mercoledì 30 marzo 2016

Monte Fiocca, anello invernale da Arni

Data uscita: 13 Marzo 2016
Punto di partenza: Arni (916)
Punto più elevato: Monte Fiocca (1711)
Dislivello in salita: 850
Tempo totale di percorrenza: 5 ore
Grado di difficoltà: PD+ il solo passaggio della cresta ovest, F+ il resto
Punti d'appoggio: Nessuno
Periodo consigliato: Inverno
Note segnaletica: Buona

Apuane, queste sconosciute. Pensavamo di avere capito quali fossero le giornate giuste per andare a testare il loro "ghiaccio salato", considerato che salato è anche il conto dell'autostrada della Cisa. E invece dopo due giornate quasi perfette l'anno scorso a stagione ormai avanzata, quest'anno ci troviamo a dover contare già due ripieghi.

Monte Grondilice da sud est
 
Del gruppone salito un mesetto fa al Grondilice siamo rimasti solo tre. Stesso punto di ritrovo, partenza un po' anticipata siccome il nostro obiettivo è il canale nord-ovest del monte Sumbra: via abbastanza difficile - almeno per i nostri standard - e con un avvicinamento lungo. Arriviamo ad Arni poco dopo le 7, e ci basta un'occhiata a 360 gradi per decidere all'istante di lasciare in auto le ciaspole.

Salita da Arni

Il sentiero 144 comincia proprio dal parcheggio in mezzo al paese, e comincia ripido. Esposto a sud/ovest, risulta sgombro di neve almeno sino a 1400 metri. Qui cambiamo versante, e finalmente vediamo la nostra meta: il monte Sumbra, con la sua liscia parete sud, forse il più autentico big wall delle Apuane.

Montagnatore e monte Sumbra

Affrontiamo un facile traverso su neve, con qualche breve passaggio attrezzato, e ci ritroviamo all'ingresso del bosco di Fatonero. Si tratta di una splendida faggeta, quasi sospesa su un versante ripido e spoglio. Il sentiero la attraversa per il largo, finalmente pianeggiante dopo tanta salita. Superato il Fosso di Fatonero, gli alberi finiscono e comincia un nuovo facile traverso ai piedi del monte Fiocca, sovrastato da grandi cornici di neve.

Faggeta di Fatonero

Il cric cric dei ramponi sulla neve dura è musica per le nostre orecchie, rimaste intoppate troppo a lungo dalla neve fresca. Già gongoliamo per la sicura goduria su per il Sumbra; ma raggiunta una selletta, dalla quale ci aspettiamo di vederlo più imponente e vicino di prima, lo ritroviamo invece incappucciato da nuvole basse.

Il versante Nord ovest del Monte Sumbra
 
Superiamo un'altra vallatina boscosa e con un breve strappo siamo al passo di Fiocca (1530). Sotto di noi la valle di Vagli, con al centro il grande lago artificiale; il versante nord delle Apuane è carico di neve, e un po' tutte le cime hanno il loro comodo cappello di nebbia. Come se non bastasse c'è un vento fortissimo!

Vento e cornici

Con simili condizioni, considerando anche che nessuno di noi è mai stato sul Sumbra e la seconda parte del canale è in terreno aperto, decidiamo senza troppi patemi di lasciar perdere, temendo di vagare nella nebbia in un posto tutt'altro che sicuro. Non è neppure detto che la neve a nord ovest sia trasformata, visto il freddo e la quantità notevole. Alla nostra sinistra inizia l'ampio crestone del monte Fiocca, che reputiamo un valido ripiego.

La cresta est del Fiocca e il Sumbra annuvolato

Spinti alle spalle dalle folate, guadagniamo velocemente quota; il vento ha spazzato la neve fresca dai versanti, che sono ghiacciati e si percorrono benissimo, e l'ha ammucchiata nei pressi della cresta, dove enormi lingue bianche si sporgono sul versante marittimo. In realtà il Fiocca - come il Sumbra - fa parte di una catena secondaria, che si distacca dalla spartiacque principale apuana nei pressi del passo di Sella; ci troviamo dunque interamente in Garfagnana.

Panorama verso Carrara e il Golfo di la Spezia

Eccoci sulla vetta, un comodo cupolone nevoso. Il tempo è andato migliorando, si vede bene l'azzurro del mare e si vede bene pure, beffarda, la vetta del Sumbra, con la linea seducente del canale a cui abbiamo appena rinunciato. Ma ormai è inutile guardarsi indietro ed è meglio pensare al proseguimento della nostra traversata. La cresta ovest del Fiocca infatti è decisamente più aerea e stretta rispetto a quella da noi seguita in salita.

Cresta nord ovest monte Fiocca

Impronte recenti seguono il filo della spartiacque. Proprio in prossimità del passaggio chiave, che dovremmo affrontare in discesa, vediamo altri tre alpinisti che stanno salendo. Si tratta di scendere per pochi metri da un risalto piazzato in mezzo alla cresta, con pendenza sui 50 gradi e terreno erboso. Farla in discesa ci sembra rischioso, considerata l'esposizione e la neve ancora fresca e poco affidabile; quindi decidiamo di aggirarla da nord, come faranno anche gli altri tre.

Versante nord monte Fiocca

Cambiando versante, possiamo notare che buona parte della neve è fresca, mentre su alcuni tratti ripidi si è formato uno strato ghiacciato poco compatto e talora scollato dal fondo erboso. Condizioni non proprio esaltanti dunque! Riguadagniamo la cresta poco sotto il passaggio esposto, e la seguiamo fedelmente fino all'ampia spianata del passo di Sella (1490).

Verso il Passo di Sella

Nel frattempo gli intervalli di sole si fanno sempre più frequenti e lunghi; la tentazione di riempire fino all'orlo la giornata, salendo anche il monte Macina o il Sella (tutt'altro che banali), si fa sentire, ma di nuovo prevale la ragione sulla voglia. Lasciamo gli zaini vicino al passo e ci dirigiamo verso una galleria che attraversa la montagna.

La galleria del Sella

C'è un cancello con un passaggio pedonale (non per pedoni grassi), superato il quale entriamo nelle viscere della roccia da cui pendono stalattiti di ghiaccio. La galleria è lunga 100 metri o poco più, ma consente di passare in un batter d'occhio dalla valle chiusa della Turrite Secca al versante delle Apuane affacciato direttamente sul mare; quello più caratteristico, ma anche più sfigurato dalle cave di marmo.

Versante sud monte Sella

Dopo un po' di foto e spiccozzate fine a se stesse, torniamo agli zaini; è ancora presto e non fa freddo, così improvvisiamo un nuovo passatempo: Boulder con atterraggio su neve. Una paretina di ottimo calcare segnata dai tagli dei cavatori funge da palestrina, dove abbiamo anche modo di giocherellare un poco col materiale portato fin quassù e rimasto inutilizzato dentro gli zaini.

I nuovi scalpellini

Tornando con calma verso Arni lungo la comoda marmifera, incontriamo un ragazzo che sale con la moto, amico dei tre alpinisti incontrati sul Fiocca. Ci dice di essere salito anche il giorno prima, erano sue le tracce sulla cresta... Davvero piccolo il mondo, e tutto sommato pochi i pretendenti di queste bellissime montagne, poco restie a concedersi quest'inverno ma sempre foriere di emozioni!
 

Verticale effimero (in tutti i sensi!)

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