Alberto sul terzo tiro (foto di Mario) |
Data uscita: 19 aprile 2015
Punto di partenza: Pomedo (500)
Punto più elevato: Pizzo Boga (865)
Dislivello in salita: 385 (250 la via)
Tempo totale di percorrenza: 4 ore, di cui 3 la via
Grado di difficoltà: D - Passaggi su roccia di IV e V con chiodatura da integrare
Punti d'appoggio: Laorca o Lecco
Periodo consigliato: Tutto l'anno tranne i mesi più caldi
Note segnaletica: Via segnalata bene quasi quanto un sentiero!
Accesso stradale: Dalla SS36 uscire a Lecco centro e attraversare la città seguendo le indicazioni per Laorca. Superato il paese, presso un tornante a destra con ponte, si stacca una strada in salita a sinistra. Il sentiero parte alla fine della salita, (segni Cai). Possibilità di parcheggio lungo la via che scende in paese.
Note: La comodità di accesso e le tante vie rendono questa parete molto frequentata. Indossare sempre il casco.
Quarto tiro |
Dopo il riscaldamento - non solo mentale - sulla cresta del Pizzocolo, apriamo la stagione arrampicatoria sopra un altro lago, quello di Como. Non senza qualche errore stradale, parcheggiamo in località Pomedo, poco sopra Laorca, e dividiamo il materiale di arrampicata sul marciapiede: sembra quasi che stiamo per andare in palestra a Parma!
Pizzo Boga e Lecco |
Imbocchiamo in salita la strada cementata che sale verso la Corna di Medale (cartelli CAI), e subito teniamo la sinistra. Costeggiamo i muri di grandi reti para-massi, sempre nel bosco, fino a che la strada svolta a destra e compare la paretina su cui corre la nostra via. Un sentiero si stacca a destra (indicazione Pizzo Boga), e lo seguiamo salire nel bosco. Per tracce poi puntiamo alle sassaie alla base della parete, e raggiungiamo l'attacco di R2 Monza.
Arrivo del terzo tiro (foto di Mario) |
Ci sorprende subito il gran numero di frecce in vernice, rosse e blu, che indicano tante possibili varianti a questo itinerario "classico" (comunque aperto negli anni 80). Siamo in 5 e ci dividiamo in due cordate. Partono Mario e Federico, li seguiamo io Alberto e Giacomo. Il primo tiro sale su blocchi e placchette ricche di fessure, e culmina in un diedro più tecnico: IV, ed è già un bel quarto, dove conviene infilare almeno due o tre friend!
Giacomo sul primo tiro |
Segue un tratto di collegamento su sfasciumi (I° massimo, attenzione ai bolli), che conviene fare in conserva o addirittura slegati. Si raggiunge un boschetto che conduce al terzo tiro, che parte verticale su diedro con prese piccole e un po' unte, supera un masso in leggero strapiombo (possibile aggirarlo a sinistra) e traversa leggermente a destra su placchetta con un passo delicato. IV+, gradi lecchesi... per fortuna ci sono gli spit!
Federico apre il terzo tiro |
Camminando raggiungiamo una placchetta fessurata abbastanza bassa (III), che volendo si può aggirare facilmente (II) alla sua sinistra. Segue un nuovo tratto di sentiero nel bosco, che ci porta al quinto tiro: ancora quarto grado tendente al quinto, arrampicata su placca talvolta quasi verticale e passaggi su appigli piccoli per i piedi e un po' svasati per le mani.
Quinto tiro |
Finalmente due tiri in sequenza! Il sesto mi sento di farlo io da primo: trovo prese più nette rispetto al tiro precedente, arrampicata sempre divertente e verticale; piazzo uno o due friend giusto per darmi più sicurezza, ma gli spit anche qui non mancano nei posti giusti dove li desideri. Certo non siamo in falesia, né tanto meno in palestra: siamo in montagna, ed è legittimo dopo un po' sentire le corde che pesano; che scompaiono sotto i tuoi occhi dietro qualche roccia senza essere attaccate a nulla nell'arco di un paio di metri; alla fine, per un attimo, dimenticare che ci sono e salire facendo pieno affidamento su te stesso.
Ancora quinto tiro |
Recupero Alberto e Giacomo, è la mia prima piastrina con due secondi: operazione che si è rivelata meno complicata di quanto temessi. Ancora l'ennesimo tratto sfasciumoso, per fortuna breve, ed eccoci alla base della paretina finale. Le frecce rosse indicano due varianti, entrambe di V: una dietro lo spigolo a destra, l'altra a sinistra prima di un canalotto.
Mario sul settimo tiro |
Scegliamo questa: va Federico per primo, fa il tiro pulito ma sappiamo che per il resto della combriccola non sarà una scampagnata... la parete per 6 o 7 metri è verticale e concede soltanto qualche bella fessura, che richiede una sequenza di movimenti ben calibrati, anche in laterale. Sebbene gli spit siano praticamente a un metro l'uno dall'altro, Alberto preferisce cercare una variante più semplice sul canale che sale a sinistra. Alla fine si complica la vita, perché per raccordarsi con la via occorre superare un grosso masso liscio e sporgente, con azzerata plateale e nemmeno facile su cordino lungo!
Ancora settimo tiro (a sinistra il "Canale Piazza") |
La parte finale del tiro è più appigliata e piacevole: sotto le case si sono fatte ormai lontane e di fronte a noi la Grignetta comincia a mostrare i suoi rinomati bastioni di dolomia. Dalla sosta una breve cresta (passaggi di II) ci porta sulla vetta, dove ci fermiamo giusto il tempo di sistemare le corde... abbiamo fatto tardi, e qualcuno stasera lavora! La discesa non è banale: si segue un canale all'inizio attrezzato con cavo di ferro, in seguito senza: scivolare è fin troppo facile, e ci si può far male!
Pizzo Boga e Grignetta (foto Mario) |
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