Le Seven Sisters |
Nel frattempo torniamo all'8 agosto 2014: una giornata che ricorderò a lungo, senz'altro il giro più epico che abbia fatto in Mountain Bike in terra britannica (per ora...). La giornata non comincia bene: la sveglia non suona, mi tocca fare colazione in fretta e furia sperando di essere ancora in tempo per il treno; esco e trovo che il coprisella della mia bici si è bagnato per via di uno scroscio di pioggia notturno breve e inaspettato... fuck!! malgrado le corse, perdo comunque il treno, e mi tocca aspettare più di mezzora per il prossimo.
Scendo ad Ashford per cambiare convoglio, faccio giusto un giretto per la città non proprio attraente ma ricca di parchi; ecco il mio treno, diretto a Brighton: si rivelerà affollato, siccome la destinazione è molto gettonata in estate. Lo scomparto dove ho lasciato la bicicletta si riempie presto di gente con valigie o passeggini, o semplicemente di persone che occupano uno spazio doppio rispetto al normale: caso non raro da queste parti. Comunque una volta ad Eastbourne riesco a scendere dal treno senza grossi problemi.
Ashford |
Attraverso la città in direzione di colline piacevolmente più alte del solito: non tira un vento caldo, e anche la salita è più faticosa del solito! In breve passo dalle vie della città alla piena campagna, e dall'asfalto allo sterrato, grazie a un sentiero che presto incrocia il tracciato della South Downs Way.
Ora di fronte a me si apre una distesa verde di colline che terminano bruscamente prima del mare... ma le famose scogliere bianche ancora non si vedono, le voglio tenere in serbo per il ritorno!
Ho abbozzato un percorso su cartine scaricate da internet, ma la realtà si rivela presto diversa. L'istinto si rivela la guida migliore, come al solito! Direzione ovest, mantenendomi nell'entroterra. Attraverso una strada poco sotto East Dean, di nuovo una salita spietata che mi mette a dura prova, di nuovo un bivio dove tento la fortuna, allontanandomi progressivamente dal mare.
Sono alla chiesetta di Friston, e la mia intenzione è di attraversare Friston Forest fino a West Dean. Nuove discese, nuove salite; versanti boscosi che raggiungono lo status di ripido, sui quali sono stati tracciati percorsi per mountain bike molto attraenti e tecnici... ma oggi giusto un assaggio per me, devo coprire una distanza maggiore rispetto all'ultima volta a Bedgebury... e tutta off road.
La foresta sembra davvero non finire mai: sento che le auto sulla superstrada alla mia sinistra, vuol dire che la direzione è giusta! Ma quando diamine metterò la testa fuori dagli alberi? La tentazione di affacciarsi sulla strada è forte, alla fine cedo ma la vista non rivela nulla di particolare su quanto manchi... via di nuovo nel bosco allora.
Dopo qualche chilometro il rumore delle auto non si sente più, e decido di controllare di nuovo cosa c'è oltre gli alberi: imbocco un sentiero pedonale alla mia sinistra, costeggiando alcuni muriccioli e... improvvisamente una valle si apre di fronte a me, verdeggiante, percorsa dagli affascinanti meandri del Cuckmere River. E' chiaro che qui una volta c'era il mare ora ritiratosi, ma le colline digradanti ai lati e il serpeggiare del fiume conferiscono alla vallata qualcosa di montuoso e glaciale.
Non scendo direttamente dal percorso pedonale, decido di fare il giro rientrando nella foresta e passando dal villaggio di West Dean. Finito il bosco, ritrovo un poco di asfalto, giusto per raggiungere la A259 e attraversare il fiume sul trafficato ponte di Exceat. Raggiunta l'altra sponda, torno off road seguendo una variante del National Cycle Network 1.
Laddove il fiume raggiunge il mare, sul lato opposto al mio, riesco ora a scorgere una parete bianca è la prima delle Seven Sisters, sette colline che si susseguono da ovest ad est, con alte scogliere di gesso che precipitano in mare. Per godermi la visuale migliore delle sorelle devo avvicinarmi a Seaford: attraverso campi recintati pieni di pecore, sempre con la vista notevole dei meandri del Cuckmere, vengo a confluire in una strada asfaltata, che con l'ennesima faticosa salita mi conduce in un punto dominante.
Brighton in the distance |
All'orizzonte, verso ovest, si riconoscono i palazzi e il pier di Brighton; metre dalla parte opposta le Seven Sisters cominciano ad assumere la loro forma caratteristica, ma posso fare di meglio. Girando attorno ad alcuni campi da golf - riescono sempre a farli nelle posizioni migliori! - raggiungo l'orlo della scogliera su cui mi trovo, e comincio a costeggiarlo lungo un percorso pedonale... ma ampio e poco affollato, e troppo divertente per non essere percorso in bicicletta!
Mi concedo giusto un pacchetto di patatine (quelle del mio pranzo al sacco, offre la casa, io non le compro di sicuro!), ed eccomi pronto per una discesa indimenticabile su erbetta liscia, i profili bianchi delle Seven Sisters di fronte a me sempre più vicini, altri precipizi ignoti molto più vicini alla mia sinistra che si gettano in mare.
