lunedì 13 gennaio 2014

Cusna, cresta nord da Monteorsaro: la rivincita invernale dell'Appennino

Sabato 11 gennaio 2014, in una giornata sospesa fra grigio bianco e azzurro, la creme dei blogger di montagna parmigiani si è data appuntamento sul Monte Cusna.


Da tempo aspettavo di fare un'uscita insieme a Federico, autore dell'ottimo blog The Red Climber e protagonista insieme al fedele Alberto e ad altri amici di spettacolari salite alpinistiche, fra cui l'inaugurazione di nuove vie sull'Appennino: l'occasione si è presentata con l'uscita Cima in compagnia del corso di Alpinismo giovanile del Cai Parma. Per tramite di Mario, mi sono aggregato e ho trascorso una giornata splendida, molto al di sopra delle aspettative meteorologiche.

Per sua gentile intercessione
Compagnia davvero piacevole, e per una buona volta non tutta maschile! Come si poteva immaginare, abbiamo parlato tutto il tempo di spiagge e crociere da sogno: e spero davvero che Rossetti e compari vorranno in futuro accompagnarmi in emozionanti immersioni nella barriera corallina... Per il momento, l'occasione di salire un 2000 appenninico in condizioni invernali ottime, insieme a ragazzi così esperti, non potevo perdermela; e anche se il meteo non era proprio incoraggiante, ho messo nello zaino piccozza, ramponi e tanta voglia di fare.




Partiti da Parma ad un orario "appenninico", carichiamo Alberto a Vetto e ci riforniamo al piccolo validissimo forno del paese. Il tempo è grigio, e presto il Cusna ci dà il buongiorno tutto incappucciato di nuvole; le cime del crinale a est del Cerreto però compaiono bianche e assolate, riempiendoci di speranza! Parcheggiamo sopra il rifugio Monteorsaro, dopo una strada stretta e tortuosa, e ci incamminiamo lungo la carrareccia per il Passo della Cisa, ancora sotto le nuvole. C'è un caldo paranormale per la stagione.


La neve comincia a comparire a chiazze durissime sopra i 1400/1500 metri, il paesaggio è più da aprile che non da gennaio; lungo la strada tagliafuoco che si avvicina al Cusna, i ruscelli hanno scavato profondissimi solchi, dove la neve si è sporcata di fango e sembra argilla. I faggi si fanno più radi, le nuvole più rarefatte, e finalmente ci si para dinnanzi il Gigante, lucido e liscio come un cuscino di ghiaccio. Velature compatte coprono il sole, ma lo spettacolo è ugualmente meraviglioso.

Il gruppo contempla la meta
Seguendo il sentiero 623 rimontiamo gli sterminati pratoni che contraddistinguono il Cusna: qui la neve è sparsa dal vento, ma si presenta sempre compattissima, talvolta ghiacciata. Proseguendo, il crinale va restringendosi, i pendii si fanno più ripidi, e all'ultimo grande spiazzo pianeggiante - Sella delle Prese (1768) - indossiamo i ramponi.

Voglia di mettere la testa fuori dalla nebbia
Ora siamo decisamente passati all'inverno! Di fronte a noi si innalza la breve cresta Nord del Gigante, percorsa dal 625, con qualche passaggio ripido che richiede la dovuta attenzione. Alberto ci delucida brevemente sulle particolarità geologiche del luogo, dove ci sono argille vere, molto scure, non neve cammuffata! Ultimi sforzi sullo sterminato pendio finale e finalmente siamo in cima (2121).

Si mettono in pratica gli insegnamenti caiani...
Tutto attorno - o meglio sotto di noi, un mare di nubi commovente, denso soprattutto verso la Toscana e le Apuane: soltanto le vette più alte mettono la testa fuori! Le Alpi non si vedono, se ci fosse terso si vedrebbero tutte... ma in fondo non ci dispiace troppo: oggi è l'Appennino il protagonista assoluto!



Per troppo tempo, l'Appennino, l'avevo lasciato da parte come un vecchio paio di scarponi, nell'ipotesi che non ci fosse più neve... ebbene, si è preso la sua rivincita, e ha concesso un bel regalo a due persone che lo ricambiano sempre condividendo in rete la sua bellezza e un po' dei suoi segreti.

Pania della Croce fra le nubi
Per la discesa ci riserviamo il sentiero 619, che percorre un ampio crinale con in faccia le colline e la pianura rannuvolata; i contrasti come al solito sono spettacolari!


Dove la "cresta" diventa un ampio pendio, la neve assume più i connotati del ghiaccio puro: una situazione adatta per fare qualche prova di caduta, peccato che la velocità presa fosse troppa fin da subito! I ramponi si rivelano indispensabili per la lunga discesa, che risulta meno faticosa che in estate: meglio camminare su un manto duro e uniforme che su erba e sassi!

La Piella, il Sasso del Morto e la cima del Cusna: i tre 2000 del Gigante
Il sentiero rientra nel bosco presso un ruscelletto idilliaco, dove ci togliamo i ramponi e riprendiamo presto a camminare su terra sassi bagnati e foglie cadute.


La discesa è leggermente più lunga rispetto al sentiero dell'andata, e infatti poco prima del paesino di Monteorsaro dobbiamo pagare lo scotto del giro ad anello con un tratto di taglione/ravanata per i campi in salita.


Scopriamo con piacere che il rifugio Monte Orsaro nel frattempo ha aperto, e siccome è ancora presto optiamo per una meritata birra al caldo della stufa: non che fuori ci fosse freddo, anzi... ma almeno ci creiamo una parvenza di gennaio anche a debita distanza dai pratoni ghiacciati del Cusna, dove l'inverno è iniziato a fine novembre e durerà fino a maggio. La creme dei blogger Appenninici almeno se lo augura! E guardando oltre il mare di nubi della Garfagnana, mi è tornata prepotente la voglia di aprire il terzo fronte...

Alpi Apuane
Relazione del giro in autunnale: Monte Cusna, anello da Monte Orsaro per il passo della Cisa

Approfondimento sul Cusna: Focus sul Cusna

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