Alba sul Brenta dall'alta val d'Amola |
Al Rifugio Segantini ci presentiamo gasatissimi, con due piccozze, friends, nuts, mezza corda, viti... ma ci pensa il rifugista a svitare il tappo della bottiglia per farne uscire un po' di anidride granitica: la cresta non è più stata percorsa nelle ultime settimane, per le brutte condizioni dell'ultima parte sotto la vetta, su ghiaccio vivo; negli scorsi giorni oltre tutto ha nevicato in quota, lasciando probabilmente un po' sporche le placche.
Rifugio Segantini |
Dopo un'abbondante cena e un'occhiata all'interessante biblioteca del rifugio, ci ficchiamo a letto ancora intenzionati a provare la cresta, che nel pomeriggio non siamo riusciti a vedere bene perché coperta dalle nuvole. Ora il cielo è limpido e stellato, promette una domenica dal meteo impeccabile, fuori non è così freddo... chissà, magari la neve sulle rocce si è sciolta!Una perla |
Le uniche piccozze nel rifugio... quattro per due persone. Troppe! |
La mattina siamo i primi a lasciare il rifugio, con gli zaini carichi di tutto l'occorrente per la cresta. Ci portiamo velocemente sul filo della morena sotto ciò che resta della vedretta d'Amola: ora la cresta nord est si vede bene, ed è inequivocabilmente innevata. Non ci sentiamo di andare a tribolare su tiri di III grado in quelle condizioni, con l'incognita dell'uscita sulla pala ghiacciata... Né io né Alberto siamo mai stati sulla Presanella, e sarebbe un peccato rischiare non solo la pellaccia, ma anche il piacere della vetta in una giornata tanto limpida!
Primo bagliore |
Così oltrepassiamo senza troppi patemi la traccia diretta alla Bocca d'Amola, dove comincia la cresta nord-est, e proseguiamo sulla ben segnata via normale. I primi raggi di sole lambiscono la Presanella e il possente Monte Nero; mentre alle nostre spalle si staglia in controluce il profilo seghettato delle Dolomiti di Brenta. Presto tutto il vallone pietroso si colora di rosso caldo.
Alba sul Monte Nero |
Monte Nero e Presanella: a destra la cresta nord est |
Un facile nevaio ci porta all'inizio della nuova via ferrata, che aggira il passaggio più pericoloso della vecchia via normale, cioè la bocchetta di monte Nero, nota per le numerose scariche di sassi. Con l'aiuto di staffe di ferro e pioli, si guadagna velocemente quota al centro di una parete compatta, raggiungendo l'esposto filo di cresta: da qui compare il Caré Alto, e ai nostri piedi si stende la sassosissima val Nardis.
Nuova ferrata della Presanella presso la Bocchetta di monte Nero |
Ora la ferrata supera una ripida ma breve discesa, per poi costeggiare su sfasciumi medio-piccoli la cresta del monte Nero: una faticaccia! Nuovo tratto di roccette e guadagniamo finalmente il crestone est. La vetta è ormai vicina, ma fra noi e lei si frappone un breve tratto di cresta piuttosto affilato. Sul filo sono presenti fittoni nuovi, ma noi seguiamo la ferrata, che scende a sinistra proseguendo su una comoda cengia.
Il paretone est della Presanella |
Una breve risalita ci conduce al Bivacco Orobica (3382), dove una famiglia con bambini ha pernottato ed è già di rientro dalla vetta. Qui ci raggiungono altre due coppie partite dal rifugio: ormai la Presanella è trafficata! Poche le piccozze sugli zaini, del resto servono davvero a poco con queste condizioni.
Il crestone est |
Bivacco Orobica |
Dopo il bivacco c'è un tratto di cresta sfasciumoso, con qualche elementare passo di arrampicata, poi un facile pendio nevoso che porta alla croce di vetta (3558). Ci godiamo con la dovuta calma il panorama grandioso, con gli scivoli innevati della parete nord, la cresta nord est innevata come ci aspettavamo, e tutto il grande campionario delle Alpi Retiche.
Parete N e cresta NE |
Foto di vetta senza zaini! |
Deboli tracce |
Val Nardis |
Dopo il bivacco Orobica e il saliscendi attrezzato sotto la cresta, abbandoniamo i bolli rossi seguiti all'andata e proseguiamo sul largo crestone che guarda a sud-ovest (qualche ometto). A un certo punto occorre spostarsi in un canalone detritico che scende a sinistra, dove i pochi ometti presto si vanno a confondere dentro un autentico oceano di pietra. Scoprirò soltanto dopo che questa non è la via normale sud, la quale si tiene più vicina alla Vedretta di Nardis e non passa dal Bivacco Orobica.
Granito e dolomia |
Di fronte a noi l'immensa, brulla val Nardis, con l'Adamello sempre sullo sfondo. La nostra intenzione è raggiungere il passo dei Quattro Cantoni per tornare in val d'Amola, quindi non dobbiamo scendere troppo. Appena possiamo traversiamo a sinistra su grandi rocce montonate, superando un ruscelletto. Incontriamo anche alcuni ometti e qualche segno rosso che, sempre su terreno scomodo con grandi massi, ci porta a intercettare il sentiero SAT 219.
Passo dei Quattro Cantoni |
Un ultimo strappo (breve tratto attrezzato) ci porta al bell'intaglio del Passo dei Quattro Cantoni (2781). Nuovo scorcio da brivido sul Brenta, con ai lati le pareti verticali che caratterizzano questo versante della val d'Amola. Costeggiamo la base della Torre dei Quattro Cantoni, o Campanile di san Giusto, su cui salgono interessanti vie di arrampicata, e dopo aver pestato ancora una buona dose di sassi, arriviamo affamati al rifugio Segantini, ancora in tempo per un piatto caldo.
Ai piedi della Torre dei Quattro Cantoni |
Data uscita: 24-25 settembre 2016
Punto di partenza: Malga val d'Amola (2020)
Punto più elevato: Cima Presanella (3558)
Dislivello in salita: 6
Tempo totale di percorrenza: 4
Grado di difficoltà: EEA/F+. Alcune relazioni parlano di PD, ma probabilmente si riferiscono ancora alla vecchia via normale dal Segantini. La nuova ferrata - seppure esposta e affatto banale - non richiede un impegno propriamente alpinistico... ovviamente con percorso pulito e meteo sicuro.
Punti d'appoggio: Rifugio Segantini, Bivacco Orobica
Periodo consigliato: Estate/inizio autunno
Note segnaletica: Ottima SAT fino al Rifugio Segantini, abbondanti bolli rossi lungo la via normale, ometti molto radi nella discesa da noi scelta. Di nuovo SAT da sotto il Passo Quattro Cantoni al Segantini
Parcheggio sotto Malga d'Amola |
Note: Le condizioni della normale alla Presanella possono variare molto a seconda ci sia neve e ghiaccio o meno in quota... contattare preventivamente il rifugio, e considerare che una piccozza e un paio di ramponi - se non proprio la corda! - a 3500 metri non stanno mai male dentro lo zaino.
Molto interessante
RispondiElimina