Qualcosa è cambiato! Andando in auto verso i Lagoni non sembra più di sperimentare una strada inter-poderale dell'Afghanistan (più che fra poderi, fra poteri mi sento di aggiungere); l'ultimo atto dell'amministrazione uscente - ormai uscita - di Corniglio è stato illuminato: in vista dell'estate, tappare le voragini e spianare nei limiti del possibile i salti di pietra che fino alla settimana scorsa devastavano questa sterrata e quella diretta a Lagdei. So che fra tre mesi saremo daccapo, ma intanto giù il cappello.
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Panorami verso le montagne reggiane dallo spigolo di Rocca Pumaccioletto |
Nella bella ma fredda giornata di sabato, pochi escursionisti vari pescatori e molti climbers hanno omaggiato i Lagoni con la loro presenza: amici e conoscenti diretti alla falesia del lago Scuro, ragazzi e ragazze a un'esercitazione con tanto di Soccorso Alpino assiepati attorno al Sasso sul Sentiero; noi ci incamminiamo subito verso Rocca Pumacioletto, anche per scaldarci un po' visto il vento e le temperature "primaverili".
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Mario in cima |
Il sentiero 711 sale nel bosco, attraversa un paio di nevai marci e in meno di un'ora ci porta alla base della parete del Pumacioletto; a prima vista un cumulo di blocchi che non sembrano troppo affidabili, vista anche la pietraia colossale alla base... qualcosa di buono però c'è, e nella porzione sud ovest sono state tracciate diverse vie molto vicine fra loro, e spittate più che a sufficienza.
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La parete sud ovest |
Decidiamo di fare due cordate: io e Mario saliamo dallo Spigolo sud-est, la via più facile e "panoramica", con due passi obbligati di 4b per 70 metri di lunghezza e tre tiri - con la corda di Mario ce ne stava anche uno solo! - mentre Alberto e il suo amico, quello del blog, tentano Dies Irae, decisamente più lunga e difficile (6a obbligato e 6b), cinque tiri per 125 metri.
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Il geologo dal temuto martello-spiaccica-spit in una foto d'epoca |
Questa volta proviamo a salire facendoci sicura con il mezzo barcaiolo, in modo da procedere alternati senza dover tutte le volte ri-attrezzare la sosta... i tiri non sono stancanti, possiamo permettercelo. Mario fa da primo quelli più divertenti, il primo e il terzo: gli spit sono tantissimi - come lamentano i due alpinisti duri e puri che ci accompagnano - la ruvida arenaria-macigno offre ottima aderenza e prese molto invitanti... occorre però fare sempre attenzione a cosa si prende fra le mani, la natura a blocchi di questa roccia può ingannare!
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Mario attacca il primo tiro |
L'uscita del terzo tiro è il pezzo più gratificante della via, proprio sullo spigolo, con arrivo improvviso sotto la croce. Abbiamo fatto tutto in meno di un'ora, e poco meno di un'ora ci vorrà per aspettare Federico e Alberto, che hanno avuto difficoltà su Dies Irae a causa dell'umidità e del freddo, che non vanno troppo d'accordo col sesto grado... così dopo il primo tiro l'hanno abbandonata per proseguire su Sasso Volante e arrivare in vetta con gli ultimi tiri di Save 2000 (info sulle vie qui:
Guida Monti d'Italia, pag 233 e segg).
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Federico sull'ultimo tiro di Sasso Volante |
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Uscita in vetta (ultimo tiro Save 2000) |
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Le prese sono sempre quelle! |
Immortaliamo l'uscita dei due alpinisti oggi alle prese con qualche chiodo di troppo, dopodiché ci attrezziamo velocemente per la calata in corda doppia: la prima in assoluto per il sottoscritto! Vedere le due mezze corde lanciate dal burrone mi ha fatto un certo effetto... scendiamo con un'unica calata di 60 metri fino alla base dello spigolo percorso da me e Mario: un po' diversa dalle calate dei monotiri! I miei 55 kg da un lato mi danno fiducia nelle due mezze corde non proprio spessissime, dall'altro mi costringono a mollarmi totalmente per guadagnare velocità nei tratti inclinati... comunque una bella botta di adrenalina!
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Federico sulla via Spada di Damocle |
Sono ormai le 13 passate quando tutti siamo alla base della parete: Alberto deve andare e anche Federico non ha molto tempo, dobbiamo rinunciare a fare un'altra via lunga... peccato, ma d'altronde vento e fresco non mettono tanta voglia di salire di nuovo. Dopo il meritato panino ci concediamo comunque un giro veloce alla Falesia degli Asfodeli, non certo famosa per la facilità delle vie.
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La croce di Rocca Pumaccioletto |
Si tratta di un bel settore compatto, a tratti strapiombante, a ovest rispetto a Rocca Pumaccioletto: va dunque al sole di pomeriggio. Le vie sono quasi tutte sopra il sesto grado, a parte tre: di queste scegliamo La Spada di Damocle, un 5b tutt'altro che generoso, che richiede molto equilibrio e fiducia nell'aderenza... gli spit non vicinissimi richiedono poi quel pizzico di coraggio in più; comunque anche io e Mario con un po' di pause-sghiso riusciamo a chiuderla da primi. Giornata ottima e conclusa prima del solito, alle 15 al rifugio Lagoni: una bella birra e fetta di torta sui tavoli al sole dove si sta davvero da sceicchi afghani, poi giù verso Parma dove le temperature sono già estive.
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