Presto mi tocca giustamente rallentare, siccome la gente a passeggio aumenta esponenzialmente. Raggiungo le casette bianche di fronte alle scogliere, scorcio famosissimo - c'è quasi da fare la fila per fotografare! Dopodiché la discesa finisce, l'erba pure, rimane la distesa immensa di ghiaia che occupa la foce del fiume Cuckmere.
E c'è anche il fiume, beninteso, sebbene gli ultimi meandri non facciano indovinare quale sia la sua posizione precisa. Sulla cartina non ho segnato alcun ponte, e l'idea di dover risalire sino a Exceat per poi tornare a un tiro di fucile da dove sono ora sull'altra sponda non mi attira affatto... poi sembra che la gente riesca ad guadare il fiume in qualche modo, c'è troppo traffico perché la spiaggia sia brutalmente spezzata in due, dev'esserci il modo di passare senza fare il bagno!
E il modo c'è, il problema è che non è proprio idoneo per la bicicletta: si tratta di palizzate di legno quasi marcio, larghe giusto lo spazio per una persona, che richiedono passo molto sicuro! Ormai è deciso, sono qui e faccio la follia. Prendo in braccio la bici (non proprio leggera) e procedo sulla palizzata cercando di mantenere l'equilibrio e non badare troppo al fiume. Cadere non sarebbe certo fatale, ma preferisco risparmiarmi un bagno.
Finché le travi di legno sono due, non ci sono grossi problemi... il difficile arriva verso la fine - e alla partenza non me n'ero accorto... - quando una delle due travi semplicemente termina, in quanto marcia come Sid Vicious. Sfortuna vuole che questo sia anche l'unico passaggio dove il fiume è un po' più profondo. Ma niente panico, sono solo pochi passi, pensa che ci sono dei fottuti funamboli che lo ha fatto da un grattacielo all'altro portando delle aste pesanti e larghe 10 volte la mia bici... un ultimo passo e fuori, l'impresa è compiuta!
Alcune persone in attesa del proprio turno sull'altra sponda sembrano avere apprezzato i miei equilibrismi, ma avrei sperato in un applauso... freddezza inglese. Ora mi tocca attraversare la distesa di ghiaia della spiaggia/foce del Cuckmere, avvicinandomi alla sublime parete di gesso della prima sorella.
La marea è bassa, e posso spingermi un po' al largo per apprezzare la scogliera da una prospettiva diversa: il contrasto potentissimo fra il nero delle alghe sul fondale asciutto e il bianco del gesso illuminato dal sole fa letteralmente andare nel pallone la fotocamera!
Risalgo a piedi sulla collinona seguendo la via più diretta: l'inizio e' veramente ripido, su roccia lisciata dai tanti passaggi, spesso improvvisati: ho visto un paio di cinesi salire di qui con le ciabatte, in visibile difficoltà! C'è il sentiero a 20 metri a sinistra, perché improvvisarsi escursionisti? (La predica dal pulpito di un ciclista improvvisato e improvvisato funambolo lascia il tempo che trova.)
In cima c'è veramente il pienone: gruppi di studenti, chitarre, panini... devo ammettere però che non ho visto neanche un rifiuto per terra: davvero strano vista la media qui in giro! Torno giù, riprendo la bici e risalgo per il sentiero. La salita ora si fa sentire, anche perché non è certo la prima della giornata... ma il bello in un certo senso inizia ora.
Di fronte a me una dopo l'altra si susseguono le Seven Sisters, come le gobbe di un cammello verde e bianco lungo due o tre miglia. Sto seguendo la South Downs Way, in questo tratto virtualmente riservata a i pedoni... ma come si puo' non godersi in mountain bike un percorso così largo e panoramico?
Le discese sulla superficie morbida di erba verdissima, con poca gente in giro ora, sono qualcosa che mi porta vicino all'eiaculazione; le salite successive, finito lo sprint (che finisce presto) mi fanno piuttosto eiaculare l'anima, ma di tanto in tanto scendo dalla bici quando proprio non ne posso più!
Un'ultima discesa e le sette sorelle sono ormai alle spalle. Incrocio una strada, raggiungo una nuova collina isolata dominata dal Belle Toute Lighthouse. Ancora l'ennesima salita: alla mia destra, proprio sotto il precipizio, appare un'altro faro bianco e rosso sul fondale. Ultimi sforzi e finalmente sono sul punto più alto della giornata, distinto da un bel cerchio di granito con le distanze delle citta' europee.
Sussex Heritage Coast |
Dietro di me il lungo tratto di costa percorso, con le ombre lontane di Brighton all'orizzonte; di fronte, la città di Eastbourne e la costa pianeggiante lunghissima verso Hastings. Ora ho soltanto discesa, e sara' una discesa particolarmente goduta, fino nel cuore di Eastbourne, con il suo Pier tragicamente andato a fuoco giusto una settimana e mezzo fa.
Eastbourne |
Passeggiata in città, che levati i bei palazzi Liberty sul lungomare non e' certo un granché, poi riprendo il treno diretto alla non lontana Hastings. Anche questa seconda location, famosa per la battaglia, non mi fa proprio impazzire; ma se non altro c'è qualche borgo interessante nella città vecchia, barricata di ristoranti. Rientro a Ramsgate alle 23 passate: un sabato rilassante come al solito!
Eastbourne Pier after the fire |
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