Punto di partenza: Rifugio Lagoni
Durata: 4 ore: 1,15 avvicinamento, 2 la concatenazione delle vie (senza varianti), 0,45 rientro
Dislivello in salita: 300 metri avvicinamento, 80 la via
Grado di difficoltà: D: un passaggio 6a (azzerabile) sulla variante del Gendarme, tratti di V. 5c sostenuto la variante diedro di destra. Generalmente IV.
Chiodatura: Ottima a spit recenti e ravvicinati.
Punti d'appoggio: Rifugio Lagoni, acqua alla Fontana del Vescovo
Esposizione della via: sud
Periodo consigliato: Estate e inizio autunno
Accesso stradale: Da Bosco di Corniglio seguire le indicazioni per Lagdei, e alla fine della strada asfaltata svoltare a sinistra verso i Lagoni. 5km di strada sterrata non proprio in buone condizioni.
Note: Sarebbe ideale cominciare questa concatenazione di vie con un bitiro sul settore destro della parete oves (Eta Beta, Lucy volendo stare su difficoltà paragonabili). Valutare però lo stato della chiodatura.
Il percorso della giornata in una foto d'archivio: in rosso da sinistra a destra: variante destra del Gendarme, spigolo sud classico e variante diedro di destra. in giallo le calate in corda doppia |
Dopo una lunga parentesi apuana - e poco mancava ci andassi di nuovo - torno ad arrampicare sulle montagne di casa... e come per incantesimo, proprio nel luogo esatto da cui l'ultima volta mi ero tolto l'imbrago: il monte Scala, anzi più precisamente la bellissima Forcella del Gendarme del monte Scala. Un nome altisonante, quasi alpino, che le immagini sanno descrivere meglio di me.
La calata in doppia dal Gendarme dello Scala |
La cordata oggi è formata da due luchi, e malgrado la caviglia infortunata il Luca più vecchio arriva di buon passo fino al Passo di Fugicchia; da qui ci si avvicina al grosso delle vie sulla parete ovest, di fatto la più estesa e meglio arrampicabile della nostra provincia (Parma). Il vento piuttosto freddo ci spinge a cominciare con qualcosa di assolato, e lo spigolo sud sembra la scelta migliore.
Gendarme dello Scala (a sinistra) e spigolo sud dello Scala (a destra). In mezzo, la Forcella |
Sei mesi comodi fa, con Mario, ci eravamo fermati per l'ora tarda proprio ai piedi di questi due tiri che conducono dalla Forcella alla vetta. Oggi di tempo ne abbiamo, e decidiamo di aggiungere allo spigolo la divertente salita al Gendarme, cioè il piccolo pinnacolo posto a sud dell'intaglio. Parto io, convinto di fare un tiro di 4a perfetto come riscaldamento.
Spigolo sud classico: primo tiro |
In verità sarebbe bastato aprire un po' gli occhi per capire che la salita "normale" e facile coincide con l'ultimo tratto della via Eta Beta, posto sulla sinistra guardando verso lo Scala, cioè all'orlo del burrone. Quella da noi intrapresa, con attacco comodissimo su diedro più a destra, è una variante più difficile (6a? non menzionata sulla guida Arrampicaparma), per fortuna ricca di spit! Mentre arrampico mi ripeto: "ma sei peggiorato che ti caghi sotto su un 4a?", e faccio un paio di passaggi al limite... poi in prossimità di una pancia strapiombante con tre spit vicini messi lì apposta per azzerare me ne frego altamente e mungo pazientemente il mio rinvio più lungo!
L'ultimo tratto è su cresta rotta ed esposta, sosta su uno spit e anello di calata. A questo punto recupero Luca e scendiamo alla Forcella con una brevissima (10 metri) ma spettacolare corda doppia, di fatto l'unica obbligata che mi venga in mente su un itinerario alpinistico nel nostro Appennino. Proseguiamo a questo punto con il "classico" spigolo sud, stavolta su difficoltà di IV più credibili, sempre ben spittato. Mi è piaciuto di più rispetto al cugino su Rocca Pumacioletto, per l'arrampicata più continua e un bel diedro sul secondo tiro. Scenografica l'uscita in vetta proprio sul filo!
Spigolo sud classico: uscita secondo tiro |
Variante diedro di destra |
Dalla cima ci caliamo di nuovo per 60 metri fino ai prati poco sotto la Forcella, e torniamo ai nostri zaini rimasti ai piedi del Gendarme. Mangiamo un panino indecisi fra il fresco dell'ombra e il caldo al sole, e sul cosa fare dopo. Io sarei per una via breve sulla parte più esterna e vicina a noi della parete ovest, giusto per completare almeno simbolicamente una bella combinazione di tiri - e calate ...
Per l'ennesima volta, ci si cala! |
Ma Luca mi fa notare come le attrezzature delle soste in questo settore siano piuttosto vecchie e arrugginite; non è tanto la ruggine il problema, quanto la roccia arenaria macigno che con i forti cambi di temperatura fra estate e inverno va a danneggiare dall'interno chiodi e bulloni. Optiamo così per una più tranquilla via nella vicina falesia del Lago Scuro, che raggiungiamo su tracce di sentiero.
Abbiamo due mezze corde, piuttosto fuori luogo in falesia... del resto ci eravamo trovati al mattino a Parma con altre intenzioni (intenzioni apuane). Nonostante la briga della doppia moschettonata, riesco a chiudere quasi dignitosamente un divertente e vario monotiro 6a, il Ritorno di Gandalf. Un ritorno sul ruvido Appennino che, pur conoscendolo a fondo, mi regala sempre nuove scoperte ed emozioni.
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