Inverness |
La giornata, che le previsioni davano dubbia, è cominciata con un sole splendido (salvo le solite nebbie alte sui Cairngorms), ma poi le nubi alte e basse sono tornate a fare capolino un po' ovunque. Il bus (semivuoto) affronta spedito la stretta stradina a sud di Lochness, rasentando il bordo della strada o infilandosi nelle piazzole di passaggio quando incrocia altri veicoli: un viaggio decisamente traballante! Ma per fortuna c'è poco traffico e in 45 minuti sono a Foyers (Upper Foyers, l'ultima fermata).
Il sentiero per le cascate comincia proprio dalla fermata del bus, calandosi in un bellissimo bosco di larici reso suggestivo dalla nebbiolina; fin da subito si sente lo scrosciare dell'acqua, e al primo belvedere la cascata dà sfoggio di sé: un bel salto di una sessantina di metri, con una portata d'acqua notevole, all'ombra di uno stretto anfiteatro di rocce e alberi.
Dal secondo belvedere, più basso, posso ammirare la cascata frontalmente; dopodiché torno leggermente indietro e proseguo verso Lower Foyers, sempre nel bosco; il fiume, alla mia sinistra, prosegue il suo percorso verso Lochness, entro una profonda forra dove di tanto in tanto si scorgono nuove rapide e cascatelle.
La discesa, ripida ma non troppo, mi conduce brevemente al villaggio inferiore, dove costeggiando una fish farm mi affaccio finalmente su Lochness. L'atmosfera è silenziosa, malinconica; quasi nessuno in giro, solo barchette abbandonate sulle rive del lunghissimo lago; il suo limite occidentale appare confuso fra la nebbia leggera, che aleggia ovunque e nasconde le montagne circostanti.
Comincio a costeggiare il lago, facendo il giro di una sorta di penisola; passo il Rivier Foyers su un bel ponte di acciaio e ricomincio a camminare sui sentierini lungo il lago, fino a un monumento invaso dalla vegetazione. Nei pressi c'è un cimitero, e girandogli attorno torno nel villaggio di Lower Foyers.
A questo punto ci metto un po' a capire qual'è il sentiero giusto: ho fotografato una cartina molto essenziale trovata per pura fortuna in un pannello informativo, e da qui ho improvvisato il mio giro ad anello.
Alla fine riesco a trovare la mia strada, che sale fra il bosco ed un campo, costeggiando una linea elettrica e regalando belle viste alle mie spalle sul grande lago. Vado avanti a lungo per poi compiere un ampio tornante e proseguire nella direzione opposta, sempre nel bosco, fino a un nuovo ponte di pietra sul fiume delle cascate, qui piuttosto vuoto a dire il vero... dev'esserci qualche invaso!
Mangio in un bel cottage circondato da angus (ottima torta con ottimo tè), dopodiché mi attende per la digestione il ballo nel bus per Inverness, con lo stesso autista di stamattina ovviamente. In attesa del treno per Aviemore, mi concedo un giretto pomeridiano per la capitale delle Highlands, una città nobile e graziosa, con le sue chiese e i suoi ponti pedonali sul Rivier Ness.
Rispunta pure il sole, che in una sorta di beffa illumina le pendici dei Cairngorms (ma non le cime) alla sera, quando dopo una doccia volante in ostello lascio Aviemore per riprendere un secondo treno diretto ad Edimburgo. L'anello si chiude, finisce la parte escursionistica della vacanza e comincia quella alcolica... in comune soltanto gli autobus, che non riprenderò per almeno 3 mesi una volta tornato in Italia.
L'itinerario evidenziato in rosso sulla mappa iper-essenziale |
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