sulla terza sosta</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
In questi casi bisogna decidere a mente fredda e velocemente... raggiunto un punto comodo, dico a Mario di disattrezzare la sosta, e partire salendo la parte iniziale facile del canale. Prima che raggiunga l'impennata, io sarò al masso. Ricevuto l'ok, partiamo in questa sorta di conserva lunga, decisamente pericolosa; appena posso pianto il fittone, dopodiché con un traverso su neve poco consistente raggiungo il masso tanto desiderato; basta una pulita alla cima ed ecco pronto lo spazio per la mia fettuccia di 4 metri.<br />
<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-jhRmo_0obuk/Vwa8zOjLBhI/AAAAAAAAUBU/SQilEu5i0NIboos6dOrn6squwg7bQyObwCKgB/s1600/Vallestrina%2BMario%2B%25285%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="198" src="https://1.bp.blogspot.com/-jhRmo_0obuk/Vwa8zOjLBhI/AAAAAAAAUBU/SQilEu5i0NIboos6dOrn6squwg7bQyObwCKgB/s320/Vallestrina%2BMario%2B%25285%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Secondo tiro: la sosta vista dall'alto *</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ora Mario può salire in sicurezza, e lo fa molto in fretta: tutta questione di fiducia nei piedi! Aggira su mio consiglio il canale da sinistra, e superata una fascia di misto zolle recupera il fittone e mi raggiunge. Siamo in prossimità di un bivio: a sinistra il canale principale si allarga di nuovo per terminare sotto le grandi cornici sporgenti in cresta; a destra sale di nuovo un canalino più ripido.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-VEYXa6sSGc8/Vwa91Pyy8WI/AAAAAAAAUDY/KSZWgwWfVUEGh6M4-AshQGHVSx857TusQCKgB/s1600/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252856%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-VEYXa6sSGc8/Vwa91Pyy8WI/AAAAAAAAUDY/KSZWgwWfVUEGh6M4-AshQGHVSx857TusQCKgB/s320/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252856%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mario sul "secondo" tiro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Mario opta per la seconda soluzione, anche perché l'uscita in cresta sembra più agevole e ai lati del canale ci sono massi con qualche possibilità di protezione. Sale e pianta un chiodo prima di un passaggio ripido, dove intuisco stia litigando con qualche zolla erbosa. La parte più verticale è superata, nuovo chiodo sempre sulla destra e via di nuovo su per zolle e qualche masso a lato, con una colata d'acqua ghiacciata che è pura goduria. Sosta su un masso appena sotto la cresta e posso partire anche io, godendomi questo bel tiro sostenuto, probabilmente anche più ripido del canalino salito prima.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-cZaQ8aDC5M0/Vwa80kvLT3I/AAAAAAAAUBU/aZSi1GpZDBkLMpN20AMhKXwHC2EepM5QgCKgB/s1600/Vallestrina%2BMario%2B%25287%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="268" src="https://3.bp.blogspot.com/-cZaQ8aDC5M0/Vwa80kvLT3I/AAAAAAAAUBU/aZSi1GpZDBkLMpN20AMhKXwHC2EepM5QgCKgB/s320/Vallestrina%2BMario%2B%25287%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Io sul secondo tiro</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
L'uscita in cresta tocca a me; dall'ottima sosta attrezzata da Mario traverso brevemente a sinistra in massima esposizione, raggiungendo un macigno dove pianto un altro chiodo; il martello ce l'ha ancora Mario, quindi mi tocca battere i primi colpi con la mia quasi-nuova piccozza martello, che tutto sommato se la cava bene.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-s5qdwJZgkCw/Vwa8la9NxyI/AAAAAAAAUBI/40IdawZg5ZoOnr3qIuj_B0ZofNdQdfiTACKgB/s1600/Vallestrina%2BMario%2B%252810%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-s5qdwJZgkCw/Vwa8la9NxyI/AAAAAAAAUBI/40IdawZg5ZoOnr3qIuj_B0ZofNdQdfiTACKgB/s320/Vallestrina%2BMario%2B%252810%2529.JPG" width="239" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ultimo traverso prima della cornice *</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Testato il chiodo, smetto di traversare e affronto direttamente l'impennata finale sotto la cornice, su neve piuttosto inconsistente dove di fatto devo trazionare sulle piccozze piantate a mo' di fittoni. L'uscita sembra quella da un Boulder dove aneli di riappoggiare il sedere sullo spiano, che in questo caso è neve resa ormai marcia dal sole.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-Xg34a8v7Hp8/Vwa93tM7gII/AAAAAAAAUDY/WQ0pWYOILpUaIl4Tsuan1hivOWErhetxgCKgB/s1600/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252874%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-Xg34a8v7Hp8/Vwa93tM7gII/AAAAAAAAUDY/WQ0pWYOILpUaIl4Tsuan1hivOWErhetxgCKgB/s320/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252874%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uscita!</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Pianto le due picche e un fittone alla meglio e a debita distanza dal bordo della cornice, e recupero Mario godendomi il sole e la bella vista sull'imponente gruppo Sassofratto-Prado-Cipolla, uno degli obiettivi mancati (per me) dell'inverno. Ma oggi se n'è centrato uno notevole! Raggiungiamo la cima su facile cresta, mangiamo qualcosa favoriti dal poco vento, dopodiché scendiamo aggirando la montagna da nord ovest.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-iwe-QHV8wI4/Vwa93Fi-4SI/AAAAAAAAUDU/HkWHuVoFUhMt4IGJctE4rTpxdq6CUuTDgCKgB/s1600/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252881%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-iwe-QHV8wI4/Vwa93Fi-4SI/AAAAAAAAUDU/HkWHuVoFUhMt4IGJctE4rTpxdq6CUuTDgCKgB/s320/Vallestrina%252C%2Bvia%2BFornaciari%252C%2B26%2Bmarzo%2B2016%2B%252881%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La facile cresta ovest verso la vetta</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Traversiamo sotto la base della parete, su neve ancora ottima, e recuperiamo un rinvio che mi era caduto dall'imbrago prendendo il fittone; anche una maglia rapida ha fatto la stessa fine, ma rinunciamo alla svelta a cercarla, senz'altro rimasta conficcata nella neve.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-YW3gGe77EvY/Vwa8wg2JuDI/AAAAAAAAUBU/eifzJfy1Kc4ZJKXuIc9d8-6ogD5gxM5WQCKgB/s1600/Vallestrina%2BMario%2B%252821%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-YW3gGe77EvY/Vwa8wg2JuDI/AAAAAAAAUBU/eifzJfy1Kc4ZJKXuIc9d8-6ogD5gxM5WQCKgB/s320/Vallestrina%2BMario%2B%252821%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Traversando sotto la parete</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dopo qualche confronto fotografico con la bibliografia presente online, senz'altro più attendibile di quella cartacea (la guida Appennino di Neve e di Ghiaccio), scopriamo che la via da noi seguita non era la Fornaciari, bensì una variante più verticale chiamata Dulcis in Fundo, salita nel 2010 da uno degli Alpinisti del Lambrusco in condizioni un po' più secche ma con neve forse migliore rispetto a quella trovata da noi... lui salì slegato, mentre io e Mario abbiamo preferito affrontare la via assicurati, piantando un paio di friend e 5 chiodi, tutti recuperati: speriamo che in tarda primavera, trovando una maglia rapida sotto la parete, qualcuno non pensi che su di qua ci siano spit!<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-5UunTXEw13k/Vwa8ngGBjJI/AAAAAAAAUBI/sx8gLx5Y62QE_khXIOJ2-o12naqx9xxIgCKgB/s1600/Vallestrina%2BMario%2B%252812%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-5UunTXEw13k/Vwa8ngGBjJI/AAAAAAAAUBI/sx8gLx5Y62QE_khXIOJ2-o12naqx9xxIgCKgB/s320/Vallestrina%2BMario%2B%252812%2529.JPG" width="320" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-57586733620306813982016-04-08T22:23:00.000+02:002016-04-08T22:23:08.850+02:00Gendarme della Nuda e cresta del Forame: anello invernale dal Cerreto<em>Data uscita: </em>19 marzo 2016<br />
<br />
<em>Punto di partenza: </em>Ex Albergo Belvedere, lungo la strada per Cerreto Laghi (1300)<br />
<br />
<em>Durata:</em><em> </em>5/6 ore<br />
<i><br /></i> <em>Dislivello in salita: </em>700 circa<br />
<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>PD+<br />
<em><br /></em> <em>Chiodatura: </em>Nella salita alla vetta del Gendarme cavo d'acciaio non in ottime condizioni; presenti alcuni spit<br />
<em><br /></em> <em>Punti d'appoggio: </em>Bivacco Rosario (1650); poco lontano dalla vetta della Nuda, sugli impianti di Cerreto Laghi, bar/ristoro<br />
<em><br /></em> <em>Esposizione della via: </em>est la salita al Gendarme, nord/ovest il Vallone dell'Inferno, ovest la cresta del Forame<br />
<em><br /></em> <em>Periodo consigliato: </em>Il vallone dell'Inferno rimane innevato fino a stagione avanzata, ma per apprezzare appieno il fascino delle creste innevate conviene compiere l'escursione in pieno inverno o con molta neve.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-9V_K9aw3F4k/Vv7RrLQGRII/AAAAAAAAT_s/m_LfS9tdr8oqJ7cjBGXjswXEe73Dw_-7w/s1600/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%25285%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-9V_K9aw3F4k/Vv7RrLQGRII/AAAAAAAAT_s/m_LfS9tdr8oqJ7cjBGXjswXEe73Dw_-7w/s320/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%25285%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gendarme della Nuda da SE</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Vallone dell'inferno: è difficile trovare nomi altrettanto evocativi in giro per l'Appennino; ed è difficile trovarne uno che calzi meglio alla selvaggia conca glaciale da cui nasce il torrente Rosario, tributario del Magra. Le temperature raggiunte in questo girone infernale riescono a fondere la vastità degli scenari dell'Appennino reggiano con i profili rocciosi e slanciati di tante cime dell'alta val Parma.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-LY2m0d7Yt70/Vv7PqySanoI/AAAAAAAAT-s/ItRZXjca8HwngJd4hMgOQqhjWJ5bLmWbA/s1600/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528215%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://3.bp.blogspot.com/-LY2m0d7Yt70/Vv7PqySanoI/AAAAAAAAT-s/ItRZXjca8HwngJd4hMgOQqhjWJ5bLmWbA/s400/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528215%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vallone dell'Inferno visto dal Forame</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Chi giunge nei pressi del bivacco Rosario, trovandosi a destra la cresta dentellata dello Scalocchio e il sorprendente Gendarme; a sinistra le quinte rocciose e i canali della Nuda e del Forame, potrebbe tranquillamente credere di trovarsi sulle Alpi: specialmente in una giornata giusta d'inverno, quando l'ambiente incrostato di neve appare ancora più grandioso e severo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-DjK1uwIcpwU/Vv7QPzXYc8I/AAAAAAAAT-8/bfU5BC9fT6sIzAs5v6ng-F7boHirvsDWA/s1600/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%25281%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-DjK1uwIcpwU/Vv7QPzXYc8I/AAAAAAAAT-8/bfU5BC9fT6sIzAs5v6ng-F7boHirvsDWA/s320/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%25281%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Monte Scalocchio</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Oggi troviamo una di quelle giornate, e il nostro progetto iniziale è percorrere la cresta dello Scalocchio per poi traversare sotto la parete nord del Gendarme: un'ascensione impegnativa, già <a href="http://redclimber.it/relazioni/neve-ghiaccio-e-misto/alpinismo-invernale/appennino-settentrionale/cresta-dello-scalocchio-invernale/">percorsa tre anni fa da Alberto e Federico</a>. Il problema è che siamo a marzo inoltrato, le temperature e il sole sono alti e la neve non è abbastanza portante per affrontare passaggi ripidi in sicurezza. O almeno così valutiamo!