lunedì 10 giugno 2013

Val Campelle: nel cuore del Lagorai... col Cai: primo giorno

Porta d'ingresso naturale della catena del Lagorai, la Val Campelle ha accolto per la prima volta un gruppo di escursionismo del Cai di Parma.
A dire il vero non è stata troppo cortese! Appena scesi dal pullman lungo la strada del Passo Manghen (provocando qualche Cristo fra gli automobilisti!), il sole batte forte e caldo; per fortuna la salita è tutta in un bel bosco, e fra una pausa e l'altra gli istruttori ci insegnano a distinguere larici, pini cembri, abeti bianchi e rossi.

 
 

Presto il bosco si interrompe, e ampi pascoli panoramici annunciano l'arrivo a Malga Cere, col tetto di radici di larice che sembrano lastre di amianto! Decidiamo di pranzare qui, gustando panini e birre sui tavoli esterni, con una vista da levare il respiro sulla val di Calamento e le cime occidentali del Lagorai.

 
 
Il tempo però, come qualche nuvola lasciava intuire già dalla mattina, volge al brutto; possiamo guardare lo squasso d'acqua sotto il comodo portico della Baita, giocando a briscola in attesa che si attenui. Ripartiamo dopo aver perso una mezzora; il tempo resta incerto e si decide di non salire sul monte Setole, dove avremmo trovato trincee e fortini della Grande Guerra.


Una lunga sterrata in costa nel bosco ci permette di passare in val Campelle. Nelle pause fra i larici abeti e nuvole, appaiono ora montagne sempre più alte, con ancora tantissima neve: su tutte domina Cima d'Asta (2847), nera di porfidi più che mai contrastanti con le Pale di San Martino, che si riconoscono lontane dietro al Passo Cinque Croci, proprio grazie al loro inconfondibile colore dolomitico.


Raggiunto il Tombolo di Montaletto (1940), cominciamo a scendere, mentre continua a piovigginare: la carraia diventa presto sentiero, e il sentiero si fa sempre più ripido e scivoloso, costeggiando l'impetuoso Rio di Montalon fra continue cascate. Dopo la confluenza con il Rio di Spinelle, ormai in fondo alla discesa, la potenza dell'acqua è sorprendente, si sente l'aria spostarsi. Peccato siano finite le cascate!

 

Almeno è finita la fatica per le ginocchia, e siamo accolti nel Rifugio Sat Lagorai con il suo gentilissimo gestore (che ha portato buona parte dei nostri bagagli in auto, dal pullman al rifugio). La sera, dopo la cena, possiamo apprezzare il Parampamoli, dolcissimo liquore con caffè, grappa, vino e miele servito in una pentola in fiamme. Anche se siamo in giugno ci sta tutto, vista la temperatura!
(continua...)

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