mercoledì 11 settembre 2013

Bocchette Alte, sospesi su un abisso di nuvole, giorno II: cengia Garbari e ferrata Detassis

Dopo la giornata tutto sommato buona di sabato, la domenica il tempo non è affatto incoraggiante...

Alba nuvolosa al rifugio Tuckett: vista verso Campiglio

...ma saliamo ugualmente verso la bocchetta del Tuckett (2642), affrontando il lungo nevaio che la precede.

Il vallone sopra il rifugio Tuckett: si intravvede al centro l'omonima bocchetta

Comincia qui il percorso classico delle Bocchette Alte: facili roccette divertenti da arrampicare e non sempre attrezzate ci conducono in salita fino all'imbocco della cengia Garbari, ai piedi di Cima Brenta, affacciata sul versante di Molveno.

 

Noi purtroppo siamo affacciati soltanto su un muro di nebbia, e procediamo in queste condizioni, mentre tra l'altro comincia a spiovigginare.

In cengia col maltempo
 

 Procediamo con parecchia cautela, facendo attenzione alle pietre e ai pioli scivolosi; in un breve tratto poi troviamo il cavo divelto (causa valanghe primaverili).


Al termine della cengia il sentiero si sposta verso ovest, seguendo una cresta sempre più stretta che penetra nella nebbia, e sembra doverci scomparire dentro da un momento all'altro; i cavi in alcuni punti mancano, il vento e la pioggerella sono leggeri ma non certo incoraggianti!

Sotto la spalla sud di Cima Brenta

 Un paio di scale ci consentono di superare in discesa i risalti finali della cresta, e alla sua base troviamo una nuova torre che risaliamo con la lunga Scala degli Amici, bagnata e freddissima: è il tratto più delicato della giornata, dove qualcuno comincia a lamentarsi (non certo senza motivo).

La Scala degli Amici

Sull'ampio ripiano sommitale dello Spallone di Massodi (3004), per fortuna il vento cessa e le nuvole finalmente cominciano a diradarsi.

Le nuvole basse si infrangono contro Cima Brenta

Comincia ora la discesa, in un ambiente meraviglioso, prima con divertenti roccette attrezzate, poi con un breve traverso esposto.


Sotto si apre l'abisso della bocchetta bassa di Massodi, con il suo ripido canalone che scende verso il Brentei. Si scende ora con scalette, progressivamente più lunghe ed esposte, fino a pochi passi dalla suddetta forcella (2795), raggiungibile con una stretta cengia.

Bocchetta Bassa dei Massodi

Abbandoniamo ora la via delle bocchette per prendere a destra in discesa la ferrata Oliva Detassis (396): si tratta di un percorso difficile e notevolmente esposto, caratterizzato da una successione di lunghe scale verticali, intervallate da pochi brevi pianori per riprendere fiato.


Una delle ultime scale in particolare fa molta impressione, con un tratto leggermente strapiombante.

Il sentiero è laggiù...

 Al termine della "calata", si può apprezzare dal basso tutta l'imponenza della parete appena percorsa!


Continuiamo a scendere sul ghiaioso e selvaggio vallone del Brentei, fiancheggiato da pareti ancora più grandiose, fino a raggiungere di nuovo nella nebbia il Rifugio Maria e Alberto (2182).


Pranziamo e lasciamo radunare tutto il gruppo, per poi ripartire con il bel sentiero Bogani (318A) alla volta del rifugio Casinei (1850); dunque, con ripida discesa fra i larici, al rifugio Vallesinella (1513): qui il pullman navetta ci riporta brevemente a Madonna di Campiglio, dove l'altro pullman ci riporta un po' meno brevemente a Parma.

Sentiero Bogani

In conclusione, doveva essere il giro più bello e impegnativo fatto finora, ma si è rivelato solo il più impegnativo. Ho passato comunque un weekend piacevole e istruttivo: con il Cai e persone più esperte si impara sempre qualcosa, specialmente in condizioni meteo al limite come quelle che abbiamo trovato. Certo, la voglia di tornare a vedere da vicino le crode del Brenta sotto il sole c'è ed è forte...

Cima di Molveno
Punto di partenza: Rifugio Tuckett (2275)
Punto di arrivo: Rifugio Vallesinella (1513)
Punto più elevato: Spalla sud di Cima Brenta (3005)
Dislivello in salita: 800
Dislivello in discesa: 1600
Tempo totale di percorrenza: 8 ore
Grado di difficoltà: EEA
Segnaletica: Buona
Punti d'appoggio: Rifugio Maria e Alberto al Brentei (2182); Rifugio Casinei (1850)

2 commenti:

  1. Wow, dev'essere stato davvero impegnativo! Alcune foto che hai messo facevano impressione!
    Io amo molto la montagna, ma, pur essendo andato anche ad alta quota, non ho mai fatto arrampicate. Da un lato affascinano, ma dall'altro fanno paura...
    A presto :D

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  2. Ciao Enrico, grazie del passaggio e complimenti per il tuo blog! Capisco che possa fare paura, di fatto si è comunque appesi a una parete... ma il bello della montagna è che la si può affrontare in tanti modi diversi, stando nel bosco, sui prati, sulle rocce. Il giro ideale secondo me è quello che riesce a unire queste sensazioni complementari!

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