martedì 13 agosto 2013

I lati oscuri dell'Orsaro, anello dal passo del Cirone

Punto di partenza: Passo del Cirone (1265)
Punto più elevato: Monte Orsaro (1830)
Dislivello in salita: 800
Tempo totale di percorrenza:  6 ore
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Buona
Punti d'appoggio: Bivacco Tifoni (fontanella presso il bivacco, facile trovarla a secco)
Accesso stradale: vedi mappa (da Parma)

Descrizione
Entusiasmante giro ad anello in un angolo selvaggio e poco frequentato dell'Appennino a cavallo fra Corniglio e Pontremoli. Dal Passo del Cirone, dove sorge l'ex albergo Faro Rosso ormai chiuso da anni, si parcheggia sotto la chiesetta, imboccando subito il sentiero 00 di crinale in direzione del Lago Santo (segnato con esagerazione a 4,20 h).


Si passa di fianco alla chiesetta per poi entrare nel bosco, e dopo poco si incontra un bivio: occorre scendere a destra, sul versante toscano, seguendo le indicazioni per il Bivacco Tifoni (e in questo caso le 2 ore di cammino indicate sono addirittura ottimistiche!).


Il sentiero 128 è un'antica strada per il trasporto del sale, detta Via Lombarda, che seguiva un itinerario alternativo rispetto alla più nota via Francigena; procede in costa e in modo squisitamente logico - come tutte le antiche vie di comunicazione - seguendo fedelmente l'andamento della montagna, con le sue curve e i suoi valloni boscosi. Di quando in quando si attraversano brevi praterie dove la vista si apre sull'Orsaro e l'alta valle del Magra (o Valdantena).


Superate le rovine delle capanne di Frattamara e l'ennesima curva naturale della montagna, occorre fare attenzione al bivio per il Bivacco Tifoni, segnato solo con una targhetta e della vernice sui sassi: il sentiero 132 si stacca sulla sinistra salendo deciso nella faggeta, e permettere di raggiungere dopo 15 minuti scarsi la graziosa capanna, dov'è possibile ripararsi e passare la notte liberamente. E' presente una fontanella, ma sembra facile trovarla a secco in piena estate.



La salita continua impietosa dopo il bivacco, e si guadagna velocemente quota fino a uscire dal bosco. La testata della valle, dominata dal monte Braiola, sembra terminare prima del previsto; ma quello che si direbbe il crinale in realtà non lo è: si tratta dell'"orlo" della Borra del Sale, una depressione di origine glaciale compresa fra il Braiola e l'Orsaro, caso abbastanza raro sul versante toscano del nostro Appennino (c'è qualcosa di simile sotto il monte Matto).



Il sentiero costeggia sulla sua sinistra l'affascinante conca, salendo dolcemente fino alla Bocchetta dell'Orsaro (1724). Prima di raggiungere il valico si gira a sinistra, in ripida salita, per aggirare alcune roccette (ci passava il sentiero di crinale vecchio, abbastanza esposto, da percorrere a proprio rischio e pericolo!). Siamo di nuovo sullo 00, che cavalca la scoscesa cresta sud dell'Orsaro fino a raggiungerne la cima, contrassegnata dalla misteriosa Madonna in bronzo (che avrebbe bisogno di un po' di manutenzione!).



La posizione isolata dell'Orsaro (1830)  garantisce un panorama straordinario, forse il più completo nella zona insieme a quello dal Marmagna. Fa impressione soprattutto la sfilata delle Alpi Apuane e di tutte le "Rocche" e cime del crinale parmense, con in mezzo il lago Santo visto da una prospettiva stranissima: sembra come un vaso che sta per rovesciarsi! Verso nord ovest infine nessuna montagna di altezza paragonabile impedisce la visuale su tutto l'arco alpino.


Lo 00 scende ora sul versante nord, meno frastagliato degli altri ma ripidissimo: un percorso perfetto di scialpinismo! In un batter d'occhio si ritrova il bosco, ci si immette nel comodo sentiero 727b che arriva dalla Capanna Schiaffino, e si è alla Foce del Fosco (1613). Qui il sentiero principale prosegue in costa sul versante emiliano, mentre lo 00 resta sul crinale per guadagnare brevemente la vetta del monte Fosco (1683).



Consiglio questa deviazione per apprezzare un vero balcone naturale sul crinale e la conca di Lagdei, 480 metri più in basso e vicinissima. Si scende in seguito attraverso un bosco di faggio misto abete: la discesa è lunga e marcata, anche stavolta si perdono più di 200 metri di dislivello in brevissimo tempo! Alla Bocchetta del Tavola (1443) si ignorano i sentieri che scendono a destra a Giù di Ghifo e a sinistra a Prato della Valle, e si prosegue sullo 00 in leggera salita verso il monte Tavola.

 

Si può di nuovo scegliere fra due sentieri paralleli: uno nelle ampie praterie, uno sul filo del crinale e di fianco al filo spinato! Consiglio la seconda opzione, per non rischiare di imboccare tracce sbagliate. Il Tavola è un luogo magnifico, dove è facile trovare cavalli al pascolo all'ombra dei faggi secolari, con un panorama d'eccezione sul crinale parmense. La sua bellezza lo rende ovviamente frequentato, specie per i picnic, ma comunque non troppo.


Dopo il Tavola lo 00 continua a offrire qualche bella visuale sull'alta Lunigiana, fino a quando non entra una volta per tutte nel bosco; per uscirne sotto la chiesetta del Cirone, ormai al punto di partenza di questo giro lungo e meraviglioso.

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