martedì 14 febbraio 2017

Un gennaio a caccia di ghiaccio in Appennino: prima parte

Un inizio d'inverno controverso, quello del 2016-2017: chi desiderava la neve nelle città e sulle piste da sci del nord-est è rimasto a bocca asciutta; chi non se l'aspettava proprio al centro-sud è rimasto a bocca aperta; chi invece aveva voglia di ghiaccio e poca neve dura si è solo leccato i baffi!
Una lunga serie di giornate fredde e serene, ci ha spinti in montagna con una frequenza e intensità sorprendenti, specialmente per il mese di gennaio; e quasi sempre - fatto non scontato in Appennino! - siamo riusciti a centrare i nostri obiettivi.

Cascata Lavacchielli: l'unico obiettivo mancato!

Vere protagoniste di questo inizio di stagione sono state le cascate di ghiaccio! Finora avevamo praticato questo genere di scalata soltanto sporadicamente; lo consideravamo un ripiego a salite di più ampio respiro, lungo canali o creste di misto che conducessero su una vetta. Ma creste e canali del nostro Appennino, almeno fino a metà gennaio, sono rimasti sgombri di neve; e le uniche salite alpinistiche possibili erano proprio quelle cascate che sulle nostre guide ci sembravano carta morta, miracoli di inverni lontani e irripetibili. Invece, come in un gelido incantesimo, eccole lì luccicare in mezzo al secco dei prati, nell'ombra delle faggete!

Sulla Cascata dei Laghi Sillara


Il gusto della scalata su ghiaccio è andato subito di pari passo con quello dell'esplorazione: la ricerca della colata nuova, la corsa alla cascata più bella in una tacita competizione con gli amici di altre province e compagnie... un alpinismo leggero, divertente, ma non esente dal rischio di sbagliare: ben lontano dalla tendenza, comune a molti sedicenti ice-climbers, a muoversi soltanto con la sicurezza di centrare il colpo, dopo avere intasato tutti i social network di richieste di info su quell'itinerario  quella valle quella regione. Con il risultato di ritrovarsi sotto la cascata in coda! A me questo non piace: nelle mie uscite cerco prima di tutto l'avventura, e so che comunque una giornata passata in montagna non è mai buttata, anche se non si riesce a combinare quello che ci si era prefissati.

Alpe di Succiso in condizioni perfette dopo la prima nevicata del 2017



2016: WEEK 0: LA SCOPERTA

26 Dicembre 2016
Tutto è cominciato il giorno di Santo Stefano dell'ormai lontano 2016. Per non buttare via la bella giornata di sole, in tarda mattinata parto per fare una passeggiata sopra ai Lagoni. Mi incammino lungo il sentiero a sinistra del lago, e la situazione è desolante: pochissima neve soltanto nel bosco e sul sentiero, dove stranamente noto alcune impronte fresche: chi mai si sarà avventurato su di qui oggi?
Federico sul crinale: l'inverno sembra ancora lontano!

Supero la sella di Rocca Pumacciolo e comincio a scendere verso il bel vallone sotto il monte Paitino, su un terreno particolarmente scivoloso. Le impronte proseguono. Poco oltre raggiungo due persone, uno zaino ben noto... è Federico, salito con la madre anche lui per una innocente "passeggiata" su uno dei sentieri più remoti dell'Appennino parmense!

Presto capisco il secondo fine del Red Climber, figlio apprensivo ma anche approfittatore! Sul fondo del vallone aveva addocchiato alcuni salti d'acqua, che ora spera di trovare ghiacciati: e il ghiaccio in effetti c'è! Mentre lui scende ad esplorare io proseguo per il Sillara: ci incontreremo di nuovo a ritorno, e mi confermerà di avere fatto una bella scoperta!


27 Dicembre
Mentre io sono al lavoro, 12 piccozze - comprese quelle di Federico! - tornano in zona: nasce così - se di nascita si può parlare! - la Cascata del Pumacciolo, una lunga cavalcata di 400 metri su ghiaccio, tutta da attrezzare e proteggere, con difficoltà discontinue ma non banali: l'esplorazione del ghiaccio appenninico è cominciata!

Cascata del Pumacciolo (foto Federico)

Cascata Laghi Sillara: il primo tiro
28-29 Dicembre
Federico torna - da solo o accompagnato - in val Cedra, a sondare con tanto di binocolo le varie colate. A forza di vedere foto, sale esponenzialmente anche a me la voglia di tornare a pestare il ghiaccio delle nostre montagne.

