Da tempo aspettavo di fare un'uscita insieme a Federico, autore dell'ottimo blog The Red Climber e protagonista insieme al fedele Alberto e ad altri amici di spettacolari salite alpinistiche, fra cui l'inaugurazione di nuove vie sull'Appennino: l'occasione si è presentata con l'uscita Cima in compagnia del corso di Alpinismo giovanile del Cai Parma. Per tramite di Mario, mi sono aggregato e ho trascorso una giornata splendida, molto al di sopra delle aspettative meteorologiche.
Per sua gentile intercessione |
Partiti da Parma ad un orario "appenninico", carichiamo Alberto a Vetto e ci riforniamo al piccolo validissimo forno del paese. Il tempo è grigio, e presto il Cusna ci dà il buongiorno tutto incappucciato di nuvole; le cime del crinale a est del Cerreto però compaiono bianche e assolate, riempiendoci di speranza! Parcheggiamo sopra il rifugio Monteorsaro, dopo una strada stretta e tortuosa, e ci incamminiamo lungo la carrareccia per il Passo della Cisa, ancora sotto le nuvole. C'è un caldo paranormale per la stagione.
La neve comincia a comparire a chiazze durissime sopra i 1400/1500 metri, il paesaggio è più da aprile che non da gennaio; lungo la strada tagliafuoco che si avvicina al Cusna, i ruscelli hanno scavato profondissimi solchi, dove la neve si è sporcata di fango e sembra argilla. I faggi si fanno più radi, le nuvole più rarefatte, e finalmente ci si para dinnanzi il Gigante, lucido e liscio come un cuscino di ghiaccio. Velature compatte coprono il sole, ma lo spettacolo è ugualmente meraviglioso.
Il gruppo contempla la meta |
Voglia di mettere la testa fuori dalla nebbia |
Si mettono in pratica gli insegnamenti caiani... |
Per troppo tempo, l'Appennino, l'avevo lasciato da parte come un vecchio paio di scarponi, nell'ipotesi che non ci fosse più neve... ebbene, si è preso la sua rivincita, e ha concesso un bel regalo a due persone che lo ricambiano sempre condividendo in rete la sua bellezza e un po' dei suoi segreti.
Pania della Croce fra le nubi |
Dove la "cresta" diventa un ampio pendio, la neve assume più i connotati del ghiaccio puro: una situazione adatta per fare qualche prova di caduta, peccato che la velocità presa fosse troppa fin da subito! I ramponi si rivelano indispensabili per la lunga discesa, che risulta meno faticosa che in estate: meglio camminare su un manto duro e uniforme che su erba e sassi!
La Piella, il Sasso del Morto e la cima del Cusna: i tre 2000 del Gigante |
La discesa è leggermente più lunga rispetto al sentiero dell'andata, e infatti poco prima del paesino di Monteorsaro dobbiamo pagare lo scotto del giro ad anello con un tratto di taglione/ravanata per i campi in salita.
Scopriamo con piacere che il rifugio Monte Orsaro nel frattempo ha aperto, e siccome è ancora presto optiamo per una meritata birra al caldo della stufa: non che fuori ci fosse freddo, anzi... ma almeno ci creiamo una parvenza di gennaio anche a debita distanza dai pratoni ghiacciati del Cusna, dove l'inverno è iniziato a fine novembre e durerà fino a maggio. La creme dei blogger Appenninici almeno se lo augura! E guardando oltre il mare di nubi della Garfagnana, mi è tornata prepotente la voglia di aprire il terzo fronte...
Alpi Apuane |
Approfondimento sul Cusna:
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