Il lago Bino |
Questa bella escursione si può compiere partendo da Cassimoreno, oppure spingendosi fino alla piccola frazione di Roffi, dove termina l'asfalto. Il sentiero 033 procede verso un alto dirupo che chiude a destra la valle del torrente Lardana. Dopo 45 minuti circa di cammino in una bella faggeta si raggiunge la cascata, un bel salto di circa 40 metri. D'estate è facile trovarla a secco, ma nell'estate di san Martino la neve caduta nei giorni scorsi si scioglie per il caldo e gonfia il torrente, regalandomi un bello spettacolo fragoroso.
Cascata Lardana |
Ponticello su cui passa il sentiero poco sotto la cascata |
Presto rientro nella faggeta, non lontano dal torrente che scende gonfio e verdognolo verso la cascata, preceduta da altri salti minori. Un ultimo strappo di salita mi consente di svalicare, e oltre gli alberi si intuisce la presenza del lago Bino, con il piccolo altopiano che lo fronteggia.
Finalmente all'uscita dal bosco l'intuizione si apre nella vista vera e propria del lago, molto più grande di come lo avevo visto in estate.
Nelle foto sottostanti il Lago Bino e il suo immissario, proveniente da Prato Grande e dal monte Ragola
Decido di fare il giro del lago, e scopro anche che esiste un altro specchio d'acqua, il lago Bino Minore, separato dal fratello da una frana. Visti dall'alto, i due vicini laghi mostrano un colore diverso, dovuto alla diversa profondità e all'acqua che li alimenta: quasi solo quella piovana nel caso del più piccolo.
Uno dei tratti più particolari e suggestivi di questa zona sono le rocce ofiolitiche, pinnacoli di origini vulcaniche dalle forme spesso bizzarre, talora possenti come i tre sassoni sopra il lago Bino, che da una certa angolazione ricordano quasi le tre Cime di Lavaredo: certo con le dovute proporzioni!
Salito nel punto più alto, godo di una vista d'eccezione sulle valli vicine, in posizione vertiginosa sopra i ghiaioni e i dirupi che precipitano nel lago.
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