domenica 14 aprile 2013

Ferrata alla Pietra Nera di Salsomaggiore: inizi di nuove stagioni

Scoprii la Pietra Nera nel gennaio 2012, in cerca di un'altura che potesse offrirmi qualche bello scorcio: l'erba era gialla, i rami scheletrici: l'inverno era iniziato. Il sole, tramontato presto, seppe offrirmi gli scorci che cercavo, infuocando la pietra vulcanica della Pietra Nera.

Sullo sfondo il Castello di Vigoleno e le Alpi

 


Le ofioliti sono diffuse nella parte occidentale dell'Appennino parmense: rocce piuttosto friabili, ma che consentono lo stesso possibilità di arrampicata. E proprio qui, a pochi km dalla via Emilia, si sviluppa una breve via ferrata, di cui ho scoperto l'esistenza solo quest'anno grazie al Cai di Parma.


Panorami dalla Pietra Nera in inverno



I simpatici e preparatissimi istruttori ci hanno assistito in questa breve ma intensa ferrata, la prima per me come per molti altri che frequentano il corso di escursionismo avanzato. La si raggiunge dalla località Grotta, in comune di Salsomaggiore: dopo due tornanti, si incontra uno spiazzo dove si può lasciare l'auto. Una carraia sbarrata parte a sinistra della strada, costeggiando l'affioramento roccioso, e in 10 minuti conduce all'imbocco della ferrata.




Si comincia con un bel diedro verticale di una decina di metri, per capire subito che il percorso non è banale; in seguito, dopo un tratto semplice, si raggiunge un traverso esposto, con scarsi appigli per mani e piedi: le gambe tremolano, le mani afferrano il cavo tremolando pure loro. Un conto è leggere sulla poltrona le imprese di Messner sulle pareti himalayane; altro discorso è trovarsi in prima persona appeso col vuoto sotto il sedere, pur essendo su un montagnotto di 600 metri a due passi da casa!

 
 
L'ultimo tratto della ferrata si raggiunge dopo un tratto di sentiero non attrezzato, pericoloso per la caduta di sassi (come tutte le altre scappatoie, sempre presenti). Una bella parete di 30/40 metri, dove la ferrata si sdoppia in due varianti: noi percorriamo quella più semplice, con una serie di gradini che aiutano a superare il tratto più verticale; l'altra rimane sul filo di cresta, ben più esposta e tutta al naturale.


Sbuchiamo così vicino alla cima della Pietra Nera, con una Madonnina vertiginosissima e una croce, ben più contenuta rispetto agli enormi ripetitori del monte Canate, proprio di fronte a noi. Pochi minuti per godersi il sole sui praticelli in cima, siccome sono fra gli ultimi ripartiamo presto raggiungendo brevemente le auto col sentiero. Nella zona ci sono percorsi segnalati per le mountain bike. In generale, vista la quota bassa e la roccia scura, conviene evitare di venire qui in estate, salvo non si voglia cuocere!



 

In conclusione, vedo che la roccia mi piace: il senso di vertigine è normale ma lo supererò col tempo; le gambe già vanno bene, ho bisogno di un po' più forza nelle braccia e nel dorso, maggiore equilibrio e scioltezza, e soprattutto di affinare la tecnica: ma sento che col tempo sarò in grado di raggiungere traguardi soddisfacenti, fino a rendere il cavo una semplice sicurezza!

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