domenica 22 luglio 2012

Monte Marmagna (1856)

 Lagdei-Lago Santo-Marmagna è la classica gita dei parmigiani: non c'è dunque da sorprendersi se la domenica, sotto la grande croce, si trovano spesso piccole folle. Il Marmagna del resto garantisce una vista amplissima, grazie alla sua posizione distaccata, quasi di balcone sulla Lunigiana. Per trovare un po' più di tranquillità basta proseguire verso il Braiola e l'Orsaro, in parte simili e meno trafficati.

Escursioni:
Monti Marmagna e Orsaro da Lagdei
Invernale: Marmagna da Lagdei per Lago Santo










L'Orsaro selvaggio e il Marmagna da picnic: anello da Lagdei


Punto di partenza: Lagdei (1265)
Punto più elevato: Monte Marmagna (1856)
Dislivello in salita: 860
Tempo totale di percorrenza: 4,30 h
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Ottima
Punti d'appoggio: Rifugio Lagdei (1265) alla partenza; Rifugio Mariotti al Lago Santo (1501); fontana al Lago Santo
Accesso stradale: Vedi mappa
Note: Non arrivare in tarda mattinata a Lagdei nelle giornate di maggiore affluenza, il parcheggio si riempie in fretta

Itinerario
Questo giro, abbastanza breve, tocca due montagne vicine e simili fra loro, ma decisamente diverse per frequentazione; il perché lo si capisce appena si imbocca il sentiero 725a, la "direttissima" per il monte Orsaro: senza tanti zig zag, affronta di faccia una ripida riva boscosa fino al crinale, alla Foce del Fosco (1612), dove si incontrano ben 5 sentieri.


Scegliere lo 00 in direzione dell'Orsaro, ormai vicino: dopo un faticoso strappo sui prati, si raggiunge la cima con la Madonnina (1831). Il panorama si apre tutto in una volta, su una sterminata distesa di montagne fino al Cusna e al Cimone, mentre all'orizzonte stagliano più eleganti che mai le vette aguzze delle Apuane.

 
Dalla stretta Bocchetta (1724) si rimane sullo 00, lasciando sulla propria destra la vetta del Braiola (1812, raggiungibile in un attimo) e inquietanti strapiombi sulla Lunigiana; un ultimo sforzo e si è sotto la grande croce del Marmagna, dove la vista contempla tutto ciò che dall'Orsaro era coperto.

 
 
Scesi alla Sella del Marmagna (1734) si abbandona definitivamente il sentiero di crinale per scendere verso il lago Santo col 723, un tracciato molto battuto che attraversa una vallatina di rara bellezza: sotto i dirupi dell'Aquilotto, mucchi ordinati di pietre testimoniano l'esistenza di vecchi pascoli, mentre gli abeti che chiudono la valle in fondo le donano un'atmosfera alpestre.
Costeggiato il famoso lago Santo fino al Rifugio Mariotti, si scende a Lagdei per la via più breve e frequentata (723-727-725).

sabato 7 luglio 2012

Monte Penna (1735)

Monte Penna


 
La montagna che (secondo alcuni) dà nome a tutto l'Appennino, è anche una delle più affascinanti: grande piramide di pietra ofiolitica, svetta in mezzo a una grande foresta piena di sorprese, che si estende su quattro valli diverse: Sturla, Aveto, Ceno e Taro. La sua posizione isolata e abbastanza vicina al mare garantisce una vista formidabile, fra le più estese di tutto l'Appennino settentrionale.

Escursioni:
Premessa: I sentieri nella foresta del monte Penna sono diversi e ben segnalati: i punti di appoggio principali sono il nuovo rifugio Faggio dei tre Comuni (del Cai) e la Casermetta del monte Penna, sui due versanti opposti di Taro e Ceno. Il percorso più breve sale dal passo dell'Incisa (1469), ma è consigliabile includerlo in itinerari più ampi e piacevoli.

Dal Faggio dei tre Comuni per il monte Trevine

Dal Passo del Chiodo per la Nave

Monte Penna e Nave dal Passo del Chiodo

Punto di partenza: Passo del Chiodo (1456)Punto più elevato: Monte Penna (1735)
Dislivello in salita: 315
Tempo totale di percorrenza: 3h
Grado di difficoltà: E (Breve tratto sotto la vetta attrezzato con catena EE)
Segnaletica: Buona
Punti d'appoggio: Casermetta del monte Penna
Accesso stradale: Vedi mappa in ubicazione


Itinerario
Questo anello si sviluppa sul versante opposto rispetto al precedente: siamo ora nel bacino dell'Aveto. Dal passo si imbocca il sentiero per la Nave, una curiosa depressione a forma di scafo sotto rocce incombenti. Facile imbattersi in piante grasse al suo interno, dove fa molto caldo.
La Nave
Dalla Nave comincia una breve, affascinante vallatina che conduce ai piedi della piramide del Penna.
Una ripida salita raggiunge il valico in cui ci si ricongiunge al primo itinerario, ormai vicino al sentiero attrezzato. Scesi al Passo dell'Incisa, si segue la strada sterrata per la Casermetta del monte Penna; da qui un breve tratto su asfalto riporta al passo del Chiodo.

Strapiombi dalla vetta del Penna

Monti Penna, Trevine e sorgenti del Taro dal Faggio dei tre comuni

Punto di partenza: Faggio dei tre comuni (1400)Punto più elevato: Monte Penna (1735)
Dislivello in salita: 450
Tempo totale di percorrenza: 3,45 h
Grado di difficoltà: E (il breve tratto attrezzato con catena sotto la vetta EE)
Segnaletica: Ottima
Punti d'appoggio: Rifugio Faggio dei Tre Comuni (1400) alla partenza, acqua alle sorgenti del Taro
Accesso stradale: Salendo da Bedonia e da Alpe, il bivio per il Faggio dei tre Comuni si incontra a sinistra prima di arrivare al Passo del Chiodo. Si procede per un paio di km su buona sterrata fino al rifugio, dove c'è un po' di spazio per parcheggiare.
Note: consigliata, se resta tempo al ritorno dal percorso descritto, la digressione dal Faggio dei Tre Comuni al vicino Groppetto

Itinerario
Bellissimo giro ad anello fra splendide faggete e pareti ruvide e strapiombanti, che permette di guadagnare anche il vicino monte Trevine. Il tratto finale per raggiungere la cima del Penna è un sentiero attrezzato con una catena, non aggirabile: si sviluppa comunque su rocce davvero elementari e mai esposte. L'ambiente è maestoso.

Scesi al passo dell'Incisa, si ritorna al Faggio dei Tre Comuni percorrendo la strada sterrata (inspiegabilmente aperta al traffico, per fortuna scarsissimo) che tocca le sorgenti del Taro. L'ultimo tratto si può tagliare con un breve tratto di sentiero segnalato.