sabato 23 maggio 2015

Monte Acuto, anello tardo-invernale dal Passo del Lagastrello

Prima elevazione significativa a est del Lagastrello, l'Acuto soffre evidentemente la vicinanza di un colosso come l'Alpe di Succiso, di cui sembra quasi il fratellino. Si tratta comunque di una montagna interessante, alla quale si può dedicare anche mezza giornata. Il giro ad anello qui proposto è godibile in tutte le stagioni dell'anno, mantenendosi per buona parte all'ombra delle faggete. Non mancano comunque tratti su terreno aperto e panoramico, e persino una breve cresta: qui gli accumuli di neve - che in primavera si conservano a lungo - danno un tocco d'alta quota alla salita.

Monte Acuto

Data uscita: 11 Aprile 2015
Punto di partenza: Diga del Passo del Lagastrello (1160)
Punto più elevato: Monte Acuto (1756)
Dislivello in salita: 650
Tempo totale di percorrenza: 4 ore  
Grado di difficoltà: F (in assenza di neve: E)
Punti d'appoggio: Rifugio Sarzana (1581, aperto d'estate)
Periodo consigliato: Tutto l'anno
Note segnaletica: Bolli un po' sbiaditi in zona Foce di Torsana.
Accesso stradale: Parcheggiare presso la diga del Passo del Lagastrello, dove convergono le strade provenienti da Aulla, Parma e Reggio.
Note: In inverno sono necessari sempre piccozza e ramponi, già nel bosco se la neve è dura. Evitare il pendio nord-ovest che scende dalla cima se il rischio di valanghe è alto.

Groppi di Camporaghena

Cercando gli ultimi rimasugli di inverno, approfitto di un sabato mattina con tempo buono per andare sul monte Acuto: decisamente comodo da raggiungere, per chissà quale motivo finora vi ho sempre girato alla larga, lasciando aperto un bug non trascurabile su tutti i sentieri attorno al Lago Paduli.

Sentieri alla Diga del Lagastrello

Dalla diga, mi incammino in direzione del lago, e dopo pochi minuti incontro il primo bivio, presso una maestà: seguo il 659a, in direzione della Foce di Torsana, ignorando i segnavia per il rifugio Sarzana. In breve raggiungo una bella torbiera solcata da ruscello con ponticello in legno. Da qui in avanti il sentiero rimane nella faggeta, cominciando a salire dolcemente fino a incrociare il 653. Lo imbocco a destra, seguendo sempre per Foce di Torsana.


La neve comincia ad essere abbondante e un lungo tratto in traverso mi induce a indossare piccozza e ramponi, anche per togliere un po' di peso dallo zaino. Appena si passa all'esposizione a sud però la neve si interrompe, quindi mi tocca sporcare le punte. Ignoro il 659a che sale a sinistra. La pendenza va addolcendosi, e anche i segnavia si fanno più radi. La traccia con la neve non è facile da trovare, e lascio sulla mia destra Foce di Torsana, ritrovandomi dopo un taglio nel bosco sullo 00.


Si sale ora più decisamente, fino ad uscire dalla faggeta poco sotto il crinale della Costaccia. Il tempo si è un po' coperto, ma la lingua nevosa che sale verso la spartiacque principale compare ogni tanto fra le nubi basse, mosse dal vento. Alla mia sinistra il circolo glaciale a ovest del monte Acuto, dove sprofondano brevi ma interessanti canalini; a destra i contrafforti ben più imponenti dei Groppi di Camporaghena, sul versante toscano.

Versante ovest del monte Acuto dal crinale

Pochi passi in leggera salita e raggiungo la Sella di Monte Acuto (1725), ampia distesa di prati dove la vista si apre sulla valle del Liocca, dominata dall'Alpe di Succiso. Una brevissima cresta con nuova, suadente lingua di neve mi accompagna sulla cima (1756). Le nuvole si sono un po' diradate, concedendomi un bel panorama purtroppo negato verso il mare.

Alpe di Succiso

Volendo scendere con i sentieri, dovrei tornare alla Sella e raggiungere con il 657 Lago del Monte Acuto e Rifugio Sarzana; preferisco però tagliare per il versante nord-ovest, consistente in un ampio pendio sui 35/40 gradi, interessante come discesa con gli sci: anche se preferirei non trovarmi qui dopo forti nevicate. Non è il caso di oggi, il pericolo piuttosto è quello di scivolare per via dello zoccolo di neve che si crea sotto i ramponi: ormai sono le 13 passate e cammino sulla pappa.

Monte Acuto, il versante ovest da valle

Senza grossi problemi, accelerando anzi con qualche prova di caduta, raggiungo il bosco, e continuando a scendere tenendo un poco la destra incrocio quasi subito il sentiero 659, sotto la Tecchia dei Corvi. Lo seguo in discesa e in meno di un'ora sono di nuovo alla fine del Lago Paduli e all'auto, concludendo il giro ad anello.


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