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-QBUW7CxgRLs/Vv7P9zYRzrI/AAAAAAAAT_s/EhScaHsKJI8TiVDFWG6Ci8lEqTj-PmdFA/s1600/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%252830%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-QBUW7CxgRLs/Vv7P9zYRzrI/AAAAAAAAT_s/EhScaHsKJI8TiVDFWG6Ci8lEqTj-PmdFA/s320/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%252830%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nel vallone dell'Inferno</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Fino al bivacco siamo stati molto fortunati, avendo trovato la traccia battuta di recente con più di un metro di neve nel bosco... ma non è il caso di affidarsi troppo alla fortuna. Decidiamo comunque di provare la salita al Gendarme dalla via normale: la mattinata è ancora giovane e abbiamo tutto il tempo per le necessarie manovre di corda.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-vQNV_172AV0/Vv7RtvHlbBI/AAAAAAAAT_s/Kc6JhOmo-KMeoK8M5e-Ba3brXNmLyxbkA/s1600/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%25287%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://1.bp.blogspot.com/-vQNV_172AV0/Vv7RtvHlbBI/AAAAAAAAT_s/Kc6JhOmo-KMeoK8M5e-Ba3brXNmLyxbkA/s320/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%25287%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Via normale al Gendarme della Nuda</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Dopo avere attraversato il fondo pianeggiante del vallone, abbandoniamo la traccia (battuta) del sentiero 00 per salire direttamente a destra in direzione della cresta che porta al Gendarme; sul pendio, che non supera i 40 gradi, ci tocca comunque procedere a quattro zampe per non spaccare la crosta piuttosto fragile e discontinua.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-mfA76mOFhts/Vv7QYmr7XsI/AAAAAAAAT-8/83LG1eRmaVIuafUtERL73DuldB2Dja-hg/s1600/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%25282%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="217" src="https://1.bp.blogspot.com/-mfA76mOFhts/Vv7QYmr7XsI/AAAAAAAAT-8/83LG1eRmaVIuafUtERL73DuldB2Dja-hg/s320/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%25282%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Salita sul versante N del vallone</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Eccoci finalmente sull'ampia cresta, di nuovo abbacinati dal sole, con il versante toscano quasi pulito e imponenti cornici sporgenti sul vallone. Abbandoniamo provvisioriamente ciaspole e bastoncini in una buca scavata nella neve, e procediamo verso il vicino Gendarme lungo la cresta che si fa via via più sottile.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-RlOkJmSXdz8/Vv7Ro2pMrBI/AAAAAAAAT_o/C5P2KvXe5TcCCWJaDDruZLn9vANAtptmQ/s1600/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%25283%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-RlOkJmSXdz8/Vv7Ro2pMrBI/AAAAAAAAT_o/C5P2KvXe5TcCCWJaDDruZLn9vANAtptmQ/s320/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%25283%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sula cresta fra Nuda e Gendarme</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ai piedi della paretina si trova la cosiddetta Gengiva del Gendarme, una stretta forcella ai cui lati giungono due canali tanto suggestivi quanto pericolosi in caso di caduta dal primo tratto della via normale. Si tratta di circa 10 metri ben appigliati di secondo grado, facilitati da un cavo metallico (piuttosto sottile e malmesso), che comunque diventano più impegnativi coi ramponi ai piedi... ragion per cui decidiamo di alleggerirci lo zaino dalla corda!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-pa1vH7L1XAw/Vv7QKrxvBLI/AAAAAAAAT-8/fwNAOs3XvCABqhj5IAcLXp9C98Wgbzs2A/s1600/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%252881%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-pa1vH7L1XAw/Vv7QKrxvBLI/AAAAAAAAT-8/fwNAOs3XvCABqhj5IAcLXp9C98Wgbzs2A/s320/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%252881%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Inizio della ferratina</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Sfruttiamo un paio di spit per rinviare e in breve siamo sull'anticima del Gendarme; per raggiungere la vetta vera e propria occorre ancora superare un colletto seguito da qualche passo di facile misto (presente cordone e spit a destra, forse per l'uscita della via<a href="http://redclimber.it/relazioni/neve-ghiaccio-e-misto/alpinismo-invernale/appennino-settentrionale/gendarme-della-nuda-dalli-gully/"> Dalli Gully</a>). Una madonnina simile a quella posta sulla vicina Alpe di Succiso e una croce piegata dal vento ci accolgono sulla cima, più comoda e spaziosa di quanto ci si aspetterebbe ma lo stesso aerea.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/--SoSvPBZlxE/Vv7QM6EeTrI/AAAAAAAAT-8/3xiOjx23PS46BmF3tys9IZ8CrN7VzLxjw/s1600/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%252884%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/--SoSvPBZlxE/Vv7QM6EeTrI/AAAAAAAAT-8/3xiOjx23PS46BmF3tys9IZ8CrN7VzLxjw/s320/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%252884%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mario sull'anticima del Gendarme</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La posizione defilata rispetto al crinale - siamo totalmente nel versante toscano - rende possibile un colpo d'occhio particolare sulle vette parmensi e reggiane, cui fa da contraltare la sfilata pomposa delle Alpi Apuane. Da una parte il quadrato della Pietra di Bismantova, ambrato e solare; dall'altra il triangolo della parete nord del Pizzo d'Uccello, ombrosa e incrostata di (poco) ghiaccio. Nino Oppio dovette passare anche di qui nelle sue esplorazioni verticali lontane dall'arco alpino!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-yZzqC7MhFa4/Vv7PPGruFCI/AAAAAAAAT9g/RYY9IMvIf0gLukLVTPkVDIuVUl_cJy0Dg/s1600/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528115%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-yZzqC7MhFa4/Vv7PPGruFCI/AAAAAAAAT9g/RYY9IMvIf0gLukLVTPkVDIuVUl_cJy0Dg/s320/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528115%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In vetta</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Figure rese piccole dalla distanza si muovono nel vallone dell'Inferno, altre fanno capolino dagli spalti della Nuda, raggiungibili facilmente con gli impianti; civiltà e solitudine, versanti addomesticati e versanti selvaggi sono a strettissimo contatto. Con tutti i rischi che ne conseguono: noi siamo saliti dal vallone con il sole ancora basso, non fidandoci della neve; qualcun altro, arrivato in quota verosimilmente con gli impianti, si affaccia dopo mezzogiorno e decide, così su due sci, che è il caso di scendere.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-0d3q6E-HNAU/Vv7PXRuKFXI/AAAAAAAAT9g/EneERa_-_wwirBbECZyEuWvZWuCFlt8jQ/s1600/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528146%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-0d3q6E-HNAU/Vv7PXRuKFXI/AAAAAAAAT9g/EneERa_-_wwirBbECZyEuWvZWuCFlt8jQ/s320/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528146%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Gruppo Gendarme Scalocchio visto dalla Nuda</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Anche per noi ormai è ora di tornare giù, ma non avendo fretta decidiamo di farlo in sicurezza, procedendo a tiri alternati in discesa. Arrivati poco sotto l'anticima, con una brevissima calata superiamo il tratto più verticale e siamo nuovamente al colletto della Gengiva, ormai fuori dalle difficoltà.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-OrE7kDEbU58/Vv7PVQaELlI/AAAAAAAAT9g/kr7sdytc0ik4nZ_NoCby0_13kLFgXvITw/s1600/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528126%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-OrE7kDEbU58/Vv7PVQaELlI/AAAAAAAAT9g/kr7sdytc0ik4nZ_NoCby0_13kLFgXvITw/s320/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528126%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Calata con mezzo barcaiolo... idee brunellesche</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Torniamo sui nostri passi, recuperiamo ciaspole e bastoncini e proseguiamo verso la vetta della Nuda (1895). Gli sciatori brulicano sul versante nord da cui scendono le piste, pochi metri più in basso di noi; che invece proseguiamo sul comodo crinale, mantenendoci a debita distanza dalle poderose cornici affacciate sul vallone dell'Inferno: il Gendarme svetta sullo sfondo, elegantissimo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-xmvgMeMPvAE/Vv7PnKSaAJI/AAAAAAAAT9g/cjFiKSFOcAEfwPlx8tupsVaQRlQGs2ZsQ/s1600/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528200%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-xmvgMeMPvAE/Vv7PnKSaAJI/AAAAAAAAT9g/cjFiKSFOcAEfwPlx8tupsVaQRlQGs2ZsQ/s320/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528200%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sulla cresta del Forame</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
La cresta del Forame è un itinerario semplice e molto panoramico, adatto anche agli sciatori; i tratti ripidi sono facilmente aggirabili sul versante nord. Le pareti, anche le più verticali, si presentano totalmente incrostate di neve, come giganteschi canditi. E' una copertura chiaramente effimera, ma oggi non deve avere fatto poi tanto caldo se ancora non si è staccata!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-lyq2spWZMkk/Vv7QS7MYI6I/AAAAAAAAT-8/NAnv6lIRrcEX-zDdJl2dW5-PkbYSxRFOw/s1600/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%252812%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://2.bp.blogspot.com/-lyq2spWZMkk/Vv7QS7MYI6I/AAAAAAAAT-8/NAnv6lIRrcEX-zDdJl2dW5-PkbYSxRFOw/s320/Gendarme%2Bfoto%2BMario%2B%252812%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Forame innevatissimo: in alto a sinistra la vetta della Nuda</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Arrivati a una suggestiva conca dominata da due monoliti, togliamo i ramponi e io finalmente sgancio dallo zaino le ciaspole portate per niente fino a qui. Mario preferisce non bagnarle... La discesa nella faggeta è pura goduria (per me!); la neve è in parte fresca e consente di lasciare scivolare le ciaspole guadagnando un po' di velocità. Seguiamo una direzione istintiva, senza stare né troppo a destra né troppo a sinistra; costeggiamo un ruscello, incontriamo un sentiero Cai.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-iXNrvqqqIT0/Vv7PwerYkwI/AAAAAAAAT-s/-ZrzYIK9MtoqlGyLObt6bVVVNKEAl0kTg/s1600/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528238%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-iXNrvqqqIT0/Vv7PwerYkwI/AAAAAAAAT-s/-ZrzYIK9MtoqlGyLObt6bVVVNKEAl0kTg/s320/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528238%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pendii dolci</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Un ponticello di legno è il chiaro segno che ormai siamo rientrati nella civiltà: qui Mario ha la sua rivincita, osservandomi mettere una ciaspola troppo esternamente sulla neve che copre il ponte, con conseguente pocciata della detta ciaspola e di parte del mio fondoschiena nel ruscello sottostante... Funziona anche così in montagna: si salgono e scendono creste e gendarmi per poi rischiare di farsi male da coglioni a un minuto dalla strada!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-iBwfwUnt8Z8/Vv7P3S-rDgI/AAAAAAAAT-s/FOm4qUlQTycYnwQVR_766ua5puJRgTviQ/s1600/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528271%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-iBwfwUnt8Z8/Vv7P3S-rDgI/AAAAAAAAT-s/FOm4qUlQTycYnwQVR_766ua5puJRgTviQ/s320/Gendarme%2Bdella%2BNuda%252C%2B19%2Bmarzo%2B2016%2B%2528271%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il ponticello del misfatto</td></tr>
