Per tutta la notte la pioggia ha
ticchettato sulla tenda, che fortunatamente ha resistito; poi al
mattino il rumore cessa, nubi sbavacciose avvolgono le cime attorno
alla val san Nicolò: ci attende una buona giornata.
La festa Tà Mont, appuntamento fisso nel primo weekend di agosto, coinvolge tutta l'alta valle: artisti di strada, anzi di sentiero; menu diversificati per ogni malga; strada chiusa al traffico - furgoncini-pullman a diesel esclusi - percorsa da centinaia di persone a piedi (da Soldanella alle malghe più alte ci sono 6 km e 400 metri di salita); capre che scorrazzano per i campi inseguite dai bambini... una gran bella atmosfera, in uno scenario naturale meraviglioso, purtroppo rovinata la sera prima dal maltempo.
Chi crea... |
La festa Tà Mont, appuntamento fisso nel primo weekend di agosto, coinvolge tutta l'alta valle: artisti di strada, anzi di sentiero; menu diversificati per ogni malga; strada chiusa al traffico - furgoncini-pullman a diesel esclusi - percorsa da centinaia di persone a piedi (da Soldanella alle malghe più alte ci sono 6 km e 400 metri di salita); capre che scorrazzano per i campi inseguite dai bambini... una gran bella atmosfera, in uno scenario naturale meraviglioso, purtroppo rovinata la sera prima dal maltempo.
...e chi consuma |
Dopo un lauto ed alcolico pranzo e post-pranzo, torniamo al campeggio: i miei amici rientrano a Parma, io rimango. Sono le 17, il pomeriggio è sereno e io non so cosa fare fino a sera da solo... così preparo lo zaino, indosso di nuovo gli scarponi e faccio dietrofront su per la valle. Abbandono la strada asfaltata poco prima di Malga Crocifisso (1522), dove termina la suggestiva via Crucis formata da tante edicolette bianche.
Il sentiero 615a si stacca a destra,
diretto al Bivacco Zeni e a Cima Dodici. Lo seguo per circa mezzora
in salita abbastanza ripida fino a un bivio: a destra prosegue il
sentiero segnato per il bivacco e la Vallaccia, diritto/sinistra
invece - cartina alla mano - si va verso la val Monzoni. In leggera
salita, attraverso diagonalmente un bel bosco di larici, fino a
immettermi in una nuova mulattiera: stavolta ci sono le indicazioni,
e la imbocco a destra verso Malga Monzoni.
Ennesimo incrocio, stavolta con il
sentiero CAI 635 che collega la Vallaccia con la Val Monzoni
traversando sotto Cima Undici: stavolta seguo a sinistra, e di tanto
in tanto il bosco mi regala begli scorci sulle pareti. Con gradevole
percorso pianeggiante, sbuco finalmente presso Malga Monzoni Bassa,
meglio nota come rifugio da Nello: purtroppo ex rifugio, siccome la
scorsa primavera ha preso fuoco e non ne restano che le fondamenta.
Una grande foto e alcune bottiglie di grappa sono state lasciate come
omaggio a Nello, con le sue mangiate e bevute circondate da un alone
di leggenda.
Proseguo sulla strada asfaltata e in
breve raggiungo la Malga Monzoni Alta: contavo di fermarmi qui per
cena, ma trovo già tutto chiuso... così proseguo, incontrando
subito dopo una mandria di asini al pascolo lungo il sentiero.
Inutili i fischi del fattore dalla malga, gli asini mi precedono
fuggendo fino al bivio fra Rifugio Taramelli e Vallaccia, dove
prendiamo strade diverse.
Il rifugio Taramelli è il più antico
della zona, e si presenta con una caratteristica forma cubica: si
trova su uno sperone panoramico, semi-nascosto dai larici, ai piedi
del crinale dei Monzoni, con le sue rocce scure di origine vulcanica;
fu fondato ai primi del '900 per scopi di studio, e intitolato al
geologo Torquato Taramelli.
...e altri asini |
All'interno incontro tre ragazzi
giovani che lavorano come volontari per la campagna estiva, e mi
prenoto per la cena. Sono già le 19.30, ma per fortuna qui hanno
orari più cittadini, e ho tempo per camminare ancora un po'. Dopo il rifugio, il sentiero 604 diretto al passo delle Sele supera
un paio di ruscelli e risale un dosso erboso.
Il rifugio Taramelli |
Sfortunatamente, il sole rimane coperto da un cumulo di nubi fantozziano posizionato proprio a ovest, dietro Cima Undici… Quindi buona parte della valle che sto risalendo rimane in ombra, impedendomi di scattare foto valide. Ma ecco, come per magia, che uno spiraglio di luce sbuca ad accendere la parte alta della valle, appena prima di affacciarmi al di là del dosso.
E’ questione di istanti… la conca
glaciale torna quasi tutta in ombra prima che raggiunga il
vicinissimo Lago delle Sele: soltanto le cime rimangono illuminate, e
si riflettono nitide nell’acqua del laghetto.
Guardando verso ovest è invece il gruppo del Rosengarten a dare spettacolo, in pieno controluce: Roda di Vael, Catinaccio, Torri del Vajolet, Antermoia, Larsech sfilano infuocati dall’Enrosadira, premonitrice di un domani sereno.
Lago delle Sele |
Guardando verso ovest è invece il gruppo del Rosengarten a dare spettacolo, in pieno controluce: Roda di Vael, Catinaccio, Torri del Vajolet, Antermoia, Larsech sfilano infuocati dall’Enrosadira, premonitrice di un domani sereno.
Torno di corsa al Taramelli, temendo di
essere in ritardo… ma sono l’unico ospite, e il rifugista-cuoco,
da poco rientrato, non sembra avere fretta. Ottimo “piatto
dell’alpinista”, con patate al forno, uova e speck, e tra una
chiacchiera e l’altra cala l’oscurità.
Fuori la pila frontale (prestata dal buon Gianpaolo!) è indispensabile nei tratti di bosco, ma su terreno aperto ci si vede abbastanza bene anche senza; il tratto di strada prima sterrata poi asfaltata dall’ex Nello fino a Malga Crocifisso preferisco farlo di corsa, non si sa mai cosa nasconda il bosco di notte… e qui, oltre a gente poco normale, gironzolano orsi!
Tentativi |
Fuori la pila frontale (prestata dal buon Gianpaolo!) è indispensabile nei tratti di bosco, ma su terreno aperto ci si vede abbastanza bene anche senza; il tratto di strada prima sterrata poi asfaltata dall’ex Nello fino a Malga Crocifisso preferisco farlo di corsa, non si sa mai cosa nasconda il bosco di notte… e qui, oltre a gente poco normale, gironzolano orsi!
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