lunedì 29 ottobre 2012

Val d'Ozola: il fragore delle cascate Lavacchiello, il silenzio dei Prati di Sara

Ai piedi del paese natale dell'aquila di Ligonchio sbuca la valle dell'Ozola, incuneata tra i fianchi possenti di due Duemila, fra boschi scoscesi, cascate scroscianti e strapiombi improvvisi e più su sfavillanti laghetti sorvegliati da faggi saggi come vecchi pastori, che si ricordano dove passava l'ultimo ghiacciaio dell'Appennino settentrionale e sanno dove sono nascosti fiori introvabili, e più su sconfinati pratoni di silenzio dove stridono solo il vento e le aquile di Ligonchio.



Figuriamoci se su di qua non si sono imboscati il fior fiore dei partigiani più rossi di Reggio, scomodando folte truppe naziste per andare a inerpicarsi fra faggete e dirupi e bruciare il Rifugio Battisti, mica il cantante e neanche il terrorista.

Figuriamoci se su di qua non ci sono venuti il fior fiore degli ingegneri dell'idroelettrica per intubare l'impeto dell'Ozola, del rio Rimale e del Rio Lavacchiello nelle centrali di Ligonchio, uno sfoggio liberty di archeologia industriale. Chi volesse sapere vita morte e miracoli della val d'Ozola può leggere questo bell'articolone.

Salendo da Ligonchio per una stradina (non facile da trovare, chiedere al bar, magari trovate la Zanicchi) in 15 minuti si arriva a località Presa Alta, quota 1300, dove una sbarra chiude il passaggio. Siamo nell'ombelico della val d'Ozola e nel cuore dell'ex parco del Gigante (cioè il monte Cusna).

Il sentiero 635 scende ripido fino a guadare il fiume poi risale dall'altro lato. Ha tratti un poco esposti che richiedono attenzione, specialmente con terreno bagnato: c'è un cavo di ferro. Improvvisi dirupi si aprono sulla valle coperta dal bosco

Colori autunnali val d'Ozola


In circa mezz'ora si raggiungono le cascate del rio Lavachielli: la principale in realtà, ce ne sono altre più nascoste sopra e sotto (queste invasate però)...

Cascate Lavacchiello


Il saltino più basso...


...e quello alto


Il treppiede pesa e costa, bisogna accontentarsi


Dopo la cascata la salita si fa più dura attraverso una faggeta scoscesa. Si sbuca a cavallo degli "schiocchi" vertiginosi sull'Ozola, uno sulla sx sarà almeno 400 metri di dirupo verticale. Non ci si passa nemmeno troppo lontano, è meglio evitare questo sentiero con poca visibilità se non lo si conosce bene. Intanto si fa vedere anche la cima del Cusna dietro la valle del rio Lavachielli.

Sullo sfondo i 2121 metri del Gigante


Altra salita, altri strapiombi oscuri di fianco al sentiero... ma dopo un'ora dalle cascate si sbuca dalla faggeta e l'ambiente cambia in modo radicale.

ohoh!!


il laghetto del Caricatore


Sono i Prati di Sara, un altopiano a 1600 metri tra faggi secolari, pozze stagionali e il Cusna sullo sfondo.

Faggi cotonati!


I faggi fra le nuvole


I faggi che si abbeverano


Il faggio solitario ed il Gigante












Scendo per lo stesso sentiero dell'andata perché non ho troppo tempo, ma ci sarebbe il modo di fare un anello avvicinandosi al Cusna coi i suoi laghetti e valloni, e se si ha buona gamba anche salire in cima..... sarà per un'altra volta, comunque ho già avuto il piacere di calpestarla!

Spiraglio di sole sulla valle del Rimale

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