</tbody></table>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-348824532882722592016-03-30T22:04:00.000+02:002016-03-30T22:04:43.924+02:00Monte Fiocca, anello invernale da Arni<em>Data uscita: </em>13 Marzo 2016<br />
<em>Punto di partenza: </em>Arni (916)<br />
<em>Punto più elevato: </em>Monte Fiocca (1711)<br />
<em>Dislivello in salita: </em>850<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: </em>5 ore<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>PD+ il solo passaggio della cresta ovest, F+ il resto<br />
<em>Punti d'appoggio: </em>Nessuno<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Inverno<br />
<em>Note segnaletica: </em>Buona<br />
<br />
Apuane, queste sconosciute. Pensavamo di avere capito quali fossero le giornate giuste per andare a testare il loro "ghiaccio salato", considerato che salato è anche il conto dell'autostrada della Cisa. E invece dopo due giornate quasi perfette l'anno scorso a stagione ormai avanzata, quest'anno ci troviamo a dover contare già due ripieghi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-vsf6ZyzEAJU/VvBw5NzR7OI/AAAAAAAAT4c/UdoH3r_0ulwn7wATpL9v13KzhyRphgccg/s1600/Fiocca%2BMario%2B%252817%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="https://2.bp.blogspot.com/-vsf6ZyzEAJU/VvBw5NzR7OI/AAAAAAAAT4c/UdoH3r_0ulwn7wATpL9v13KzhyRphgccg/s320/Fiocca%2BMario%2B%252817%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Monte Grondilice da sud est</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Del gruppone salito un mesetto fa al Grondilice siamo rimasti solo tre. Stesso punto di ritrovo, partenza un po' anticipata siccome il nostro obiettivo è il canale nord-ovest del monte Sumbra: via abbastanza difficile - almeno per i nostri standard - e con un avvicinamento lungo. Arriviamo ad Arni poco dopo le 7, e ci basta un'occhiata a 360 gradi per decidere all'istante di lasciare in auto le ciaspole.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-GuU0c_TK_44/VusgR8lPU5I/AAAAAAAAT2w/oJJqxqjiZXgsrvyvIFOpoI-MqDWP8_bnA/s1600/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%252826%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-GuU0c_TK_44/VusgR8lPU5I/AAAAAAAAT2w/oJJqxqjiZXgsrvyvIFOpoI-MqDWP8_bnA/s320/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%252826%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Salita da Arni</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il sentiero 144 comincia proprio dal parcheggio in mezzo al paese, e comincia ripido. Esposto a sud/ovest, risulta sgombro di neve almeno sino a 1400 metri. Qui cambiamo versante, e finalmente vediamo la nostra meta: il monte Sumbra, con la sua liscia parete sud, forse il più autentico big wall delle Apuane.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-b95WBAJYft8/VvBu8cbwP9I/AAAAAAAAT3s/2UqkXH5PdVMEydmRx4I1f8zABlwU9akgA/s1600/Fiocca%2BMario%2B%25281%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-b95WBAJYft8/VvBu8cbwP9I/AAAAAAAAT3s/2UqkXH5PdVMEydmRx4I1f8zABlwU9akgA/s320/Fiocca%2BMario%2B%25281%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Montagnatore e monte Sumbra</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Affrontiamo un facile traverso su neve, con qualche breve passaggio attrezzato, e ci ritroviamo all'ingresso del bosco di Fatonero. Si tratta di una splendida faggeta, quasi sospesa su un versante ripido e spoglio. Il sentiero la attraversa per il largo, finalmente pianeggiante dopo tanta salita. Superato il Fosso di Fatonero, gli alberi finiscono e comincia un nuovo facile traverso ai piedi del monte Fiocca, sovrastato da grandi cornici di neve.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-Mfi8JBnIeos/VusgVaB_znI/AAAAAAAAT2s/JF7WYV4-MugK2743VXtyWTI3kXw45dBSg/s1600/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%252839%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-Mfi8JBnIeos/VusgVaB_znI/AAAAAAAAT2s/JF7WYV4-MugK2743VXtyWTI3kXw45dBSg/s320/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%252839%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Faggeta di Fatonero</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il cric cric dei ramponi sulla neve dura è musica per le nostre orecchie, rimaste intoppate troppo a lungo dalla neve fresca. Già gongoliamo per la sicura goduria su per il Sumbra; ma raggiunta una selletta, dalla quale ci aspettiamo di vederlo più imponente e vicino di prima, lo ritroviamo invece incappucciato da nuvole basse.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-4UoWvBGK6sE/VvBvSXUiaFI/AAAAAAAAT30/nd4WoXxuJ1EiSNTteTCYy5VPOyv2J-0ow/s1600/Fiocca%2BMario%2B%252813%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-4UoWvBGK6sE/VvBvSXUiaFI/AAAAAAAAT30/nd4WoXxuJ1EiSNTteTCYy5VPOyv2J-0ow/s320/Fiocca%2BMario%2B%252813%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il versante Nord ovest del Monte Sumbra</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Superiamo un'altra vallatina boscosa e con un breve strappo siamo al passo di Fiocca (1530). Sotto di noi la valle di Vagli, con al centro il grande lago artificiale; il versante nord delle Apuane è carico di neve, e un po' tutte le cime hanno il loro comodo cappello di nebbia. Come se non bastasse c'è un vento fortissimo!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-n_Uml2GFO2o/Vusgdz66EzI/AAAAAAAAT2s/B96FHzgAF0YnJGZVbuqX4EFZsx4xsKBHw/s1600/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%252864%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-n_Uml2GFO2o/Vusgdz66EzI/AAAAAAAAT2s/B96FHzgAF0YnJGZVbuqX4EFZsx4xsKBHw/s320/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%252864%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vento e cornici</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Con simili condizioni, considerando anche che nessuno di noi è mai stato sul Sumbra e la seconda parte del canale è in terreno aperto, decidiamo senza troppi patemi di lasciar perdere, temendo di vagare nella nebbia in un posto tutt'altro che sicuro. Non è neppure detto che la neve a nord ovest sia trasformata, visto il freddo e la quantità notevole. Alla nostra sinistra inizia l'ampio crestone del monte Fiocca, che reputiamo un valido ripiego.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-oXUuKaYOuW4/VusgdmqcsbI/AAAAAAAAT2s/UIHnV7P5lusoE4QpswujdYHWg1LA5jE_w/s1600/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%252868%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-oXUuKaYOuW4/VusgdmqcsbI/AAAAAAAAT2s/UIHnV7P5lusoE4QpswujdYHWg1LA5jE_w/s320/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%252868%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La cresta est del Fiocca e il Sumbra annuvolato</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Spinti alle spalle dalle folate, guadagniamo velocemente quota; il vento ha spazzato la neve fresca dai versanti, che sono ghiacciati e si percorrono benissimo, e l'ha ammucchiata nei pressi della cresta, dove enormi lingue bianche si sporgono sul versante marittimo. In realtà il Fiocca - come il Sumbra - fa parte di una catena secondaria, che si distacca dalla spartiacque principale apuana nei pressi del passo di Sella; ci troviamo dunque interamente in Garfagnana.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-SWrGLV26OZc/VvBvHcVG_dI/AAAAAAAAT3w/o8K_u0mV_HceW1dkAhPNTxuoTFC5-Bl4Q/s1600/Fiocca%2BMario%2B%252819%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="143" src="https://4.bp.blogspot.com/-SWrGLV26OZc/VvBvHcVG_dI/AAAAAAAAT3w/o8K_u0mV_HceW1dkAhPNTxuoTFC5-Bl4Q/s400/Fiocca%2BMario%2B%252819%2529.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Panorama verso Carrara e il Golfo di la Spezia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Eccoci sulla vetta, un comodo cupolone nevoso. Il tempo è andato migliorando, si vede bene l'azzurro del mare e si vede bene pure, beffarda, la vetta del Sumbra, con la linea seducente del canale a cui abbiamo appena rinunciato. Ma ormai è inutile guardarsi indietro ed è meglio pensare al proseguimento della nostra traversata. La cresta ovest del Fiocca infatti è decisamente più aerea e stretta rispetto a quella da noi seguita in salita.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-D-hynIFFKQE/VvBvZDFBz_I/AAAAAAAAT34/u-xT3HoCmv4gNVpx8BfE0ATr461i9OFNw/s1600/Fiocca%2BMario%2B%252821%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-D-hynIFFKQE/VvBvZDFBz_I/AAAAAAAAT34/u-xT3HoCmv4gNVpx8BfE0ATr461i9OFNw/s320/Fiocca%2BMario%2B%252821%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cresta nord ovest monte Fiocca</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Impronte recenti seguono il filo della spartiacque. Proprio in prossimità del passaggio chiave, che dovremmo affrontare in discesa, vediamo altri tre alpinisti che stanno salendo. Si tratta di scendere per pochi metri da un risalto piazzato in mezzo alla cresta, con pendenza sui 50 gradi e terreno erboso. Farla in discesa ci sembra rischioso, considerata l'esposizione e la neve ancora fresca e poco affidabile; quindi decidiamo di aggirarla da nord, come faranno anche gli altri tre.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-4_MV87n9vDA/VvBveA3LrXI/AAAAAAAAT38/Ly2d2LTJUskgTh_T3J-gTtUf-DpUIswzw/s1600/Fiocca%2BMario%2B%252823%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-4_MV87n9vDA/VvBveA3LrXI/AAAAAAAAT38/Ly2d2LTJUskgTh_T3J-gTtUf-DpUIswzw/s320/Fiocca%2BMario%2B%252823%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Versante nord monte Fiocca</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Cambiando versante, possiamo notare che buona parte della neve è fresca, mentre su alcuni tratti ripidi si è formato uno strato ghiacciato poco compatto e talora scollato dal fondo erboso. Condizioni non proprio esaltanti dunque! Riguadagniamo la cresta poco sotto il passaggio esposto, e la seguiamo fedelmente fino all'ampia spianata del passo di Sella (1490).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-Fn5S5ZtOgVg/VvBvjkgOS1I/AAAAAAAAT4E/AGwasT3oI2cARaSahMczApnHK7mMDRWtg/s1600/Fiocca%2BMario%2B%252811%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="216" src="https://2.bp.blogspot.com/-Fn5S5ZtOgVg/VvBvjkgOS1I/AAAAAAAAT4E/AGwasT3oI2cARaSahMczApnHK7mMDRWtg/s400/Fiocca%2BMario%2B%252811%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Verso il Passo di Sella</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Nel frattempo gli intervalli di sole si fanno sempre più frequenti e lunghi; la tentazione di riempire fino all'orlo la giornata, salendo anche il monte Macina o il Sella (tutt'altro che banali), si fa sentire, ma di nuovo prevale la ragione sulla voglia. Lasciamo gli zaini vicino al passo e ci dirigiamo verso una galleria che attraversa la montagna.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-QoFtyykDbi8/Vusf-dXTvKI/AAAAAAAAT2U/5gkvfjuFepYNnHyBweKbmKJYhNXaOmrjw/s1600/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%2528101%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-QoFtyykDbi8/Vusf-dXTvKI/AAAAAAAAT2U/5gkvfjuFepYNnHyBweKbmKJYhNXaOmrjw/s320/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%2528101%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La galleria del Sella</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
