giovedì 3 aprile 2014

Monte Cunicolo, Vignole e piramidi di Zone: anello a picco sul Lago d'Iseo

L'altopiano di Zone ci si presenta ridente e verdeggiante, sparso di casette e campanili, preceduto dalle formidabili piramidi modellate dal tempo dal caso e dall'erosione, con il loro masso sospeso coraggiosamente sopra. A destra dell'altopiano profonde valli solcano i fianchi del monte Guglielmo, i pratoni sommitali ancora pieni di neve; a sinistra montagne più modeste e brulle - le nostre mete - precipitano sul lago d'Iseo.

Monte Guglielmo dalla cima del monte Vignole.
In primo piano, 6 anni di onorato servizio

La zona ha l'aria di essere molto frequentata in primavera, vista la vicinanza a Brescia e il clima gradevole; ma basta poco per trovare sentieri selvaggi, da percorrersi con la dovuta attenzione, per ricevere in premio panorami vastissimi e scenari dal sapore dolomitico.

I contrafforti del Cunicolo, sullo sfondo la Presolana

A Zone scopriamo con sorpresa di essere arrivati in concomitanza con una manifestazione degli Alpini: poco ci manca che parcheggiamo di fronte al monumento ai caduti, dove la parata si sta dirigendo seguita da un bel codazzo di paesani! Quasi tutti gli esercizi commerciali del comune sono chiusi, salvo il Bar Centrale, dove i cordiali proprietari ci riforniscono di caffè, panini e preziosi consigli sull'itinerario; poco dopo dovranno fornire ben altre quantità di bianco alla processione assetata degli alpini, la cui inevitabile meta finale, oggi, non può essere diversa da questo bar.

Primavera sull'altopiano di Zone



Riprendiamo l'auto e la parcheggiamo comodamente nella vicina borgata di Cusato (presente fontanella); al primo incrocio del paesino teniamo la sinistra, per poi imboccare un ponticello di legno dove inizia una piacevole carrareccia che costeggia tutto il fianco est dei monti Vignole e Cunicolo: pochi i segnali del Cai, ma con un minimo d'intuito non ci si sbaglia.

Sullo sfondo il monte Cunicolo
Dopo un ultimo casale, la stradina diventa sentiero e procede sempre in costa, salendo leggermente: l'ambiente si fa più aspro, mentre di fronte a noi la vista si estende su buona parte del Lago d'Iseo, con l'inconfondibile Monte Isola in primo piano. Superate alcune facili roccette raggiungiamo la cosiddetta Bocchetta di Vello (710 circa), coperta da un surreale boschetto di roverelle.


A sinistra scenderemmo a Marone, mentre noi prendiamo la destra in direzione del monte Cunicolo, passando sul versante del lago. I segnali sono ora più frequenti, ma il sentiero - pur ben battuto - presenta diversi passaggi insidiosi, specialmente con terreno bagnato, dove scivolare comporterebbe una rischiosa carambola verso il paesino di Vello (500 metri più giù).

Vello
Il tratto in costa alterna prati brulli a boschetti pensili e radi, lasciandosi a destra una grandiosa parete tutta in ombra; qua e là bizzarri torrioni di calcare fanno capolino fra gli alberi. Una faticosa salita ci permette di guadagnare un meraviglioso pulpito roccioso sul lago, dove ci fermiamo a riprendere fiato e ammirare lo spettacolo.


Il tracciato segue da qui in poi la panoramica cresta est del monte Cunicolo, comportando più volte l'uso delle mani per una progressione sicura; i tratti più ripidi sono comunque sull'erba, e l'esposizione è minore rispetto al tratto precedente. Una volta sulla cima del Cunicolo (1035), contraddistinta da un elegante cartello, rivediamo la valle di Zone e il monte Guglielmo, con il suo monumento sommitale e le sue cornici di neve.


Proseguiamo così lungo il crinale, superando gli ultimi passaggi su roccette in discesa, e raggiungiamo la sottostante bocchetta. A destra un sentiero scende diretto a Zone, ma noi proseguiamo dritto sulla spartiacque, salendo con fatica un versante brullo e ghiaioso cotto dal sole; la roccia lascia presto il posto all'erba e qualche rado alberello, e un ultimo facile tratto sul filo del crinale ci accompagna in cima al monte Vignole (1095).