30 Dicembre
Senza troppo pensarci sopra mi prendo un giorno di ferie, e con Mario e Federico partiamo sotto un bel sole per attaccare il primo pezzo grosso della stagione di ghiaccio appenninica: la Cascata dei Laghi Sillara!
Molto magra, ma si sale!


Mario ci era già stato l'anno scorso insieme ad Alberto e Luca Z, dopo un periodo di freddo intenso, trovando davvero tanto ghiaccio. La situazione che troviamo oggi è decisamente più magra, per via del secco prolungato dei giorni scorsi... ma la cascata è formata, e nonostante il ghiaccio sottile e vetroso, con qualche passaggio un po' psicologico, saliamo sempre sulla linea e ci divertiamo come dei matti!

Subito dopo di noi, un'altra cordata - fatto quasi incredibile! - attacca la cascata... Seguiamo il ruscello ghiacciato fino alla grande lavagna bianca e luminosissima del lago, dove ci concediamo un po' di meritato cazzeggio. In discesa, dalle parti del Lago Verde, facciamo una nuova scoperta, potenzialmente molto interessante per future stagioni più nevose! Per ora top secret a riguardo...



2017: WEEK 1: DAL CHIESE ALLA PARMETTA

2-4 Gennaio
Il nuovo anno inizia con un freddo pungente, e giornate sempre serene. Federico continua l'esplorazione, passando in rassegna quasi tutte le cascate nella media montagna relazionate su Arrampicaparma, guida di riferimento per l'alpinismo nella nostra provincia. Purtroppo quasi tutte risultano brevi e in un ambiente snaturato dalle frane o invaso dalla vegetazione. I calanchi di terra lungo la provinciale per Bosco svelano insospettabili candele, l'invaso artificiale sotto la centrale di Marra sembra un colouir... come si fa a lavorare concentrati con giornate simili, una più serena dell'altra??


5 Gennaio
Non resisto e il giovedì mi prendo un altro giorno di ferie! Il meteo però in Appennino non è dei migliori, così per una volta indossiamo le vesti degli ice climbers 2.0: e dopo avere spulciato una lunga serie di post su Facebook, mettiamo nel mirino la superclassica Excalibur in val Daone. Come già sapevamo, la cascata è praticamente l'unica formata in valle, almeno fra quelle comode. La giornata ventosa e feriale ci permette di salire senza fare coda, anche se non siamo gli unici sulla cascata.

L'intrusa... Excalibur, Federico sul tiro chiave
Nonostante un voletto per fortuna senza conseguenze di Mario, la salita è portata a casa... siamo gasati, il grado 3 non ci sembra nulla di impossibile, possiamo tornare in Appennino forti di questa nuova esperienza! La sera però torniamo a casa tardi dalla trasferta prealpina, e nessuno ha voglia di svegliarsi troppo presto il venerdì dell'Epifania.




6 Gennaio
E invece le 10 però la voglia rimonta, e mando un messaggio a Federico:
- Fai un giro oggi?
- Sono con mia madre ai Lagoni
- Proviamo la Cascata del Lago Scuro?
- Aggiudicato!

Cascata del Lago Scuro: il primo saltino

La cascata in questione non è relazionata sulle guide: mi aveva incuriosito quest'estate, poi Fede e Alberto nei giorni scorsi, durante le battute di caccia in val Cedra, avevano notato che si stava formando: proviamo! Dopo pranzo lancio la Panda a tutto gas metano su per la fondovalle, e alle 14,30 sono ai Lagoni. Arriva anche Fede, sua madre ci aspetterà pazientemente al caldo in rifugio leggendo qualcosa.

Cascata del Lago Scuro, quarto tiro
Attraversiamo i laghi ormai ghiacciati, in breve raggiungiamo il rio che scende dal lago Scuro e scopriamo con piacere che è ghiacciato anche lui! Non abbiamo tempo da perdere, e partiamo slegati; al primo salto un po' lungo però tiriamo fuori la corda, e ci alterniamo al comando. Ogni tiro è una sorpresa: la cascata sembra sempre esaurirsi , ma poi dietro l'angolo presenta un nuovo salto!

L'ambiente è davvero suggestivo: si risale una sorta di canyon fra solidi strati di arenaria macigno, perfette per attrezzare soste a chiodi o friend. Il ghiaccio è un po' bagnato, ma le difficoltà sono contenute e riusciamo a completare la salita in due ore scarse, felicissimi della piacevole scoperta. In breve col vicinissimo sentiero torniamo al rifugio, entrando con tanto di piccozze e corda.

