Monte Altissimo e Versilia |
Il sentiero 32 è stato ripulito e attrezzato dal Cai di Massa in occasione dei 150 anni del sodalizio. Si tratta di una discreta cavalcata, che richiede un certo allenamento e conviene non affrontare con il caldo o il terreno bagnato. Il traverso della Tacca Bianca invece non è un sentiero ufficiale, ed è meglio evitare di avventurarcisi se si soffre di vertigini: di fatto è una cengia lunga e stretta, con fittoni robusti ma vecchissimi dai quali non farei passare a cuor leggero una eventuale corda fissa.
Traverso della Tacca Bianca |
Sicuramente è meglio farlo in salita, anche per rendersi conto subito di ciò a cui si va incontro. Attraversando le cave abbandonate ci si potrà rendere conto di quanto "rudo" - non saprei come altrimenti definirlo - sia stato abbandonato nei decenni su questa montagna: teleferiche mastodontiche, tubi e cavi di ferro, edifici pericolanti...
Arrivo della teleferica alla Cava della Tacca Bianca |
Una messa in sicurezza e valorizzazione in chiave turistica potrebbe fare apprezzare a più persone questi reperti di archeologia industriale, testimoni di una lotta a suo modo sublime fra l'uomo e la montagna; lotta che invece ora sta diventando un'autentica depredazione, per la quale si ha tutto l'interesse a tenere lontani gli escursionisti da questi luogi. Non a caso il nuovo sentiero passa da tutt'altra parte...
Data uscita: 27 settembre 2015
Punto di partenza: Azzano, bivio per località la Polla (cancello chiuso), 434
Punto più elevato: Monte Altissimo (1589)
Dislivello in salita: 1150
Tempo totale di percorrenza: 6 ore senza soste
Grado di difficoltà: EE+ (te dirai eeeeh! io ti rispondo fai il traverso della Tacca Bianca e poi mi saprai dire!)
Punti d'appoggio: Nulla sul percorso, alimentari e bar-ristorante ad Azzano
Periodo consigliato: Primavera e autunno. Anche inverno per l'esposizione quasi sempre a sud, ma molta attenzione al ghiaccio
Note segnaletica: Ottima sul nuovo sentiero 32, totalmente assente lungo il traverso della Tacca Bianca
Accesso stradale: Raggiungere Azzano da Seravezza, attraversare il paese e proseguire sulla strada asfaltata in discesa per circa 1 km. Parcheggiare nei pressi di un cancello su una sterrata che sale sulla destra (segnali CAI).
Note: Escursione sconsigliata nei giorni feriali, siccome c'è una cava ancora in attività (polvere dei camion sulla strada di discesa, esplosioni...)
Inizio d'autunno |
Descrizione percorso
Si supera il cancello, passando dopo pochi minuti di fianco alla casa di un fantomatico scultore francese (presente una fontanella); raggiungiamo la località Polla (484), con una cappelletta dedicata ai tanti minatori rimasti per sempre da queste parti. Qui una targa indica l'inizio del nuovo sentiero 32, che abbandona la sterrata per attraversare la base dell'immensa frana / ravaneto alla base della montagna, dove si trova la sorgente carsica del torrente Serra.
Galleria e tubi presso la sorgente |
Ricalchiamo ora il percorso di una vecchia via di lizza, coperta dall'erba, fin quando il sentiero piega bruscamente a destra, salendo con più decisione nel bosco. Attorno a quota 900 metri il bosco termina, e il sentiero sale ripidissimo sui prati fino a un bivio per il passo della Greppia, dove teniamo la destra superando un breve tratto attrezzato.
Via di lizza |
Sbuchiamo così su una nuova via di lizza proveniente dalla Cava della Tacca Bianca, e la imbocchiamo a destra. Ignorato un nuovo bivio per il Passo Uncini, ci manteniamo sulla lizza che taglia alla base tutta la parete sud dell'Altissimo. Appena prima di una galleria però il sentiero la abbandona, salendo a sinistra (cavo) e continuando a costeggiare la parete con maggiore esposizione (cavo d'acciaio nuovissimo, un tratto con tre pioli).
Un tratto attrezzato del sentiero 32 |
Al termine del traverso ci troviamo appena sotto alla Cava dei Colonnoni : facendo molta attenzione, si può salire sotto l'enorme foro artificiale affacciato sulla sottostante cava della Tacca Bianca. Una traccia di sentiero poco accennata, sul bordo destro della cava, conduce con ogni probabilità al famigerato sentiero dei Tavoloni, che collegava in piena parete le due cave grazie ad assi di legno e stanghe di ferro: oggi sono rimaste solo le seconde, per cui non si passa più.
Il foro tra Cava dei Colonnoni e Tacca Bianca |
Il sentiero 32 invece taglia nuovamente a sinistra appena prima della cava, affrontando direttamente con numerosi zig zag un ripido canale, prima nel bosco poi su terreno aperto, che ci conduce fino alla cresta principale. Teniamo la sinistra e in 20 minuti raggiungiamo l'ampia cima, dove ammiriamo le principali vette delle Apuane, la linea di costa che digrada fino a Livorno, le isole Capraia e Gorgona.
In cresta sul sentiero 32 prima della vetta |
Per la discesa seguiamo la cresta appena percorsa, proseguendo oltre il bivio (non segnato) con il 32. Raggiungiamo così il Passo del Vaso Tondo (1382). Qui imbocchiamo una debole traccia sui prati ripidissimi nel versante massese; alcuni traversi esposti e l'erba insidiosa richiedono di avanzare con molta cautela.
Inizio della discesa dal Passo del Vaso Tondo |
Dopo aver perso circa 150 metri di quota, il canale erboso assume i tratti di un precipizio, e il sentiero inizia a traversare sulla destra, in totale esposizione e con tratti scavati a forza nella parete. La prima parte è la più scabrosa, con un passaggio molto stretto e 2/3 metri di discesa su erba, ghiaietto e massi non proprio stabili dove è quasi inevitabile aggrapparsi ai vecchi fittoni arrugginiti. In seguito la cengia si fa più larga e piacevole!
Traverso della Tacca Bianca |
Raggiungiamo dunque la cava della Tacca Bianca, con l'arrivo di una grande teleferica in rovina: sopra le nostre teste il ben noto foro oltre il quale sorge la Cava dei Colonnoni e il sentiero dei Tavoloni, con le stanghe di ferro piantate nella parete che mettono i brividi soltanto a guardarle. Noi scendiamo sul versante opposto grazie a una vecchia scalinata nel marmo e all'aiuto del cavo dove questa è scomparsa.
L'ex sentiero dei Tavoloni |
Siamo alla cava Fitta, e qui si comincia a guardare davvero dentro la montagna: attraverso un'enorme galleria ci si può affacciare sulla sottostante cava Macchietta, l'unica ancora attiva su questo versante: il marmo è estratto letteralmente dalle viscere dell'Altissimo. Con una nuova scalinata in marmo seguita da una scala a pioli artificiale molto suggestiva, siamo al piazzale della cava Macchietta, dove arrivano anche i camion, e le difficoltà si possono considerare concluse.
A Picco sul Forte |
Noi seguiamo fino a la Polla la strada marmifera; in alternativa, almeno nel primo tratto, è possibile tagliare a sinistra per una stretta ed esposta via di lizza, che taglia un paio di tornanti. Poco prima della Cava Mossa (o cava Michelangelo) scende sulla destra un altro sentiero a bolli rossi che si collega direttamente al 32 poco sopra la Polla.
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