Porcino fra foglie di quercia |
Ma cos'hanno di tanto speciale Borgo Taro e dintorni per quanto riguarda i funghi? Le montagne al confine con Toscana e Liguria sono ricoperte da una distesa sterminata di boschi, esposti in gran parte a nord fra i 500 e i 1500 metri, che ricevono l'aria umida del mare. Sotto questi alberi (in ordine di altezza cerri, querce, castagni e faggi) crescono porcini di tutte e quattro le varietà (in ordine di apparizione stagionale Boletus Aestivalis, Aureus, Phinopilus, ed Edulis), oltre ai prelibati e rari ovuli e numerose altre specie.
Boletus Aureus |
Boletus Phinophilus nel castagneto |
Le Comunalie di fatto esistono ancora, e si sono consorziate fra loro per regolamentare la raccolta dei prodotti del sottobosco. Chi ha un permesso giornaliero per Albareto ad esempio non può raccogliere funghi sopra Bedonia, ma nemmeno nella vicinissima Boschetto (dove queste foto sono state scattate ieri). Nella sola Val Gotra ci sono ben sei comunalie! Una legislazione del genere è abbastanza complessa e ben diversa da quella di altre zone del parmense, come le alte valli di Parma e Cedra (Corniglio e Monchio), dove vale un unico permesso.
L'accesso in queste aree di bosco, nella stagione dei funghi, è riservato a chi possiede il permesso, con gabbiotti per la sua emissione. Se in macchina si è in quattro, occorre fare quattro tesserine: ecco perché corre voce che certa gente si nasconda nei bauli! Tutto poi sta nell'affabilità o nel pungiglio di chi incontri alla sbarra!
Boletus aestivalis su una costa ripida |
Se non si ha il fuoristrada è meglio cercare nei castagni, oppure puntare a faggete dove si arrivi in alto anche con l'asfalto (monte Penna, Molinatico) o soltanto a piedi (monte Gottero).
Padre e figlio mori nella faggeta |
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