C'è un cancello con un passaggio pedonale (non per pedoni grassi), superato il quale entriamo nelle viscere della roccia da cui pendono stalattiti di ghiaccio. La galleria è lunga 100 metri o poco più, ma consente di passare in un batter d'occhio dalla valle chiusa della Turrite Secca al versante delle Apuane affacciato direttamente sul mare; quello più caratteristico, ma anche più sfigurato dalle cave di marmo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-v_PZr0pfdCA/Vusf-6R7p-I/AAAAAAAAT2U/ZFe1M-rpJ6wxJmV3BPrqh8vKiYkTt3YEw/s1600/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%2528110%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-v_PZr0pfdCA/Vusf-6R7p-I/AAAAAAAAT2U/ZFe1M-rpJ6wxJmV3BPrqh8vKiYkTt3YEw/s320/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%2528110%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Versante sud monte Sella</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dopo un po' di foto e spiccozzate fine a se stesse, torniamo agli zaini; è ancora presto e non fa freddo, così improvvisiamo un nuovo passatempo: Boulder con atterraggio su neve. Una paretina di ottimo calcare segnata dai tagli dei cavatori funge da palestrina, dove abbiamo anche modo di giocherellare un poco col materiale portato fin quassù e rimasto inutilizzato dentro gli zaini.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-9lrg1WMezss/VusgHR8ne_I/AAAAAAAAT2o/0IJhZ1Y7RJIoRUdgtPdrWvq00JzHzsB-w/s1600/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%2528151%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-9lrg1WMezss/VusgHR8ne_I/AAAAAAAAT2o/0IJhZ1Y7RJIoRUdgtPdrWvq00JzHzsB-w/s320/Traversata%2BFiocca%252C%2B13%2Bmarzo%2B2016%2B%2528151%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I nuovi scalpellini</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Tornando con calma verso Arni lungo la comoda marmifera, incontriamo un ragazzo che sale con la moto, amico dei tre alpinisti incontrati sul Fiocca. Ci dice di essere salito anche il giorno prima, erano sue le tracce sulla cresta... Davvero piccolo il mondo, e tutto sommato pochi i pretendenti di queste bellissime montagne, poco restie a concedersi quest'inverno ma sempre foriere di emozioni!<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-b95WBAJYft8/VvBu8cbwP9I/AAAAAAAAT3s/2UqkXH5PdVMEydmRx4I1f8zABlwU9akgA/s1600/Fiocca%2BMario%2B%25281%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a> </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-eWlLMYWn2-4/VvBxIhnhi-I/AAAAAAAAT4g/0RSHHOaFPKAhkYhYhBaA-ihAp6prgdP-A/s1600/Fiocca%2BMario%2B%252816%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-eWlLMYWn2-4/VvBxIhnhi-I/AAAAAAAAT4g/0RSHHOaFPKAhkYhYhBaA-ihAp6prgdP-A/s320/Fiocca%2BMario%2B%252816%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Verticale effimero (in tutti i sensi!)</td></tr>
</tbody></table>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-43731175260783262802016-03-21T22:46:00.001+01:002016-03-21T22:46:19.291+01:00Ferrata Ferrari al monte Roncalla, alpinismo invernale in val d'Aveto<em>Data uscita: </em>6 Marzo 2016<br />
<em>Punto di partenza: </em>Strada Passo del Tomarlo, secondo spiazzo versante val d'Aveto (1450 circa)<br />
<em>Punto più elevato: </em>Monte Maggiorasca (1804)<br />
<em>Dislivello in salita: </em>450 circa<br />
<em>Tempo totale di percorrenza: </em>5 ore<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>PD la cresta (le difficoltà possono aumentare nel caso in cui il cavo sia tutto sommerso). MCA/EI il resto dell'itinerario. <br />
<em>Punti d'appoggio: </em>Vari bar a Rocca d'Aveto, Rifugio Monte Bue (aperto quando gli impianti sono in funzione)<br />
<em>Periodo consigliato: </em>Pieno inverno<br />
<em>Note segnaletica: </em>Ottima. Ci sono fin troppi sentieri!<br />
<em>Note: </em>Volendo soltanto ciaspolare, la cresta può essere aggirata sia con il sentiero 103, che sale direttamente al Roncalla dal passo di Bocco, prima della valle Tribolata.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-FNS_kh1J_Zw/Vur8ZfcCbMI/AAAAAAAATzg/ugGt0kJ68-MTdT_bPW2JomqYYr3eEB9fQ/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252844%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="266" src="https://3.bp.blogspot.com/-FNS_kh1J_Zw/Vur8ZfcCbMI/AAAAAAAATzg/ugGt0kJ68-MTdT_bPW2JomqYYr3eEB9fQ/s400/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252844%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tracce nella valle Tribolata; sullo sfondo la Ciapa Liscia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Sembra che il sole abbia in simpatia le
ruvide montagne dell'alta val d'Aveto. Dopo le perturbazioni, mentre
sulle cime parmensi e reggiane ancora si attardano le nubi basse, qui
il cielo è già sereno; e il pomeriggio le rocce rossastre
affacciate sul mare sono le ultime a spegnersi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/--M17dy5QhVI/Vur8MaaRXVI/AAAAAAAATzg/lxOZRdZ2wz48CRxklDFcWa3GY9eGp8Mtw/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%2528136%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/--M17dy5QhVI/Vur8MaaRXVI/AAAAAAAATzg/lxOZRdZ2wz48CRxklDFcWa3GY9eGp8Mtw/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%2528136%2529.JPG" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Discesa dal Maggiorasca</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ho questa immagine solare stampata in
testa mentre la pioggia scroscia sul parabrezza della Panda; via
Spezia direzione Collecchio, 10 di mattina, confuse intenzioni di
fermarsi, bere un caffè e tornare a casa... eppure nella webcam
sembrava di scorgere sprazzi di cielo azzurro, perché non tentare?
Poco oltre Fornovo la nebbia si dirada, e già prima di Borgotaro
sbuca il sole: sulle vette si intravvede la spruzzata di neve
freschissima sopra i 1400 metri; l'ovest non tradisce nemmeno
stavolta.<br />
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-gmNv4LFCaBE/Vur8Gyrl1SI/AAAAAAAATzU/Tz92tkO6h3wan952FbRHTjlxjj850OiEg/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%2528114%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-gmNv4LFCaBE/Vur8Gyrl1SI/AAAAAAAATzU/Tz92tkO6h3wan952FbRHTjlxjj850OiEg/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%2528114%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Faggi innevati verso il Monte Bue</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Parcheggio al secondo spiazzo sotto il
passo del Tomarlo, e mi incammino sulla pista da sci di fondo, facile
e già battuta. Begli scorci si aprono sul ripido versante sud del
monte Croce Martincano, e poco più avanti sulla complessa
bastionata della Rocca del Prete. Se un tale insieme di pareti e torrioni fosse formato da roccia un po' più bella, avrebbe certo maggiore fama fra gli alpinisti, non soltanto appassionati dell'Appennino!<br />
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-YPCSdLLeMiE/Vur8FRY2RYI/AAAAAAAATzU/1VsK60zeMtoVDNt_QssPER-LuBwtgAbGQ/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252810%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-YPCSdLLeMiE/Vur8FRY2RYI/AAAAAAAATzU/1VsK60zeMtoVDNt_QssPER-LuBwtgAbGQ/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252810%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rocca del Prete</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
In bilico sul verticale scintilla pure una bella cascata quasi ghiacciata: l'<a href="http://montagnatore.blogspot.it/2016/01/rocca-del-prete-e-maggiorasca-anello.html">Acquapendente</a>. Proseguo sulla pista da fondo, ripromettendomi di tornare un'altra volta da queste parti con le scarpette, e raggiungo la caotica Rocca d'Aveto: oggi gli impianti sono aperti, dopo quasi tre mesi a secco finalmente si può sciare anche qui e la gente giustamente ne approfitta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-vPbm7OMy5t4/Vur8SuHKeHI/AAAAAAAATzg/-Fvu1nO1Fn8Z-6XdahVcwJUaEBW7YlTCA/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252822%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-vPbm7OMy5t4/Vur8SuHKeHI/AAAAAAAATzg/-Fvu1nO1Fn8Z-6XdahVcwJUaEBW7YlTCA/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252822%2529.JPG" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Inverno o primavera?</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
Mi defilo velocemente dalla confusione, seguendo per un breve tratto la strada asfaltata fino a una deviazione a destra; supero alcune case di villeggiatura, dopodiché mi ritrovo su un sentiero che costeggia il versante sud del Sasso Rosso; salendo raggiungo il passo di Bocco, e dopo un tratto a mezza costa nella faggeta mi ritrovo di fronte la valle Tribolata.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-6oi3dVmO_-o/Vur8XNSMIbI/AAAAAAAATzg/aaualaCMndEAukhjE44WLYVN_fejLdHcg/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252834%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-6oi3dVmO_-o/Vur8XNSMIbI/AAAAAAAATzg/aaualaCMndEAukhjE44WLYVN_fejLdHcg/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252834%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Valle Tribolata: da dentro...</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
Luogo di un fascino surreale, costellato da centinaia di pietre franate dal monte Ciapa Liscia; alcune sono enormi, e si ergono verso il cielo come tombe di ciclopi. Il bianco della neve addolcisce in parte le sensazioni invocate dalla grande frana; a inizio estate, <a href="http://montagnatore.blogspot.it/2013/06/alla-ricerca-della-valle-tribolata-due.html">quando ci venni per la prima volta</a> ormai tre anni fa, mi aveva impressionato di più per i potenti contrasti cromatici.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-3tP7ZnhZ0ss/Vur8bgvoJkI/AAAAAAAATz0/cuhod-AXdgYGTt4vJ3Wl5YxoJFb25AlJQ/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252857%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://2.bp.blogspot.com/-3tP7ZnhZ0ss/Vur8bgvoJkI/AAAAAAAATz0/cuhod-AXdgYGTt4vJ3Wl5YxoJFb25AlJQ/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252857%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">...valle Tribolata dall'alto</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
Oggi come allora intendo percorrere il <a href="http://montagnatore.blogspot.it/2013/06/ferrata-ferrari-del-gaep.html">sentiero attrezzato Adolfo Ferrari</a>. Le condizioni sono ovviamente ben diverse; ora la neve non addolcisce il percorso, anzi lo rende decisamente più severo. Mi ricordavo una via ferrata breve e facile, e oggi sono venuto con una sola piccozza; mi aspettavo anche di trovare un po' meno neve, e invece impiegherò quasi due ore per venire a capo della cresta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-1dk-AIvnDXg/Vur8cSxO-2I/AAAAAAAATz0/3tYKPl7LQcQnjSbAQB4Zc0AaQt1t3H--Q/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252858%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-1dk-AIvnDXg/Vur8cSxO-2I/AAAAAAAATz0/3tYKPl7LQcQnjSbAQB4Zc0AaQt1t3H--Q/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252858%2529.JPG" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cresta Ovest della Roncalla</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Non seguo i bolli del sentiero, ma punto direttamente alla cresta salendo dal pendio affacciato sulla Valle Tribolata. Guadagno dislivello velocemente con le ciaspole, ma presto la pendenza mi costringe a indossare piccozza e ramponi. Comincia la ferrata, e quasi subito mi tocca grattare la roccia con le punte dei ramponi, per superare un camino corto ma non proprio banale. </div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-FXDCzDrvGiA/Vur8c02UfMI/AAAAAAAATz0/SR0CpLgLDuA9sUTHiWSLpTo-HRZfdL2Aw/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252861%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-FXDCzDrvGiA/Vur8c02UfMI/AAAAAAAATz0/SR0CpLgLDuA9sUTHiWSLpTo-HRZfdL2Aw/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252861%2529.JPG" width="213" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Lungo il sentiero attrezzato Adolfo Ferrari</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La cresta si fa affilata, con un paio di piccoli risalti aguzzi: il cavo scompare sotto la neve per poi uscirne sospeso in aria. Un traverso esposto (45 gradi, cavo in parte coperto) conduce alla base di una placca ugualmente ripida, ricoperta da una crosta non portante. Il cavo è totalmente sommerso e non ho voglia di faticare per liberarlo... sgattaiolo con passo leggero fuori dalle difficoltà, che in verità non sono ancora finite.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-rKdH48i7nIE/Vur8dnUx3nI/AAAAAAAATz0/jcy9e8X8Y1wKAllwAIcbaHwluuG9qNXWw/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252863%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-rKdH48i7nIE/Vur8dnUx3nI/AAAAAAAATz0/jcy9e8X8Y1wKAllwAIcbaHwluuG9qNXWw/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252863%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il passaggio chiave!</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
