Man mano che saliamo incontriamo sempre più neve: il Rifugio Principe (2599) compare all'improvviso, nascosto dietro la parete contro cui è costruito, come un nido d'aquila.
Ci aspetta la parte più delicata del percorso: un traverso totalmente innevato sotto la parete sud dell'Antermoia, a tratti decisamente ripido. Poco prima di partire, assistiamo in diretta a una modesta scarica di sassi scesa da un canale nella valle vicina, sul sentiero 544: non uno splendido incoraggiamento! Indossiamo ghette, ramponi, casco, imbrago, piccozza: mentre saliamo incrociamo dei ragazzi in felpa e braghe corte: i due estremi nell'affrontare in montagna!
Un ultimo strappo decisamente ripido ci regala un pulpito splendido (e pulito dal vento), con vista sull'alta valle del Vajolet e le cime che la contornano. La salita però non è ancora conclusa: un nuovo breve traverso, ed ecco intuirsi il possente spigolo meridionale del Catinaccio di Antermoia: un grande accumulo di neve ventata annuncia il Passo di Antermoia (2770), il punto più alto della nostra escursione.
Di fronte a noi scende la valle di Antermoia, totalmente coperta di neve per la sua esposizione a nord: sembra un ghiacciaio (del resto lo fu), con la sua grande curva verso est. In discesa affrontiamo direttamente il pendio, senza compiere traversi; ma la pendenza lascia presto il posto a un'affascinante marcia in piano.
Troviamo il Lago di Antermoia ancora mezzo ghiacciato e ricoperto di neve: il contrasto fra bianco, nero del cielo, blu profondo dell'acqua e marrone delle rocce è emozionante! Peccato non avere con me la reflex...
Ci concediamo una breve pausa al vicino Rifugio Antermoia (2496), dove abbandoniamo la tenuta invernale, non proprio in sintonia con ragazzine in shirts e scarpe da ginnastica!
La valle è percorsa interamente da una strada inghiaiata chiusa al traffico, una chicca per le mountain bike: sarebbe un percorso noioso da fare a piedi, ma guardandosi intorno si incontrano continuamente scorci fiabeschi, compreso il culo portafortuna dell'omino di legno costruito da quel matto che gestisce la Baita Branch. Purtroppo la batteria della compattina mi ha definitivamente abbandonato, e non riesco a immortalare l'ultima parte del percorso!
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