sabato 15 settembre 2012

Alpe di Succiso, Monte Alto e Sorgenti del Secchia dal Cerreto

Punto di partenza: Passo del Cerreto (1261)
Punto più elevato: Alpe di Succiso (2017)
Dislivello in salita: 800
Tempo totale di percorrenza: 5 ore
Grado di difficoltà: E
Segnaletica: Buona
Punti d'appoggio: Rifugi e bar alla partenza
Note: Se si sale sul Monte Alto (1904) dalla cresta dall'Ospedalaccio, la difficoltà diventa EE, con circa 200 metri di dislivello in più, e un aumento di 1,30/2 ore delle tempistiche. Lo stesso vale salendo dal Passo Pietratagliata (salvo la difficoltà che resta E).

Itinerario
Dopo il Passo del Lagastrello, l'Appennino spara una delle sue cartucce migliori: l'Alpe di Succiso. Ci sono vari itinerari che la raggiungono, tutti bellissimi e mediamente impegnativi; questo è uno dei più dolci (non considerando ovviamente la variante del monte Alto). Dal Passo del Cerreto, dietro il bar-ristorante, si imbocca lo 00 e stando pressoché in piano si raggiunge il passo dell'Ospedalaccio (1271).

Praterie presso l'Ospedalaccio, con dietro il monte Alto

Qui finisce bruscamente la passeggiata. Si ignora il segnavia 677 e si prosegue sullo 00 in ripida salita, fino a un nuovo bivio: gli escursionisti più esperti possono qui restare sul crinale per affrontare la cresta sud del monte Alto, abbastanza impegnativa e con più tratti esposti; dalla vetta avranno modo di raggiungere l'Alpe per il passo di Pietratagliata (tratti facoltativi di via ferrata in cresta), affrontando il resto dell'itinerario in senso inverso. Ai semplici camminatori conviene invece voltare a destra sul 671, verso le Sorgenti del Secchia (1465).

Arrivo alle Sorgenti del Secchia
Dopo circa 45 minuti si raggiunge la meravigliosa piana delle sorgenti, circondata da creste e montagne imponenti. Attraversiamo il ruscello destinato a percorrere ben 172 km fino a sfociare nel Po, e imbocchiamo il sentiero 675, diretto alla Sella del Casarola. Si riprende a salire, attraversando un profondo canale (o "schiocco") che scende dall'Alpe di Succiso. Questa si presenta finalmente all'uscita del bosco: siamo in mezzo al suo grandioso versante est, probabilmente il più dolce, solcato da diversi schiocchi.

Vallone est del Succiso: la cima è il "naso" di rocce centrale a sinistra

La salita si fa ora pesante, tutta al sole, fino alla Sella del Casarola (1945). Qui ormai il grosso è fatto: il facile sentiero di cresta (segnavia 671) conduce a destra sul vicino monte Casarola (1979), mentre a sinistra raggiunge in 15 minuti circa l'ampia vetta dell'Alpe di Succiso, da cui il panorama è semplicemente immenso. A ovest, verso la valle dell'Enza, scendono valloni selvaggi, sterminati; a sud invece sfilano aguzzi i Groppi di Camporaghena, che sembrano quasi rivaleggiare con le Alpi Apuane, in secondo piano.

Gregge di capre e Groppi di Camporaghena
 
Si prosegue in cresta in ripida discesa, aggirando sulla sua sinistra uno sperone attrezzato con il cavo, fino al Passo di Pietra Tagliata (1756), autentica spaccatura in mezzo alla cresta affilata che collega l'Alpe con il monte Alto. Quest'ultimo può essere raggiunto sia in circa 45 minuti sia con la ferrata sia con un sentiero (673), il quale si imbocca scendendo qualche metro verso i Ghiaccioni; alcuni tratti richiedono attenzione con il terreno bagnato. Dalla cima il panorama completa degnamente quello goduto dall'Alpe, che appare come un enorme trapezio.

L'Alpe di Succiso da sud
Tornati al passo si scende con dei tornantelli fino alle sorgenti del Secchia, dove come variante rispetto all'andata si può percorrere il 675, leggermente più lungo, che si ricongiunge allo 00 presso il Passo dell'Ospedalaccio (prendere a destra la carraia, segnavia 677). La "passeggiata" dell'andata riaccompagna al Cerreto.

Il cane e le capre in cima

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