Dopo un breve boschetto mi trovo infatti di fronte un pendio in parte erboso, dove non vedo più tracce del cavo; sto sulla sinistra, puntando agli alberi più vicini. Lo affronto (un paio di saltini sui 50 gradi) scolpendo con la paletta della piccozza gradini per i piedi e acquasantiere per la mano, talvolta cercando l'erba ghiacciata che mi procura più sicurezza rispetto a questa neve.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-tlqSHUDPLow/Vur8jlCfo5I/AAAAAAAATz0/7OSXOWlRUQodOOqb89KgmW9MkZn1bZDxw/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252881%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://1.bp.blogspot.com/-tlqSHUDPLow/Vur8jlCfo5I/AAAAAAAATz0/7OSXOWlRUQodOOqb89KgmW9MkZn1bZDxw/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252881%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Neve mare e nuvole</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Ormai sono fuori: seguendo un boschetto sempre sulla sinistra mi risparmio l'ultimo tratto verticale e un po' gratuito di ferrata, sbuco sull'ampia vetta erbosa del monte Roncalla. Qui il vento ha tirato e la neve è in parte ghiacciata. Nel bosco, ormai a quote alte, si supera il metro. Rimetto le ciaspole, anche se la traccia per Prato Cipolla è abbondantemente battuta.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-FerG0Xjvpng/Vur8kxCujrI/AAAAAAAATz0/YjFcU1TwMzIAEBX6lpNbqka9uFzsYtWkA/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252887%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://3.bp.blogspot.com/-FerG0Xjvpng/Vur8kxCujrI/AAAAAAAATz0/YjFcU1TwMzIAEBX6lpNbqka9uFzsYtWkA/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%252887%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Panorama verso le montagne pavesi dal Roncalla</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Non mi dirigo però alla torbiera con lo skilift e il rifugio/ristorante, ma seguo il sentiero invernale diretto per il monte Bue, che risale il crinale boscoso fra val d'Aveto e val Nure con un bel colpo d'occhio sul Dente della Cipolla. Avvicinandomi alla vetta si apre la vista anche sulla valle del Ceno, con la sagoma lontana di Bardi e del suo castello.</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-9rNhajnev_o/Vur8FAA7LtI/AAAAAAAATzU/FfuJS2Y9rm4Q_g6FEv1-4p7vAJqiJ6dWA/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%2528107%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://3.bp.blogspot.com/-9rNhajnev_o/Vur8FAA7LtI/AAAAAAAATzU/FfuJS2Y9rm4Q_g6FEv1-4p7vAJqiJ6dWA/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%2528107%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bardi e il monte Barigazzo</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
Caffè volante nel piccolo rifugio di vetta e riparto alla volta del vicino Maggiorasca. La seggiovia ha appena chiuso, la luce si fa calda, le nuvole creano effetti suggestivi... in vetta ci sono solo io, e ho il piacere di constatare che i fiori recuperati tre mesi fa nel canalone sono ancora fissati con il filo di ferro sotto la statua della Madonna di Guadalupe. Uno sguardo al mare, all'Appennino e alle Apuane ormai liberi anche loro dalle nubi, e giù di volata verso l'auto, concludendo un bel giro ad anello.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-1kF5g5PvlMg/Vur8Kz5-UcI/AAAAAAAATzg/aFIbGt83pHk4iKY4SBqAR9f3SKnhrnxlQ/s1600/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%2528125%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://4.bp.blogspot.com/-1kF5g5PvlMg/Vur8Kz5-UcI/AAAAAAAATzg/aFIbGt83pHk4iKY4SBqAR9f3SKnhrnxlQ/s320/Roncalla%2BBue%2BMaggiorasca%252C%2B6%2Bmarzo%2B2016%2B%2528125%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Panorama dal Maggiorasca</td></tr>
</tbody></table>
</div>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-56758304292292525312016-02-28T15:36:00.000+01:002016-02-28T15:36:03.583+01:00Pietra di Bismantova, il nostro purgatorioAbbiamo tutti dei luoghi del cuore, dove ci sentiamo in sintonia con noi stessi, con gli altri e con l'ambiente attorno; sono luoghi dove torniamo spesso, volutamente o per caso, o tutte e due le cose assieme. Esiste un quadratone di roccia, piazzato così senza motivo apparente in mezzo alle dolci colline reggiane, che ha un posto speciale fra i miei luoghi del cuore: è la Pietra.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-i1qEti2o9aQ/VtMAuk-7MTI/AAAAAAAATqw/U5o5a0pggIg/s1600/Ferrata%2BPenna%2Bdi%2BCivago%252C%2B4%2Bottobre%2B2015%2B%252849%2529n.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="300" src="https://1.bp.blogspot.com/-i1qEti2o9aQ/VtMAuk-7MTI/AAAAAAAATqw/U5o5a0pggIg/s400/Ferrata%2BPenna%2Bdi%2BCivago%252C%2B4%2Bottobre%2B2015%2B%252849%2529n.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Arcobaleno sulla Pietra di Bismantova, ottobre 2015</td></tr>
</tbody></table>
<br />
E' la Pietra, con la sua carica spirituale potentissima: frequentata dall'uomo fin dal Neolitico; sede di fortezze vertiginose e inespugnabili nell'alto Medioevo, menzionata da Dante nel Purgatorio (un purgatorio/montagna che ci somiglia parecchio); colonizzata frati Francescani e monaci Benedettini della cui lunga permanenza rimane il piccolo affascinante Eremo annidato sotto la parete.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-XjDK6PNvRVc/VtMDIV_tHgI/AAAAAAAATrY/2sBEO-CWPhE/s1600/Zuffa%2BRuggiero%252C%2B14%2Bnovembre%2B2015%2B%252812%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://3.bp.blogspot.com/-XjDK6PNvRVc/VtMDIV_tHgI/AAAAAAAATrY/2sBEO-CWPhE/s320/Zuffa%2BRuggiero%252C%2B14%2Bnovembre%2B2015%2B%252812%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Paolo sulla via Zuffa Ruggiero, novembre 2015</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
E' la Pietra, che agiva per me come un magnete quando gironzolavo per l'Appennino con la moto: ci passavo sotto, ci giravo attorno, ci salivo in cima a piedi, da solo, scoprendo la meraviglia di quel grande prato sospeso sul cielo. Allora non badavo ai <em>climbers</em>; ne scorgevo di tanto in tanto qualcuno uscire sorridente sul pianoro sommitale, e pensavo questi sono pazzi, o supereroi... in montagna già ci andavo a camminare, ma non sapevo nulla dell'alpinismo. Quel mondo verticale mi attraeva e respingeva assieme. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-n8UoLLhKWGw/VtMB-F1PFdI/AAAAAAAATrE/WTwt_6JFADE/s1600/Pietra%2Bdi%2BBismantova%252C%2B17%2Bmaggio%2B2014%2B%252817%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-n8UoLLhKWGw/VtMB-F1PFdI/AAAAAAAATrE/WTwt_6JFADE/s320/Pietra%2Bdi%2BBismantova%252C%2B17%2Bmaggio%2B2014%2B%252817%2529.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mario nella falesia Pornografie, maggio 2014</td></tr>
</tbody></table>
<br />
E' la Pietra dove la curiosità di entrare in quella nuova dimensione prevalse in me sull'inerzia, più che sulla paura. Frequentai un corso Cai, conobbi nuovi amici con la mia stessa passione, e insieme a loro (forse per caso?) tornai subito qui. La via ferrata degli Alpini fu il primo vero viaggio verticale: eccomi là, sulla scaletta finale, che esco poco lontano dalla sommità della Pietra... non sento di essere un pazzo, nemmeno un supereroe, semplicemente sono felice e soddisfatto di essere arrivato qui.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-fOPzUgM1mHs/VtMBY339jfI/AAAAAAAATq4/7ldG90czu0Q/s1600/Ferrata%2BPietra%2Bdi%2BBismantova%252C%2B1%2Bgiugno%2B2013%2B%252815%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-fOPzUgM1mHs/VtMBY339jfI/AAAAAAAATq4/7ldG90czu0Q/s320/Ferrata%2BPietra%2Bdi%2BBismantova%252C%2B1%2Bgiugno%2B2013%2B%252815%2529.JPG" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Luca sulla ferrata degli Alpini, giugno 2013</td></tr>
</tbody></table>
<br />
E' la Pietra, o più precisamente il suo satellite chiamato Sassolungo, dove per la prima volta toccai la roccia assicurato a una corda, senza il cavo di ferro, e scoprii che è più bello e gratificante salire così. La sua arenaria un po' sabbiosa, tutta tacchette e prese svase con poche maniglie degne di piena fiducia, mi costrinse a fidarmi dei piedi, a usare l'equilibrio più che i muscoli.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-EFNI75F9YGo/VtMBxvp3abI/AAAAAAAATrA/x_tsr0rW4rI/s1600/Cervarezza%2Be%2BBismantova%252C%2B26%2Bluglio%2B2013%2B%252876%2529.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-EFNI75F9YGo/VtMBxvp3abI/AAAAAAAATrA/x_tsr0rW4rI/s320/Cervarezza%2Be%2BBismantova%252C%2B26%2Bluglio%2B2013%2B%252876%2529.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Io sul Sassolungo, luglio 2013</td></tr>
</tbody></table>
<br />
E' la Pietra che mi ha visto iniziare a salire vie di più tiri a comando alternato: dopo la variante alta diretta della classicissima Pincelli Brianti, eccoci sbucare ancora una volta sulla morbida erba accesa dal sole, con il solidissimo fittone che sosterrebbe anche un elefante, e dietro un gruppo di bambini venuti a curiosare, gli occhi pieni di sorpresa, i genitori che guardano con un po' di apprensione la scena...<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-Fg5UfpNzJok/VtMCH8fl9aI/AAAAAAAATrI/zSVI5jL5a18/s1600/Pietra%2Bdi%2BBismantova%252C%2B1%2Bnov%2B2014%2B%252811%2529%2Bs.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="242" src="https://1.bp.blogspot.com/-Fg5UfpNzJok/VtMCH8fl9aI/AAAAAAAATrI/zSVI5jL5a18/s320/Pietra%2Bdi%2BBismantova%252C%2B1%2Bnov%2B2014%2B%252811%2529%2Bs.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mario e Luca in uscita dalla Pincelli Brianti variante diretta, novembre 2014</td></tr>
</tbody></table>
<br />
E' la Pietra il mio piccolo purgatorio: un luogo dove misurarmi con me stesso; confrontare il mio metro e sessantotto con l'altezza della parete; cercare di superare la paura, dimenticare per un tempo indefinito quel minuscolo inferno colorato che brulica laggiù nel parcheggio del Piazzale Dante tra gli schiamazzi e i <em>selfie</em>; infilarmi nell'umido di un camino e ritrovarmi dopo l'ultimo sforzo lassù, dove per un attimo mi cullo nell'illusione di avere raggiunto un paradiso sconfinato.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-qwXZZLr74Rg/VtMCSYYa98I/AAAAAAAATrQ/BXkDVDI1WiI/s1600/Bismantova%252C%2BSasso%2BSentiero%2Be%2Bdiedro%2BMalus%252C%2B21%2Bfeb%2B2016%2B%252843%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://2.bp.blogspot.com/-qwXZZLr74Rg/VtMCSYYa98I/AAAAAAAATrQ/BXkDVDI1WiI/s320/Bismantova%252C%2BSasso%2BSentiero%2Be%2Bdiedro%2BMalus%252C%2B21%2Bfeb%2B2016%2B%252843%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fabio in uscita dal Diedro Malus, febbraio 2016</td></tr>
