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Il Solco di Equi |
Questo viaggio comincia fra Lunigiana e Garfagnana, dove i rilievi dolci dell'Appennino incontrano le prime muraglie delle Apuane: all'ombra della più possente di tutte - quella del Pizzo d'Uccello - si trova una zona detta Cantoni di Neve Vecchia, dove piccoli rivoli vanno a formare il torrente Solco di Equi: le sue acque turchine scendono verso la valle del Lucido, creandosi faticosamente spazio fra alte pareti scure, vicine quasi fino a sfiorarsi; su queste rocce sono certificati nidi di aquila reale, ragion per cui è stata vietata nella zona l'arrampicata sportiva.
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Pizzo d'Uccello: la famosa parete nord |
Il torrente Lucido prosegue dunque placido verso Equi Terme, dove è canalizzato in alcune rilassanti vasche, le “terme libere”, molto frequentate in estate dai bagnanti; mentre lo stabilimento vero e proprio conta due piscine, alimentate da sorgenti ipotermali (circa 24 gradi): si tratta di acque contenenti solfato di calcio e cloruro di sodio, terapeutiche per la pelle ma anche ottime come bevande: non lo diresti mai dall'odore di uovo marcio che sprigionano!
In paese, appena oltre un grazioso ponte medievale, sfocia nel Lucido un altro torrentello, più fragoroso rispetto al Solco, proveniente come quello dalla zona del Pizzo: è il Canale Fagli, che diventa grande all'improvviso, secondo un tipico fenomeno delle zone carsiche: le acque sgorgano dalle profondità delle Grotte di Equi, fra le poche visitabili in un gruppo montuoso come le Apuane che riserva continue sorprese agli speleologi.
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L'orso speleo nel museo di Equi |
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Ponte medievale sul rio Fagli a Equi Terme |
Qui l'acqua ha agito nel corso dei millenni, modellando le rocce in un'architettura solenne di stalattiti e stalagmiti, colonne e saloni: come un grande santuario sotterraneo. Vicino alle grotte si trovano poi la Buca e la Tecchia, grande cavità nella roccia dove sono stati rinvenuti reperti preistorici. Tutte queste bellezze sono unite in un percorso didattico; è presente anche un piccolo museo, con modelli di animali fra cui l'orso speleo.
Equi Terme si presenta così stretto fra roccia ed acqua: il borgo vecchio, danneggiato dal terremoto del 1920, si aggrappa audacemente alla montagna, dominato da un campanile a cuspide aguzza: quasi una replica in scala umana del colossale Pizzo d'Uccello, che però - al posto di vallate ombrose e profonde - sorveglia vicoletti ugualmente umidi e misteriosi.
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Veduta di Equi Terme, con dietro il Pizzo d'Uccello |
Se invece scendiamo nel borgo nuovo, e dalla piazzetta seguiamo con lo sguardo il corso del torrente Lucido, al culmine della valle ci balzerà agli occhi una fila disordinata e gobbuta di case, quasi fosse un serpente lasciato qui da un'aquila nel suo nido, disteso sul crinale fra Garfagnana e Lunigiana: si tratta di Ugliancaldo, uno dei borghi più alti e strani della Toscana, come del resto fa intuire il suo nome così complesso da memorizzare!
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Ugliancaldo visto da Equi Terme, lungo il torrente Lucido |
Fa uno strano effetto passeggiare lungo le strade deserte di questo paese, le cui dimensioni ci appaiono oggi assurde vista la sua posizione quanto meno sperduta. Il borgo si sviluppa quasi tutto in lunghezza: anche qui il terremoto del 1920 ha fatto gravi danni, e la fila di case colorate all'ingresso del paese è di certo una ricostruzione di inizio secolo, con un'improbabile aria da periferia spagnoleggiante.
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Ugliancaldo: il borgo "nuovo" |
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Ugliancaldo: il borgo vecchio |
Troviamo poi il nucleo più antico del paese, con le case conglobate sul poggio che si rubano ogni spanna di spazio; qua e là si aprono improvvise finestre sul Pizzo d'Uccello e il Pisanino, la cima più alta delle Apuane che ci mostra il suo aspetto più slanciato. In fondo alla lunga via-budello che attraversa tutto il paese, si sbuca finalmente dinnanzi alla bellissima pieve: un portico e un gradevole praticello permettono di rilassarsi, nell'unico angolo idilliaco di un paese multiforme e inquietante.
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Veduta di Ugliancaldo, alle spalle il Pisanino |
Nelle ultime settimane questi splendidi borghi sono stati feriti, dopo quasi un secolo, da nuove scosse di terremoto. Molte sono state le disdette dei turisti, che non si fidano a soggiornare negli splendidi agriturismo della Lunigiana, spesso edifici antichi che trasmettono meno sicurezza.
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Il terremoto del 7 settembre 1920 |
L'invito, forse un po' ingenuo ma sincero, è quello di non abbandonare queste terre tanto sfortunate, colpite gravemente anche dall'alluvione del 2011; passato il trambusto necessario e le messe in sicurezza da parte della Protezione Civile, torniamo dunque a scoprire questi gioielli col cuore sereno.
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Il terremoto del 21 giugno 2013 |
-Nota: le foto risalgono all'estate 2011; quella dell'orso e le ultime due sono raccattate dalla rete
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