mercoledì 8 agosto 2012

Da Prato Spilla al Sillara, grande anello dei 9 laghi

Punto di partenza: Prato Spilla (1320)
Punto più elevato: Monte Sillara (1861)
Dislivello in salita: 950
Tempo totale di percorrenza: 7 ore
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Discreta, in alcuni tratti assente
Punti d'appoggio: Rifugio Prato Spilla (1320) alla partenza

Itinerario
Per quanto mi riguarda, l'escursione più bella e completa fra quelle affrontabili in giornata (da un buon camminatore) sull'Appennino parmense, e forse non solo qui. Il vecchio nome del Parco Regionale dei Cento Laghi si chiarisce in questo itinerario, dove i laghi toccati o visti da poco lontano sono ben 9; ma è l'ambiente in generale ad essere straordinario, pieno di tracce degli antichi ghiacciai.

Sopra il lago Ballano
Da Prato Spilla, dietro al rifugio, si imbocca il 707 verso il Lago Ballano, per poi voltare a sinistra sul 707a diretto al Lago Verde (1; il primo dei due laghi si osserva dall'alto, grazie a un paio di "finestre" lungo la salita fra i faggi; il secondo invece si può ammirare da vicino, dopo una breve discesa. Peccato soltanto di essere accolti dalla vecchia e decadente diga; struttura che si rivela anche inutile, dal momento che il nostro sentiero (il 711) passa proprio fra la vecchia muraglia e le sponde del lago, distanti almeno 50 metri!

Il Lago Verde
Lasciandosi alle spalle il Lago Verde e l'agile monte Torricella che lo sovrasta, si attraversa una piccola torbiera per poi proseguire in costa: un paio di erti canali attraversano il sentiero offrendo una bella vista sull'alta valle del Cedra. Un tratto in discesa riporta nel pieno del bosco, in prossimità del Rio Frasconi; non lontano si trova un laghetto con lo stesso nome, nascosto appunto fra le frasche.

Torbiera fiorita sopra il lago Verde
Si attraversa il torrentello ignorando il 709, per poi voltare a sinistra sempre sul 711, in direzione dei Lagoni. La salita si fa ora decisa, concedendo qualche scorcio su Rocca Pianaccia: raggiunta la sua sella, a quota 1712, si spalanca agli occhi il grande vallone nord-ovest del Sillara (vedi questo itinerario, anche per l'eventualità di tagliare da qui ai Laghi Gemelli).
 
Roccia montonata con i caratteristici buchi rotondi dell'antico ghiacciaio

Il sentiero monta sopra enormi pietre lisce, con i fori rotondi lasciati dall'antico ghiacciaio; vari ometti di pietra sopperiscono ai pochi segni in vernice. Terminata la traversata, si entra di nuovo nel bosco salendo ripidamente alla Sella di Rocca Pumacioletto (1612). Da qui si abbandona il 711 per prendere a sinistra il 737, altro sentiero selvaggio e poco battuto. Uno strappo deciso consente di guadagnare la vetta di Rocca Pumaciolo (1711): da qui in poi è uno spericolato (ma mai esposto) zig-zag attraverso le piccole guglie della dorsale fra val Parma e val Cedra, con vista sui Lagoni e il crinale principale; che si raggiunge alla Sella del Monte Paitino (1764), vero trionfo dell'arenaria.

Sopra la Sella del Paitino, vista verso Rocca Pumacioletto

Ci si avvicina ora al Sillara con lo 00, passando di fianco a un alto cilindro di pietre accatastate (un "omone"); dopo l'ultimo sforzo su terreno scosceso, sbuchiamo sul Sillara (1861) godendo della vista improvvisa sui due Laghi Gemelli: uno degli scorci più belli e celebri dell'Appennino.

Scendendo dal Sillara verso i laghi
A questo punto si presentano due possibilità.

1) Proseguire sullo 00 fino al Passo Giovarello e al Lago Martini: si guadagnano in tal modo due nuove cime (Losanna, 1840; e Bragalata, 1852), osservando dall'alto i laghi verso la val Cedra e il panorama sulla Lunigiana. Alla lunga però questo tratto di crinale diventa noioso, a mio giudizio, oltre ad essere spesso battuto dal vento.

I Laghi del Sillara visti dal monte Losanna

2) Scendere ai Laghi del Sillara e da qui raggiungere il lago Martini su sentieri evidenti ma poco segnati. E' la scelta che consiglio, in quanto il paesaggio attraversato è meraviglioso: ma attenzione, può diventare un inferno con la nebbia. Insomma, in ogni caso su di qui è meglio venirci con tempo stabile!

I laghi Compione
La traccia che scende ai Laghi Gemelli (1731) si distacca dallo 00 prima che inizi la salita verso il Losanna. Costeggiati i due laghi, si incontra un cartello, e seguendo l'unico sentiero segnato, dopo una discesa si incontra il lago Compione (1674). Si ignora il 709 che torna sul crinale al passo Compione, e si tiene il lago alla propria destra, procedendo su una traccia evidente che poi volge a sinistra, attraversando un ruscello e puntando a una forcelletta posta su una dorsale minore, che si stacca dal monte Bragalata.

Il Lago Verde dall'alto
Raggiunto il piccolo valico (1750 ca), vicino ad alte rocce a strapiombo sul Lago Verde, si volge leggermente a destra, puntando il Lago Martini. Si attraversa ora una nuova splendida vallata, dominata dal monte Torricella; in caso di confusione, si può raggiungere brevemente il sentiero di crinale, salendo a sinistra.

Avvicinandosi al Lago Martini

Il Lago Martini è il più piccolo dell'Appennino parmense, (vedi classifica), e anche il più vicino al crinale; ospita bisce d'acqua e tritoni. Poco dopo il lago, sul grosso sentiero che dal lago Verde sale al passo Giovarello, si trova un bivio mal segnalato con il 705, che torna a Prato Spilla. Montando nuove rocce levigate, seguendo nuovi ometti, si supera una sella sotto il monte Torricella per poi scendere decisamente nel bosco fino alle piste di Prato Spilla, ma non prima di avere costeggiato una bellissima torbiera presso lo skilift Biancani.


Lago Martini quasi secco (salvate i tritoni!)

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