</tbody></table>
<div style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-48458483330319417532016-02-28T12:29:00.001+01:002016-02-28T12:29:34.332+01:00Monte Grondilice invernale, tentativo al canalino Nerli<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://4.bp.blogspot.com/-u5jJ9C0gs5s/VtLS-49Xt9I/AAAAAAAATqg/mo4o_U8H6Dk/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252842%2529%2Bmod.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"></a> </div>
<em>Data uscita: </em>20 febbraio 2016<br />
<br />
<em>Punto di partenza: </em>Rifugio Donegani (1150)<br />
<i></i><br />
<em>Durata:</em><em> </em>5 / 6 ore<br />
<br />
<em>Dislivello in salita: </em>650 circa<br />
<br />
<em>Grado di difficoltà: </em>AD+ il canale Nerli, PD l'itinerario da noi seguito<br />
<em><br /></em> <em>Chiodatura: </em>Assente, presenti fessure adatte ai friend<br />
<em><br /></em> <em>Punti d'appoggio: </em>In inverno tutti i rifugi sono chiusi; presente ottimo bar con alimentari a Minucciano<br />
<em><br /></em> <em>Esposizione della via: </em>Est<br />
<em><br /></em> <em>Periodo consigliato: </em>Inverno<br />
<br />
Il monte Grondilice è il cuore orografico delle Alpi Apuane: qui si incontrano Garfagnana Lunigiana e Versilia, nelle rispettive valli di Serchio di Gramolazzo, Lucido di Vinca e Frigido, in un tripudio di creste e profondi canali. E' qui che veniamo a inseguire l'inverno, puntando sulla fama della neve apuanica di trasformarsi velocemente.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-1Ja7RpHg27M/VtG8lrHO-JI/AAAAAAAATp4/IcqJu2dB8YY/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252827%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://1.bp.blogspot.com/-1Ja7RpHg27M/VtG8lrHO-JI/AAAAAAAATp4/IcqJu2dB8YY/s400/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252827%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sentiero 179. Sullo sfondo Cavallo e Contrario</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Siamo in sette, un bel gruppone, e la val Serenaia ci dà il benvenuto con le sue imponenti montagne tinte di bianco. La copertura nevosa a dire il vero inizia sopra i 1200 metri, per raggiungere circa 30 cm presso il rifugio Orto di Donna (1500). Nel bosco è ancora fresca e senza fondo, non proprio un buon segno!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-C18xBc7DHE8/VtG8OQ6O5xI/AAAAAAAATo4/83vpjhm0Q7M/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%25281%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-C18xBc7DHE8/VtG8OQ6O5xI/AAAAAAAATo4/83vpjhm0Q7M/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%25281%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Parte bassa delle cave nella val Serenaia. Sullo sfondo Pisanino, Pizzi Altare, Maggiore e Cavallo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dal grande spiazzo di fronte al rifugio possiamo finalmente osservare la nostra destinazione: la parete nord-est del Grondilice, solcata sulla sinistra dall'evidente Canalino Nerli. Salito nel 1953, è una delle ascensioni invernali classiche delle Alpi Apuane, insieme al <a href="http://montagnatore.blogspot.it/2015/03/salita-del-canale-cambron-al-monte.html">canale Cambron</a> (Monte Cavallo) e alla <a href="http://montagnatore.blogspot.it/2015/05/via-amoretti-di-vestea-sulla-pania.html">via Amoretti di Vestea</a> (Pania della Croce), entrambi saliti lo scorso inverno. Oggi speriamo nel tris!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-j3PIuzRtDig/VtG8j6HuocI/AAAAAAAATp4/w1OXNzIOgNU/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252822%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-j3PIuzRtDig/VtG8j6HuocI/AAAAAAAATp4/w1OXNzIOgNU/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252822%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La compagnia a Orto di Donna: al centro il Pizzo d'Uccello</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Poco sopra il rifugio Orto di Donna imbocchiamo il sentiero 179 verso la Foce di Giovo, fino a una valletta che supponiamo condurre sotto la parete. I faggi si fanno via via più magri e contorti, soltanto qualche gigante solitario rimane piazzato sul ripido pendio sfidando i venti. Eccoci fuori dal bosco, il Grondilice si è avvicinato e appare più imponente.<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-u5jJ9C0gs5s/VtLS-49Xt9I/AAAAAAAATqg/mo4o_U8H6Dk/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252842%2529%2Bmod.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-u5jJ9C0gs5s/VtLS-49Xt9I/AAAAAAAATqg/mo4o_U8H6Dk/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252842%2529%2Bmod.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Verso la est del Grondilice: in rosso il Canalino Nerli (la parte tratteggiata non la abbiamo salita) <br />
in verde parte del percorso alternativo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Purtroppo dobbiamo constatare che la neve non si è trasformata neanche su terreno aperto: le croste non sono quasi mai portanti, e sotto ci sono erba e sassi. Manca il fondo! Decidiamo comunque di provare il canalino, sperando sempre che superata una certa quota o pendenza le cose cambino. Federico non vuole sostare su un solidissimo faggio appena a sinistra del canale, e preferisce piazzare un friend nella prima fessura che trova, in un piccolo grottino... quando ci appendo con un po' di provocazione lo zaino, però, dice che è meglio non fidarsi troppo!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/--gdC_HVM0ac/VtG8vEATMAI/AAAAAAAATpo/TiSeaQU19JM/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252865%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="https://2.bp.blogspot.com/--gdC_HVM0ac/VtG8vEATMAI/AAAAAAAATpo/TiSeaQU19JM/s400/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252865%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Cavallo e Pietro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Alberto in cordata con Pietro lo segue, mentre Mario Luca e Carlo aspettano notizie poco più giù. Dopo un primo facile saltino (con paleo traction) si abbandona il canale principale per superare una placca a destra, seguita da un traverso. Non vedo Federico, ma sento bene neve sassolini e poco ghiaccio che cadono dal traverso, proprio sopra la mia sosta... per fortuna un po' riparata dal leggero strapiombo. Poi mi rasserena il fatto di essere assicurato a un friend a prova di zaino da 35 litri!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-B52kQgMo0Z4/VtG8tiXQHoI/AAAAAAAATpo/aBRXy6Mu-NM/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252860%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://4.bp.blogspot.com/-B52kQgMo0Z4/VtG8tiXQHoI/AAAAAAAATpo/aBRXy6Mu-NM/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252860%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Primi tratti un poco ripidi e Pisanino</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Dopo non molto sento del lasco che avanza sulla corda, e intuisco che lassù hanno preferito lasciar perdere. Troppa neve fresca sul ripido! Traversata a ritroso la placca, i due primi di cordata optano per proseguire lungo il facile canale principale, facendo sosta appena finisce la corda. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-q7JBVThgL-8/VtG8wkvJVmI/AAAAAAAATp4/FQnq28Kpq18/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252870%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-q7JBVThgL-8/VtG8wkvJVmI/AAAAAAAATp4/FQnq28Kpq18/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252870%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il canale da noi salito verso la Finestra</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Li seguiamo, per poi darci il cambio fino a una biforcazione: a destra si incassa un profondo imbuto sovrastato da stalattiti di ghiaccio... immagino che Federico voglia andarci a dare un'occhiata, così faccio sosta proprio al bivio.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-wYEExCbKMRo/VtG8xIhJzUI/AAAAAAAATpo/e-M1iIvblSw/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252871%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://1.bp.blogspot.com/-wYEExCbKMRo/VtG8xIhJzUI/AAAAAAAATpo/e-M1iIvblSw/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252871%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Variante non relazionata (ci sarà un motivo?)</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Anche questa volta però la saggezza prevale sulla voglia di ripido... A metà del "corridoio" Fede incontra un saltino di ghiaccio seguito da un camino che sembra uscire direttamente in cresta; ma non trovando nulla sulla guida riguardo a questa variante, viste anche le condizioni pessime di oggi, preferisce non prendersi rischi e torna giù subito.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-n1620woQpAs/VtG85pusQ6I/AAAAAAAATp4/ji4mGzMbWvU/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252896%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-n1620woQpAs/VtG85pusQ6I/AAAAAAAATp4/ji4mGzMbWvU/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%252896%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Luca in uscita dal canale</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Tanto vale tirare dritto lungo la strada principale, che comunque ci regala una bella uscita su cornice, col mare che lampeggia dietro le piccozze... magia delle Apuane! Ci troviamo poco sopra alla Finestra del Grondilice (1750), da cui passa il sentiero 186 che sale da Foce Rasori. La via normale per la vetta è brevissima, ma da non sottovalutare, specialmente con la neve marcia di oggi (il versante è a sud e prende il sole in pieno).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://1.bp.blogspot.com/-tSdmCtXBylE/VtG8NI9U12I/AAAAAAAATp4/jewRZszn0aw/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%2528104%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://1.bp.blogspot.com/-tSdmCtXBylE/VtG8NI9U12I/AAAAAAAATp4/jewRZszn0aw/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%2528104%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Inizio della via normale, presso la Finestra del Grondilice</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
