Partiamo abbastanza tardi dal rifugio, subito con le ciaspole, e con il comodo sentiero 707 raggiungiamo il Lago Ballano (1341); proseguiamo dunque con il 709b, che nessuno di noi ha mai percorso: per fortuna è segnato con bollini verdi (itinerari in Mountain Bike), il Cai stavolta si è fermato a cartelli e cartina! Il sentiero compie una serie di saliscendi attraversando la valle sotto il Lago Verde fino a immettersi nel 709 che sale da Valditacca verso il Sillara.
Tronchi sul sentiero |
Fin da subito si pone il problema dell'attraversamento di rii diventati piccoli torrenti per il caldo, e fiancheggiati da muri di neve via via più alti. Per non toglierci ogni volta le ciaspole, ci dobbiamo cimentare in ardite evoluzioni cercando la poca neve sui sassi... per fortuna nessuno si rompe nulla. La neve è a grani enormi, sembrano pezzetti di polistirolo, e al sole si sta quasi bene in maglietta!
Guadando il Rio Frasconi (1 di 3!) |
Salendo da quel godibilissimo tratturo che è il sentiero 709, il manto si fa sempre più alto; alla piana alta dei Frasconi (1500), crocevia fra i sentieri meno battuti dell'Appennino parmense, arriva a coprire i segnali bianchi e rossi sopra i faggi. Dobbiamo mangiare le banane di Fabio per superare questo momento di difficoltà: con un po' di impegno e memoria, e dopo un ultimo guado non facile, troviamo la traccia giusta e in breve sbuchiamo dal bosco nei grandi prati sotto i Laghi Compione.
Taglione verso i Laghi del Sillara |
La neve è davvero tanta, dura lucida e immacolata: compiamo un taglione in direzione ovest, seguendo il limitare del bosco, e raggiungiamo direttamente i Laghi del Sillara (1731). Francesco, che ha scelto questa destinazione, rimane un po' interdetto... forse si aspettava la gente che faceva il bagno, o almeno la crosta ghiacciata; e invece ci sono solo tonnellate di neve, molta di più rispetto al mese scorso, e due scialpinisti (uniche anime vive incontrate in tutto il giro) che sono appena scesi dal Sillara.
Foto di gruppo ai Laghi Gemelli del Sillara |
Mangiamo senza fretta i nostri panini; malgrado lo scenario glaciale si sta bene anche fermi. Ma le ombre cominciano ad allungarsi, il rientro non è breve e dobbiamo voltare i tacchi. Non ripercorriamo le tracce dell'andata, ma rimaniamo in quota fino ai vicini Laghi Compione (1674), e da qui risaliamo il pendio nord-ovest del monte Bragalata (1855), ampio e relativamente dolce (non dopo un pasto salato e svariate ore di camminata alle spalle). Splendida invenzione gli alza-tacchi delle ciaspole!
Alla fine del pendio NE del Bragalata |
Dall'anti-cima (1835) si apre l'ormai ben noto colpo d'occhio su Golfo di La Spezia e Alpi Apuane. Ma ora ci sorprende soprattutto l'esile lingua di neve sul crinale che scende verso il Passo Giovarello e dunque Pratospilla: crinale che avevamo puntato per il rientro, ma sembra piuttosto ostico, specialmente da fare a fine giornata. Pur avendo i ramponi, decidiamo di scendere direttamente dal più ripido pendio Nord-est, ormai in ombra.
Crinale e Appennino reggiano dal Bragalata |
Al Lago Martini (1714) il paesaggio è radicalmente diverso rispetto a un mese fa: un possente accumulo alto diversi metri domina il laghetto da est, ma sotto non c'è praticamente nulla! Mantenendoci sempre in costa attraversiamo il vallone sopra il Lago Verde e sbuchiamo sopra le piste di Pratospilla ormai al tramonto.
Tramonto sul Monte Torricella |
Per il rientro Francesco ci riserva una simpatica variante nei boschi dove va a funghi, così dopo aver collezionato un po' di rami sbuchiamo direttamente di fianco al rifugio, pronti per una meritata birra. Peccato doverla bere nei bicchieri di plastica, mentre nel tavolo di fianco avevano quelli di vetro... ma è usanza di questo blog concludere "brangognando" i racconti di queste giornate perfette! La sera ci rifaremo a casa di Francesco bevendo liquidi di qualità superiore nei recipienti adatti, di vetro e di legno...
100 e passa anni in tre, ma tornano pupi davanti a una grolla! |
Mappa dell'escursione |
Punto più elevato: Anti-cima Monte Bragalata (1835)
Dislivello in salita: 650
Tempo totale di percorrenza: 6 ore
Grado di difficoltà: EI
Segnaletica: Discreta
Punti d'appoggio: Rifugio Pratospilla
Note: Escursione da evitare con la nebbia se non si conoscono perfettamente i luoghi
Salita al Bragalata |
Discesa dal Bragalata |
Bravissimi bel giro sulle cime piu' belle e solitarie !
RispondiEliminaAlberto Casappa
Ciao Alberto, grazie! ma ti assicuro che se ti sposti appena più a est trovi cime ancora più belle e soprattutto più solitarie!
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