giovedì 8 agosto 2013

Dall'Infernaccio a Belfiore: due volti dell'Appennino

Punto di partenza: Cerreto Laghi (1344)
Punto più elevato: Monte La Nuda (1895)
Dislivello in salita: 600
Tempo totale di percorrenza: 4,30 h
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Buona
Punti d'appoggio: Bivacco Rosario; alcune sorgenti lungo il percorso
Accesso stradale: vedi mappa
 
Descrizione
Il passo del Cerreto vanta intorno a sé una sontuosa corona di cime: a ovest l'Alpe di Succiso e il monte Alto con le sue creste, con al centro il dolce pianoro delle sorgenti del Secchia; a est La Nuda e il suo Gendarme, che insieme alla cresta dello Scalocchio delimitano la selvaggia valle dell'Infernaccio. Proseguendo verso sud-est, si susseguono montagne decisamente più dolci e pratose, che segnano lo spartiacque con la Garfagnana.
Questa escursione, di limitata lunghezza, consente di apprezzare questi due aspetti diversissimi dell'Appennino Tosco Emiliano.

 

Lasciata l'auto nella località sciistica di Cerreto Laghi, si segue a piedi a ritroso la strada asfaltata che arriva dal passo del Cerreto, fino a incontrare alla propria sinistra alcuni cartelli con un pannello illustrativo del Parco: il sentiero è lo 00, diretto al bivacco Rosario e al monte La Nuda. Superate alcune casette, si sale dolcemente nel bosco, scorgendo in alcune pause le cime aguzze che ci sovrastano.

Ci si mantiene sullo 00 fino al bivacco Rosario, dove le piante finiscono e si può apprezzare in tutta la sua maestosità la valle dell'Infernaccio: si tratta di un esempio insolito (come i Ghiaccioni sotto l'Alpe di Succiso) di conca glaciale esposta a ovest, in questo caso tributaria di un fiume - il Rosaro e dunque il Magra - diretto al mar Tirreno.


E' circondata da un teatro di ghiaioni pinnacoli e dirupi che le conferiscono un aspetto squisitamente alpino; specialmente di inverno, quando diventa un itinerario classico di scialpinismo, facilitato dalle vicine seggiovie di Cerreto Laghi.


Dopo il bivacco, lo 00 sale ripido in direzione di una forcella che separa la Nuda dal Gendarme e dalla cresta dello Scalocchio, percorsa dal sentiero 94. La cima aerea del Gendarme si può raggiungere con una breve via ferrata; a sinistra invece un ultimo faticoso strappo consente di guadagnare la cima della Nuda (1895), dove la vista a 360 gradi è straordinaria.

 
 
Per riprendere lo 00 occorre tornare sui propri passi verso la forcella, per poi seguire i segnali verso SE; si penetra in un ambiente accidentato, con grandi pietraie e depressioni. Si ignora a sinistra la traccia che sale dal vicino arrivo della seggiovia alta del Cerreto, e si prosegue costeggiando il crinale sul lato emiliano.


Dopo la grande pietraia il paesaggio cambia decisamente, con la prevalenza di dolci pendii erbosi pieni di fiori. Un paio di volte ci si riaffaccia sul crinale, con vista sull'ultimo lembo NE della Lunigiana; mentre verso il reggiano scende la vallata boscosa del Riarbero, primo importante affluente del Secchia.
Lo 00 prosegue sempre in costa, lasciando sulla propria destra la cima Belfiore (1810); è vivamente consigliata una breve deviazione sulla vetta, punto di confine fra Lunigiana, Garfagnana e val Secchia, nonché primo esempio di una lunga parentesi di montagne posate ed erbose che contraddistinguono il crinale almeno fino al Passo delle Radici.


Al passo di Belfiore (1664) il bosco insieme al sentiero torna ad affacciarsi verso la Toscana; si ignora il sentiero che scende a destra verso Argegna e si prosegue per pochi passi fino a incontrare un nuovo bivio, in un suggestivo scenario di faggi contorti dal vento. Si lascia qui lo 00 per scendere sul 649 verso Cerreto Laghi.


Dopo una ripida discesa, il sentiero si bivorca: entrambi i tracciati paralleli (e un po' noiosi) conducono a Cerreto Laghi; quello più basso è leggermente più breve. Si costeggia sotto i faggi la lunga valle del Riarbero, priva di abitazioni e completamente immersa nel bosco; confluiti in una vecchia strada battuta, in leggera salita si sbuca fuori sotto i bruttissimi palazzi in cemento di Cerreto Laghi. Da notare come in paese, con fuori quasi 30 gradi, lascino aperto per 5 o 6 pattinatori il grande palaghiaccio!

Nessun commento:

Posta un commento