Non suscitiamo curiosità nei rifugisti, che non sprecano fiato per domandarci dove siamo andati con tutta quell'attrezzatura... sicuramente non avrebbero mai sospettato che la Cascata del Lago Scuro, nelle due settimane successive, sarebbe diventata una piccola classica, ripetuta da amici e conoscenti di Parma ma anche da forestieri provenienti da Brescia e Firenze, che dei Lagoni non conoscevano nemmeno l'esistenza!

Già dal pomeriggio Alberto, rimasto a casa per un po' di tempo per un'indisposizione, comincia a scalpitare per il sabato: soliti dubbi amletici, neve o ghiaccio? Alla fine è il secondo ad avere la meglio, e l'obiettivo è una delle cascate più belle e famose del nostro Appennino: il Lavacchiello, sopra Ligonchio!

Il salto più evidente del Fosso Lama Cavalli, noto come Cascata del Lavacchiello (in realtà ci sono altri salti sia sotto sia sopra)

7 Gennaio
La Panda di Mario (e anche Mario stesso!) non sembra troppo felice di salire strada ghiacciata che risale l'alta val d'Ozola verso il lago di Presa Alta, ma alla fine riusciamo ad arrivare incolumi al gelido parcheggio. La selvaggia e ripidissima valle è cosparsa di colate ghiacciate, ancora molto magre ma decisamente attraenti.
Cascate ancora troppo magre in Val d'Ozola


Percorriamo il sentiero, totalmente pulito, fino alla confluenza del Fosso Lavacchielli con il Lama Cavalli: è quest'ultimo a formare il salto più famoso, che ci appare in tutta la sua immobile bellezza. Così immobile in verità non è... l'acqua scorre ancora abbondante sotto il ghiaccio, che si è appena formato. La salita sembra possibile e non troppo difficile, ma il ghiaccio è troppo morbido ed effimero... non ci fidiamo a salire un salto di 20 metri con tali condizioni!

Ma a ben cercare il ghiaccio salta fuori!

La giornata non è comunque buttata: guidati da Alberto, che queste zone per ragioni di studio le conosce come il giardino di casa sua, risaliamo il vicino Fosso Lavacchielli, che sembra ghiacciato e forma un paio di salti poco più su: purtroppo sono troppo magri! Per prati e boschi ripidi ci riportiamo così nell'invaso del Lama Cavalli, per vedere le due cascate superiori: la seconda è anche lei troppo "pisciona" ed effimera, mentre la terza, più semplice, è circondata da un grande anfiteatro di candele.

Improvvisata falesia di ghiaccio sul Fosso Lama Cavalli

Abbiamo portato le piccozze fino qui, perciò tanto vale usarle! Attrezzate due soste sugli alberi sopra le colate, ci caliamo e iniziamo ad andare su e giù in moulinette cercando le linee più interessanti. Una piccola falesia di ghiaccio! Peccato che ormai è pomeriggio e riusciamo a fare giusto 3 o 4 tiri a testa...


8 Gennaio
La domenica Fede e Mario devono dedicarsi alle morose, mentre io e Alberto approfittiamo della nostra condizione e del freddo per una nuova avventura: partiamo comodi alle 11 da Pastorello, diretti alla più classica fra le cascate della nostra provincia: Il diavolo e l'acquasanta, meglio nota come la cascata della Parmetta!

Cascata Parmetta: primo salto, placca ghiacciata

Ormai i pantaloni invernali, tenuti addosso per quattro giorni, iniziano a puzzare... così provvedo subito a lavarli, non volontariamente, nelle acque della Parmetta, coperte da un infido e sottile strato di ghiaccio! Non proprio il modo migliore per iniziare la salita... La cascata è formata, ma complice la portata non indifferente del torrente, sotto il ghiaccio scorre ancora molta acqua.

Secondo salto

La salita è varia e divertente, con tre tiri vicini abbastanza lunghi e diversi uno dall'altro, mai difficili, su ghiaccio morbido a cavolfiori con le rocce vicine. Ci sono già i segni di ramponi, sia sulle rocce sia sul ghiaccio: non siamo dunque i primi stavolta! Un altro paio di tiri su placche ghiacciate e togliamo i ramponi a un minuto dalla macchina.


La prima settimana del 2017 è andata, le feste sono ormai agli sgoccioli, ma non le cascate! Avremo ancora modo di divertirci parecchio...

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