Il viaggio in auto da Parma è lungo e tortuoso: cerco di convincere gli amici del Cai che ogni singolo km e curva sarà ricompensato dalla bellezza dei luoghi cui siamo diretti, vicini in linea d'aria ma più complicati da raggiungere rispetto a buona parte delle Prealpi venete e lombarde. Facciamo sosta nella trafficatissima Pavullo nel Frignano dove troviamo un ottimo forno, e alla fine ci mettiamo in cammino poco prima di mezzogiorno.
Ci lasciamo sulla sinistra il Lago Santo per restare sul sentiero principale diretto al lago Baccio, il 523; dopo circa 10 minuti lo abbandoniamo per il 519, che scende a sinistra nella faggeta passando sopra un'alta e inaspettata cascata. Procediamo a lungo in costa: in un primo tratto fuori dal bosco possiamo ammirare davanti a noi la parte alta della valle delle Tagliole, con la sterrata della Foce di Giovo; mentre sopra di noi incombono i dirupi del Passetto (1699), ultimo picco della dorsale N del Rondinaio.
A questo punto ci scordiamo per strada il bivio con il 517 (evidentemente segnalato molto male), e ce ne rendiamo conto soltanto quando, di nuovo nel bosco, vediamo una traccia che sale decisa a destra, senza alcuna indicazione, contrassegnata da numerosi segni rossi: guardando la cartina intuiamo che si tratta del sentiero per il lago Turchino, e lo prendiamo.
Dopo 10 minuti di dura salita ritroviamo i segni bianco-rossi e una scritta di vernice con scritto "Lago Santo-Facile" che indica da dove siamo saliti; con ogni probabilità il sentiero principale (quello difficile) rimane più vicino alle rupi del Passetto, mentre noi abbiamo percorso un taglione nel bosco: meno male che c'era, altrimenti saremmo arrivati fino alla Foce a Giovo chiedendoci dov'era il bivio con il 517! E per la segnaletica Parma batte Modena 4 a 0...
Salendo ora più dolcemente, oltrepassiamo un piccolo valico dove i faggi terminano e compare finalmente l'imponente parete E del Rondinaio: allo scenario roccioso che abbiamo a destra fa da contraltare la dolce distesa di mirtillaie verso la Foce a Giovo.
In breve raggiungiamo il bel Lago Turchino (1600), fiancheggiato da una capanna/bivacco: qui il 517 si biforca, la segnaletica è di nuovo poco chiara e per sbaglio imbocchiamo un'ampia traccia non segnata diretta alla Foce a Giovo. Ce ne accorgiamo abbastanza presto per fortuna, e rimediamo seguendo una delle tante tracce che attraversano la grande conca, puntando dritti alla parete del Rondinaio.
Abbiamo fatto i conti bene, e ritroviamo il 517 nei pressi del Lago Torbido (1676), purtroppo asciutto... ci consoliamo facendo scorta di mirtilli! Le foglie variano dal verde scuro al rosso, regalando uno spettacolo meraviglioso agli occhi e un'esemplare variazione di sapori per il palato...
Sono le 13,40 e dobbiamo andare, ci aspetta il tratto più faticoso, che per fortuna non faremo sotto il sole battente grazie alle nubi alte. Il sentiero affronta con un taglione prima i prati di crinale, poi la pietraia sotto il Rondinaio, terminata la quale si immette nello 00.
Ovviamente teniamo la destra, e dopo breve ci affacciamo sulla Garfagnana (quota 1781). La croce del Rondinaio è ancora alta sopra le nostre teste, mentre verso le Apuane vediamo scendere righe nere di pioggia...
Lo 00 compie ora un passaggio spettacolare: per superare le bastionate del Rondinaio si porta sul versante toscano, seguendo ampie cenge naturali affacciate sull'abisso.
Procedendo con la dovuta cautela, raggiungiamo la spalla S della montagna, da cui grandi prati diradano verso la valle del Serchio. Ora il sentiero può affrontare direttamente la salita, cavalcando una ripidissima cresta con facili roccette, comunque mai esposta.
La croce di vetta (1964) compare soltanto all'ultimo, e al termine della fatica si ha davvero la sensazione di essere saliti su una grande montagna.
Il panorama è sterminato e ci fermeremmo volentieri qui a mangiare (sono le 14,40); però vediamo distintamente la pioggia avvicinarsi, e decidiamo di battezzare un luogo appena meno esposto: giusto il tempo di fare qualche foto veloce e cominciamo a scendere sulla grande pietraia a N-O della cima, fermandoci nei pressi di un grosso ometto.
Abbandoniamo il crinale (col notevole tratto di 00 diretto al monte Giovo segnato EE) per scendere verso il Lago Baccio con il 523. Ci troviamo in una grande conca glaciale, contrassegnata da piccoli laghetti e pietraie, dominata a sinistra dall'elegante cresta di Altaretto e Porticciola. In poco più di mezz'ora, fra nuovi enormi mirtilli, raggiungiamo il grazioso Lago Baccio (1554), piuttosto affollato.
Sempre con il 523 concludiamo l'anello e ci regaliamo una meritata birra al rifugio Vittoria, affacciato sul Lago Santo (1501), purtroppo versata in impresentabili bicchieri di plastica! Il giro è piaciuto a tutti e già per la prossima stagione si punta al crinale del monte Giovo (1991)...
Punto più elevato: Monte Rondinaio (1964)
Dislivello in salita: 520
Tempo totale di percorrenza: 4 ore
Grado di difficoltà: E+
Segnaletica: Scarsa
Punti d'appoggio: Bivacco Lago Turchino
Accesso stradale: Da Pievepelago, lungo la SS12 dell'Abetone, seguire per il passo Radici; dopo un paio di km voltare a sinistra per raggiungere con una lunga strada stretta e tortuosa il parcheggio a pagamento del Lago Santo Modenese (2,50 Euro tariffa giornaliera per le auto)
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