In cima il panorama è ampio, col Pizzo d'Uccello che perde buona parte della sua imponenza e dietro gli Appennini, pure loro docili colline in confronto al Pisanino. Lontane sfumano nel cielo le cupole di neve delle Alpi Marittime, mentre verso il mare come al solito si sono formate nuvole basse che solo di tanto in tanto lasciano sprazzi di blu.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-lc9vUHvLOJw/VtG8QHiQJ3I/AAAAAAAATo4/DlETakMytaU/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%2528112%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://3.bp.blogspot.com/-lc9vUHvLOJw/VtG8QHiQJ3I/AAAAAAAATo4/DlETakMytaU/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%2528112%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In vetta</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Per scendere ci aiutiamo con una corda nel passo più delicato, ormai ripulito dai tanti passaggi (altre tre persone erano salite poco prima di noi... 10 in tutto oggi sul Grondilice, mica pochi!). Dopodiché tagliamo nel bosco senza tornare a Orto di Donna. Ormai un po' le conosciamo le Apuane, e non ci sorprendiamo che da un momento all'altro la comoda e veloce discesa nella faggeta si interrompa bruscamente.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-llVkqyDEsBI/VtG8ZEwjxwI/AAAAAAAATpo/PFqcTMN21t4/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%2528141%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-llVkqyDEsBI/VtG8ZEwjxwI/AAAAAAAATpo/PFqcTMN21t4/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%2528141%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Discesa e mare</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La grande cava di Orto di Donna copre buona parte del versante est della valle, e ci piombiamo letteralmente dentro. Il resto della discesa lo compiamo sulla strada marmifera, fra ruderi di vecchi rifugi ed edifici di servizio, ruspe e auto abbandonate, pneumatici grandi come una Smart... la neve non basta a coprire questo scempio. Pensare che la valle più alta e bella della Garfagnana sia ridotta a una pattumiera fa arrabbiare molto di più che non di avere rinunciato a un canale per le cattive condizioni della neve!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-vpB5M8EOaQo/VtG8VFCo1_I/AAAAAAAATpo/hvmsnpzzKRw/s1600/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%2528129%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://4.bp.blogspot.com/-vpB5M8EOaQo/VtG8VFCo1_I/AAAAAAAATpo/hvmsnpzzKRw/s320/Monte%2BGrondilice%252C%2B20%2Bfebbraio%2B2016%2B%2528129%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Da sinistra Pietro, Mario, Luca, Alberto, Carlo, Federico e io</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-17684258636809370602016-02-26T21:11:00.002+01:002016-02-26T21:11:25.416+01:00Nanga Parbat, ieri e oggi: la montagna condivisaUna sagoma si avvicinava al Campo V del Nanga Parbat; è il 4 luglio 1953 e quella sagoma si chiama Hermann Buhl. Lo avevano dato per morto, gli altri della spedizione; rimasto solo per 41 ore di scalata, interrotta soltanto da un bivacco poco lontano dalla cima, su cui lasciò e fotografò la sua brava piccozza con annodata la bandiera del Tirolo. La sua impresa rimarrà l'unica prima assoluta di un ottomila in solitaria. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://3.bp.blogspot.com/-h7_GpHgjYeM/VtCwIjrCTnI/AAAAAAAATjE/n5sK84CRFqw/s1600/173026.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://3.bp.blogspot.com/-h7_GpHgjYeM/VtCwIjrCTnI/AAAAAAAATjE/n5sK84CRFqw/s320/173026.jpg" width="207" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Piccozza di Buhl in vetta al Nanga Parbat</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Il fiume Indo, gonfiato dalle acque raccolte dai ghiacciai del Karakorum, scorre ai piedi del grande colosso, costretto a una lunga deviazione per oltrepassarlo e gettarsi libero nella lunga corsa verso il golfo del Bengala.<br />
<br />
Stessa grande montagna, anno 1970; stesso organizzatore della spedizione precedente, Karl Maria Herrlingkoffer, tedesco. I tedeschi hanno sempre considerato il Nanga come una questione nazionale, fin dai tragici tentativi degli anni 30; ma anche questa volta l'impresa di scalare la parete Rupal, la più alta della Terra, è portata a termine da una coppia di tirolesi, anzi sud-tirolesi, anzi italiani: i fratelli Messner.<br />
<br />
Reinhold, come Hermann, lasciò il resto della spedizione per tentare l'attacco alla cima in solitaria, dovendo procedere velocemente prima dell'arrivo del maltempo; fu poi raggiunto dal fratello Gunther, che però venne travolto da una valanga durante la laboriosa discesa dal versante Diamir, sterminato e inesplorato.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://2.bp.blogspot.com/-wKLcWHfj9oM/VtCwXunlZFI/AAAAAAAATjI/2lR1gpVg7UY/s1600/messner-nangaparbat.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="235" src="https://2.bp.blogspot.com/-wKLcWHfj9oM/VtCwXunlZFI/AAAAAAAATjI/2lR1gpVg7UY/s320/messner-nangaparbat.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Reinhold Messner tornato in solitaria sul Nanga Parbat nel 1978</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ci vollero anni perché la versione di Messner, accusato di avere abbandonato a sé stesso il fratello, venisse accertata con tanto di prove. Il Nanga Parbat del resto non è esattamente una cima dove tutte le domeniche salgono comitive di gitanti... La stessa piccozza di Buhl fu trovata e portata a valle soltanto nel 1999.<br />
<br />
Altra acqua è passata sotto i pochi ponti che oltrepassano l'Indio, e siamo arrivati a oggi, 26 febbraio 2016. Restava da compiere la prima ascesa invernale del Nanga Parbat, e destino ha voluto che neanche stavolta ci arrivasse un tedesco, bensì tre forti alpinisti provenienti da Italia, Spagna e Pakistan: Simone Moro, Alex Txikon e Muhammad Ali Sapdara.<br />
<br />
Il mondo ha potuto seguire le fasi e le immagini della coraggiosa ascensione sui social network, trovandole magari nella stessa finestra in cui compariva il selfie del loro amico salito per l'occasione su una montagna a 45 minuti da casa. L'alpinismo si è evoluto, ha raggiunto nuovi record e nuovi trionfi dal sapore classico come quest'ultimo; si è evoluto anche il modo di comunicare con chi è a casa, seduto davanti al PC, e catapultato in diretta sulle creste di roccia e di ghiaccio.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://4.bp.blogspot.com/-quHQLEx-WCQ/VtCw1-PfpwI/AAAAAAAATjQ/coMj00yydNw/s1600/35420.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://4.bp.blogspot.com/-quHQLEx-WCQ/VtCw1-PfpwI/AAAAAAAATjQ/coMj00yydNw/s320/35420.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Simone Moro e soci al Campo base prima della salita</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Gli alpinisti che vogliono campare della loro passione, devono diventare professionisti della comunicazione. Eppure al centro di tutto c'è sempre la foto, il poter dimostrare che "io sono qui, ora". E quando ancora non c'era modo di fotografare, ci si dilungava in resoconti dettagliatissimi, che riempiono di polvere gli archivi CAI e affini di mezza Europa, sfogliati soltanto da qualche appassionato di storia dell'alpinismo.<br />
<br />
Andare in montagna è un'attività speciale, e qui sentiamo molto più che in tanti altri campi la necessità di documentare, raccontare, condividere. I grandi colossi non se ne accorgono, hanno superato i millenni e non danno certo peso ad attimi per noi così importanti. Il tempo continua a scorrere interminabile, come le acque dei grandi fiumi ai loro piedi.Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5265607525639030988.post-24606918392946103562016-02-03T18:18:00.002+01:002016-02-03T18:18:49.142+01:00Ciaspolata in Val Veny, ai piedi del Monte Bianco per la prima voltaCi ero sempre e soltanto passato sotto, al monte Bianco: risalendo la valle d'Aosta sembrava giocare a restare nascosto... lo vedi soltanto dopo l'ennesimo tunnel, innalzarsi all'improvviso per quasi 4000 metri sopra il fondovalle. Un gigante che abbaglia e fai fatica ad inquadrare tutto intero dentro il parabrezza! <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-io7Y_thy6aA/VrEUO5HVNPI/AAAAAAAATf0/VCIkFhEsuJo/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252861%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="http://4.bp.blogspot.com/-io7Y_thy6aA/VrEUO5HVNPI/AAAAAAAATf0/VCIkFhEsuJo/s400/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252861%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Val Veny</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Dalla Francia, tutto un altro discorso. Ricordo una serena giornata d'estate, scendendo verso sud lungo <em>l'Autoroute du Soleil</em>: appena dopo il valico oltre il quale inizia la piana del fiume Saone, o bassa Borgogna, qualcosa compare all'orizzonte: sembra un grande cumulo, ma è immobile, anzi mano a mano che ci avviciniamo sembrano comparirne altri vicini... Poi capisco che non è una nuvola, bensì proprio lui, <em>le Mont Blanc</em>, e la sua mole continua a sorvegliare l'autostrada da lontano - lontanissimo! - fino alle porte di Lione. Poi risulta ovvio che i francesi lo sentano come roba loro...<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-oNiOAXxl5f8/VrETmlhSd7I/AAAAAAAATcg/jGpFU2-r9E4/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528128%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://1.bp.blogspot.com/-oNiOAXxl5f8/VrETmlhSd7I/AAAAAAAATcg/jGpFU2-r9E4/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528128%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alba sul massiccio del Biano</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Finalmente si presenta l'occasione per arrivare in auto fino a Courmayeur senza dover proseguire in Francia per lavoro. All'arrivo presso la partenza della nuova funivia Skyway ci accoglie un sole magnifico, con un caldo più da 23 di marzo che non di gennaio. Ci incamminiamo lungo la stradina/pista di rientro dalla val Veny, che si mantiene all'inizio più a fondovalle rispetto al tracciato estivo (quello che passa dalla chiesetta).<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-qb5SAQTItKI/VrETgzhoFMI/AAAAAAAATcA/oq3p7bO3LB4/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%25281%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://1.bp.blogspot.com/-qb5SAQTItKI/VrETgzhoFMI/AAAAAAAATcA/oq3p7bO3LB4/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%25281%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Partenza da Entreves lungo la "pista" di rientro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Un rombo rintrona nella valle: si tratta di un elicottero pronto a partire. Subito pensiamo male, della serie sole > valanghe > soccorso alpino; invece poi ne parte un altro, e un altro ancora... possibile che ci siano state tutte queste emergenze? Soltanto dopo ci ricordiamo che da queste parti ci sono persone che possono permettersi (e alle quali è stranamente permesso) di salire sulle montagne volando e scendere sciando.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-hlM_74oluZ4/VrETkJNWOmI/AAAAAAAATcQ/v_rsb4yetqE/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252811%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://4.bp.blogspot.com/-hlM_74oluZ4/VrETkJNWOmI/AAAAAAAATcQ/v_rsb4yetqE/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252811%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tracce di sci lungo la Dora di Veny</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Del resto 230 anni sono parecchi: Michel Gabriel Paccard e Jacques Balmat, i primi a calpestare la cima più alta d'Europa dopo essere partiti da Chamonix con abbigliamento e attrezzatura degni del 1786 (ma con tempistiche che ancora oggi fanno venire i brividi: 11 minuti per salire gli ultimi 110 metri prima della cima, ormai sul far della sera) non avrebbero mai immaginato che l'andar per monti prendesse una piega simile.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-lE06_f5Cfnk/VrET2esUzCI/AAAAAAAATdw/HQMm5FZ8l_4/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528181%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://2.bp.blogspot.com/-lE06_f5Cfnk/VrET2esUzCI/AAAAAAAATdw/HQMm5FZ8l_4/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528181%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Stazione di arrivo della Skyway, punta Helbronner</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Passiamo sotto alla grande massa bianca del ghiacciaio della Brenva, schiacciato fra pareti di cui si fatica a cogliere le reali dimensioni; le proporzioni ingannano, un po' come fra le navate di una grande chiesa rinascimentale, o al centro di una metropoli dove sorgono soltanto grattacieli, per cui non si riesce a misurare l'immensità di ciò che ci circonda.