Ai piedi del paese natale dell'aquila di Ligonchio sbuca la valle dell'Ozola, incuneata tra i fianchi possenti di due Duemila, fra boschi scoscesi, cascate scroscianti e strapiombi improvvisi e più su sfavillanti laghetti sorvegliati da faggi saggi come vecchi pastori, che si ricordano dove passava l'ultimo ghiacciaio dell'Appennino settentrionale e sanno dove sono nascosti fiori introvabili, e più su sconfinati pratoni di silenzio dove stridono solo il vento e le aquile di Ligonchio.