Punto di partenza: Rifugio Donegani (1150)
Durata: 5 / 6 ore
Dislivello in salita: 650 circa
Grado di difficoltà: AD+ il canale Nerli, PD l'itinerario da noi seguito
Chiodatura: Assente, presenti fessure adatte ai friend
Punti d'appoggio: In inverno tutti i rifugi sono chiusi; presente ottimo bar con alimentari a Minucciano
Esposizione della via: Est
Periodo consigliato: Inverno
Il monte Grondilice è il cuore orografico delle Alpi Apuane: qui si incontrano Garfagnana Lunigiana e Versilia, nelle rispettive valli di Serchio di Gramolazzo, Lucido di Vinca e Frigido, in un tripudio di creste e profondi canali. E' qui che veniamo a inseguire l'inverno, puntando sulla fama della neve apuanica di trasformarsi velocemente.
Sentiero 179. Sullo sfondo Cavallo e Contrario |
Siamo in sette, un bel gruppone, e la val Serenaia ci dà il benvenuto con le sue imponenti montagne tinte di bianco. La copertura nevosa a dire il vero inizia sopra i 1200 metri, per raggiungere circa 30 cm presso il rifugio Orto di Donna (1500). Nel bosco è ancora fresca e senza fondo, non proprio un buon segno!
Parte bassa delle cave nella val Serenaia. Sullo sfondo Pisanino, Pizzi Altare, Maggiore e Cavallo |
Dal grande spiazzo di fronte al rifugio possiamo finalmente osservare la nostra destinazione: la parete nord-est del Grondilice, solcata sulla sinistra dall'evidente Canalino Nerli. Salito nel 1953, è una delle ascensioni invernali classiche delle Alpi Apuane, insieme al canale Cambron (Monte Cavallo) e alla via Amoretti di Vestea (Pania della Croce), entrambi saliti lo scorso inverno. Oggi speriamo nel tris!
La compagnia a Orto di Donna: al centro il Pizzo d'Uccello |
Poco sopra il rifugio Orto di Donna imbocchiamo il sentiero 179 verso la Foce di Giovo, fino a una valletta che supponiamo condurre sotto la parete. I faggi si fanno via via più magri e contorti, soltanto qualche gigante solitario rimane piazzato sul ripido pendio sfidando i venti. Eccoci fuori dal bosco, il Grondilice si è avvicinato e appare più imponente.
Verso la est del Grondilice: in rosso il Canalino Nerli (la parte tratteggiata non la abbiamo salita) in verde parte del percorso alternativo |
Purtroppo dobbiamo constatare che la neve non si è trasformata neanche su terreno aperto: le croste non sono quasi mai portanti, e sotto ci sono erba e sassi. Manca il fondo! Decidiamo comunque di provare il canalino, sperando sempre che superata una certa quota o pendenza le cose cambino. Federico non vuole sostare su un solidissimo faggio appena a sinistra del canale, e preferisce piazzare un friend nella prima fessura che trova, in un piccolo grottino... quando ci appendo con un po' di provocazione lo zaino, però, dice che è meglio non fidarsi troppo!
Il Cavallo e Pietro |
Alberto in cordata con Pietro lo segue, mentre Mario Luca e Carlo aspettano notizie poco più giù. Dopo un primo facile saltino (con paleo traction) si abbandona il canale principale per superare una placca a destra, seguita da un traverso. Non vedo Federico, ma sento bene neve sassolini e poco ghiaccio che cadono dal traverso, proprio sopra la mia sosta... per fortuna un po' riparata dal leggero strapiombo. Poi mi rasserena il fatto di essere assicurato a un friend a prova di zaino da 35 litri!
Primi tratti un poco ripidi e Pisanino |
Dopo non molto sento del lasco che avanza sulla corda, e intuisco che lassù hanno preferito lasciar perdere. Troppa neve fresca sul ripido! Traversata a ritroso la placca, i due primi di cordata optano per proseguire lungo il facile canale principale, facendo sosta appena finisce la corda.
Il canale da noi salito verso la Finestra |
Li seguiamo, per poi darci il cambio fino a una biforcazione: a destra si incassa un profondo imbuto sovrastato da stalattiti di ghiaccio... immagino che Federico voglia andarci a dare un'occhiata, così faccio sosta proprio al bivio.
Variante non relazionata (ci sarà un motivo?) |
Anche questa volta però la saggezza prevale sulla voglia di ripido... A metà del "corridoio" Fede incontra un saltino di ghiaccio seguito da un camino che sembra uscire direttamente in cresta; ma non trovando nulla sulla guida riguardo a questa variante, viste anche le condizioni pessime di oggi, preferisce non prendersi rischi e torna giù subito.
Luca in uscita dal canale |
Inizio della via normale, presso la Finestra del Grondilice |
In vetta |
Per scendere ci aiutiamo con una corda nel passo più delicato, ormai ripulito dai tanti passaggi (altre tre persone erano salite poco prima di noi... 10 in tutto oggi sul Grondilice, mica pochi!). Dopodiché tagliamo nel bosco senza tornare a Orto di Donna. Ormai un po' le conosciamo le Apuane, e non ci sorprendiamo che da un momento all'altro la comoda e veloce discesa nella faggeta si interrompa bruscamente.
Discesa e mare |
La grande cava di Orto di Donna copre buona parte del versante est della valle, e ci piombiamo letteralmente dentro. Il resto della discesa lo compiamo sulla strada marmifera, fra ruderi di vecchi rifugi ed edifici di servizio, ruspe e auto abbandonate, pneumatici grandi come una Smart... la neve non basta a coprire questo scempio. Pensare che la valle più alta e bella della Garfagnana sia ridotta a una pattumiera fa arrabbiare molto di più che non di avere rinunciato a un canale per le cattive condizioni della neve!
Da sinistra Pietro, Mario, Luca, Alberto, Carlo, Federico e io |
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