In secondo piano a destra il monte Cunicolo

Da questo cucuzzolo si gode una gran vista a 360 gradi, dominata ovviamente dalla distesa azzurrina del lago d'Iseo. Ci fermiamo qui a mangiare, il caldo non scherza e non c'è un filo di vento: un formidabile solarium 1000 metri sopra le spiagge! E' appunto il caldo fuori dal normale per fine marzo che ci spinge a ripartire per cercare un po' più d'aria.

Cima monte Vignole, pausa al caldo

Un paio di saliscendi sull'erba e raggiungiamo l'ultimo spettacolare passaggio: un lungo affioramento di calcare che segue precisamente la linea del crinale, elevandosi sopra il bosco. Il sentiero resta leggermente a sinistra, ma è divertente e semplice percorrere la sottile cresta, mai troppo esposta e su una roccia dall'aderenza perfetta.


Superata un'edicoletta sul punto più alto della cresta, le difficoltà finiscono; in zona si incrociano diversi sentieri che scendono a Vello o Zone, e i segnali non sono chiarissimi... noi evitiamo di salire in cima alla Corna Trentapassi, risparmiandoci una breve ma faticosa salita in pieno sole. Seguendo le indicazioni per la Croce di Zone costeggiamo il fianco destro della montagna, mantenendoci in quota fino al Forcellino di Zuf (1050).

Un bel trio
Ecco che di fronte a noi si apre la parte alta del lago d'Iseo, con dietro la sfilata delle Orobie, la Presolana e qualche pezzo/pizzo di Bernina; verso nord, oltre il solco dell'alta val Camonica, si distinguono le cime bianche dell'Adamello. Salutiamo questo panorama un po' rovinato dalla foschia, e presso una tenuta con torretta del guardia-caccia imbocchiamo un'ampia sterrata che scende verso Zone.


Dopo alcune case, proseguiamo su un piacevolissimo pavimento di ciottoli: un vero peccato vedere passare (non piano) alcune moto da enduro, che certo non contribuiscono alla buona conservazione di questo percorso e rappresentano un disturbo e un pericolo per gli escursionisti... come se non bastasse, sembra che la regione Lombardia voglia aprire loro tutte le mulattiere e sentieri.


Splendidi campi fioriti, ruscelli e baite, tricolori che sventolano di fianco a bandiere della lega nord annunciano l'arrivo a Cusato, dove riprendiamo l'auto per raggiungere le vicine Piramidi di Zone.


 Parcheggiamo a Cuslano, presso il bar Chiosco, e dopo un bel percorso a lato dei prati ci affacciamo sulle piramidi dall'alto; il sentiero continuerebbe a scendere fino ai piedi delle curiose formazioni geologiche, per poi risalire fino alla strada sul lato opposto della valle.

Case di Cuslano appena sopra le piramidi

Noi però decidiamo che abbiamo fatto anche troppi saliscendi, così torniamo indietro anche per risparmiarci un bel pezzo di asfalto. Rientrati in paese, l'ultima sorpresa: sul fianco esterno della chiesa vicino al bar ci sono grandi riquadri affrescati - caso abbastanza frequenti nelle valli bresciane - risalenti a fine 1400/inizio 1500 (più info qui). La parete è transennata e sono parcheggiati alcuni mezzi d'opera: per fortuna sembra stiano restaurando questi preziosi documenti artistici un po' malmessi e pressoché sconosciuti.

La chiesa di San Giorgio a Cuslano

La chiesa è intitolata a San Giorgio, e la scena più grande e dettagliata è appunto quella del santo che uccide il drago; una leggenda dal sapore cavalleresco, che evidentemente ha sempre avuto fascino fra queste popolazioni contadine. Alle spalle del santo l'orizzonte è chiuso da un paesaggio montuoso, con i castelli abbarbicati su strette montagne stilizzate, similmente ai massi sospesi sopra le piramidi qua sotto.



Prima di ributtarci in strada al caldo ci concediamo un gelato a Sale Marasino, dove fa la spola il traghetto per Monte Isola. Qui, 2 metri sopra il lago, paradossalmente c'è più fresco che 1000 metri più su, in cima al monte Vignole... chissà se ci avrebbe mai scommesso un euro tutta la gente "spaparazzata" a prendere il sole con la felpa sulle panchine del lungo-lago, sui tavolini dei bar, sulle vecchie cabriolet che percorrono la vecchia strada surclassata dalle mille gallerie della nuova, dove sfrecciano le altre auto dirette in val di Scalve, all'Aprica, al Tonale, per andare in montagna... e non sanno a quali belle montagne stanno passando sotto!

La cresta di Corna Trentapassi e le Orobie

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