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-rScxEzG43IY/VrEUFfjEwlI/AAAAAAAATfE/sCljLGVAQng/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%25283%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://3.bp.blogspot.com/-rScxEzG43IY/VrEUFfjEwlI/AAAAAAAATfE/sCljLGVAQng/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%25283%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ai piedi del Ghiacciaio della Brenva; sullo sfondo il Bianco</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Superato il ponte sulla Dora di Veny, iniziamo a guadagnare quota con qualche curva; sotto di noi appare finalmente il meraviglioso pianoro sul fondo della valle, solcato da poche tracce di sci, costellato di baite coi tetti carichi di bianco. Sentiamo come un fruscio di sottofondo, che poi si fa sempre più forte... <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-0eWQ1px5-nw/VrETpQEduvI/AAAAAAAATcw/9cMa5XmRs04/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252813%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://2.bp.blogspot.com/-0eWQ1px5-nw/VrETpQEduvI/AAAAAAAATcw/9cMa5XmRs04/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252813%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Scarica di neve in val Veny</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Guardando le pareti, assistiamo in diretta a un paio di scariche nei canali, piuttosto prolungate... sembrano quasi cascate di neve, e abbiamo tutto il tempo di fotografarle. Riprendiamo il cammino e in breve, su pendenze dolci, raggiungiamo il rifugio Cai Uget Monte Bianco. E' l'ora giusta per il pranzo, non abbiamo fretta e decidiamo di sistemare subito alcune cose in camera e levarci un po' l'appetito.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-kuNnhDBfkL0/VrET9pbXqqI/AAAAAAAATek/goweUB561Ws/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252823%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://3.bp.blogspot.com/-kuNnhDBfkL0/VrET9pbXqqI/AAAAAAAATek/goweUB561Ws/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252823%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vista verso i ghiacciai a ovest del monte Bianco</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Ripartiamo comodi, con l'intenzione di avvicinarci più possibile al ghiacciaio del Miage. Ci troviamo dentro l'area sciistica di Courmayeur, versante Val Veny, e il sentierino da noi percorso (un taglione nel bosco) attraversa la pista nera Zerotta. L'operazione si rivela tutt'altro che facile, siccome a bordo pista ci sono muri di neve ghiacciata spostata dai gatti, e nella pista la neve è dura sotto e riportata sopra... roba da tirare fuori la corda rischiando il linciaggio da parte degli sciatori!<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-hmxWeq-vE_8/VrEUEI7BmsI/AAAAAAAATe8/C3wBt3XdC20/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252828%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://4.bp.blogspot.com/-hmxWeq-vE_8/VrEUEI7BmsI/AAAAAAAATe8/C3wBt3XdC20/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252828%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tentativi di superare la pista Zerotta di Courmayeur</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Comunque tutti e otto superiamo indenni la prova e proseguiamo nel bellissimo bosco di abeti, in leggera discesa. Ci concediamo pure un po' di fuori pista per raggiungere rapidamente il fondo valle presso una caserma, dove alcuni cani fanno più casino degli elicotteri e sembra vogliano spaccare il mondo. <br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-a0Ctp4yxSc8/VrEUMeYed3I/AAAAAAAATfs/MBf980YRZBU/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252851%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://3.bp.blogspot.com/-a0Ctp4yxSc8/VrEUMeYed3I/AAAAAAAATfs/MBf980YRZBU/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252851%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Free-ciaspola in val Veny</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Cani a parte, sembra di essere in mezzo a una cartolina: guardando verso valle si apre una distesa pianeggiante coperta di neve, su cui batte l'ultimo sole scaldando i colori; le baite, gli abeti ancora verdi, i fianchi giganteschi del monte Bianco con i suoi ghiacciai incombenti e le sue <em>aguille</em> scure che si avvitano verso il cielo.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-oWYNeCtASuM/VrEUQLapqjI/AAAAAAAATf8/u2_9_91jTaQ/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252865%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225" src="http://1.bp.blogspot.com/-oWYNeCtASuM/VrEUQLapqjI/AAAAAAAATf8/u2_9_91jTaQ/s400/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252865%2529.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pian Veny</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Purtroppo si tratta dell'ultimo sole, anche se è ancora presto, così il fondo valle piomba in ombra. Saliamo comunque lungo la comoda strada bianca, dove incontriamo molti sciatori scesi forse dagli entusiasmanti fuoripista che partono dalla cresta di Arp. Quasi tutti senza zaino, dunque senza pala, <br />
sonda e verosimilmente ARTVA. Lasciatemi rosicare e fare un po' di sano moralismo...<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-WoDxuHyo1k0/VrEUCOl7e2I/AAAAAAAATg4/9i_hMHhutUE/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252827%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="http://4.bp.blogspot.com/-WoDxuHyo1k0/VrEUCOl7e2I/AAAAAAAATg4/9i_hMHhutUE/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%252827%2529.JPG" width="180" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Baita innevata in val Veny</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Arriviamo fino alla località la Visaille, a circa 1700 metri di quota. Stappiamo una bottiglia di Vernaccia faticosamente portata fino a qui, e riflettiamo sul da farsi... io volevo proseguire fino al lago del Miage e tornare indietro con il chiaro di luna, ma dopo qualche sorso di Vernaccia cambio decisamente avviso... così scendiamo tutti insieme arrivando al rifugio con un po' di anticipo prima della cena, ma con ancora la luce.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://4.bp.blogspot.com/-JnaKOAcySto/VrETh7DjJjI/AAAAAAAATcI/egeLz1C_CTc/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528109%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://4.bp.blogspot.com/-JnaKOAcySto/VrETh7DjJjI/AAAAAAAATcI/egeLz1C_CTc/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528109%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tramonto sulla Punta Walker, massima elevazione delle Grandes Jorasses</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Spendo due parole per pubblicizzare il rifugio Cai Uget, una struttura relativamente nuova e per molti aspetti più simile a un hotel; la grande sala da pranzo è sovrastata da un mirabile sistema di travi in legno, capaci di reggere metri e metri di neve accumulata sul tetto; le camere sono riscaldate, con lenzuola armadietti e lavandino; sono a disposizione le docce, il servizio è impeccabile (abbiamo chiesto se potevano riempirci il thermos e ce l'hanno riportato al tavolo in un vassoio!) ma si respira ugualmente un'atmosfera di famiglia e di rifugio. E in linea con tutti i rifugi di media montagna, particolare importante a Courmayeur, sono i prezzi...<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-Jao1ftgWmUE/VrETlRu9FhI/AAAAAAAATcY/6HpfPO2K-z8/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528125%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://2.bp.blogspot.com/-Jao1ftgWmUE/VrETlRu9FhI/AAAAAAAATcY/6HpfPO2K-z8/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528125%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Alba su Dente del Gigante e Grandes Jorasses dal rifugio Cai Uget Monte Bianco</td></tr>
</tbody></table>
<br />
La domenica ci separiamo: io, Giancarlo e Francesco ci concediamo una sciata sulle piste, gli altri una salita sulla Skyway e un giro in paese. Scopriamo con piacere - siccome sul sito non era affatto chiaro - che nello skipass giornaliero è compresa anche la salita con la nuova funivia del Bianco. Quindi smettiamo di sciare entro le 15 per concedercela anche noi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-PxNpN5MUKK8/VrETqnVjQkI/AAAAAAAATc0/_MuvFh7F4aA/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528134%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://2.bp.blogspot.com/-PxNpN5MUKK8/VrETqnVjQkI/AAAAAAAATc0/_MuvFh7F4aA/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528134%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Piste da sci di Courmayeur, versante Checrouit</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Erano più di due anni che non indossavo gli sci, e nel frattempo non ho certo imparato a sciare; comunque nella mia maniera rozza riesco a scendere un po' tutte le piste, godendomi in particolare quelle al sole con una neve davvero ottima; peccato solo per il traffico e la coda interminabile in attesa della funivia Youla... valsa senz'altro la pena per la vista spettacolare sul ghiacciaio del Miage, più che per la pista rossa di rientro.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://1.bp.blogspot.com/-IrGKTutufKQ/VrETr209jCI/AAAAAAAATc8/M5m-GEj5afg/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528142%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://1.bp.blogspot.com/-IrGKTutufKQ/VrETr209jCI/AAAAAAAATc8/M5m-GEj5afg/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528142%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il ghiacciaio del Miage visto dalla cresta Youla</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Al pomeriggio ci spostiamo in val Veny, dove ci sono piste più tecniche in gran parte nel bosco, con il Bianco che giganteggia sempre davanti agli occhi. Una volta soddisfatti, percorriamo per la terza volta la stradina di rientro a Entreves, ci cambiamo e saliamo per tempo sulla Skyway. In circa 10 minuti ci ritroviamo catapultati a quasi 3500 metri, in un mondo di ghiaccio perenne; pensare che magari nella stessa cabina rotante ci siano persone che poco più di due ore fa erano nel caos di Milano o Torino, mette le vertigini più che superare gli altissimi piloni.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-O3ZJb5bS4bU/VrET3HxdqwI/AAAAAAAATd0/kWfFj5o29o8/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528186%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://2.bp.blogspot.com/-O3ZJb5bS4bU/VrET3HxdqwI/AAAAAAAATd0/kWfFj5o29o8/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528186%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il famoso "pilone sospeso" (tratto di funivia per la traversata attualmente chiuso) e l'Aguille du Midi</td></tr>
</tbody></table>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
L'esperienza è indubbiamente elettrizzante, l'infrastruttura avveniristica, i panorami sterminati, con tutto l'orizzonte verso sud-ovest occupato da vette e ghiacciai. Insomma, uno si convince che i 40 euro del biglietto siano ben spesi. Ma si guarda con occhi ben diversi un orizzonte di montagne guadagnato con la fatica da uno pagato coi soldi.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-Eq5mw5J_Dpc/VrET4cD0_jI/AAAAAAAATeA/3dcAjyar29I/s1600/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528203%2529.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="http://3.bp.blogspot.com/-Eq5mw5J_Dpc/VrET4cD0_jI/AAAAAAAATeA/3dcAjyar29I/s320/Courmayeur%252C%2B23-24%2Bgennaio%2B2016%2B%2528203%2529.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mostra permanente di cristalli presso la stazione di arrivo della Skyway</td></tr>
</tbody></table>
Lucahttp://www.blogger.com/profile/16215106282165504851noreply@blogger.com0